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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

 

Cambia la location, una volta si correva a Cittiglio, ma non cambia la qualità della manifestazione

14 gennaio 2024. Sembrava difficile fare di meglio rispetto a Cittiglio (cross del Vallone) ma quelli dell’Atletica Verbano sanno fare le perbene ed ecco “inventato” un nuovo percorso a breve distanza dalla precedente sede. Lo definirei più nervoso e muscolare, con un maggior numero di cambi di direzione e, forse, ancora più vario e divertente.

Le regole della gara sono le stesse, ormai super collaudate e apprezzate, del trofeo Monga: 4 chilometri (2 giri) per tutte le categorie femminili, gli allievi e gli uomini over 60. Invece 6 chilometri (3 giri) per le categorie da junior a SM55.

La prova femminile ha visto la vittoria di Ilaria Bianchi (Recastello Group), seguita da Silvia Comelli (Canottieri Milano) ed Elisa Gazzoni (GTA Crema).

PARTENZA GARA FEMMINILE

La prova sui 4 chilometri è stata vinta con facilità da Elias Sangalli (Atletica Gavirate), da evidenziare che si tratta di un giovane atleta (categoria allievi, classe 2008) in forte crescita. Non male comunque il secondo classificato, Giacomo Lia (GS Marathon Max, classe 1963). Terzo posto per Nicolas Ruffoni (Atletica Pianura Bergamasca), altro giovane emergente (classe 2008).

La gara più lunga è stata appannaggio di Filippo Ba (Gr. Alpinistico Vertovese), secondo posto per Daniele Molena (Atletica Riccardi, categoria promesse) e terzo per Dario Perri (Bumbasina Run).

Il fondo ha tenuto perfettamente, potevano bastare delle buone scarpe da tral o comunque chiodi di dimensioni contenute.

Ottima la logistica, direi migliorata rispetto a Cittiglio, parcheggi facili e ristoro al coperto, e siccome non faceva per niente caldo (meno 1 grado alla partenza), questa è un ottima cosa.

Prossimo appuntamento per la quarta prova del Trofeo Monga il 21 gennaio, a Bolgare (BG). Tappa conclusiva invece a Pioltello MI), 28 gennaio.

https://www.trofeomonga.it/

 

SERVIZIO FOTOGRAFICO - 31 dicembre 2023. Vittoria con record della gara per il  keniano Sebastian Sawe, secondo Crippa. Benissimo Nadia Battocletti, che chiude con una prestigiosa vittoria il suo 2023.

Edizione numero 49 di una Boclassic che non tradisce mail le aspettative, proponendo atletica di livello e gare spettacolari.

Gara femminile che parte subito su buoni ritmi, con un passaggio dopo 1.000 metri a 3’10/km che fa subito selezione; si crea un gruppetto con Giovanna Selva (C.S. Carabinieri), Nadia Battocletti (G.S. Fiamme Azzurre), e le due keniane Margaret Chelimo Kipkemboi e Nelly Chepchirchir. A breve distanza segue un gruppetto  guidato da Rebecca Lonedo (G.S. FFOO), Ludovica Cavalli (C.S. Aeronautica Militare) e Sara Nestola (Calcestruzzi Corradini), curiosità, queste tre atlete sono allenate da Stefano Baldini.


Dopo 3 chilometri (distanza totale prevista di 5) allungano decisamente Chepchirchir e Battocletti, mentre si dilatano i distacchi delle inseguitrici. Entusiasmante volata finale della Battocletti, che a 300 metri dall’arrivo cambia letteralmente passo e non lascia scampo alla keniana; vittoria in 15’30, seconda Chepchirchir (15’33), terza la connazionale Kipkemboi (15’49). Quarta e quinta in 16’11 e 16’15 rispettivamente Selva e Cavalli.


La gara maschile si è disputata sulla distanza di 10 chilometri (8 giri da 1250 metri). Si parte veloci col sudafricano Maxime Chaumerton che non tradisce la sua fama di front runner, mettendosi subito alla testa della gara, impresa tuttavia non facile perché correre alla media di 2’47/km su questo percorso è piuttosto impegnativo. Infatti tra il terzo e il quarto chilometro il forte keniano Sebastian Sawe (campione del mondo di mezza maratona 2023) e il nostro Yeman Crippa allungano decisamente, e la gara diventa una partita tra loro due.

La gara si risolve negli ultimi due giri, con Sawe che prende un leggero vantaggio e lo mantiene all’arrivo; vittoria e record della manifestazione col tempo di 28’00 (precedente Hanneck, 28’03). Secondo posto per Crippa che ripete la posizione in classifica del 2022, però migliorandosi di 14 secondi. Terzo posto per Chaumeton. Settimo Pietro Riva.

10 dicembre 2023. Buon esordio per questa 5 chilometri (organizzazione a cura Atletica Piacenza e Italpose), davvero tutta cittadina, si correva infatti in un rettangolo disegnato su quattro piazze che rappresentano la città di Piacenza, in particolare piazza Cavalli, sede di partenza ed arrivo. Un breve giro di lancio di circa 200 metri, con passaggio spettacolare attraverso il palazzo Gotico (la cui costruzione risale al 1281) e poi tre giri di 1600 metri nel centro cittadino, su percorso leggermente ondulato. Prima delle corse agonistiche spazio ad una festosa e molto partecipata Babbo Running.

Gare amatoriali e gare ad invito per atleti elite, per dare a tutti importanza e visibilità.

La gara femminile elite, dopo il primo giro, diventa una partita a tre, con le due etiopi Asmerawork Wolkeba (Podistica Torino) e Tadesse Betselot (Atl. Dolce Nord Est) a dettare il ritmo insieme alla russa Evgeniia Taubert (CUS Torino). La gara si risolve negli ultimi 5000 metri, con l’attacco di Wolkeba che prevale col tempo di 17’16 sulla connazionale Betselot (17’10), che a sua volta supera di poco la Taubert, che chiude in 17’22. Quarto e quinto posto rispettivamente per Elena Fontanesi (17’30-Atl. Montanari Gruzza) e Tania Molinari (18’15); da notare l’eccellente esordio sulla distanza di questa atleta del GS Italpose.

PARTENZA E UN PASSAGGIO GARA ELITE FEMMINILE

Gara maschile che vedeva al via diversi atleti con eccellenti tempi sui 5.000 metri e/o 5 chilometri su strada, tra questi Said El Otmani (CS Esrrcito), che veniva dalla vittoria con record personale (2h12’39) alla recente maratona di Firenze.

Primo mille relativamente lento (3’03), in particolare per il breve giro di lancio che limitava partenze “a tutta”, poi i ritmi salgono, e non di poco. Prova a tirare il gruppo Said El Otmani, seguito da Mustafà Belghiti (Dinamo Sport) e Salvatore Gambino (DLK Runners), ma sono diversi gli atleti, in fila e a breve distanza, che sembrano poter competere per la vittoria finale. All’inizio dell’ultimo giro coach Stefano Baldini mi suggerisce che se non riescono a staccare il suo giovane atleta, Costa Masresha (classe 2002), poi diventa complicato batterlo nel finale. E così è infatti: sul rettilineo finale allunga con decisione e va a vincere con l’ottimo tempo di 14’27. Secondo posto in 14’30 per Giovanni Filippi (Atl. La Fratellanza), recente il suo sesto posto con record italiano sul miglio di 3’57’41, ma anche 3’36’14 sui 1500 metri. Terzo posto per El Otmani (14’33) e quarto per Belghiti (14’41).  Eccellente quinto posto in 14’51 per Gambino, a soli 4 secondi dal record italiano di categoria (Markus Ploner, anno 2020).

COACH BALDINI E IL SUO ATLETA COSTA MASRESHA

Complessivamente sono stati sette gli atleti a correre sotto i 15 minuti e 20 sotto i 16.

La gara cosiddetta amatoriale, ma con atleti piuttosto veloci, ha visto prevalere Luca Bruni (K3 SSD) in 15’51; tra le donne invece Blerina Bregu (Marathon Cremona), 19’15.

Complessivamente, tra tutte le batterie, sono stati 173 gli atleti ad avere concluso le gare.

Speaker della gara Fabio D’Annunzio.

3 dicembre - Temperatura piuttosto bassa alla partenza, ma poi il sole ha fatto capolino da queste parti, regalando una bella giornata ai partecipanti.

Mezza maratona maschile vinta da Ayyoub El Bir, secondo nel 2022; l’atleta della Atletica Biotekna mette così un archivio un ottimo 2023, dove si è migliorato su 5 k, 10 k e mezza maratona. Vittoria in 1h08’49, non facile, perché contesa sino agli ultimi chilometri di gara da Vinicio Villa (Almosthere), che ha portato il suo primato personale a 1h08’58. Terzo posto per Vinicius Scartazzini (Atl. Santhià) che ha all’esordio sulla distanza chiude in 1h10’04. Da segnalare il quinto posto con record personale di 1h10’10 per il lombardo Francesco Mascherpa (Runners Legnano).

La gara femminile aveva una favorita d’obbligo, una delle più forti master a livello mondiale (basti pensare al 2h28’34 categoria F45): Catherine Bertone. L’atleta valdostana della Atletica Sandro Calvesi, reduce da un fantastico 2h35’35 alla maratona di Francoforte, in effetti non ha avuto avversarie vincendo in un buon 1h17’27. Secondo posto per Chiara Giovando (Atl. Monterosa) col tempo di 1h22’’36, che significa un netto miglioramento del precedente personale di 1h27’, ottenuto proprio a Trino Vercellese nel 2020. Completa il podio Jocasta Da Luz Oliboni (Associacao Passofundense), atleta brasiliana all’esordio sulla mezza maratona che chiude col tempo di 1h23’33.

Complessivamente sono stati in 293 (classifica provvisoria) a chiudere questa 17esima edizione della mezza maratona “Terre d’acqua città di Trino”, un buon risultato, sostanzialmente uguale al 2022.

Il programma si completava con la “Trino che corre”, gara Fidal sulla distanza di circa 6,5 chilometri, da correre anche in modalità non competitiva. Un percorso tutto sommato “filante” per questa prima edizione, con qualche ondulazione a renderlo più vario, in località Robella, dove era posizionato il giro di boa. Vittoria per Marco Dassetto (23’08-Atl. Canavesana) davanti a Enrico Tula (23’52-Atl.Paratico) e Maurizio Salerno (23’57-Atl. Santhià). Tra le donne ha prevalso Sara Borrello, terza assoluta (23’57-Atl. Canavesana), a seguire Greta Negro (Atl. Vercelli), quinta assoluta in 24’01 e Michela Arena (25’56 – Atl. Canavesana).

 

28 novembre 2023. Sarà gara nazionale Fidal, 5 chilometri certificati e omologati, quindi validi a tutti gli effetti per il “ranking” personale, vale per gli atleti elite, vale per tutti gli amatori, che si ritroveranno il risultato nel data base della federazione.

Ma questa 4 Piazze Running, alla prima edizione, sarà una festa per tanti, infatti il programma inizia alle ore 10 con una “Babbo Running”, aperta a tutti. A seguire una batteria per gli atleti master, maschile e femminile; infine le due corse riservate agli atleti elite (solo ad invito), prima le donne e poi gli uomini. In queste si prevede la presenza di atleti molto forti, sia a livello regionale che nazionale.

E il percorso, veloce e realizzato totalmente nel centro cittadino, promette tempi di tutto rilievo; ma è anche un percorso che tocca i punti più iconici della città, come dice il nome stesso, sono quattro piazze che rappresentano importanti pezzi di storia. Partenza e arrivo in piazza Cavalli, vero e proprio simbolo della città di Piacenza; a seguire le piazze Borgo, Sant’Antonino e Duomo.

Dopo un breve tratto di lancio seguiranno tre giri uguali, per un totale di 5 chilometri, esatti.

Montepremi di assoluto rilievo, 2500 euro, per questa tipologia di gara, senza dimenticare il mondo amatoriale, con riconoscimenti per le categorie.

“Siamo partiti con un’idea un po’ pazza, però sta venendo fuori bene….” Queste le parole di Fausto Cassola, uno degli organizzatori, nel corso di un’intervista al quotidiano la Libertà di Piacenza. Beh, certo ci vuole coraggio, anche un filo di incoscienza a mettere in piedi gare di questi tempi, ma quando si è capaci, ed animati da passione ed entusiasmo le cose riescono bene.

Nonostante la posizione, siamo esattamente nel centro di Piacenza, disponibilità di spogliatoi e docce a 200 metri dall’area partenza/arrivo. La gara, organizzata da Atletica Piacenza e Italpose, è anche valevole quale ultima prova del Tour delle Valli Piacentine.

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IL VOLANTINO DELLA MANIFESTAZIONI

18 novembre 2023. Sono passate un po’ in sordina le ottime prestazioni ottenute alla recente mezza maratona di Ravenna (invece nulla di eccezionale in maratona, con podio maschile compreso tra 2h17’ e 2h32’) eppure con questi crono Ravenna si posiziona sul podio italiano dei migliori risultati mai ottenuti in questa specialità.

QUESTO IL COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO ORGANIZZATORE

La classifica della mezza maratona maschile presenta ben 6 atleti sotto 1h01’34 e ci sono stati diversi cospicui miglioramenti dei record personali, basti pensare al nostro Pasquale Selvarolo, da 1h02’00 (Valencia 2022) a 1h00’32. Il vincitore Tobias Cheruiyot, al suo esordio sulla distanza, corre vicinissimo al muro dei 60 minuti, chiudendo in 1h00’03; guardando il suo profilo WA, e i tempi di Ravenna,  pare abbia fatto il record personale anche di passaggio sui 5 e 10 chilometri. Ma forse sorprende ancora di più il secondo posto dell’etiope Bute Gemechu Gishe, non solo era la sua prima una mezza maratona, ma non aveva mai gareggiato su altre distanze, e qui ha stampato un notevole 1h00’12.

Montepremi “a tempo” discretamente interessante, ad esempio un primo posto sotto 1h01’30 valeva 1500 euro, oppure un secondo posto sotto 1h03’ faceva portare a casa 600 euro. Da regolamento pare non ci fosse alcun bonus per il record della gara, pertanto una motivazione in meno a correre così forte.

Record della manifestazione che è stato abbondantemente superato (precedente 1h01’35) da ben sei atleti; tradizionalmente la mezza di Ravenna non ha mai avuti tempi di altissimo livello, forse eccezion fatta nel 2022, dove comunque si è andati a podio con 1h03’51, un tempo che in questa edizione sarebbe valso solo il 7° posto. Abbattuto anche il record femminile, con Clementine Mukandanga che ha chiuso in 1h’10’49.

Condizioni climatiche ottimali? Pare proprio di sì. Percorso veloce? Alcuni partecipanti lo hanno trovato più “ostico” perché molto più cittadino del precedente, eppure sono venuti fuori dei tempi davvero notevoli, anche a livello amatoriale. Ad esempio la forte Anna Spagnoli (SF50), eccellente il suo 1h20’17, da molti anni non correva a questi livelli, ma sono molti gli atleti di vari livelli ad essersi migliorati. Probabilmente si sono verificate le condizioni ideali per correre forte, il giusto “mix” di atleti che in gara si aiutano tra loro, stimolandosi a tirare fuori il meglio.

Inutile negarlo, quando ad una gara vengono fuori grandi riscontri cronometrici ci si fanno domande, di casi parecchio discussi ne abbiamo avuti in passato.

Da mettere nella dovuta evidenza che la mezza maratona di Ravenna è gara nazionale Fidal, omologata e certificata, oltretutto di livello silver (sono solo in cinque in Italia a potersi fregiare di questo importante riconoscimento); è ragionevole pensare che, in generale e in particolare su nuovi percorsi, il Gruppo Giudici Gare abbia effettuato tutte le verifiche del caso, magari anche prima della gara (come talvolta in effetti avviene). Può sempre capitare qualche indesiderato cambiamento per circostanze talvolta imprevedibili, ad esempio dei lavori in corso e/o transenne involontariamente mal posizionate, tutte circostanze che possono favorire o danneggiare la regolarità delle gare.

In termini di numeri in questa mezza maratona viene confermato l’apprezzamento dei podisti, per il terzo anno consecutivo vede all’arrivo quasi 2.000 atleti classificati, quando nello stesso periodo molte altre manifestazioni sono ancora a combattere con una ripresa post covid piuttosto complicata.

In conclusione … beato chi c’era, peccato per gli assenti, sono proprio loro a rammaricarsi di aver perso un’occasione. Ora tutti quelli che hanno celebrato con notevoli personal best sono chiamati alla non facile  impresa di ripetersi.

Da qualche anno sono in commercio scarpe da running dotate di una piastra in fibra di carbonio, aveva cominciato Nike (Vaporfly), poi Adidas (Adiozero Adios) e a seguire un po’ tutti i brand di settore. I riscontri tecnici, intesi come miglioramento delle performance, sono sotto gli occhi di tutti: muro delle due ore a un passo dal cadere (attuale 2h00’35), mezza maratona 57’31, ma anche su distanze inferiori, come 5 e 10 chilometri. Più in generale i podi delle gare internazionali sono sempre occupati da atleti che calzano queste scarpe.

Ma il punto che credo più interessi la maggior parte di quelli che corrono è un altro: sono per tutti? Ovvero, davvero tutti possono trarre beneficio dall’utilizzo di queste scarpe “miracolose”? Se ne parla da un po’, ma qui cerchiamo di dare anche noi un contributo alla discussione.

Per farlo, oltre a basarmi sulle mie personali esperienze e conoscenze, prendo a riferimento una serie di considerazioni in materia fatte da Marco Boffo. Atleta di buon livello, con un passato di un certo prestigio, in particolare sulle lunghe distanze (personale di 6h45’38” sulla 100 chilometri, nove presenze in nazionale e partecipazioni a campionati del mondo). Dopo il ritiro dall’attività agonistica è rimasto nel mondo del running, prima come specialista di prodotto per conto di un brand di settore, poi ha aperto un’attività commerciale in proprio, un negozio con diverse peculiarità, orientate al servizio a chi pratica questa disciplina (ma anche di tennis, sport che ha praticato con buoni risultati in età giovanile).

Scarpe per molti, ma non per tutti? no, qui il detto non vale. Queste scarpe hanno caratteristiche particolari che, se da una parte certamente consentono ad un numero limitato di atleti sensibili miglioramenti, dall’altra possono far pagare un prezzo elevato (non solo di acquisto, perché i costi sono molto elevati) in termini di infortuni, per la gioia di fisioterapisti, ortopedici, etc).

Entriamo un po’ più nel tecnico; qui comincio a prendere dei passaggi di Marco Boffo

La tecnologia della piastra in carbonio è sicuramente valida e da grandi vantaggi… Ma non a tutti! La principale discriminante è la tecnica di corsa e la forza dei nostri piedi. Puoi correre anche a 3’30/km, ma se atterri pesantemente di tallone la piastra in carbonio non la sfrutti, anzi… Rende la corsa ancor più dispendiosa perché per flettere una scarpa così rigida devi utilizzare più forza.

Quindi pare di capire che, diversamente da quanto in genere si ritiene, la velocità in sé non è l’unico dato di riferimento su cui basare la scelta. In realtà io credo che una velocità maggiore porti (quasi) inevitabilmente a correre un po’ “in avanti”, quindi di avampiede o meso piede (ovvero atterrando sulla parte centrale).

Non è totalmente vera questa affermazione: ci sono atleti amatori che corrono a ottimi ritmi ma con atterraggio e baricentro di certo non avanzato. In questo caso la spinta avviene soprattutto da glutei e cosce.

Sia in chi spinge prevalentemente di piedi (pochissimi amatori), sia in chi spinge prevalentemente di cosce e glutei (la quasi totalità degli amatori), l’avanzamento del baricentro all’aumentare della velocità secondo me è insignificante.

In pratica un atleta amatore che atterra pesantemente di tallone, se spinge di più “potrebbe” essere impercettibilmente più avanzato con il baricentro ma non tanto da cambiare in modo evidente il suo assetto di corsa e ad essere quindi in grado di sfruttare le scarpe con la piastra in carbonio.

Come potrebbe addirittura arretrare all’aumentare della velocità dato che spingendo di più si perde lucidità, si tende a scomporsi e ad arretrare le spalle. 

Quindi si può dire che anche andando piano il baricentro può essere avanzato?

Esatto, un esempio viene dagli atleti top, anche quando corrono molto piano, atterrano con i piedi in modo comunque avanzato.

La velocità dipende da quanta forza metti a terra, dall’elasticità di muscoli e tendini, da quanto aumenti la frequenza del passo e se la tua tecnica di corsa è in grado di sfruttare queste tre caratteristiche. Senza contare l’aspetto metabolico che è un capitolo a parte.

Sostanzialmente chi corre bene, corre bene sempre a prescindere dal ritmo, al contrario chi tecnicamente non è impeccabile, presenterà gli stessi difetti anche durante una ripetuta in pista.

Tutti questi ragionamenti sono poi influenzati dalla freschezza di chi corre. Più subentra la fatica, più lo stile di corsa peggiora e i vantaggi dati dalla piastra in carbonio diminuiscono. 

Ma, allora, chi può trarre realmente vantaggio da scarpe con piastra in carbonio?

Per sfruttare la piastra, la presa di contatto del piede con il terreno deve avvenire in modo avanzato per creare quel pre stiramento a livello tendineo e muscolare della parte posteriore della gamba. Grazie a quel pre stiramento muscolo-tendineo si acquisisce la forza per poter spingere e sfruttare la rigidità del carbonio, che a quel punto aumenta la spinta in avanti.

Le variabili in gioco sono diverse: tecnica di corsa, età anagrafica e poca familiarità con infortuni muscolo-tendinei sono determinanti per capire se un runner amatore può usare o meno scarpe con queste caratteristiche.

Spesso di parla di ritmi di corsa, se veloci le “scarpe magiche “sarebbero adeguate, altrimenti no. Che ne pensi? A tuo avviso quali dovrebbero essere questi ritmi veloci?

Difficile quantificare, ci sono tante variabili! Ma, dovendo dare per forza dei riferimenti, per me ritmi veloci vuol dire correre ben al di sotto ai 3’30” al km. Se uno fa il fondo lento a ritmi compresi tra i 4’30”-5’00” al km (o ancor più lentamente…) e le ripetute intorno ai 4’00” al km, questi non sono ritmi veloci tali da ricevere dei vantaggi tangibili dal carbonio (a prescindere dalla tecnica di corsa)

Abbiamo quindi tracciato una linea di demarcazione, può bastare questo ad esaurire l’argomento?

No, perlomeno solo in parte, perché le variabili in gioco sono molte, come detto sopra. E ne cito un’altra. Analizziamo anche la stabilità dei piedi. C’è un eccesso di pronazione oppure un appoggio totalmente neutro? Chi non ha piedi stabili (e quindi forti…) non dovrebbe vedere questa tipologia di scarpe neanche con il binocolo.

Questo perché le scarpe con la piastra sono altissime, con schiume che girano intorno alla piastra morbidissime, smussate e con tomaie più sottili della carta velina. In che modo il piede può quindi avere un minimo di sostegno quando “crolla” verso l’interno in fase di spinta?

Si esaurisce quindi il nostro viaggio nel mondo delle piastre in carbonio, siamo volutamente restati nell’ambito strettamente tecnico, quindi nessuna considerazione sui costi (elevati) di questi prodotti e sui limiti per l’utilizzo in alcuni ambiti, ad esempio nelle piste di atletica.

Ringrazio Marco Boffo per la preziosa collaborazione

 

Vittoria dell’etiope Sendeku Alelgn Amognem, all’esordio sui 42195 metri, e bis della keniana Dorine Jerop Murkonen, già vincitrice a Torino nel 2022.

5 novembre 2023. Una maratona torinese che cresce nei numeri, erano 829 i classificati nel 2022, invece la classifica provvisoria di questa edizione dice che 1310 atleti hanno portato a termine la gara.

Gara maschile che ha dato spettacolo, a partire dal km 25, quando il keniano Timothy Kosgei Kipchumba ha lasciato la compagnia degli altri, nei dintorni anche il nostro Cesare Maestri, all’esordio sulla distanza. Verso il km 32 si ricompatta il gruppo di testa, il keniano Joel Kipkenei Melly (Run2Gether) prova ad allungare, ma senza successo. Vittoria per l’etiope Amogne, col tempo di tempo di 2h09’46, secondo posto per Melly (2h10’59) e terzo per Kipchumba (2h12’50).

Buono il crono all’esordio per Cesare Maestri (Atl. Valli Bergamasche), 2h14’00, con passaggio alla mezza di 1h06’11, in linea per chiudere in 2h12-2h13’, poi un cedimento negli ultimi chilometri di gara.

Tra le donne vince nuovamente la keniana Murkonen, che con 2h31’30 realizza il record personale (precedente proprio a Torino, 2h32’37). Gara che si decide nella seconda mezza, con la keniana che prende, e mantiene, un esiguo vantaggio sulla seconda classificata, l’etiope Belete Etsegenet Ezhiw (2h32’48); terza Lenah Jerotich (Kenya), col nuovo personale sulla distanza, 2h34’53.

Prima italiana Letizia Ponzano, suo il tempo di 2h57’13.

Classifica mezza maratona tutta italiana, tra gli uomini: 1-Ayyoub El Bir (1h05’37-Atl Biotekna); 2-Xavier Chevrier (1h06’20-Atl. Valli Bergamasche); 3-Simone Peyracchia (1h09’51-Podistica Val Varaita).
Al femminile: 1-Gessica Peyracchia (1h17’16-Podistica Valle Vairata); 2-Elisa Viora (1h24’41-Torino Road Runners); 3-Romina Casetta (1h24’44-Ferrero A.S.D.)

Alla fine sono stati 1159 gli atleti classificati, più i 1310 in maratona, sono numeri che fanno ben sperare, in prospettiva, dopo anni quantomeno tempestosi; ci auguriamo pertanto che Torino abbia ritrovato la giusta strada, unendoci con piacere alla fiducia e la soddisfazione degli organizzatori di Team Marathon, Luca Vergnano e Simone Oneglio.

Sabato, 04 Novembre 2023 22:03

Abbiategrasso (MI) – AbbiateFast

Una prova generale di quella che magari un giorno potrà diventare una 5 k vera e propria? Chissà.

4 novembre 2023. Si è corsa oggi nel centro di Abbiategrasso una corsa non competitiva, una “prima” messa in piedi dall’entusiasmo e dalla passione di Fabio De Angeli, tra l’altro buon atleta.

Erano tre giri quasi uguali, per un totale di quasi 5 chilometri, nessun chip e nemmeno giudici a certificare le prestazioni, perché questa non voleva e non doveva essere una gara vera e propria.

Eppure si sono visti in corsa diversi buoni atleti, soprattutto mezzofondisti, che hanno sfruttato l’occasione per fare un buon allenamento, nel piacevole contesto del centro cittadino di Abbiategrasso.

Ottima la sede della logistica, il Castello Visconteo, una fortificazione che risale al secolo XI, ma completamente ristrutturata nel 1995.

Partenza ed arrivo nei dintorni, un percorso che si snodava tutto nel centro storico di Abbiategrasso, cittadina situata nel Parco lombardo della Valle del Ticino; un fondo stradale quasi totalmente costituito dal pavé, però molto ben sistemato, e questo ha aiutato la stabilità in corsa dei podisti nonostante alcuni tratti bagnati. Tutto sommato erano poche le curve, che peraltro rendevano il percorso un po’ più tecnico e divertente, ma presenti anche diversi rettilinei dove, chi ne aveva, poteva spingere bene.

Interessante la soluzione delle due batterie: la scelta era affidata ai partecipanti che, in base al tempo auto stimato, potevano così posizionarsi in quella più consona alle proprie capacità. Nel mezzo, tra le due batterie, hanno corso tanti bimbi; è sempre bello quando le manifestazioni danno spazio a quelli che, chissà, un giorno potranno far parte del bel mondo dell'atletica.

Mi pare proprio che le cose siano andate bene sotto il profilo organizzativo, con percorso presidiato, nonostante la natura non competitiva della corsa e con ristoro finale più che adeguato alla circostanza. Abbiategrasso manca da un po’ alle corse, chissà che questa manifestazione non costituisca un buon punto di partenza.

16 ottobre 2023. Ne avevamo PARLATO QUI, era il giugno 2022 quando l’agenzia di controllo AIU (Athletics Integrity Unit) aveva sospeso l’atleta keniano.

Ora è arrivata la sentenza, durissima: squalifica di 10 anni.

C’è un po’ di tutto a giustificare la pesante sentenza: doppia positività (Milano Marathon 2021 e Abu Dhabi Marathon, sempre nel 2021), manipolazioni, intese come prodotti atti a coprire l’utilizzo di sostanze dopanti, falsificazione di documentazione medica (grazie alla collusione con medici keniani).

Ora si cancelli tutto, ma per davvero; a cominciare dal miglior crono mondiale del 2021, 2h02’57 (almeno fino ad aprile), ovviamente questo della maratona più veloce mai corsa in Italia, che resta comunque a Milano ma col tempo di 2h03'55, il tempo del secondo classificato nella stessa edizione, Kipyego Reuben Kiprop

Per ora World Athletics non ha ancora recepito la notizia, ma cui auguriamo che rimuova a breve dal ranking le “gesta” di questo atleta, che ragionevolmente chiude qui la sua carriera (è del 1992).

https://worldathletics.org/athletes/kenya/titus-ekiru-14766247

Per chi vuole approfondire, ecco il pezzo originale pubblicato sul sito AIU, con tutto il percorso e le spiegazioni che hanno portato alla decisione.

https://www.athleticsintegrity.org/downloads/pdfs/other/Press-Release-AIU-BANS-TITUS-EKIRU-FOR-TEN-YEARS.pdf

 

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