La giornata era più da scampagnata che da maratona, a causa del caldo quasi estivo.
La solita abbuffata nera con il keniano Birech prevalere in 2h08’03 insieme alla gazzella Tusa (2h23’46).
Insomma, uno spettacolo fin troppo prevedibile. Poi, che tristezza gli atleti italiani! I primi due hanno 43 anni! Dov’è il vivaio giovanile? Allora è proprio vero che lo sport più praticato dagli adolescenti è quello di non farlo.
Perché la Federazione di atletica e le società sportive non approfondiscono l’argomento? Non ci si puo’ limitare ad adottare qualche africano.
Oppure dobbiamo dare la colpa all’eccessiva mediaticità del calcio? Certo è che si ritorna a fare sport dopo i 35 anni.
Per fortuna che c’è Calcaterra(46 anni suonati). Si è mascherato da ultimo della classe per far capire che si può fare a meno dei privilegi del top runner. Partito ultimo, è arrivato con i primi in 2h42’30”. Che sia l’uovo di Colombo per spolverare la monotonia delle maratone? Gli africani, facciamoli partire in mezzo al gruppo delle tre ore… Sicuramente non cambierà niente ma almeno, i primi chilometri ci si divertirà!
Come al solito ho seguito mia moglie Giuseppina, in quella fascia di limbo dove s’incontra l’essenza dello sport, l’abbraccio sincero fra pubblico ed atleta.
L’acuto più forte l’ho trovato in una signora trapiantata di fegato che stringeva le mani a tutti gridando ”niente è impossibile”.