Sicuramente non sono il primo e credo nemmeno l’ultimo che propone il problema delle quote iscrizione elevate, alcune molto elevate, con l’aggiunta di optional obbligatori e quasi obbligatori.
Mi spiego: alla quota di iscrizione già elevata - per le mezze si arriva a € 30/40, per le maratone intorno a € 60/80 -, per le iscrizioni on-line (anche qui in molti casi obbligate, perché non ci sono alternative) si aggiunge la quota della transazione, “diritti di vendita”. Col pagamento tramite carta di credito si aggiungono altre spese per ogni iscritto, anche se si fanno 10 iscrizioni. Con il bonifico iscrivo 10 persone e pago una sola commissione, mentre con la carta pago una commissione ogni iscritto: e questo è obbligatorio per alcune organizzazioni: le banche ingrassano.
Per non parlare della “furbata” dell’assicurazione per poter trasferire la propria iscrizione ad un altro atleta o posticipare tale iscrizione all’anno successivo. Costo dell’assicurazione altri € 10; ma non è finita perché nel caso di trasferimento iscrizioni chiedono altri € 10 per diritti di segreteria: in pratica chi vuole iscriversi ad una maratona/ina deve quasi chiedere un mutuo! La Fidal non potrebbe intervenire con qualche direttiva, come obbligare gli organizzatori a stabilire una quota senza pacco gara? Lo so che è già stata sperimentata, ma evidentemente gli interessi degli organizzatori venivano meno e quindi ben pochi l’hanno attuata.
Se poi pensiamo al pacco gara - sempre più carta e cavolate varie e sempre meno sostanza - la rabbia di chi deve sborsare un sacco di quattrini è evidente. E’ vero che nessuno viene obbligato a partecipare se ritiene la quota elevata, ma è altrettanto vero che sembra che gli organizzatori si siano coalizzati in una specie di cartello, e se vuoi correre è così, altrimentistai a casa.
Sono rari, ormai, gli organizzatori che pensano al bene dell’atleta, quasi tutti pensano solo ed esclusivamente al proprio tornaconto, si deve avere un buon margine di utile. Ho sentito alcuni organizzatori e tutti piangono miseria, illustrando le spese sostenute, oltre a quelle per la Fidal, per il discorso della circolare Gabrielli, del personale, dei giudici, del pacco gara (ridicolo, perché al 90% sono sponsorizzati). Però non accennano mai alle entrate degli sponsor (vedi striscioni o pubblicità sui volantini) e dalle iscrizioni, che sono un salasso per i partecipanti: pagare 30/40 euro più accessori vari per una maratonina è davvero un furto legalizzato, che dovrebbe far riflettere chi di dovere.
Un plauso, invece, ai pochi che mantengono le quote entro limiti decenti, ma soprattutto non permettono alle banche di ingrassare ulteriormente e non chiedono 10/20 euro per un trasferimento del pettorale ad un altro atleta. Da segnalare che questi balzelli favoriscono quelli che corrono con un pettorale altrui, insomma inducono a ‘peccare’ per risparmiare. Si dice di non fare i furbi, che non è regolare o non è permesso, giusto! Per carità le regole vanno rispettate ed è giusto rispettarle, ma perché solo da parte dell’atleta?
NdR. Già, dove è finita la regola Fidal di una quota ridotta senza medaglia e pacco gara?In ambito di deregulation, temiamo che non ci siano troppe regole obbligatorie per gli organizzatori; e almeno la circolare Gabrielli (oltre tutto, interpretata troppo estensivamente, dato che non riguarda gli eventi sportivi di piccole-medie dimensioni) è un salasso per i piccoli organizzatori; molti dei quali infatti danno forfait. D’accordo per il fastidio dei balzelli sui pagamenti con carta di credito o attraverso certi siti che offrono tutto “cotto-e-mangiato” agli organizzatori: il nostro consiglio è pagare tramite bonifico bancario online, che è gratuito ed è ammesso da quasi tutti gli organizzatori (dieci e lode poi ai pochi che ammettono il pagamento con carta di credito senza sovrapprezzo!). [FM]