Ho iniziato a correre nel 2012 come valvola di sfogo dopo una convivenza di anni non andata a buon fine. I miei primi passi furono sull'anello dell'Idroscalo a Milano e ogni volta che correvo mi davo un piccolo obbiettivo in più: conquistare un paletto della luce sempre più distante. Da lì, grazie ad un amico, ho iniziato a conoscere un po’ il mondo del trail, per poi innamorarmene definitivamente con le classiche uscite del mercoledì sera a Montevecchia, dove ho conosciuto il mio attuale compagno. Il 2012 è stato un anno intenso e pieno di gare, uscite in montagna e qualche risultato, fino a quando si è fermato per dare tutta me stessa alla crescita di nostro figlio, per circa 3 anni.
Da un anno lavoro nell'Ufficio Progettazione Fibra Ottica presso Valtellina Group, azienda in forte espansione che mi permette di avere 2 ore di pausa pranzo che dedico, tutti i giorni, ai miei allenamenti alternando tra nuoto e corsa: poi pranzo veloce e si riparte col lavoro d'ufficio. Ma la giornata è ancora lunga. Dopo 8 ore di lavoro scappo a prendere mio figlio dalla baby-sitter, ritorno a casa, preparazione della cena tutti assieme. Chiacchiere, giochi e coccole accompagnano il post cena per poi, a turno, mettere a letto nostro figlio. Si sistemano le ultime cose in cucina e in casa e poi ci si rilassa solo per qualche minuto sul divano, per poi andare a letto e prepararsi alla giornata successiva con la solita sveglia delle 6.15/6.30.
Prima del 2012 non sapevo cosa fossero sport, fatica e soddisfazione. Ero la classica ragazza che viveva a 360° la vita milanese. Lavoro, aperitivi, serate e, soprattutto, far meno fatica possibile. Ora quel mondo non mi appartiene più e se ho la possibilità di avere del tempo libero, cerco di andare in montagna, più in alto possibile per toccare quel cielo irraggiungibile, ma che ti dà sempre un senso di libertà, gioia e un abbraccio pieno d'amore infinito.