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Apr 10, 2018 Alexio D'Alessio 2405volte

Roma – 24^ Maratona di Roma, la mia quarta

Una fase della gara Una fase della gara Foto TGSky

Un’altra grande edizione della maratona più importante e più partecipata d’Italia, a cui prendo parte per la quarta volta consecutiva.

La novità di quest’anno è il cambio del luogo della sede del Marathon Village, dal Palazzo dei Congressi dell’EUR degli scorsi anni, alla vicina “Nuvola” di Fuksas.

L’altra novità è che dopo le ultime due edizioni parecchie bagnate, finalmente si disputerà con il sole e con temperature quasi estive.

Il mio obiettivo di questa gara è cercare di migliorare le 3h40’11” dello scorso anno e magari migliorare il mio pb di 3h32’07” stabilito all’ultima Firenze Marathon.

Arrivo poco prima delle 7.30 e mi dirigo al punto di ritrovo coi compagni di squadra per le foto di rito; poco prima delle 8 c’incamminiamo per dirigerci all’ingresso, per poi depositare i nostri zaini ai camion predisposti e, dopodiché, proseguiamo su Viale dei Fori Imperiali dove c’e’la suddivisione delle onde di partenza, in base al colore del pettorale.

Avviene prima la partenza delle handbike, poi - a circa 5 minuti l’una dall’altra - delle tre onde; solo la partenza della prima onda avviene con la colonna sonora del film “Il gladiatore”, che - nonostante l’esperienza degli scorsi anni - mi fa venire i brividi.

Il passo che vorrei tenere è sui 5min/km, accompagnandomi con un amico, ma per la morfologia del percorso, il mare di runner e la storia che mi circonderà per tutto il percorso, so già che non sarà facile; infine, temo il caldo previsto, dato che lo soffro troppo.

Già dal primo km il nostro passo è leggermente inferiore a quello preventivato ed inizio a sentire dei dolori al basso ventre, che col passare dei km si fanno sempre più intensi; approfitto di ogni ristoro e di ogni spugnaggio, dato che la temperatura sale parecchio con il passare dei km, e quando si può sfrutto i tratti ombreggianti.

Più di qualche runners, me compreso, chiede la bottiglia di acqua invece dei bicchieri, ma alcuni volontari si rifiutano e cerchiamo di strappargliela dalle mani.

La cosa positiva di questa giornata calda è che, rispetto alle ultime due edizioni con il clima inclemente, ci sono molti più spettatori che fanno il tifo e non solo nei punti più nevralgici e spettacolari del percorso.

La mia andatura è più o meno quella prevista, nonostante i dolori che si infittiscono; dopo lo spettacolare passaggio davanti la Basilica di San Pietro, che avviene al 17° km, il mio amico decide di rallentare di qualche secondo ed io procedo con il mio passo, ma sono costretto a fermarmi ai bagni chimici del 20° km: questa sosta forzata mi costa 2-3 minuti, comunque la mia media alla mezza maratona è di 5’05”.

In qualche km precedente abbiamo un pochino esagerato, dato che siamo andati anche 15 secondi più veloce dell’andatura prevista; intorno al 24 esimo km, riesco nuovamente a raggiungere il mio amico, ma con il mio passo costante lo stacco quasi subito, la mia media rimane più o meno la stessa fino al 30° km.

Da qui in poi mi vien fuori un dolore all’inguine e mi ritornano, anche se più leggeri, i dolori al basso ventre; con il caldo che sale sempre più, cammino per tre - quattro tratti per circa 30 secondi, ed al 35 esimo km incontro un mio compagno di team in difficoltà, che cerco di incitare.

Dopo il 36° km vi è l’entrata da brividi in Piazza Navona, al cui ingresso mi aspetta, come promesso, un mio amico con una birra che mi ridà energia per i km finali, nonostante questo km l’abbia fatto in 6’08”; in questo tratto è impossibile mollare, anche se la fatica si fa sentire.

Durante il percorso noto tanti runner che si fermano per fare stretching o camminano; ho notato anche tanti interventi del personale sanitario.

Uscendo da Piazza Navona ci dirigiamo verso Piazza Venezia, con una curva quasi a 90° imbocchiamo Via del Corso, che percorriamo per tutti i suoi 1600 metri di lunghezza; vi è un mare di gente che assiste, che ci incinta e ci applaude ed io non vedo l’ora di fare incetta di spugne bagnate al km 37,5.

Alla fine di Via del Corso è posizionato il cartello del 39° km, poi - dopo aver percorso Piazza del Popolo - imbocchiamo Via del Babuino che ci porterà al 40° km, posizionato appena dopo la  “Barcaccia” di Piazza di Spagna; all’inizio di Via del Babuino effettuo un’altra camminata di 20-30 secondi e vedo tanta gente che è messa peggio di me, cerco allora di “fare in fretta” per raggiungere l’ultimo ristoro, posizionato appena del traforo di Via Milano.

Qui ne approfitto per abbeverarmi e mangiare un po’di solidi “perdendo” circa un minuto, ma per la prima volta riesco a corricchiare tutto il traforo e mantengo un bel ritmo nel tratto piano che è dopo il 41°km; guadagno tantissime posizioni nei circa 500 metri di discesa che portano a Piazza Venezia e da qui si sprinta per gli ultimi 2-300 metri che ci portano all’arrivo, con lo spettacolare sfondo del Colosseo: qui ho il solito groppo alla gola e a pochi metri dal traguardo indico il cielo per ricordare chi non c’e’ più, poi - al momento di tagliare il traguardo - grido il nome del mio piccolino che è a casa, al quale ho pensato nei momenti di difficoltà.

Concludo la mia fatica in 3h41’29”, ad una media di 5’15”/km, un po’amareggiato per avere mancato di poco più di un minuto il mio tempo migliore in questa manifestazione.

I vincitori risultano essere il keniano Birech in 2h08’03” (primo italiano, 13° assoluto, Ahmed Nasef, in 2h21’07”); tra le donne vince, per la terza volta consecutiva, stabilendo il secondo migliore tempo femminile della manifestazione, l’etiope Tusa, che si classifica 14^ assoluta, in 2h23’46”, abbassando il tempo del 2017 di quasi tre minuti (tredicesima donna, nonchè 66^ assoluta, la prima italiana Paola Salvatori, in 2h50’03”).

Nonostante sia la maratona più partecipata d’Italia, ci sono state molte pecche organizzative, come ad esempio il diniego di parecchi volontari a darci le bottiglie d’acqua, nonostante il caldo inaspettato ed è anche per questo che più di 200 runner hanno avuto bisogno di interventi sanitari; l’inno d’Italia, prima della partenza, da dentro le onde non si sentiva per niente; il servizio di cronometraggio altamente inefficiente, anche per chi ci voleva seguire da casa, rispetto a quello degli anni scorsi.

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