Stampa questa pagina
Giu 05, 2018 padre Pasquale Castrilli 2893volte

Roma, 24° Giro del ferro di cavallo, con due domandine …

Si parte! Si parte! fotoincorsa.com

3 giugno - Sono più le domande che le risposte in questa gara che si svolge da 24 anni a Roma in zona Casalotti, appena fuori dal Grande Raccordo Anulare. 293 gli atleti in gara in una mattinata soleggiata. Distanza suggestiva del quarto di maratona,  cioè 10550 metri, per l’organizzazione della Podistica Casalotti, sodalizio storico della capitale. Il percorso è un saliscendi che al termine farà registrare 110 metri di dislivello positivo, notevole il traffico di auto. Al traguardo giungono per primi Luca Parisi (ACSI Campidoglio Palatino) in 36’59’’ e Alessandra Silvestrini (Podistica Eretum) in 45’44’’.

Dicevamo delle domande. La prima è “perché ferro di Cavallo?”. Al primo contatto con la gara non c’è l’evidenza di nessun maneggio, galoppatoio o asse viario che ricordi un simile arnese. Solamente le chiacchiere di fine corsa ci permettono di sapere che le prime edizioni della gara avevano un altro percorso che ricordava appunto la forma del ferro di cavallo.

La seconda domanda è più impegnativa. “Perché correre una gara su un percorso completamente aperto al traffico delle auto?”. Mi pare di poter sollevare qualche dubbio sulla validità di questo tipo di percorsi. Automobili e autobus su gran parte del tracciato gara, addetti che litigano con gli automobilisti, invettive in romanesco di tutti tipi. Soprattutto al quinto e all’ottavo chilometro l’imbarazzo è grande. Automobili dappertutto, podisti sul ciglio destro della strada in fila indiana… Ritengo pericoloso questo tipo di gare (in due punti ci sono stati dei veri e propri attraversamenti), forse anche di cattivo gusto. Una domenica mattina ricca di tensione non solo agonistica.

I miei voti

Percorso 6

Organizzazione 6,5

Ristori 8

Costo iscrizione 8

1 commento

  • Link al commento Savino Petrelli Mercoledì, 06 Giugno 2018 10:06 inviato da Savino Petrelli

    Non so chi sia l'autore dell'articolo e quale sia la sua visione del podismo amatoriale ma due rispostine il commento le merita.
    1.
    Il nome. Il Giro deriva il nome dal percorso che si faceva nelle prime edizioni della gara partendo da Casalotti, incrociando la Boccea, percorrendo prima via di Selva Candida e poi via di Selva Nera per tornare sulla Boccea e quindi a Casalotti. Tale percorso era comunemente definito Ferro di Cavallo per la forma di tale tracciato.
    E comunque un maneggio in zona Selva Nera c'era!
    2.
    Perché correre una gara su un percorso completamente aperto al traffico delle auto? Perché si!
    Perché nelle nostre periferie le strade non si riesce a farle chiudere ed è già tanto quando si riesce a farle sorvegliare adeguatamente e quindi l'alternativa sarebbe non fare la gara. E noi vogliamo continuare a farla magari in attesa di riuscire ad avere la chiusura al traffico in una dellaprossime edizioni.
    Perché correre il Giro del Ferro di Cavallo in tali condizioni significa evidenziare la necessità di strade migliori e di piste ciclopedonabili.
    Perché c'è la voglia di stare insieme e di realizzare un'iniziativa per il quartiere per farlo sentire meno distante dalla comunità cittadina.
    Perché una lunga storia alla fine conta qualcosa se quest'anno la gara è stata gratificata dalla presenza del Presidente del CONI Lazio Riccardo Viola e dal Presidente della Commisssione Sport del Comune di Roma Angelo Diario (che ha anche partecipato e chiuso la sua prova con un buon 41:48).

    Rapporto