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Giu 05, 2018 Massimo Muratori 2340volte

Appennino emiliano da Fanano a Villaminozzo: trail per tutti i gusti

Arrivo a Capanno Tassoni Arrivo a Capanno Tassoni Italo Spina

Come in una ideale staffetta trail, gli appassionati emiliani delle corse sui sentieri hanno potuto, in meno di una settimana dal 27 maggio al 2 giugno, dare sfogo alla voglia di gare senza nemmeno doversi allontanare molto da casa, grazie al CAI  sezione di  Carpi e all’associazione Passi da Gigante, organizzatori rispettivamente dell’ormai storica Marcia dei Tori, giunta alla 18ma edizione, e della assai più giovane, ma non meno interessante, Monte Prampa Trail che ha festeggiato con la terza candelina ( e non seconda come scritto in altre sedi ).

Parliamo di due gare molto simili nei numeri ma con ben distinte peculiarità: percorso di 20 km a Capanno Tassoni di Fanano (MO) e 22 km a Villaminozzo  (RE), dislivello di 1000 e 1300 m. Le similitudini terminano però qui.

Il Cai di Carpi, potendo disporre di una partenza posta già ad una discreta quota, può sfruttare un primo anello di sette km con una lunga e molto divertente discesa su sentiero per poi riportare i concorrenti alla partenza con un’ascesa sempre all’interno di un bosco con un ripido sentiero: da qui parte quella che una volta era la vera Marcia dei Tori, prima dell’allungamento inserito nelle ultime edizioni in ossequio all’orientamento dei più, che iniziano a considerare gare trail i percorsi di almeno 20 km. A questo punto un lungo tratto su carraia in tranquilla discesa permette di “ fare media “ percorrendo qualche km a buona andatura, almeno fino all’inizio del sentiero che porterà i concorrenti alla basa del rinomato monte Spigolino, croce e delizia  di tanti podisti forse più dediti alla strada che ai sentieri.

Una volta valicata la cima , con tanto di tocco alla campanella ivi ubicata per l’occasione, si scende al passo di Croce Arcana, sede di un provvidenziale ristoro, per affrontare  poi l’ultimo strappo con l’ascesa alla cima dell’Acqua Marcia che consegna idealmente il pass per il traguardo, essendo gli ultimi due km tutti di discesa, anche ripida e leggermente  fangosa in alcuni tratti: ma pur sempre discesa.

 

Di tutt’altra pasta la gara reggiana dei Passi da Gigante: qui la cima da affrontare è una sola e la quota di partenza non consente molte varianti, scendere non sarebbe molto “ trail”, e quindi, dopo un brevissimo tratto di asfalto per uscire dall’abitato e una spruzzata di sentiero in discesa, si dà il via a una “vera” salita, che con i suoi quasi 10 km di lunghezza impegnerà i corridori del mio scarso livello per oltre 90 minuti. Anche il cancello posto al 5° km, sede del primo ristoro, non sarebbe stato troppo largo se fosse stato confermato a 50 minuti come nel programma sul sito, invece di essere allungato a un’ora come comunicato nel pregara dall’ottimo Roberto Brighenti, che con la sua verve e professionalità costituisce un valore aggiunto ad ogni gara che commenta (personalmente sarei passato per il rotto della cuffia con solo tre minuti di margine).

Raggiunto il pianoro di cima del Monte Prampa a quasi 1700 mslm, quindi 700 mt più in alto della partenza, si percorreva il periplo del piccolo altopiano per poi buttarsi in un lunghissima discesa, prima su terreni aperti e successivamente con attraversamenti di boschi sfruttando divertenti sentieri monotraccia dove si è trovato quel fango dal quale gli organizzatori ci avevano ripetutamente messo in guardia prima della partenza; a onor del vero si trattava di fango, sì , ma assai “onesto“ con uno spessore non impegnativo e un sottofondo buon tenitore avendo suole adatte e, magari, bastoncini.

Passato un tratto di alcune centinaia di metri di asfalto si rientrava nel bosco dove, dopo poche decine di metri, siamo riusciti, io e due altri concorrenti, a sbagliare strada (nessuno dei tre si ricordava chi era a fare da “guida“, anche se non giurerei di essere innocente); fatto sta che al primo successivo incrocio ci siamo fermati privi delle indispensabili fettucce guida. Tra perlustrazioni nelle due possibili direzioni e rientro sul percorso originale ci siamo comunque bruciati 4/5 minuti, ma scherzando ci siamo detti che il podio era comunque sfumato.

Tratto finale con breve strappo di salita , assai gradito per concedere riposo ai muscoli messi sotto sforzo eccentrico nella lunghissima discesa, e passerella finale a fianco del campo sportivo per arrivare al gonfiabile, posto quest’anno in posizione diversa vista l’inagibilità della  palestra, (presumo) danneggiata dalle nevicate invernali.

 

Considerazioni valide per entrambe le gare: ottima tracciatura del percorso ( chi scrive non fa testo), presenza di volontari e controlli di buon livello, ristori adeguati e ben forniti in virtù della non lunga distanza, pacco gara nella consuetudine e più o meno di pari valore in tutt’e due i casi, pasta party giustamente facoltativo o lasciato alla cura del rifugio a Fanano. Sia qui che là non posso giudicare, avendo optato per la trattoria .

Location più suggestiva al Capanno Tassoni (però con grossi problemi di parcheggio), decisamente più comoda a Villaminozzo pur se di carattere più cittadino, con l’aggravante di avere provocato gli strali di un paio di “rezdore” ritardatarie che lamentavano a gran voce la mancanza di parcheggio per andare al vicino supermarket! 

 

Se mi è consentito esprimere un’opinione direi che mentre la corsa modenese, pur nella sua versione allungata, risente del fatto di essere nata in anni dove i km erano km, specie se di montagna, e anche brevi salite erano considerate di forte impegno (lo Spigolino nel suo tratto “ vertical “ è una questione di 10 minuti e l’Acqua Marcia non arriva a sette, sempre per uno tranquillo come il sottoscritto): insomma, è diventata oggi una gara molto easy; sul Prampa ci si trova invece ad affrontare una salita che esige un minimo di strategia per non mandare fuori giri il motore, con il reale rischio di bruciare energie e muscoli oltre il dovuto e patire nella seconda parte di gara.

 

Positivo comunque avere a “portata di ….gambe “ due gare con cosi diverse caratteristiche e così ben gestite: a noi solo il piacere di poter scegliere, o, meglio ancora, di correrle entrambe.