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Set 17, 2018 3183volte

In 534 chiudono il percorso lungo del Tor des Géants

Passaggio dal rifugio Sogno Passaggio dal rifugio Sogno Stefano Jeantet

15 settembre –“ Folli, stravolti e felici”. Così un giornale straniero ha titolato, nella sua versione on line, uno dei suoi reportage sul Tor des Géants 2018, riferendosi naturalmente ai 534 concorrenti arrivati al traguardo di Courmayeur, dopo 330 km,  sabato 15 settembre. L’ultimo “Gigante”, anzi due, perché arrivati a pari merito in 151 h 37 min. (un’ora e mezzo abbondante oltre il tempo massimo ufficiale), sono stati la trentenne cinese Yuan Jia, proprietaria di un autosalone in una città del sud della Cina, e il trentacinquenne poliziotto di Chiavari Riccardo Landi. Accolti, come da tradizione, dal vincitore del TOR, Franco Collé.

Sabato, al di là dei singoli ed esaltanti arrivi, è stato il giorno della gran festa di piazza. Il parterre di Courmayeur è stato un miscuglio di lingue, brindisi, fotografie, abbracci, commozione, musiche, bandiere, colori. Per ogni runner applausi e spesso lacrime.
E qualche curiosità. Come i neosposi arrivati sulla linea del traguardo in abiti nuziali, subito dopo il matrimonio celebrato un centinaio di metri più in là. Lui aveva chiesto la mano di lei proprio all’arrivo del Tor lo scorso anno. Oppure come la super trailer Federica Boifava, giunta 332° assoluta in 141 ore  e 10 minuti, che sulla linea d’arrivo ha tirato fuori dallo zaino il suo flauto traverso e ha suonato un pezzo classico. Così come aveva fatto nei giorni precedenti in cima ad ogni colle attraversato. O anche come tutti i cerimoniali dei concorrenti giapponesi, prodighi di compassati sorrisi, di inchini ad ogni complimento e di mille ringraziamenti. Soprattutto ai volontari che li hanno coccolati nelle basi vita, superando con i gesti e i sorrisi le difficoltà della lingua.

Domenica 16 al Courmayeur Mountain Sport Center di Dolonne si sono svolte la premiazione di tutti i finisher e il brindisi finale.

Curiosando nella classifica ufficiosa, scopriamo la buona prestazione del collega giornalista e scrittore Leonardo Soresi (350°, appena sotto le 142 ore); e prima, la brillante conclusione dell’amico Olivier Samain, belga di Mirandola, 268° in  133 ore e mezzo. Ma siamo convinti che si potrebbero raccontare le storie di tanti altri finisher, e anche dei 359 che non ce l’hanno fatta a concludere (un po’ meno, l’unica squalificata).

Nel Tot Dre di “soli” 134 km, gli arrivati sono 119 contro i 139 ritirati. Gli ultimi, denominatisi “Gambe in spalla”, sono cinque ragazzi amputati a una gamba, e hanno impiegato 55 ore, vale a dire mezza giornata in più del penultimo, che è una donna, Annalisa Canton, di poco sotto le 44 ore (sulle 40 ‘concesse’).

Il prossimo anno sarà quello del decennale del Tor, e sono annunciate numerose novità.

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