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Mar 19, 2019 Giovanni Baldini 5033volte

9^ Jerusalem marathon: molto, molto più che 42,195

Partenza della maratona Partenza della maratona G. Baldini

Dovevo partire solo, per Gerusalemme, per correre la nona edizione della maratona di venerdì 15 marzo 2019, invece alla fine siamo risultati in dieci (in parità di sessi),  un gruppo di persone affiatate tra cui due sante donne che non hanno partecipato all’evento clou podistico israeliano perché più votate allo shopping, ma invece si sono  rivelate delle infaticabili camminatrici e armate di  una pazienza adamantina per sopportarmi e affrontare  un vero tour de force sui rilievi della Giudea. Al termine elencherò i componenti con un breve commento.
Si va nella “Città Santa” per antonomasia, per due ragioni: o per fede religiosa o per  curiosità intesa ad assistere a fenomeni di costume in una insalata russa di religioni e di razze. Se l’intendimento del viaggio è darsi ai bagordi, prego tutti in ginocchio, per rispetto dei tre Credo monoteisti,  di scegliere come meta Tel Aviv.
La maratona di Gerusalemme non è una gara come le altre. Non si deve andare alla ricerca del primato personale sulla distanza dei 42  km e 195 metri perché faresti di sicuro un fiasco clamoroso. I colli  giudaici piegano la schiena e, soprattutto, mettono a dura prova i muscoli delle gambe;  insomma si corre quando si può sui ripetuti saliscendi accumulando un dislivello positivo  di circa 800 metri. Il percorso molto muscolare è noiosetto (per via dei  diversi ghirigori nei viali pianeggianti), eccetto il mistico panorama  a 360 gradi sul Monte Scopus in Cisgiordania (presidiato da una moltitudine di giovanissimi militari di ambo i sessi) dove  intravvedi uno spicchio del Mar Morto. Il breve transito nella città vecchia dalla porta di Jaffa non è paragonabile a quello delle mie amate alpine elvetiche della Jungfrau o di Zermatt come impegno atletico,  ma nemmeno può reggere il confronto con quello  della maratona di Siviglia premiata con la Gold Label dalla IAAF per avere il tracciato piatto come un tavolo di biliardo dove, però,  recentemente le mie ambizioni   cronometriche erano  naufragate con una sonora batosta. Dalle mie parti si dice “l’ho finita per tigna”,  sofferente, in quasi cinque ore.

A Gerusalemme, i classificati sulla linea del traguardo del vasto parco Sacher sono risultati 1495 dei 1967 partenti. La manifestazione comprendeva altre tre gare con partenze scaglionate: sulla mezza distanza di maratona (km 21,097), poi una di dieci e una di cinque km, per un totale di 25.588 presenze tra cui 342 di italiani.
La prima corsa che è partita è stata la mezza maratona alle ore 6,45. I 5752 podisti si sono trovati mischiati insieme a quelli della distanza lunga che ha avuto inizio alle ore 7,00, e ciò ha generato una gran confusione. Molti della maratonina arrivati in ritardo li vedevi affannarsi tra la calca per partire.  Credo che alcuni della 42 km, vuoi per distrazione, vuoi perché non masticavano né l’israeliano né l’inglese,   siano partiti insieme a quelli della 21,  non attivandosi quindi la rilevazione elettronica del tempo.
Altra nota negativa: i ristori sono risultati scarsi. Va bene che è tempo di  Quaresima, va bene che sono cristiano per cui tollero e mi accontento di tutto ma, pensando al mio prossimo senza distinzione di razza e di religione, solo le classiche postazioni di acqua,  e quattro dove venivano forniti carbongel, frutta fresca e datteri,  sono assolutamente insufficienti. Se non fossi entrato dentro un negozio prima che chiudesse per la celebrazione dello Shabbat, acquistando generi  alimentari per placare la fame, la mia avventura sarebbe terminata al  km 31.

 La manifestazione, diversamente da altre capitali, non è particolarmente sentita dalla popolazione. E c’è da capirla. Il traffico di Gerusalemme è caotico con un utilizzo esagerato del clacson. Si vive in un clima di sospetto per via della  delicata situazione geo-politica. E non c’è da meravigliarsi, com’ è successo a me, che chiedendo informazioni vieni ignorato; insomma il primo impatto non è bello, anzi. Tuttavia, esistono (eccome) anche i buoni samaritani. Si è fatto fatica a trovare il centro maratona situato all’International Convention Center. Bastava un cartello all’uscita della nuovissima stazione ferroviaria sotterranea di Gerusalemme Yitzhak Navon del treno diretto, economico e veloce che collega l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv alla capitale, e avremmo risparmiato un sacco di tempo e di soldi in taxi. Era lì a poche centinaia di metri! invece ci siamo recati al periferico Pais Arena impelagandoci nel  traffico infernale pomeridiano, con accese discussioni coi tassisti perché ritrattavano a loro piacere il prezzo pattuito. I marioli della mia amata Napoli al confronto sono dei cherubini.
Tuttavia  ci sono state anche delle note positive, come la sera stessa del venerdì di gara sono state pubblicate le classifiche, con tanto di clip e fotografie, la grandiosa festa di sport al parco Sacher e l’entusiasmo dei ragazzi ai ristori. Molto comoda ho trovato l’apertura della bottiglia dell’acqua.

Ma il mio vero obiettivo, come si può arguire,  non era la maratona. Alle ore 15 di ogni venerdì dalla Porta dei Leoni, ovvero dalla   chiesa della Flagellazione, parte la Via Crucis (Via Dolorosa) fino al Santo  Sepolcro e, grazie al  fatto che la partenza della maratona  è avvenuta insolitamente presto, sono riuscito a coronare questo mio ardente desiderio. Certo che a quell’ora, nella città vecchia di Gerusalemme pullulante di turisti, trovare il dovuto raccoglimento non è un’impresa facile. Solo al pensiero che calcavo il suolo della Sacra Famiglia e degli apostoli avevo i brividi. Le sensazioni provate sul Golgota, sulla Pietra dell’Unzione, sulla pietra del Santo Sepolcro, all’orto del Getsemani, alla Grotta della Natività di Betlemme, sul Monte degli Ulivi e nella chiesetta del Dominus Flevit, non è il caso che le renda pubbliche, necessitando di  un  confessore. Dico solo che cercherò di mettere in atto gli insegnamenti di Gesù di Nazareth, nato a Betlemme, morto e risorto a Gerusalemme.

   Concludo con le “pagelle” e il saluto ai nove  componenti della compagine e, per non far torto a nessuno, procedo in ordine alfabetico:

  1. ARACELI Elisa, finisher dei 42,195 metri: sei di poche parole, ma quando parli non sbagli un congiuntivo. Non ti ha esaltato la gara, ed hai ragione, ma credo che la visita all’Ombelico del mondo ti abbia fatto bene.
  2. GROPPI (jr) Andrea finisher km 21,097: hai esordito a 17 anni su una distanza ragguardevole e su un percorso assai difficile. Continua sulle orme di tuo padre. Bravo!
  3. GROPPI (sr) Luigi finisher km 42,195: come per me, anche per te correre la maratona di Gerusalemme era solo un marginale dettaglio; sei giunto come pellegrino e sei stato ripagato, credo, cogli interessi. Non potevi avere regalo più grande, e grazie per la condivisione spirituale.
  4. MANGANO Paola finisher km. 21,097: ho avuto l’impressione che tu abbia sentito molto questo viaggio in Terra Santa. Sei una persona solare che meritavi di partecipare alla doppia distanza e avresti ben figurato.
  5. MANNOCCI Paola: è proprio vero, le donne non si arrendono mai e non hai messo nessun ostacolo alle nostre iniziative abbastanza impegnative. Sei una camminatrice infaticabile. La tua presenza ha infuso a tutti una letizia ispirata dalla mamma di Gesù. Abbiamo bisogno della tua saggezza nei prossimi cimenti.
  6. MIGNOGNA Lisa: ti chiedo scusa per le levatacce in ore antelucane e per i ritmi a cui ti abbiamo sottoposto pur non essendo una sportiva. Mi hai sorpreso perché non hai mai mollato sui colli di Gerusalemme. Sei come tua sorella: resiliente.
  7. MIGNOGNA Grazia finisher km 42,195: tu sai che ti chiamo la Leonessa del Blockhaus per come aggredisci le salite in bici. Non più una ventenne, sei arrivata prima di categoria su un impegnativo percorso che non regalava nulla e hai messo in riga centinaia di maschietti. Standing ovation! D’ora in poi ti chiamerò la Leonessa di Gerusalemme.
  8. SILVA Riccardo finisher km 42,195: tu che hai girato il mondo da viaggiatore e non da turista, questa esperienza in Palestina ti ha segnato. Notavo la tua esaltazione abbastanza composta. Ritorneremo assieme per la maratona di Betlemme, se Dio vorrà.
  9. ROSSI Stefano finisher km 42,195: non ti piacciono i precetti religiosi, li reputi follie assolute, specialmente quelli degli Ebrei nostri fratelli maggiori. Sei una gran brava persona, un prete mancato per i tuoi sani principi. Ma sai, siamo nati liberi e nel corso della vita si cambia (San Paolo di Tarso docet).

Auguro a tutti la Gerusalemme Celeste.

  Shalom!

1 commento

  • Link al commento Riccardo s. Mercoledì, 20 Marzo 2019 08:16 inviato da Riccardo s.

    Grazie fratello Gianni anche per queste parole che coronano la tua disponibilità espressa durante il breve pellegrinaggioculturalsportivo in terre di Palestina e Israele.
    As salaam aleikun, shalom

    Rapporto

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