21 marzo - Dopo la defezione (per ora la chiamano “rinvio”) di almeno tre gare a lunga gittata nel weekend, la scelta della Biella-Piedicavallo era non solo obbligata, ad esempio anche per i podisti dell’Aquadela di Bologna (visti in un autogrill, altrimenti deserto) che devono assoggettarsi a quasi 300 km di viaggio in auto: ma davvero proficua per conoscere angoli incantevoli e carichi di storia. Per cautelarsi da eventuali perdite di tempo causa fortuiti incontri con zelanti tutori dell’ordine, si parte che è ancora buio (torna nella memoria, almeno approssimativamente, lo slogan de “La classe operaia va in paradiso”: “operaio - ti alzi – che è ancora buio – e torni – a casa – che è già tramontato – per te – il sole – non sorge mai”), arrivando a Biella un’ora abbondante prima del via; con tutto l’agio di ritirare i pettorali, vestirsi abbastanza pesantino dati i 4 gradi alla partenza (che al traguardo, tra la neve per terra e i candelotti di ghiaccio attaccati ai rubinetti dell’area picnic, saranno ancora meno), scaldarsi per le strade di Biella e soprattutto nell’ampio parco “Vittorio Veneto”, pieno di memorie della Grande Guerra e di quel Piemonte biellese che ha fatto l’Italia, a cominciare da Alfonso Lamarmora, Quintino e Vittorio Sella, fino a Giuseppe Pella, grandissimo economista, che piacque a Guareschi quando gli scappò detto che preferiva sapere di sua figlia morta per l’atomica piuttosto che prigioniera in Russia.
C’è tempo di rabbrividire rileggendo il sublime bollettino della vittoria firmato Diaz (molti italiani nati nel 1918-19 si chiamarono appunto “Firmato” per questa ragione), e c’è anche tempo di leggere i giornali: sul quotidiano biellese un (ex) podista protesta per l’effettuazione della gara, quando “si sa bene che correndo si sputa e si suda” (e vabbè, aggiungiamo il sudore tra i vettori del contagio), mentre si dovrebbe avere “rispetto di chi è da mesi chiuso come attività (palestre, piscine, ecc...)” (Sei chiuso tu, per rispetto chiudo anch’io; sei morto tu, allora io per rispetto tuo inghiotto veleno per topi: la legge del taglione in chiave antisportiva).
E parte l’ennesima richiesta al sindaco di non autorizzare la gara. In altri comuni, sindaci calabraghe avevano accondisceso (tornando a casa, da una sciagurata annunciatrice di Isoradio sentirò della protervìa – con accento sulla ì, come asinerìa – di certi ciclisti padovani che sono andati per strada, o dei vigili che li hanno multati); per fortuna il neo- sindaco di Biella Claudio Corradino precisa “che la gara non è stata autorizzata e non aveva necessità di autorizzazioni da parte del Comune di Biella. Si tratta di una gara di carattere nazionale e nel rispetto dei protocolli attualmente in vigore. I protocolli consentono lo svolgimento di manifestazioni di carattere nazionale, come tra poco si giocherà al Forum la partita Biella-Mantova di basket e a breve ripartiranno altri campionati come l’Eccellenza di calcio con la nostra Biellese”. (Al termine inserisco la dichiarazione ufficiale dell'organizzazione, di lunedì 22).
A proposito di sindaci piemontesi, l’intera pagina del Corrierone locale è dedicata ai vigili di Torino che multano, in base a un decretino del 2006, chi fa fare una passeggiata al cane senza avere i documenti (del cane!); la sezione barzellette prosegue alle pagine 12-13, dove Ronaldo “avvisa” l’Inter e dichiara che segnando al Benevento perforerà la porta dell’unica squadra cui non abbia mai fatto gol, e Belotti-Nicola annunciano che spesseranno le reni alla Zampdoria.
Per fortuna, è Biella a guidare le sorti dello sport, oggi, e il vecchio Piemonte, sebbene proclamato “rosso” da un ministro il cui pallore è misura della sua sportività, a insegnare all’Italia come si curano la salute e il benessere psicofisico. E a proposito delle goccioline virali in giro per l’aria (chissà al Palaindoor di Ancona dove si svolgono i campionati nazionali di atletica!), nella mia corsetta scioglimuscoli arrivo al Duomo e ci entro: la chiesa è abbastanza affollata, e insieme ai fedeli recito il “Padre nostro”: è probabile che sia maggiore il rischio in quel momento che in tutto il resto della giornata, ma lo affronto volentieri.
Fuori, è perfetta la sistemazione dell’area di partenza: davanti a noi, due auto dei vigili a farci strada; dietro, l’ambulanza che ci seguirà al passo dei più lenti (quorum ego). Tutti con la mascherina fino all’uscita dalla città, e via per la bellissima valle del Cervo al cui termine troneggiano le maestose Alpi innevate.
La strada è piena di storia: dall’eroico Pietro Micca, di cui sfioreremo la casa natale (nelle foto messe insieme da Roberto Mandelli vedrete questo e altro), ai grandi stabilimenti lanieri e ai cappellifici che fino agli anni Sessanta diedero lavoro e una relativa prosperità alla zona, alle distillerie del Ratafià di Andorno, liquore che ebbe un tale successo da indurre l’Accademia d’Italia ad adottare il suo nome invece dell’anglofilo cherry-brandy.
Come curiosità, i vari paesi attraversati adottano diverse interpretazioni delle leggi o leggine: “in ossequio al DPCM” Tal dei tali, come ammoniscono i cartelli, alcuni parchi sono chiusi e recintati, altri sono apertissimi. Per fortuna, la gente se ne frega del demenziale divieto di presenza del pubblico alle manifestazioni sportive, e lungo le strade ci applaude e incita. Noto pure a un certo punto due poliziotti, con mascherina d’ordinanza, che amichevolmente conversano con un conoscente, del tutto privo di mascherina: forse prevale quel “buon senso” raccomandato dal prefetto Gabrielli (ma non recepito dai vigili di Torino).
Podisticamente parlando (i risultati e primi commenti sono già qui: https://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/7025-biella-40-biella-piedicavallo.html ) la strada sale con pendenza abbastanza costante e qualche discesina o falsopiano: il Gps mi darà 685 metri D+ e 100 D- su 18.870 metri. Prendetela con beneficio d’inventario, anche considerando che da metà percorso in su i telefonini non riescono più a navigare (penso agli scolari della Dad, come faranno a seguire le lezioni? A bè, a Campiglia c’è un cartello “Punto Wi-Fi”…).
La salita si fa più erta dal km 13: negli ultimi 6 km scarsi si va su di 300 metri verticali; gli ultimi 2 km sono i più duri e per fortuna riesco a rimontare (poche) posizioni, così da togliermi dai pressi i gas di scarico dell’ambulanza-scopa. Tre ristori, con bottigliette chiuse di acqua locale (non a caso si chiama anche “valle dell’acqua”, e si incontrano fontanelle lungo la strada); al traguardo, un sacchetto dove, oltre all’acqua Lauretana, non può mancare un’altra eccellenza locale, la birra Menabrea.
A Piedicavallo finisce la strada: da lì, solo bellissime mulattiere innevate portano verso località da favola come Gressoney o Gaby (maestosamente cantate da Carducci, non solo nel memorabile Piemonte), attraverso valichi oltre i 2000 metri. Il paese è addirittura Comune (180 abitanti), ma lo sci non è arrivato, molte case sembrano in sfacelo e l’unico bar del luogo è desolatamente chiuso. Per fortuna oggi la zona è ravvivata da noi podisti (450 in tutto, sugli oltre 500 iscritti), ma i frequentissimi pullmini dell’organizzazione (che all’una ha già finito le premiazioni) ci riportano giù abbastanza in fretta, previa misurazione della temperatura, per lasciarci mettere qualcosa sotto i denti oltre il gnocco e pizzetta del pacco-gara.
Resto a fare il turista, ma ben vestito perché il sole è alquanto temperato dal vento freddo: lascio indietro qualcosa (ad esempio l’oasi creata dal grande Ermenegildo Zegna) perché il clan di Claudio Piana da Pettinengo promette altri allestimenti (c’è anche Oropa da risalire), e dunque non mancheranno future occasioni. Vai vecchio Piemonte!
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Ufficio Stampa Biella Sport Promotion
Facendo seguito alle critiche pubblicate su varie pagine social nelle ore successive alla gara Biella-Balma-Piedicavallo, non entriamo nel merito delle opinioni di ciascuno, ma per tutelare la nostra immagine di organizzatori seri precisiamo che:
- La gara è stata approvata dalla Fidal nazionale come corsa su strada nazionale bronze in regola con gli attuali dpcm in corso e protocolli Coni e Fidal
- Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni allo svolgimento dell'evento da parte degli organi preposti, prefettura di Biella e Questura di Biella comprese
- Avevamo il patrocinio del Comune di Biella e le autorizzazioni degli altri comuni attraversati
- C'è stato controllo sui luoghi di partenza e arrivo da parte delle forze dell'ordine e lungo il percorso da parte dei volontari di protezione civile e AIB Biella
- Tutti i protocolli sono stati rispettati.
Tutto questo esclusivamente per dare agli atleti iscritti la certezza della serietà organizzativa da parte nostra in un mondo dove ormai tutto viene messo in dubbio.
Ringraziamo gli atleti che hanno partecipato per la fattiva collaborazione: hanno dato dimostrazione di grande serietà.