Tra il 29 e 30 ottobre è andata in scena a Monselice, nel padovano, la prima edizione della Backyard L’Immortale, evento podistico che ha riproposto il format creato negli Stati Uniti da Gary "Lazarus Lake" Cantrell. La formula prevede un percorso di 6,706 km da completare entro 60 minuti. Chi ce la fa riparte all'ora successiva. E così via: un loop senza sosta, interrotto solo dalle pause tra il momento dell'arrivo e la partenza del nuovo giro. Una sfida ad eliminazione che impone comunque anche all’ultimo rimasto di fare un giro in più rispetto al penultimo (il cosiddetto assist), pena la squalifica. Una gara particolare, che non è competizione diretta in senso stretto: la velocità infatti non è il parametro che misura le possibilità di vittoria. Conta in primo luogo la gestione fisica delle energie e la capacità mentale di resistenza.
Organizzata dalla A.S.D. Ultra Team Atlante, con in testa il patron Demetrio Galante, assieme a Stefano Gemo ed Elisa Grazian (che sempre in terra patavina propongono da anni la 6 ore del Drago e il Trail del Poeta), L’Immortale ha visto la partecipazione di 37 atleti provenienti da ogni parte d’Italia ma con una netta prevalenza di podisti del nord. Era proprio questo uno degli obiettivi raggiunti: proporre una backyard che coprisse l’area geografica più a settentrione, dopo le già collaudate backyard targate ‘L’Ultimo Sopravvissuto’, organizzate negli ultimi anni a Castellaneta Marina e, in aggiunta, lo scorso anno a Faenza, da Julius Iannitti che ha avuto il merito di piantare semi preziosi per lo sviluppo del movimento a livello italiano.
A Monselice (tracciato misto e flat, con una prima parte su sterrato compatto ed una seconda su asfalto, entrambi a costeggiare un corso d’acqua) è stato dato sicuramente un contributo che segue questo solco e questa logica di sviluppo. Molti gli atleti di alto livello, ma pur sempre neofiti della specialità: per loro un’occasione preziosa per misurarsi con il fascino e le insidie della backyard. Tra i pionieri, già con importanti esperienze alle spalle, Roldano Marzorati, Manuel Viezzi e Michele Notarangelo. Accanto a loro, tra gli altri, una serie di altri nomi noti nel mondo dell’ultramaratona, da Piergiuseppe Monegato a Daniele Drago, da Francesco Francescato (ventiquattrorista autore di loop compiuti tutti a velocità sostenuta, con una media attorno ai 35 minuti) fino a Cesare Mauri.
Ed stato proprio Mauri a conquistare l’alloro di questa prima edizione: l’atleta lecchese, che nel 2022 aveva già portato a casa una rilevante impresa con il secondo posto alla Barolo-Courmayer di 560 km, è riuscito a prevalere su tutti completando 36 giri, per un totale di 241,4 km. Alle sue spalle, con 35 giri, ma al termine di un braccio di ferro a tre che è durato per cinque ore, Francesco Francescato e Roldano Marzorati (che in questo modo ha superato anche il suo precedente PB di 32). A seguire, con 31 giri, gli ottimi risultati di Piergiuseppe Monegato, Michele Notarangelo e Manuel Viezzi (reduce dal mondiale a squadre tenutosi per gli italiani a Castellaneta). Nella parte alta della graduatoria (seppur tutti rigorosamente DNF) anche Fabio Busetti (24), Alessandro Bruzzi e Daniele Drago (20).
Raggiante Cesare Mauri: “Una bella soddisfazione, non pensavo fosse possibile conquistare questa vittoria, visto il livello altissimo dei partecipanti. E’ stata una rivincita sulla Spartathlon che quest’anno non sono riuscito a chiudere. Questa è una formula molto impegnativa, nella quale la caparbietà e la testa contano in proporzione molto di più rispetto alle altre ultramaratone”.
Soddisfazione anche per Francesco Francescato: “era la mia prima volta ad una backyard ed è caduta nella giornata giusta: ho sempre martellato ad un ritmo costante. Una bellissima esperienza, inattesa, che ho deciso di interrompere per motivi familiari (è in attesa della nascita del figlio) anche se chiaramente la fatica mi avrebbe imposto di rallentare”.
A fine gara anche Roldano Marzorati (per tanti ‘Il maestro’) fa il bilancio: “Innanzitutto va ringraziata la A.S.D. Ultra Team Atlante per aver proposto al nord una backyard: è stato un bel successo e deve essere di esempio e di stimolo affinchè altri organizzatori propongano sul territorio nazionale questo accattivante format di gara. A Monselice il percorso è buono: filante, ideale per fare un buon numero di chilometri. E mi ha fatto un grande piacere vedere tanti atleti alla prima esperienza, tutti impegnati al massimo. Tutto questo non può che far bene al movimento”.
Della stessa opinione il padrone di casa, Demetrio Galante, che rilancia: “Come organizzatori sapevamo che la sfida era difficile. Lo sforzo compiuto è stato ripagato dai risultati eccellenti e dai riscontri positivi da parte degli atleti. Calato il sipario, e dopo un meritato riposo per tutti, non staremo lí a cullarci. Vogliamo fare sempre meglio, proprio nello spirito degli ultramaratoneti, alla ricerca costante del miglioramento. Vogliamo che questa magia si ripeta l'anno prossimo e che la ‘famiglia’ si allarghi. Qui come in tutta Italia. Viva l’ultramaratona e la backyard!”.
CLASSIFICA FEMMINILE
Antonella Feltrin (12 giri)
Federica Paesante (8 giri)
Luisa Memoli (7 giri)
Adele Rasicci (7 giri)
Simona Bonora (4 giri)
CLASSIFICA MASCHILE
Cesare Mauri (36 giri)
Francesco Francescato (35 giri)
Roldano Marzorati (35 giri)
Piergiuseppe Monegato (31 giri)
Manuel Viezzi (31 giri)
Michele Notarangelo (31 giri)