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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Un altro bell’esempio del coraggio di ripartire.

Tecnicamente sarebbe la seconda edizione di questa mezza maratona, la prima è stata corsa nel 2019 senza il marchio Fidal; la scelta del Gruppo Podisti Ciarlaschi e del suo presidente (Alfredo Gentili) traduce tutta la voglia di realizzare una manifestazione che guarda lontano. Un progetto ambizioso da parte di un gruppo giovane, sono infatti nati nel 2015, ma con tanto entusiasmo e voglia di fare. Da qui la decisione di offrire a tutti i podisti un percorso certificato, che quindi varrà a tutti gli effetti per le proprie prestazioni. Un percorso veloce, completamente piatto e con poche curve significative che permetterà di “correre sul ritmo”, a tutto vantaggio delle prestazioni. Particolare non trascurabile è che in quanto gara nazionale approvata Fidal-Coni si potrà svolgere in ogni caso, a dispetto delle varie “colorazioni”, anche se ovviamente l’auspicio è che la situazione migliori sempre più.

Sede della gara è a Lacchiarella, cittadina di 9.000 abitanti situata circa a metà strada tra Milano e Pavia. Partenza prevista alle 09.00, salvo eventuali modifiche di cui verrà prontamente data nota. Il percorso si snoda in direzione sud, quindi verso Pavia ed attraversa i comuni di Giussago e Certosa di Pavia, da qui la denominazione ufficiale “mezza dei tre comuni”. Giro di boa all’altezza della Certosa di Pavia, siamo circa al km 10; si torna verso nord percorrendo la ciclabile dell’Alzaia Naviglio Pavese sino a Baselica Bologna (km15), dove si riprende la strada interna fino ad arrivare a Lacchiarella.

A tutto vantaggio della regolarità della gara è prevista una rilevazione intermedia dei passaggi.

Onde evitare possibili assembramenti e code, si suggerisce a tutti coloro che ne hanno la possibilità di provvedere al ritiro del pettorale il giorno precedente la gara, dalle 15.00 alle 20, presso la Rocca Viscontea a Lacchiarella.

Per ultimo, ma non meno importante, sino all’11 maggio si prevede la preiscrizione alla gara senza costi immediati.

Per informazioni:

https://www.facebook.com/la21dei3comuni/?ref=page_internal

Per iscrizioni:

https://api.endu.net/r/i/52908

Buongiorno Andreas  (n.d.r. Andi per gli amici), parliamo del campionato del mondo master di corsa in Montagna, che si correrà a Telfes (Austria) dal 3 al 5 settembre, ma prima ancora raccontaci qualcosa di te.

Mi chiamo Andreas Stern e sono nato nel 1964, quarto di sei fratelli. Siamo cresciuti a Schlickeralm, qui la mia famiglia ha gestito dal 1954 al 2017 il ristorante di montagna e l’alpeggio. Dal 1984 mi sono innamorato della corsa, sport che pratico tuttora, però mi piace molto anche girare in MTB e d’inverno faccio volentieri scialpinismo, slittino e sci di fondo. Ogni nuovo giorno mi considero felice di poter svolgere nella nostra bella valle le più svariate attività nella natura. Dal dicembre 2019 ho il privilegio e l’orgoglio di aver unito passione e lavoro: sono trail manager per Stubai presso la locale associazione turistica, mi occupo della rete di sentieri per le escursioni a piedi, la MTB e lo sci di fondo.

E’ quindi chiaro che sei uno sportivo, ma qual è la tua storia nel running?

Dopo aver partecipato per anni quasi esclusivamente a gare di corsa in montagna, ho provato anche la distanza della maratona: ricordo volentieri il mio risultato migliore, e record personale, alla maratona di Berlino nel 2012, 2:52. Ma non potrò mai dimenticare l’arrivo alla quota 2100 della Kleine Scheidegg sotto lo Jungfraujoch (n.d.r. la maratona montana dello Jungfrau, da Interlaken in Svizzera fin oltre quota 2000), o anche quello a Central Park, maratona di New York nel 2014, chiusa in 3:03:33.

Quando hai cominciato a correre e organizzare questa gara?

Come partecipante ci sono sempre stato, sin dall’inizio, invece dal 1994 sono entrato nel Comitato Organizzatore; infine, dal 2010 sono il responsabile della Società Sportiva di Telfes e direttore dello Schlickeralmlauf.

Quali sono state le migliori edizioni?

I campionati del mondo 1990 e 1996; diversi anni al Grand Prix / WMRA World Cup, campionati europei del 2009 e mondiali masters 2014, per finire nel 2018 i campionati nazionali austriaci.

Quali sono le tue aspettative per il 2021? E I potenziali problemi relativamente al Covid?

Speriamo fortemente di poter svolgere i mondiali masters, sarebbe naturalmente importante che le frontiere siano aperte e i partecipanti potessero viaggiare senza restrizioni. Non dovrebbero esserci problemi.

Come vi comporterete in merito alle regolamentazioni anti Covid?

E’ chiaro che rispetteremo tutte le normative sanitarie al momento della gara; molto probabilmente sarà richiesta la documentazione che attesti la vaccinazione, oppure che il partecipante abbia effettuato il tampone nei giorni immediatamente precedenti la gara. Inoltre prevederemo la possibilità di test sul posto. In ogni caso daremo ampie e precise informazioni a tempo debito.

Ci puoi descrivere il percorso di gara?

Il nostro tracciato si svolge, per le categorie M35 sino a M50, sullo stesso percorso esistente dal 2013. Partenza da Telfes ed arrivo a Kreuzjoch (il "passo della Croce"), la lunghezza è di km 11,5 ed il dislivello positivo di 1157 metri.  Invece per tutte le donne ed i master da M55 la partenza è situata alla stazione intermedia di Froneben, sono km 7,4 con dislivello positivo di 775 metri.

Qual è la tua opinione personale sul Covid?

Ho molto rispetto per questo grave problema, anche perché sono stato ammalato di Covid nell’ottobre 2020, tuttavia sono dell’opinione che entro l’estate possiamo sperare in una buona copertura vaccinale. Quindi si dovrebbe lentamente rientrare alla normalità; per la manifestazione sarà elaborato il miglior piano di sicurezza possibile, più avanti daremo tutte le informazioni dettagliate, ma garantisco sin d’ora il nostro massimo impegno a tutti i partecipanti ed ai loro accompagnatori.

Ci puoi dare una descrizione indicativa dei luoghi della manifestazione, il contesto in cui si tiene, e come raggiungere Telfes?

La Schlickeralmlauf a Telfes nello Stubai ha alle spalle molte grandi manifestazioni, come campionati del mondo di corsa in montagna, campionato europeo, mondiali masters e campionati nazionali. Lo scenario di questi posti è affascinante, così come sono unici i panorami circostanti; tutto ciò, unito ad un percorso impegnativo ma molto bello, consente di portare a casa un’esperienza sportiva che credo resterà a lungo nella mente e nel cuore di chi la vive. A questo aggiungo l’atmosfera familiare che che si vive da queste parti, un altro aspetto che apprezzeranno tutti, anche gli accompagnatori degli atleti. E poi la gara per noi è una grande occasione di sport ma anche di festa, chi verrà a trovarci se ne renderà perfettamente conto.

Grazie alla vicinanza all’Italia (solo 30 km dalla frontiera del Brennero) la valle di Stubai è molto ben raggiungibile, specialmente per i podisti italiani, dall’aeroporto di Innsbruck e dalla stazione ferroviaria di Innsbruck si raggiunge Telfes in soli 25 minuti col bus.

Grazie Andi, in bocca al lupo per il campionato del mondo master.

Per informazioni ed iscrizioni:

https://www.stubai.at/it/schlickeralmlauf/

 

La risposta alla domanda, quantomeno a prima vista, parrebbe ovvia “non ci sono gare, perché dovrei tesserarmi?”.

In realtà io credo che la questione debba essere valutata meno superficialmente, non limitandosi alla sola mancanza di gare in calendario, con ciò rivolgendomi ai podisti che si tesserano tramite un gruppo sportivo vero e proprio (no RunCard).

La prima cosa che mi viene in mente, per molti aspetti la più importante, è che se si sceglie di appartenere ad un gruppo sportivo, cosa che hanno fatto in 189.700 (dati al 31/12/2020, tutte le categorie Fidal) significa, o dovrebbe significare, voler vivere la corsa e tutto ciò che la riguarda non solo per la semplice partecipazione alle gare, ma in qualche modo dare importanza anche agli aspetti sociali: allenarsi insieme, condividere i programmi di preparazione e i viaggi per le gare, organizzare delle manifestazioni.

E’ triste pensare che le ASD debbano essere viste come una sorta di tesserificio, condizione peraltro necessaria per gareggiare, quindi con persone a disposizione degli atleti. In totale sono 27.850 (sempre dati al 31/12/2020): dirigenti, che provvedono ai tesseramenti e iscrizioni alle gare, ma anche organizzazione delle stesse; tecnici che fanno programmi per i master, allenano i ragazzi del settore giovanile, li portano alle gare. Poi medici, talvolta giudici. Io credo che tutte queste persone che si dedicano con passione a “mandare avanti la baracca” meritino tanto, tanto rispetto.

Diversi podisti hanno deciso di non gareggiare fino al ritorno alla normalità (ma chissà quando ci sarà la “normalità”): c’è chi è stufo di iscriversi e vedere poi annullate le gare, o rimandate a successive edizioni cui forse non si potrà partecipare. Altri pongono una “questione morale”; altri ancora hanno semplicemente deciso di staccare la spina per un certo periodo: sono scelte personali, più o meno condivisibili ma certamente da rispettare. Ma dal mio punto di vista ciò non significa far mancare il supporto al proprio gruppo sportivo che, con o senza gare, continua a vivere la sua realtà.

Insomma, anche senza gare credo che la scelta di rinnovare il tesseramento, a prescindere dall’attività agonistica, sia una sorta di obbligo morale verso chi si occupa di noi. Aggiungo un fattore economico altrettanto importante: mantenere in vita un’Associazione Sportiva Dilettantistica ha un costo di affiliazione, e non solo quello, chi lo paga?

Inoltre, non deve sfuggire un passaggio importante: il tesseramento, sia alla federazione che all’ASD, è annuo, 1/1 -31/12, a prescindere da quando viene effettuato scade, appunto, il 31 dicembre. Le gare riprenderanno (qualcosa sta già accadendo, anche in “rosso”), tanto vale tesserarsi comunque e subito.

Poi c’è un altro aspetto da tenere in considerazione, riguarda il certificato medico sportivo per fare agonismo, che deriva da una visita che tutti i podisti ben conoscono. Questa in effetti vale per 365 giorni, quindi potrebbe essere effettuata in qualunque momento e la sua validità sarebbe di un anno. Però anche qui ci sono almeno un paio di buoni motivi per farla, a prescindere dalla partecipazione alle gare. La prima mi pare ovvia: la propria salute. In particolare in un periodo dove si gareggia poco, ci si allena diversamente, mi pare una buona idea tenersi controllati. Poi c’è una seconda motivazione, che forse non molti conoscono: una visita medica in corso di validità (unita al tesseramento con ASD) ci copre dal punto di vista assicurativo non solo quando facciamo agonismo, ma anche quando, malauguratamente, dovessimo avere incidenti anche nel corso di un normale allenamento. Intendiamoci, la copertura è limitata, mi pare che scatti con 4 punti di invalidità, ma meglio averla, non credete?

Lunedì, 12 Aprile 2021 18:20

Torino - 1^ Corsa di Primavera

11 aprile 2021. C’è chi annulla le gare e c’è chi le fa, addirittura ne inventa di nuove. E’ il caso di questa 1^ Corsa di Primavera, organizzata dalla ASD Giannone Running con il prezioso supporto di Fidal Piemonte che qui, come altrove, sta pienamente sostenendo il movimento delle corse su strada, le più penalizzate di questi tempi.

Siamo nel Parco Dora, che prende il nome dal fiume che lo attraversa, la Dora Riparia. Oggi uno dei tanti polmoni verdi della città di Torino, ieri sede degli stabilimenti di Fiat e Michelin.

La testimonianza di una bella manifestazione ci arriva da Tommaso Ravà, atleta del DK Runners di Milano (n.d.r. primo categoria M40 e sesto assoluto dopo una bella volata). Uno dei tanti che avrebbe voluto correre alla Stramagenta ma … è stato deciso di annullarla ed allora è capitato da queste parti, tornando a casa con una felice esperienza.

Gara nazionale Fidal, quindi consentita dalle normative (diversi comuni forse non lo hanno ancora capito), che si è svolta su un percorso piuttosto mosso di circa km 8,5, un misto di asfalto, sterrato ed alcuni tratti erbosi; due giri di 4 e 4,5 chilometri.

Gara maschile vinta da El Bir Ayyoub (Atletica Biotekna) sul forte triathleta Kiril Polikarpenko (CUS Torino); terzo il brasiliano Stefan Gomes (ASD Borgaretto).

Tra le donne è la nazionale azzurra Michela Cesarò (Cs Carabinieri) ad avere la meglio, del resto si porta in dote tre titoli italiani nel settore giovanile. Secondo e terzo posto rispettivamente per Gianfranca Attene (Torino Road Runners) e Elisa Rullo (Cral Reale Mutua).

Come spesso accade premiate le società più numerose: primo posto per Torino Road Runner, seconde a pari merito ASD Borgaretto e Podistica None.

Come riferito da molti dei partecipanti l’organizzazione è stata davvero ottima, efficiente e rispettosa dei protocolli, premiata con una partecipazione piuttosto elevata, alla fine sono 350 gli atleti classificati.

Speaker della gara Fausto Deandrea, persona appassionata e molto nota da queste parti.

SERVIZIO FOTOGRAFICO - 10 aprile 2021. Miglior battesimo non poteva esserci per questo splendido impianto situato a San Polo, periferia est di Brescia. Terminati i lavori nel mese di Gennaio e omologata parzialmente la pista, c’è addirittura un progetto per la realizzazione di una pista indoor, già previsto lo spazio a fianco. A chi viene da Milano cade la lacrimuccia a vedere queste cose…..

Manifestazione, denominata Memorial Cesare Pettinari, davvero bene organizzata dal C.S. San Rocchino; era valevole nell’occasione anche per l’assegnazione dei titoli regionali Under 18 (20 minuti allieve e 30 minuti allievi) e i 10.000 metri assoluti.

Clima perfetto salvo nella prima parte quando il vento ha disturbato un po’ alcune prove, come quella dei 2.000 metri uomini e donne.

Nicola Bonzi (Atl. Valle Brembana) è il nuovo campione regionale sui 10.000 metri, gara vinta in 29:45:40 (nuovo personale), davanti a Andrea Soffientini (Azzurra Garbagnate), che ha comunque chiuso sotto i 30 minuti (29:52:93), terzo Hicham Kabir (CS San Rocchino, 30:08:10). Una bella gara, avvincente e combattuta, che ha visto mettersi in luce anche Luca Alfieri (30:12:27, PBM Bovisio Masciago) e un “evergreen”, Salvatore Gambino, che a 41 anni stampa un gran personale, 30:14:08.

Gara femminile che aveva una favorita d’obbligo, Gaia Colli (Atl. Valle Brembana), che ha vinto con personale limato di un secondo, 35:05:76, davanti alle due atlete della Free Zone, Barbara Bani, al nuovo personale con 36:07:54 e Gloria Giudici, 36:28:17.

Nel ricco e importante contorno spiccano le prove di Francesco Pernici, nei 600 metri con 1:19:42 realizza il nuovo record europeo di categoria; Nadia Battocletti (GS Fiamme Azzurre), che nei 2.000 metri abbatte il muro dei 6 minuti (5:59:41). Infine, ma ormai comincia a non fare più notizia, l’ennesimo record di Davide Raineri, classe 1973 quindi categoria M45, con 5:36:45 nei 2.000 metri.

Un’ulteriore nota di cronaca viene dalle famose scarpe che darebbero vantaggi a chi le indossa: per la prima volta, quantomeno così mi risulta, sono stati effettuati dei controlli preventivi, oltre al fatto che era precisato nel regolamento di gara. A mio avviso ottimo il lavoro svolto in merito dal delegato tecnico, William Leggerini. E’ un fatto che siamo ancora in una situazione transitoria, anche se secondo la World Athletics (W.A.) il periodo cosiddetto di “adattamento” è terminato il 20 dicembre 2020. Forse ci vorrà ancora un po’ di pazienza perché siano disponibili procedere e protocolli ben precisi, tuttavia il primo passo potrebbero/dovrebbero farlo gli stessi atleti, che invece di norma ben conoscono la situazione, che ricordo prevede, per le specialità di corsa su pista, un’altezza massima di 20 mm della suola per le prove sino ad 800 metri; 25 mm per quelle oltre.

Aggiungo, come opinione personale ma confortata dal parere di doversi atleti elite, che dubito tali scarpe possano fornire dei concreti vantaggi in termini di prestazione, anche se probabilmente possono risultare meno affaticanti dal punto di vista muscolare e articolare.

12 aprile, attraverso il quotidiano "la Stampa", Valeria Straneo ha comunicato la sua rinuncia alla maratona di Tokio.

11 aprile - Gara di alto livello doveva essere e così è stato, soprattutto al femminile, con la miglior prestazione mai corsa in una maratona italiana. Tra gli uomini 23 atleti arrivati sotto le 2:10, altro record.

Il tempo poco clemente, soprattutto nella prima parte di gara, non ha certo aiutato: temperatura perfetta, però il vento ha dato parecchio fastidio.

Vince il keniano Erik Kiptanui in 2:05:47, davanti all’etiope Abdifufa Migassa (2:05:57) e al marocchino Othmane Elgoumri (2:06:18).

Peccato per Stefano La Rosa, primo italiano e autore di una bella gara; ha sfiorato di poco, pochissimo, il minimo olimpico di 2:11:30, chiudendo in 2:11:42. Al suo esordio Said El Otmani si porta a casa un promettente 2:13:23. Molto bene il campione di maratona Giovanni Grano, al nuovo personale con il tempo di 2:13:40 (precedente 2:14:31), così come Daniele D’Onofrio, con 2:14:07 abbassa di molto il 2:15:40 ottenuto a Valencia nel 2020. Ancora più netto il tempo di Francesco Puppi, che con 2:16:18 polverizza il suo precedente di 2:24:12.

Tra le donne sono ben sei le atlete arrivate entro 2:25, ma la notizia più significativa è il tempo della vincitrice, Angela Tanui (Kenya): con 2:20:08 (nuovo record personale, precedente 2:25) realizza la miglior prestazione mai corsa al femminile in Italia. Seconda la connazionale Purity Changwony in 2:22:46, terza l’etiope Gebiyane Gedamu (2:23:23).

Valeria Straneo, autrice di una gara regolare, ci ha provato con le gambe e con il cuore, ottenendo una prestazione di assoluto rilievo, tempo finale di 2:30:33, che purtroppo non basta per le Olimpiadi, ma chissà se tra ”target number” e scelte tecniche ci possa essere ancora una speranza, se la meriterebbe questa Olimpiade. Bene Sara Brogiato, al nuovo personale di 2:34:24 (precedente 2:36:27). Non ha concluso la prova Anna Incerti, ritirata dopo il km 25.

 

  

Arriva un’altra mazzata per Davide Daccò, organizzatore della corsa podistica “Stramagenta”, gara nazionale Fidal (lo preciso per evidenziare la legittimità della gara, in ogni colore). Giova ricordare che tale manifestazione era già stata annullata a pochi giorni dalla data originariamente prevista, il 7 febbraio, eppure due giorni dopo la zona era tornata arancione. Forse si poteva riflettere un po’ di più in quella occasione, prima di decidere. Una mazzata per chi organizza, provate ad immaginare cosa significhi, per ben due volte, vedersi annullare la gara pochi giorni prima. Non è bello nemmeno per lo sport, si cerca faticosamente di ripartire e questi accadimenti non aiutano.

Per la cronaca, alla Stramagenta ci sono mille iscritti.

Come mai non si correrà la Stramagenta? La motivazione, su un piano strettamente formale, è che la delibera di approvazione, datata 9 febbraio, non prevede la manifestazione in caso di zona rossa. Però … le delibere si fanno, ma poi si possono anche cambiare, laddove esistano determinate condizioni.

E le cose, da allora, sono ben cambiate.

La situazione generale dell’Italia è migliore rispetto a quel tempo, ad esempio l’indice nazionale Rt, che definisce la trasmissibilità del virus, è inferiore a 1, un limite che indica il livello di rischio. Pare inoltre che Magenta nei giorni scorsi fosse posizionata ancora più sotto. Le gare sono ripartite, in conformità con le esistenti normative, che le autorizzano anche in zona rossa, abbiamo avuto molto esempi. Sarà una questione di enti locali più coraggiosi? Oppure? Ma forse, soprattutto, ci vuole la volontà di fare le cose, volontà che non è mancata alle autorità locali di Morbegno, Brescia, Biella, Brugnera…. ; poi cade ancor più l’attenzione su San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Trecate… sono comuni che distano pochi chilometri da Magenta, qui si è gareggiato regolarmente.

Da aggiungere che la definizione delle zone avviene spesso improvvisamente: magari un giorno dopo, o pochi giorni dopo la Stramagenta, la Lombardia tornerà arancione: la beffa sarebbe ancora maggiore. E’ legittimo e opportuno un annullamento, a prescindere da valutazioni un po' più approfondite?

Ed ora che accadrà? Difficile pensare ad un ulteriore rinvio, probabilmente inaccettabile per chi organizza. Chissà se si tornerà mai a correre a Magenta.

Comunque vada è una brutta sconfitta, per lo sport. 

Questo il comunicato emesso dal comune di Magenta:

Gent.mi, 

richiamata la deliberazione GC n. 17 del 09/02/2021, in cui si stabiliva che l'ottava edizione della manifestazione sportiva  "Stramagenta" avrebbe potuto svolgersi solo ed esclusivamente se lo scenario di rischio previsto per domenica 11 Aprile 2021 per la Regione Lombardia e il territorio di Magenta sarebbe stato quello di cui alla c.d. Zona Gialla – Zona Arancione; vista l'Ordinanza del Ministro della Salute del 02 aprile 2021 che ha stabilito per la Lombardia l'applicazione delle misure della c.d. "Zona Rossa" per  un periodo di ulteriori quindici giorni e fatta salva una nuova classificazione;  considerato anche l'andamento della situazione pandemica locale; nel rispetto di  quanto precedentemente stabilito e concordato, spiace dover comunicare che la manifestazione sportiva "Stramagenta" , prevista per domenica 11 aprile p.v., non potrà svolgersi.  

Si resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Cordiali saluti  

Luca Alberto Aloi

Questo invece il pensiero dell'assessore allo sport, Luca Alberto Aloi, che volentieri pubblichiamo.

La scelta è una di quelle per cui il fegato ti rode in maniera esponenziale con il passare delle ore, ma la situazione purtroppo è questa, gli impegni scritti nella delibera di giunta non sono modificabili alla luce della situazione che stiamo affrontando.

A Febbraio non era pensabile essere ancora conciati così ad Aprile e le feste pasquali non hanno portato con se notizie di conforto, compresa l'ordinanza del Ministero della Salute che prevede ancora 15 giorni di zona rossa.

Le scuse mie personali sono dovute, crederci fino alla fine quando in molti avrebbero già tirato i remi in barca per "quieto vivere" ti espone anche a questo.

Ovviamente chi ci ha creduto e organizzato di queste scuse se ne farà poco, come me del resto. Non posso che continuare a ringraziare tutti coloro che hanno interloquito e si sono resi disponibili anche come volontari per tentare di dare un segnale positivo allo sport.

Con grande rammarico

Assessore allo sport

Con una start line mai vista, l'11 aprile si prospetta la gara al più alto livello tecnico di sempre, a livello mondiale. Gara maschile che presenterà 2 atleti con personali sotto 2:05, 14 sotto 2:07 e 29 sotto 2:10; il peggior tempo di accredito è di 2:28. Saranno 11 gli atleti italiani, anche se diversi in versione di lepre.

Quella femminile è un po’ meno prestigiosa, “solo” 4 atlete sotto 2:24 e 14 sotto2:30. Tre italiane al via.

Come è potuto accadere, che una gara come quella che si correrà all’aeroporto Ampugnano di Siena (località Sovicille), sia riuscita ad avere la “crème de la crème" dell’atletica mondiale? Una parte della risposta ci viene già dal nome completo della gara, che non è più solo "Tuscany Camp Marathon”, ma è diventata “Xiamen Marathon & Tuscany Camp Global Elite Race (I^ edizione)"

E’ certamente una gara utile per acquisire il minimo per la partecipazione alle Olimpiadi di Tokio (ma la maratona si correrà a Sapporo, per ragioni essenzialmente climatiche), ma la novità è quel “Xiamen Marathon”. Si tratta di una maratona in Cina (Platinum level, il massimo) che quest’anno non si è potuta correre per la pandemia, del resto è una manifestazione che nel 2020 ha visto 35.000 atleti classificati e con molti di alto livello. E come ha fatto ad … atterrare a Siena? Non conosco gli specifici dettagli di questa operazione tuttavia la cosa parte, appunto, da Xiamen. Complice la difficile situazione della pandemia si è posto ovunque, a livello mondiale, la problematica di scovare una maratona nel calendario delle gare fattibili, poche, pochissime. Ad esempio gli atleti africani saranno presenti in forze a Siena, dato che hanno visto annullare la maratona di Eldoret (Kenya), gara normalmente utilizzata per le qualificazioni ai mondiali ma anche alle Olimpiadi. A livello europeo, ma anche negli Stati Uniti e in Cina, non c’è praticamente nulla, tranne che… in Italia. Ecco quindi che si è messa in moto World Athletics (la federazione mondiale dell’atletica leggera), da qui il contatto con l’Italia e Fidal, nella persona di Tito Tiberti (Team Management per le discipline Endurance). In collaborazione con Giuseppe Giambrone (responsabile del Tuscany Camp) hanno messo in piedi questa maratona di altissimo livello; insomma, tanti soldi, tanti atleti forti, a parte quelli che correranno a Siena per staccare il pass olimpico.

Da tenere presente che lo scorso 28 febbraio c’è già stata un’esperienza positiva sul percorso ricavato nell’aeroporto di Ampugnano, una mezza maratona che ha visto il nostro Eyob Faniel realizzare il record italiano di mezza maratona (1:00:07). Si tratta “solo” di raddoppiare il numero dei giri, oltre che omologare il percorso a livello internazionale (dove i requisiti sono più stringenti).

Certamente stavolta per chi organizza sarà più complicato, data la numerosità ed il livello generale dei partecipanti. Complicazioni anche per gli atleti provenienti dal Marocco: ne sono annunciati una dozzina, saranno molti meno per problemi legati ai visti e ai voli (blocco di quelli in partenza per l’Europa).
Complessivamente si prevede la presenza di atleti in rappresentanza di 25 paesi, la motivazione per molti di loro è ovvia: sono in caccia del minimo olimpico e Siena potrebbe rappresentare una delle ultime possibilità.

Ma quali atleti top troveremo al via il prossimo 11 aprile? Tanti, tantissimi, vediamo alcuni dei principali protagonisti.

Tra gli uomini certamente Leul Gebreselassie,, Kenya, 2:04:02 (Dubai 2018); Marius Kipserem, Etiopia, 20:04:11 ( Rotterdam 2019); Eric Kiptanui, 2:06:17 ma anche 58:42 sulla mezza; Daniel Kibet (Kenya), due maratone all’attivo corse sotto 2:07; Solomon Kirwa Yego, un keniano noto in Italia perché ha corso più volte: un personale di 2:06:24 ma anche sotto i 60 minuti nella mezza.

Le donne più forti sulla carta, ovvero in base ai tempi di accredito, sono l’etiope Tigist Abayechew (2:22:45), Ruth Chebitock (kenya, 2:23:29), Rahma Tusa (Etiopia ( 2:23:46), Kuftu Tahir (Etiopia, 2:23:14).

Ma ci saranno anche molti italiani, alcuni alla caccia del minimo olimpico (2:11:30) o il personal best: Daniele Meucci (presenza incerta), Stefano La Rosa, il campione italiano 2020 Giovanni Grano, Daniele D’Onofrio, dopo il brillante esordio a Valencia nel 2020, Said El Otmani, all’esordio sulla distanza, il campione mondiale di corsa in montagna Francesco Puppi. Invece Xavier Chevrier, Iliass Aouani, Renè Cuneaz, Nekagenet Crippa e Marco Salami avranno funzioni di lepraggio.

Tra le donne Valeria Straneo, che a 45 anni appena compiuti tenta l’impresa per arrivare alle Olimpiadi, le servirà un tempo di 2:29:30. Poi Fatna Maraoui e Sara Brogiato.

Qui si trovano tutte le informazioni sulla gara, elenco completo atleti elite, percorso, logistica.

http://bit.ly/tuscanycamp

La partenza ufficiale è data alle 07.30, ma forse verrà anticipata, per ragioni legate alle temperature ed al vento, che tende ad alzarsi nel corso della mattinata.

3 aprile - Notevole, ma verrebbero in mente ben altri aggettivi: la keniana Ruth Chepngethi ha letteralmente polverizzato il record del mondo sulla mezza maratona, fermando il crono a 1:04:02, e migliorando così il precedente 1:04:46 che apparteneva all'etiope Yalemzerf Yehualaw. Sono 2 secondi/chilometro, un'enormità a questi livelli; seconda nella gara è giunta proprio l'ex detentrice del record, che a sua volta si migliora di 6 secondi (1:04:40). Terza col tempo di 1:04:51 la keniana Hellen Obiri, che all'esordio sulla distanza realizza un gran tempo. Solo quinta la primatista di maratona Brigid Kosgei, 1:05:59.

Più "normale" la corsa maschile, che pure prevedeva un lotto di atleti di alto livello; mi pare sia venuta fuori una gara tattica (bastava il montepremi), decisa solo negli ultimi 3 chilometri. Vince col tempo di 59:31 il primatista del mondo Kibiwott Kandie, che nel finale stacca Geoffrey Kamworor, secondo in 59:38. Terzo posto per un altro keniano, Roncer Kipkorir (59:46). Altri due atleti, Amdework Walalegn e Barosoton Leonard sono scesi sotto i 60 minuti, rispettivamente 59:46 e 59:59. 

 

SERVIZIO FOTOGRAFICO

28 marzo - Vittorie per Nibret Melak, secondo al Campaccio la scorsa domenica, e Tsehay Gemechu, che aveva vinto nella stessa manifestazione.

Gara maschile entusiasmante ed avvincente con il keniano Bett (vincitore della scorsa edizione) che si pone frequentemente in testa a sollecitare il ritmo, un ritmo che via via diventa sempre più alto, anche grazie all'ugandese Oscar Chelimo (fratello di Richard Kiplimo), che finirà poi per pagare le sue "tirate". Restano in sei, anche se l’ugandese Kibet (dato tra i favoriti), dopo aver condotto i primi chilometri di gara, poco dopo si stacca e non rientrerà più sulla gara di testa. Nel corso della quarta tornata cominciano le schermaglie, da qui in avanti è un susseguirsi di atleti al comando. L’epilogo all’uscita dalla zona mulini: Melak piazza un allungo decisivo, seguito da una lunga volata che mette in fila gli avversari. Secondo posto per Leonard Bett, terzo per Muktar Edris, due volte campione del mondo sui 5.000 metri.

Classifica gara senior uomini, 10.200 metri (52 atleti). Da notare che quattro posti dei primi cinque sono occupati da atleti della categoria promesse:

1) Nibret Melak (Etiopia), 28:57 2) Leonard Bett (Kenya),28:58 3) Muktar Edris (Etiopia), 28:59 4) Oscar Chelimo (Uganda), 28:59 5) Hosea Kiplangat (Uganda) 29:02

Primo italiano, e settimo classificato, Yohannes Chiappinelli (CS Carabinieri, 30:03). Completano il podio nazionale Marouan Razine (CS Esercito, 30:10) e Italo Quazzola (Atl. Casone Noceto,30:17). Ritirato Eyob Faniel.

Gara femminile meno avvincente con Gemechu e Chebet che a metà del secondo dei tre giri hanno già staccato le avversarie. La Gemechu in qualche modo ripete la gara del Campaccio, resta sempre in seconda posizione, solo qualche volta si affianca alla keniana, campionessa del mondo under 20, per poi passarla definitivamente a 500 metri dall’arrivo.

Classifica gara senior, junior e promesse donne, 6200 metri (36 atlete)

1) Tsehay Gemechu (Etiopia), 18:53 2) Beatrice Chebet (Kenya), 18:56 3) Sheila Chelangat (Kenya), 19:22 4) Alemitu Tariku (Etiopia), 19:31 5) Francine Niyomukunzi (Burundi), 20:11

Bella prova di Rebecca Lonedo (Atl. Vicentina), nona in 20:48, seguita a breve distanza da Giovanna Selva (Sport Project VCO, 20:53) e Nicole Reina (Pro Patria Milano, 21:00). Ritirata Giovanna Epis.

Una V Mulini ridotta nei numeri complessivi - mancavano le categorie master e ragazzi - ma col consueto alto livello tecnico che nel corso degli anni ha sempre contraddistinto questa manifestazione. Una tradizione che del resto si rinnova: da queste parti sono passati i più grandi atleti di tutti i tempi, basti pensare a Paul Tergat, Fita Bayesa, Kahlid Skah, Moses Tanui, Kenenisa Bekele ed il nostro Alberto Cova. Invece tra le donne Grete Waiz Andersen (vincitrice di ben sei edizioni), ma anche Gabriella Dorio e Paola Pigni.

Presenti alla manifestazione i presidenti Stefano Mei, Fidal nazionale, e Gianni Mauri, comitato Fidal Lombardia.

Classifica gara junior uomini, 8200 metri (28 atleti)

Konjoneh Maggi (Atl. Lecco), 25:49 2) Elia Mattio (Podistica Valle Varaita), 25:51 3) Nicola Cristofori (Atl. Vicentina), 25:55

Classifica categoria allieve, 4200 metri (26 atlete)

1)Anna Hofer (SportClub Merano), 14:41 2) Lisa Leuprecht (SportClub Merano), 14:42 3) Sofia Cafasso (CUS Torino), 14:51

Classifica categoria allievi, 4200 metri (45 atleti)

Francesco Ropelato (US Quercia), 12:51 2) Stefano Benzoni (Atl.Alta Valseriana),12:54 3) Simone Valduga (US Quercia), 12:57

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