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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Sabato, 02 Maggio 2020 16:50

Quanto si potrà correre lontani da casa?

TUTTE LE RISPOSTE A QUESTI INTERROGATIVI LE TROVATE CLICCANDO QUI, NELL'ARTICOLO DI AGGIORNAMENTO

Lunedì 4 maggio, con l’entrata in vigore del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile scorso, come indicato al punto 1 f), sarà: “… consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l'attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività” (ndr: distanza di 2 metri che ritengo insufficiente, come argomentato in questo mio articolo).

Tutto chiaro? Per molti no, in quanto caduto il precedente concetto di “prossimità all’abitazione” ed al tempo stesso non dando alcuna indicazione a riguardo della distanza massima da casa, c’è chi interpreta liberamente e considera possibile correre in tutta la regione. Problema questo a cui sono più sensibili i ciclisti amatori, in bici si va più lontano, ma che tocca anche molti runner che magari abitano al confine con altre amministrazioni comunali o più semplicemente, macinando qualche chilometro, anche senza fare lunghi giri si ritrovano a sconfinare nel territorio di un altro comune.

Dal mio punto di vista, secondo quanto indicato ai punti precedenti del summenzionato decreto, i motivi per poter girare nella regione si limitano alle necessità lavorative, di salute approvvigionamento alimentare, a cui si aggiunge la new entry “visita ai congiunti”.  Quindi l’attività motoria è esclusa, anche se qualcuno potrebbe obiettare che la corsa è l’unico vero amore della sua vita… In effetti sul modulo di autocertificazione non troviamo una voce “attività motoria”.

Staremo a vedere. Fonti governative assicurano che sono imminenti altre delucidazioni. Di certo, una volta chiarito questo punto, non dovremo dimenticarci delle disposizioni locali. A livello regionale cercheremo di fare una cartina delle ulteriori restrizioni, prime fra tutte quelle relative al raggio di azione dei runner ed all’obbligo della mascherina. Purtroppo non potremo fare lo stesso per quanto riguarda i quasi 8000 comuni italiani, dove già fioccano novità. Abbiamo già l'esempio del blocco quasi totale ad Opera MI, o di limitazione al territorio comunale a Cusago MI, giusto per citarne un paio.

Con la benvenuta ripartenza delle attività motorie senza l’obbligo di restare nei pressi della propria abitazione, molti podisti rimetteranno il naso fuori casa. Anche perché noi tutti ci auguriamo che al netto delle disposizioni in materia, la vergognosa parentesi della caccia all’untore-runner si sia definitivamente conclusa. Con buona probabilità, uscendo chiameremo i compagni di sempre per correre insieme, beninteso nel rispetto delle regole. Quello che ci preme di far notare è che anche mantenendo il “distaccamento sociale” richiesto dal Decreto della Presidenza del Consiglio o dalle varie ordinanze locali, ovvero al massimo 3 metri nel caso migliore, potremmo correre il rischio d’infettarci correndo in scia ai nostri amici.

Queste sono infatti le conclusioni di una ricerca dedicata ai runner ed ai ciclisti, condotta da Bert Bolcken e Fabio Malizia dell’University of Technology di Eindhoven (NL) e del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Leuven (B), in collaborazione con T. van Druenen  e T. Marchal. Ecco qui il link dello studio: “Towards aerodynamically equivalent COVID‐19 1,5 m social distancing for walking and running".

Per chi non avesse la conoscenza della lingua inglese o tempo e voglia di leggerlo, riassumiamo qui di seguito le conclusioni che peraltro simulano un caso neutro, ovvero in assenza di vento. Se si rimane in scia si suggerisce di mantenere una distanza di 5 metri se si cammina a 4 km/h nella stessa direzione di marcia, di 10 metri se si corre o pedala lentamente a 14,4 km/h (equivalenti a 4’10” al chilometro) e di 20 metri alla velocità di 30 km/h. Ovviamente in questo ultimo caso ci si riferisce solo ai ciclisti. Se invece si procede affiancati o “sfalsati” in diagonale, insomma non in scia o a ruota per usare una terminologia ciclistica, il rischio di catturare particelle di saliva di chi ci precede diminuisce notevolmente. Precauzione da tenere anche in caso di sorpasso, da effettuare stando molto “larghi”.

Ecco un video che spiega meglio di tante parole.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=18&v=PLsuUz4m5Lg&feature=emb_title

Quindi Vi auguro buone corse o anche pedalate, ma mi raccomando: state attenti e mantenete la distanza di sicurezza!

 

Martedì, 28 Aprile 2020 11:47

Liberi tutti dal 4 maggio, ma siamo sicuri?

Le parole del premier Conte sono state chiare, almeno per quanto riguardava il capitolo running. Dal 4 maggio si potrà correre. Senza divieti specifici rispetto ai tempi pre coronavirus. Basta col concetto di prossimità, basta coi 200 metri, basta mascherina, salvo che la pratica dovrà essere individuale e bisognerà tenere conto del distanziamento sociale. Resta tuttavia un punto interrogativo, ovvero come reagiranno gli enti locali. Fino ad oggi siamo stati invasi da ordinanze regionali, provinciali e comunali che nella pratica hanno creato un’Italia podistica a più velocità. Dai posti dove proprio non si poteva mettere piede fuori per correre, come in Emilia-Romagna, Val d’Aosta, Campania e Sicilia al “paradiso” della provincia di Bolzano. Ultimamente anche in alcune delle zone più “cattive” si è fatto marcia indietro, tuttavia la situazione resta frammentaria.

Il quesito che sorge spontaneo è dunque il seguente: visto che le regioni sicuramente emetteranno nuove ordinanze, quelle attuali sono sincronizzate al precedente DPCM con la scadenza al 3/5 pv, ci saranno delle “novità” anche per i podisti? Cosa estrarranno dal cilindro i "prestidigi-governatori"? Cosa s’inventeranno a livello di mascherine, distanze e cineserie assortite per complicarci ancora la vita? Noi speriamo di no, ma nutriamo un certo pessimismo, specialmente per alcune regioni. Speriamo di essere smentiti. Nel frattempo incrociamo le dita.

In questo periodo di forzato stop agonistico, lo scorrere del calendario ci ricorda le manifestazioni a cui abbiamo partecipato negli anni precedenti. Siamo costretti ad essere prigionieri dei ricordi e quindi rivediamo le immagini passate, le prestazioni cronometriche e per i Redattori di Podisti.net, anche gli articoli scritti a suo tempo. Ciò premesso, Vi ripropongo un brano da un mio articolo del 2014 in occasione di una gara a Seveso il 25 Aprile. Ovviamente niente cronaca agonistica, ma una riflessione che prese spunto da un mio intervento al microfono prima dello start, quando venni intervistato da Rosanna Massari. Parlai del significato della Festa della Liberazione:

“Ciò premesso consentiteci di cambiare completamente registro. In una scatto d’immodestia e, come richiesto nel titolo, addirittura parafrasando il Sommo Poeta, vorremmo chiedere a tutti i runner di non pensare per una volta alla corsa, ma riflettere come su come mai ieri, 25 Aprile, ci siamo ritrovati a casa a festeggiare.

Abbiamo festeggiato la fine di una guerra, la peggiore delle guerre, in quanto anche una guerra civile. Noi Italiani ci siamo fronteggiati, combattuti, ammazzati. Questo credo che dovremmo ricordarcelo per sempre, affinché ciò non avvenga più. Ricordiamo quindi i vincitori ed anche i vinti, perché dividere le due fazioni esattamente fra buoni e cattivi sarebbe sicuramente un operazione semplicistica e riduttiva, così come sostenere che dopo quella data, purtroppo, per un breve periodo non si sia fatta anche, sottolineo la parola anche, della giustizia sommaria.

Ma oltre alla guerra, festeggiamo un altro evento importantissimo: la fine di una terribile dittatura di cui la guerra civile è la causa e l’estrema conseguenza finale.

Una dittatura che aveva distrutto la democrazia, cancellando ogni possibilità di opposizione e stabilendo una politica del terrore, proprio come fanno le dittature. E quindi quando sentiamo in giro qualcuno che simpaticamente sostiene come in questo onesto regime i treni arrivassero in orario, ci fosse lavoro per tutti e gli avversari politici fossero gentilmente spediti al mare, vorremmo ribadire qualche informazione che non rientra nella categoria delle opinioni ma in quella dei dati di fatto.

Questa dittatura, che con grande sagacia pensava di sconfiggere contemporaneamente USA, URSS, Gran Bretagna ed altre nazioni, ha portato il paese alla distruzione, ha fatto si che morissero circa mezzo milione di persone durante il conflitto, senza contare feriti e mutilati.

Questa dittatura, pervasa dalla corruzione e dal nepotismo, ha ucciso, picchiato, torturato ed imprigionato gli avversari politici. Ha promulgato leggi razziali e spedito alla morte quasi certa in campi di concentramento circa quarantamila persone. Senza contare le vittime delle grandi opere come ad esempio nell’Agro Pontino.

Quanto a treni, sinceramente non sappiamo se arrivassero realmente in orario, ma sebbene ciò sia importante non crediamo che sia questo il punto cruciale della discussione.

Quindi viva la Liberazione, viva il 25 Aprile e viva l'Italia unita. E adesso torniamo pure a correre senza tuttavia dimenticarci da dove nasce l’attuale democrazia. E scusate per questa licenza che ci siamo voluti prendere, ma ci tenevamo tanto a farlo”.

Venerdì, 24 Aprile 2020 00:26

Criceto Cup: Antonio elimina Max

Nei giorni scorsi a Cornaredo (MI) si è disputato uno degli incontri podistici ad eliminazione diretta valido per i centoventottesimi di finale della Hamster Cup, meglio conosciuta come Criceto Cup. Trofeo intitolato agli animaletti che attualmente più somigliano ai poveri runner. Gente che ormai corre solo nel giardino di casa o al massimo in quello condominiale, non azzardandosi più a mettere il piede fuori dal portone d’ingresso.

Sfida secca e rigorosamente a distanza, nella quale i concorrenti devono sottostare a rigide regole. La prima è l’anonimato. Non si corre per avere il nome e cognome pubblicati, ma solo per la voglia di muoversi e di competere. La seconda riguarda l’eventuale beneficenza: chi vuole la fa da solo, senza mettere manifesti in giro. La terza è legata ai criteri che consentono di passare il turno. Squisitamente artistici. Legati alle traiettorie che vengono disegnate dal segnale del GPS sulla cartina.

Il confronto vedeva impegnati Max ed Antonio. Cominciamo col primo, sulla sinistra. Il moto evidenzia un frenetico movimento nella miglior Tradizione Spazialista. Era dai tempi del fondatore Lucio Fontana che non vedevamo un’intensità di tratto vicino alla totale confusione e che lascia chiaramente trasparire l’impellente necessità di correre liberamente all’aperto, lungo interminabili rettilinei. Bella anche la rappresentazione di Antonio che richiama, seppur con una connotazione molto personale, il Precisionismo. Anche qui il fondatore del movimento, Charles Demuth, avrebbe apprezzato. Lo sforzo di rievocare nel giardinetto l’anello di una pista di atletica, ricordando i bei tempi in cui ci poteva liberamente scorrazzare, è ben riuscita.

Il giudice monocratico che doveva decidere il vincitore, ovvero il sottoscritto, si è trovato in grossa difficoltà, in quanto entrambi meritavano il passaggio del turno. In effetti si è trattato di una finale anticipata e tenendo presente la suscettibilità di Antonio, per il quieto vivere ho deciso di far vincere lui che si qualifica per i sessantaquattresimi di finale. La Criceto Cup si concluderà alle ore 24 del prossimo 3 Maggio. Poi con la fase due e seguenti, speriamo tutti di mettere in soffitta queste corse claustrofobiche e perdonateci se stanotte abbiamo voluto scherzarci sopra un po’.

Giovedì, 23 Aprile 2020 13:52

Una regola pratica per la fase 2

Si scaldano i motori dei runner in vista della ripartenza, probabilmente prevista per il 4 maggio prossimo venturo. Tutti sperano in un provvedimento che quantomeno annulli le proibizioni in alcune regioni ed il limite di prossimità alla propria abitazione che salvo casi speciali, come la provincia di Bolzano, limita molto i podisti.

In generale i runner si augurano che quando usciranno a correre, non vengano più linciati a parole, anche se c’è chi è già passato anche alle vie di fatto. Nel frattempo si accavallano le più disparate proposte da parte di politici, tuttologi ed anche addetti ai lavori. Quindi ci tocca sentire di tutto, dal viceministro che parla di 40 minuti al massimo ad altri che nel frattempo limiterebbero la corsa ai tesserati FIDAL.

Io credo che le nuove regole dovrebbero essere chiare e facilmente controllabili per evitare ai furbetti di turno di girovagare con l’alibi della corsa. Eviterei limiti temporali sempre difficilmente verificabili. Come fa la pattuglia dei carabinieri a sapere se sei fuori da tre ore o appena uscito? Per favore non pensiamo ad autocertificazioni facilmente falsificabili o a tassametri vari. Evitiamo di stabilire che il tesserato FIDAL può correre e quello UISP no, tanto se la tessera federale diventa un passaporto, prima di stasera potremmo già trovare false tessere disponibili on line.

Abbandoniamo per favore concetti vaghi di prossimità e ritorniamo a qualcosa di chiaro in termini di distanza: il territorio comunale di residenza o anche fino a comuni limitrofi perché in certi casi i comuni sono molto piccoli o conviene correre in un'altra direzione.

Quello che però dovrebbe fare la differenza è la corsa. L’atto di correre. Sono fuori da due ore ma sto correndo: va bene, vuol dire che sono un maratoneta. Son passati cinque minuti e passeggio: multa, significa che sono un perditempo. In questa maniera Giorgio Calcaterra e gli altri centochilometristi potranno allenarsi in funzione di ciò che è a loro richiesto. Idem i maratoneti fino a scendere al signore che ama fare 10 minuti di jogging. Anche per le forze dell’ordine sarebbe chiaro. Sta correndo? OK può continuare. Cammina? Se vogliamo possiamo fermarlo. Che non vuol dire multiamolo, ma semplicemente che se uno sta andando in giro e non è chiaro che sta facendo attività motoria o quanto consentito dalle nuove disposizioni, serviranno altre procedure o documentazioni per stabilirlo. Poi se i Carabinieri o chi per loro intendono fermare un sospetto che corre per altri motivi, sono ovviamente liberi di farlo, ma che stia facendo attività motoria è già acclarato.

Un indicatore democratico, proporzionato alle reali esigenze di ogni podista e senza scampo per chi vuol ciurlare nel manico. Unica limitazione le ripetute. Solo con recupero attivo ;-)

Il “Lercio – Lo sporco che fa notizia” è il nome di un portale satirico molto visitato, dove una nutrita e vivace redazione pubblica a raffica notizie assolutamente false. La peculiarità sta nel fatto che a differenza di altre fonti, compreso purtroppo anche casi di giornalisti iscritti all’albo, risulta subito evidente che si tratti di una provocazione. Non c’è la volontà di diffondere fake news. L’obiettivo è la risata del lettore. In alcuni casi amara. Lo schema di base è quello di prendere spunto dai fatti del momento o dai luoghi comuni che vanno per la maggiore, inventando situazioni provocatorie e/o paradossali. Il risultato è assicurato, sebbene a volte non in maniera elegantissima, ma già il nome della “testata” fa intuire ai lettori come l’arma più usata non sia il fioretto.

Quindi cosa di meglio che non giocare su questa storia che i runner ai tempi del coronavirus sono diventati i nemici pubblici numero uno, avrà pensato Augusto Rasori che il 21/4 ha scritto un articolo dal titolo: “Pentito di mafia ottiene sconto di pena rivelando i nomi di quelli che escono per fare jogging”.

Il pezzo racconta di un fatto avvenuto nel fantomatico paese di Montevicata. Un boss mafioso, pluricondannato e latitante, viene riconosciuto e subito arrestato nel corso di uno dei tantissimi controlli che caratterizzano questi tempi di pandemia. Durante il primo interrogatorio il boss si dimostra subito molto collaborativo, offrendosi pronto a rilevare importanti informazioni su tutti i casi irrisolti legati alla mafia, a partire dalla strage di Portella della Ginestra del lontano 1947 fino ai giorni nostri. Le numerose proposte non sembrano tuttavia interessare gli inquirenti fino a quando i loro occhi s’illuminano davanti alla possibilità di conoscere i nomi di coloro che escono di corsa...

Complimenti a www.lercio.it , anche questa volta hanno colto nel segno. Mi hanno già risposto così: "E non ti preoccupare che ritorneremo a correre, nelle riserve naturali e con i bracconieri che ci daranno la caccia". Fantastici.

 

 
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Lunedì, 20 Aprile 2020 10:52

Basterebbe il distanziamento

Oggi vogliamo dare spazio ad un nostro lettore e precisamente Leonardo Costa che ci ha inviato questo commento ad uno dei tanti articoli con i quali cerchiamo di tenervi aggiornati sulle norme e livello nazionale, regionale e locale. Regole sfornate in continuazione che hanno la caratteristica di essere spesso una diversa dall’altra. Talvolta anche in contraddizione tra loro, ma in generale di ostacolo allo svolgimento dell’attività podistica. Mertitava un articolo dedicato. Eccolo:

“L'unico metodo scientifico per arginare il contagio è il distanziamento, coadiuvato dall'utilizzo di mascherine, all'uso dei guanti non ho ancora trovato una spiegazione logica, se non che un loro utilizzo sbagliato fa pure più danni. Le mani puoi lavartele in continuazione, i guanti invece accumulano potenziali virus dando un falso senso di protezione. E il distanziamento non lo si ottiene con norme sparate a casaccio, così come i divieti di correre o di allontanarsi di più di tot metri. Semplicemente perché a seconda del caso questi "metri" dovrebbero variare da 2 a 200, in funzione di dove si vive. Già il distanziamento ufficiale di 1 metro è sbagliato, palesemente smentito da qualsiasi studio scientifico, a seconda dei casi (semplice parlare, colpo di tosse, starnuto, soffio del naso, etc etc) e senza un criterio che ne garantisse l'applicazione. Si va da almeno 1,5 metri a 4/5 metri necessari per impedire il contagio, qui da noi si è scesi insensatamente sotto. In altri Paesi, tra l'altro meno colpiti del nostro, il distanziamento richiesto è di 2 metri. I mezzi pubblici (ndr: le cui corse sono state in molti casi ridotte per risparmiare e mantenere un adeguato livello di affollamento…) sono un esempio lampante. Andrebbero immediatamente chiusi, non garantiscono alcuna distanza, ne igiene, mentre la corsa solitaria nei campi ha probabilità di causare contagio dello 0%, forse dello 0,00001% se il contagiato cadendo si rompe un femore e l'infermiere che lo soccorre lo fa senza mascherina, una situazione surreale da film comico e comunque possibile anche andando al supermercato o stando seduti in poltrona”.

Fateci sapere cosa ne pensate, del testo e se volete anche di questa immagine, opera del vignettista Ghisberto che ci ha gentilmente dato l’OK alla pubblicazione.

Speravamo che non succedesse, ma temevamo il contrario. Il clima di odio nei confronti dei runner è ormai diffuso, nell’indifferenza di chi ci amministra e con la complicità di coloro che dovrebbero fare un’informazione più completa, ovvero che vada oltre il “tuttiacasa”.

Protagonista della disavventura un ingegnere di Sant’Agostino di Albignasego, in provincia di Padova. Stava correndo con il suo cane, ma non indossava la mascherina. Era sicuramente in difetto e noi non vogliamo difenderlo per questo, di certo fino ad oggi non abbiamo mai avuto notizie di persone a cui sia stata spaccata la faccia per questo motivo. Soltanto che lui non era solo senza mascherina, ma reo di un peccato molto più grave: essere un podista! Ovvero l’untore del Coronavirus. Il povero cinquantenne si è ritrovato con fratture al naso ed il volto tumefatto. A www.mattinopadova.gelocal.it ha dichiarato che “C’è un clima da caccia alle streghe”. Purtroppo ce ne siamo accorti da tempo.

Forse abbiamo una buona notizia per i runner di tutta Italia, escluso i “fortunelli” della provincia di Bolzano che beati loro, da qualche giorno possono già correre senza particolari limitazioni, come raccontato nel pezzo che trovate cliccando qui. Nel corso di una intervista rilasciata oggi e relativa alla “Fase 2” che dovrebbe partire il prossimo 4 Maggio, il viceministro alla Salute Pieparpaolo Sileri, ha dichiarato l’intenzione del governo di allentare il divieto di fare jogging e sport all’aperto consentendo alle persone di allontanarsi dalla propria abitazione, ”per il tempo necessario e sempre da soli”. Dove per tempo necessario, noi interpretiamo liberamente che ciò significhi fino a quando un podista corre. Quindi non sta perdendo tempo vagabondando fuori casa con la scusa di essere in abbigliamento sportivo. “Dobbiamo dare maggiore libertà di movimento ai cittadini e la soluzione possibile è questa che tiene conto anche del senso di responsabilità delle persone” e fin qui tutto bene. Peccato poi abbia proseguito aggiungendo: “Il governatore del Veneto Luca Zaia ha già applicato questa regola e mi sembra che sia ragionevole, anche perché tiene conto delle esigenze dei cittadini e i controlli in coreo possono evitare abusi”. Personalmente la nuova ordinanza del Veneto non mi sembra il massimo della vita, perché in sostanza elimina i 200 metri massimi dall’abitazione, ma non consente di spingersi troppo lontano, come dichiarato dallo stesso governatore e illustrato in questo altro articolo. Tanto è vero che il nazionale Faniel ha dovuto ottenere uno speciale permesso “ad personam” per poter correre su un circuito da 2km, ovvero allontanandosi da casa non più di 1000 metri… Insomma, vedremo cosa decideranno e speriamo di non essere costretti a correre con una mascherina (quando siamo da soli) perché le controindicazioni sono evidenti, come dichiarato dal dottor Alberto Macis della FSMI.

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