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Ritengo che Boston abbia rivelato un possibile punto debole del maratoneta più forte di sempre: i cambi di ritmo.
La crisi inizia nel momento in cui Geay decide di intraprendere un’azione verso il 30°km (passaggio in 1:29’23”) per via della quale si comincia a notare una prima carenza di lucidità ed un po’ di nervosismo, come ad esempio il rifornimento mancato.
Qualcosa che può accadere, anche ai migliori, ma che Geay giustamente interpreta come momento di difficoltà decidendo poi di riproporre un secondo attacco subito dopo. Questa volta decisivo.
Il distacco dal gruppo di testa aumenta drasticamente sino alla linea del traguardo.
Forse un punto debole, forse semplicemente una “giornata no”, ma mi sentirei di escludere dettagli troppo raffinati come i materiali, piuttosto che un rifornimento mancato o il clima. Questi sono atleti veri, che sebbene godano e sappiano sfruttare determinate agevolazioni tecniche (scarpe, abbigliamento, ristori personalizzati, lepri personali), hanno comunque qualità indiscutibili e non andrebbero in crisi così facilmente.