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Questa volta, almeno, non si tratta di un podista (cioè: non siamo sempre noi gli 'untori'!!): è un imprenditore carpigiano che era stato purtroppo a Codogno. Secondo un aggiornamento delle ore 17 di lunedì, salgono a 19 i casi di positività di Coronavirus in Emilia-Romagna, tutti riconducibili al focolaio in Lombardia. Lo ha annunciato l'assessore alla Politiche per la Salute, Sergio Venturi incontrando i giornalisti. «Oggi siamo a 19 casi, di cui 16 a Piacenza, due a Parma e uno a Modena», ha detto Venturi. Insomma, non esiste un 'focolaio' emiliano; anche se, come si diceva, serve poco sopprimere una tapasciata a Gonzaga e lasciarne svolgere una a Carpi, come teoricamente accadeva fino a ieri domenica.
Non si vuole neppure demonizzare la 'politica', ma semplicemente sottolineare come gli artificiosi confini 'politici' non sempre coincidano colle zone di diffusione di una malattia (o, in altri casi, di una grandinata o altra catastrofe naturale); e dunque le decisioni 'erga omnes' ("tutti i lombardi e veneti non entrano a Mauritius; gli emiliani e i trentini entrano") siano ingiuste e spesso inutili.