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Personalmente condivido e girerò il dubbio (sacrosanto, mi verrebbe da dire) al padre Castrilli.
Mi permetto di pubblicare qui un commento postato sulla "Gazzetta di Modena" del 27 aprile a seguito di una lunghissima protesta del vescovo di Modena e Carpi contro il provvedimento, pubblicata appunto ieri.
"Il latte è versato. Pur consapevole che l'iniziale acquiescenza della Chiesa, la rinuncia a celebrare la Pasqua (non mi si dica che vedere la messa in tv è lo stesso che andare in chiesa),era dettata da motivi profondamente meditati, e in un sano spirito di collaborazione con le autorità civili, temo che adesso la Chiesa, dopo aver ammesso sostanzialmente la propria superfluità, farà fatica a riguadagnare non solo il 'potere' ma anche la presa sulla gente. Perché la protesta per la chiusura delle funzioni religiose di fronte all'apertura dei bar non è stata fatta subito? E, dopo aver insegnato ai fedeli che si può acquistare l'indulgenza plenaria anche vedendo la messa in tv, in sostanza aver autorizzato un cristianesimo fai-da-te (sulle orme di Lutero...), sarà difficile ri-convincere i cattolici che per accostarsi ai sacramenti si debba per forza passare per un "mediator Dei"