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Sono (ahimè) un ultrasessantenne - almeno come età anagrafica - in discrete condizioni fisiche, ma pur sempre "a rischio".
Sinceramente, non trovo affatto disdicevole la proposta del dottor Colao e avrei continuato ben volentieri a telelavorare da casa.
Il fatto di dover tornare fisicamente al lavoro dovendo sottopormi a una sorta di corsa ad ostacoli (precarietà dei trasporti pubblici, orari, autocertificazioni, limitazioni, controlli etc.) , rischiando per giunta di rimanere infettato, non la considero né una conquista di civiltà, né una prospettiva esaltante, checché ne pensino i professori Giuseppe Conte e Sabino Cassese. E nemmeno mi rende giulivo la prospettiva di dovermi trascinare - in queste o analoghe condizioni - per altri 5 anni fino all'età pensionabile (67 anni) .