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Lug 12, 2019 Alessandro Tegagni 1683volte

Tre Campanili Half Marathon uno spettacolo incredibile in Val Sabbia

La partenza La partenza Foto Henry Cassago

Ogni anno a Vestone, in provincia di Brescia, all'inizio del mese di luglio si mette in scena uno spettacolo unico: la 3 Campanili half marathon. Insieme con i miei amici della società RunToMe di Cremona, ogni anno partecipiamo. Il percorso è impegnativo. 21 chilometri tra asfalto, sentieri, mulattiere, strade bianche, salite nei boschi, e discese impervie. Un percorso non adatto ai deboli di cuore. Sin dall'inizio mette alla prova la capacità dell'atleta di gestire ogni singolo metro. Quest'anno c'erano due nemici terribilmente duri: caldo e umidità.
Tutti gli anni è una corsa calda, ma quest'anno lo è stato in maggior quantità, e l'umidità ci ha messo in grossa difficoltà già dai primi chilometri. Dopo soli 4 chilometri alcuni corridori da una corsa lenta sono passati a camminare veloce. Le prime rampe aumentavano il sudore corporeo e i raggi solari sulla schiena non giovavano affatto. I ristori, come sempre pieni di volontari veloci ad aiutare ogni partecipante, sono state le isole di salvataggio per la maggior parte degli atleti. Ogni passo, che fosse stato lento o rapido, era scandito dal pensiero di dove si trovava il prossimo ristoro per potersi bagnare con le bottigliette di acqua. La rampa impervia e abbastanza regolare, ha dimezzato le forze di tutti. Chi con proprio passo, chi guardando la vetta, chi il terreno (come il sottoscritto), ma sempre alla ricerca del proprio ritmo.
Le urla baldanzose dei primi metri si sono affievolite sin da subito. Non ha un chilometraggio impossibile, non ha rampe da vertical, ma la 3 Campanili è questa, sembra tutto rapido il percorso, ma è complicato da interpretare. Puoi anche conoscere ogni metro, ma le variabili in gioco sono tante, troppe. La salita, in questo caso, è la parte considerata più facile di questa Classica.
Questo evento è molto temuto per la discesa finale, 7 chilometri tutta di un fiato su terreno misto tra strada bianca, mulattiera, sentiero pieno di radici. Si alterna il panorama aperto della vallata, con i boschi fitti, e ripide mulattiere, per poi entrare nel paese di Vestone tutto festante. Questi sette chilometri sono forse i peggiori. Mentalmente non puoi staccare un singolo metro, il rischio è la caduta. L'infermeria, alla fine della corsa, era piena. Senza contare chi è arrivato con i crampi, anche per via del caldo e della perdita dei sali minerali.
Questa Classica mette a dura prova sia il fisico che la mente, ti bastona a ogni metro. La salita ci fa sembrare come muli in fila indiana mentre portiamo in cima il nostro carico e mentre in discesa sembriamo dei goffi corridori con la paura di cadere.
Personalmente nelle discese mi lascio sempre andare e volevo ripetere il ritmo dello scorso anno, ma questa volta le gambe non giravano. La soddisfazione più grande è di aver superato questa gara indenne, ma felice di aver corso in un palcoscenico straordinario, con una organizzazione perfetta. Complimenti a tutta l'organizzazione, ai volontari, ai cittadini di Vestone e dei paesi toccati dalla gara. Grazie a tutti voi, ci vediamo il prossimo anno per mettere in scena un nuovo spettacolo straordinario.