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Mar 08, 2020 17460volte

Coronavirus: non pensiamo solo al running, per favore

tipico posto letto di terapia intensiva, il paziente è intubato (ventilazione artificiale), vengono monitorati tutti i parametri vitali tipico posto letto di terapia intensiva, il paziente è intubato (ventilazione artificiale), vengono monitorati tutti i parametri vitali Regione Toscana

Per una volta non voglio raccontare di gare annullate, nuove date, rimborsi e i tanti (davvero piccoli, se ci pensate) drammi che viviamo noi podisti e praticanti dell’atletica. Non sono medico, ma ho lavorato per 25 anni della mia vita professionale nel settore medicale, in gran parte nella cosiddetta “area critica”; con ciò si identificano i reparti di rianimazione o terapia intensiva (è la stessa cosa) e unità coronarica, quando le patologie riconducono a problemi cardiaci. Prima ancora si dovrebbe includere l’area anestesiologica (la sala operatoria) ma nel nostro caso è poco rilevante, perché le persone affette da coronavirus raramente sono pazienti chirurgici, salvo particolari casi.

Ciò che accade oggi deve far riflettere sulla gravità della situazione: un dato su tutti, per inquadrare correttamente la situazione e prendendo ad esame la regione Lombardia, oggettivamente la più colpita dal virus. La regione dispone complessivamente di circa 800 posti letti (4.000 in tutta Italia), di cui l’80% nella sanità pubblica. Il numero è inevitabilmente incerto; senza entrare in dettagli tecnici, poco rilevanti nel contesto, si parla di terapia intensiva, semi intensiva, sub intensiva, in base al livello di assistenza che viene data al paziente (in relazione alla gravità della situazione), in termini di ventilazione e monitoraggio. Ecco perché in rete si trovano informazioni discordanti sul numero totale preciso. L’occupazione di questi posti letto era già mediamente molto elevata: ed ora arrivano dei nuovi malati, appunto quelli contagiati pesantemente dal famigerato Covid-19 e che versano in condizioni critiche. Solo quelli, ovviamente, perché è stato spiegato in mille modi che per le più svariati ragioni (età, condizione fisica, malattie pregresse, etc.) la reazione di ogni organismo è differente, da un individuo ad un altro; solo per alcuni la situazione è così grave da necessitare cure intensive. Ed è bene ripeterlo: dal coronavirus SI GUARISCE. Insomma, in una situazione già complicata per proprio conto i posti letto non sono più sufficienti; ieri, 7 marzo, erano 359 i pazienti in terapia intensiva, un numero purtroppo in costante aumento (oltre ad altri 800 comunque ospedalizzati, e un totale di 3400 casi accertati in regione). Non ci sono abbastanza posti per tutti, da qui la caccia a reperire ulteriori posti letto, tenendo ben presente le necessità in termini di apparecchiature. Non si tratta solo di un letto, che invece deve essere adeguatamente attrezzato in termini di ventilazione e monitoraggio. Un’operazione tutt’altro che facile, per una sanità che da anni riceve sempre meno contributi.

Vengo al punto, il preambolo era necessario per comprendere bene la situazione (eppure dovrebbe essere già chiara a tutti). Non ci sono abbastanza posti letti per accogliere nuovi pazienti, tenendo ben presente che oltre ai contagiati dal virus, quelli che necessitano di terapie intensive, ci sono i “normali” pazienti, che in seguito ai più svariati eventi (incidenti automobilistici, etc.) devono essere trattati nei reparti di rianimazione. Aggiungo un particolare, tali pazienti necessitano di attenzioni ancora maggiori, per la natura stessa del loro problema.

Forse, è un auspicio ed una speranza, la situazione attuale dovrebbe far comprendere ed accettare perché un paziente debba starsene a casa ed aspettare gli sviluppi (attraverso la quarantena); ovviamente salvo che la situazione non precipiti. Ma è ancora più un auspicio che tutti comprendano la gravità della situazione, e che facciano davvero la loro parte.

Un potenziale aumento del contagio metterebbe in ginocchio un sistema già in grande difficoltà, allora facciamo tutto quanto è nelle nostre possibilità. Smettiamo di dare le colpe ai nostri politici: certo che sinora hanno dimostrato una sostanziale incapacità di gestire il problema, ma tendo a credere che pure 60 milioni di italiani abbiano una grossa responsabilità, ed un'altrettanto grande possibilità, di limitare il diffondersi del virus. Certo che in questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori: code agli impianti sciistici, resse nei supermercati, assalto ai treni per scappare lontano (fantastica idea per aumentare ulteriormente la diffusione). E, restando in ambito podistico, gruppi che si riuniscono nascostamente per correre comunque, tutti insieme. Ma credo che siamo ancora in tempo per “vincere”; e noi podisti proviamo a riscoprire la corsa in solitudine: in fondo anche quando si corre una maratona si è soli, sia pure in mezzo a migliaia di persone.

Inutile ripetere l’elenco di tutto ciò che NON si deve fare, basta andare sul sito del ministero della salute per trovare tutto quello che serve. Magari aggiungiamoci un po' di buon senso.

Forza, ce la possiamo fare, ma solo se tutti, insieme, facciamo quello che si deve fare e, soprattutto, capiamo quello che NON si deve fare. Pensiamoci, è davvero un sacrificio inaccettabile?

P.S. Un grande, sincero plauso e ringraziamento a tutti gli operatori sanitari, dai medici agli infermieri, stanno facendo un lavoro incredibile.

 

3 commenti

  • Link al commento Emilio Martedì, 10 Marzo 2020 07:07 inviato da Emilio

    Capisco il discorso sulle aspettative di vita ma lasciare morire un paziente che ha versato cospicue somme allo Stato sotto varie forme Inps irpef a vantaggio di giovani che se ne sono fregati delle disposizioni per andare nei pub fuori dagli stadi nelle discoteche....non mi sembra molto etico....meditate medici perché un giorno dovrete rispondere di queste scelte...

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  • Link al commento Angelo Raffaele Potenza Lunedì, 09 Marzo 2020 14:41 inviato da Angelo Raffaele Potenza

    Bellissimo articolo.. Avrei una proposta in considerazione del fatto che non si può gareggiare.. Perché non organizziamo una gara virtuale COVID 19 OUT al costo di 10 euro x 30.000 maratoneti.. Circa 300 milioni da spendere in respiratori per tutta l'Italia.. Mi sembra la gara più bella che possiamo correre tutti insieme..
    Io sono il primo iscritto.. Angelo Raffaele Potenza.. Presidente Asd Marathon Club Grassano..

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  • Link al commento Rodolfo Lollini Lunedì, 09 Marzo 2020 12:01 inviato da Rodolfo Lollini

    Bravo Maurizio,
    articolo molto utile e che sottoscrivo in toto, dalle considerazioni generali a quelle focalizzate sui runner.
    Visto le finalità, non avrei dubbi nel votarlo come il tuo miglior pezzo in carriera.

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