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Apr 16, 2020 2090volte

Proposta dal Trentino: lodevole, ma perfettibile, forse impraticabile

Ho letto con interesse la proposta portata avanti dall’Atletica Val di Cembra anche a nome di altre società della regione e riportata ieri dal collega Annoscia.

Riassumendo chiede di permettere gli allenamenti ai tesserati FIDAL, dalla categoria allievi a salire, esclusivamente in due fasce orarie (dalle 5 alle 9 e dalle 18 alle 20), mantenendo una distanza interpersonale di almeno due metri. Gli atleti dovrebbero avere con loro la tessera FIDAL e se possibile indossare le divise societarie o quantomeno dei capi che consentano d’identificare la società di appartenenza.

Ringraziandoli per questa proposta, in totale assenza di iniziative analoghe da chi dovrebbe governarci e comprendendo il tentativo di separare chi attualmente vorrebbe usare la corsa come trucco per andarsene in giro dagli sportivi praticanti, credo sia difficile proporre questa divisione tra sportivi certificati e no. Ho studiato un po’ di diritto, ma non sono un giurista, però mi domando se una norma del genere non sia anticostituzionale.

Ammesso che mi stia sbagliando, mi domando poi perché gli enti di promozione sportiva, i vari CSI, UISP, ACLI e compagnia bella dovrebbero essere esclusi dalla lista. Senza dimenticarsi delle amatissime (dalle società) Runcard FIDAL. Anche se poi, seguendo le linee guida degli amici trentini, ci sarebbe da domandarsi che divisa dovrebbero indossare questi “apolidi” della corsa. Che poi, permettetemi una divagazione, queste benedette divise non se le mettono tutti nemmeno alle manifestazioni ufficiali su strada. Beh, per questo sarebbe una bella rivincita per le canottiere societarie, scartate a favore della magliettina dello sponsor o della canotta alla moda.

In ogni caso, fatta la legge, trovato l’inganno: quanto ci metterebbero i furbetti di turno a tesserarsi per una società sportiva? Magari per una Runcard così la FIDAL farebbe il botto di tesserati ed incassi e sarebbe tutta contenta… Anche se ci sarebbe il problemino delle visite d’idoneità. Ma forse quelle bloccano l’iscrizione ad una gara, non l’emissione di un documento/passaporto per il giretto in tuta.

Sul distanziamento di minimo due metri ho delle perplessità in quanto già il metro canonico sembra insufficiente per soggetti fermi. Correndo anche solo a 10/15 all’ora credo che con le scie sia più prudente restare ad una decina di metri

Quanto agli orari, mi verrebbe da pensare che limitare il traffico podistico in fasce orarie avrebbe solo l’effetto di creare potenziali “affollamenti”. Sebbene alla fine il vero problema è dove vivi. Perché se abiti in centro città non ci sono orari o norme che tengano. Di certo rischi meno che andare al supermercato o salire su mezzi pubblici. Oppure lavorare in certe fabbriche dove non sono ancora stati effettuati controlli. Tutti troppo impegnati a dare la caccia ai runner…