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Nov 17, 2020 Sebastiano Scuderi 3460volte

Corse su strada: le fatiche tassate degli organizzatori

I tartassati, da Totò agli organizzatori I tartassati, da Totò agli organizzatori Roberto Mandelli

Le manifestazioni sono una cosa seria, che va guidata con professionalità e passione; per l’atleta la gara è il momento della verità, la finalizzazione di tutto il lavoro, i sacrifici e le speranze di settimane o di mesi, per il podista un momento di socializzazione e di divertimento con la speranza del premio finale.

Il tempo del podismo “ruspante” è tramontato, oggi molti podisti hanno il satellitare per controllare l’esatta lunghezza del percorso, chiedono spogliatoi, gabinetti e possibilmente le docce, la custodia delle borse (visti i frequenti furti che purtroppo avvengono); insomma la festa patronale con ricchi premi e cotillon è sempre meno apprezzata.

Certo non è facile né agevole organizzare una manifestazione, è piuttosto una corsa ad ostacoli degna delle dodici fatiche di Ercole.

Prima di tutto l’iter burocratico: richiesta annuale di inserimento nel calendario federale nazionale o territoriale, indicando una data alternativa a quella indicata, anche se quasi sempre questa non è negoziabile perché legata a qualche avvenimento sul territorio.

Ricevuta l’autorizzazione all’organizzazione, con la pubblicazione del calendario, si deve inviare il regolamento della manifestazione per l’approvazione, unitamente al 30% della tassa relativa. 

C’è poi la parte organizzativa sul territorio: richieste delle autorizzazioni agli organi competenti (Comune, Regione, ANAS, Carabinieri, Polizia eccetera); reperimento dei fondi; reclutamento dei collaboratori non solo interni, ma anche e soprattutto esterni (Protezione Civile, ANA, Carabinieri in pensione, eccetera); medico di servizio e ambulanza con defibrillatore.

Segue la definizione dei premi di classifica con relativa scaletta - oggi ci sono una ventina di categorie per un minimo di cento premi individuali, più quelli di società  - e del premio di partecipazione per tutti gli iscritti.

Una volta approvato il budget di spesa inizia la ricerca del fornitore al minor costo possibile, tenendo conto delle tasse da pagare alla FIDAL o all’EPS, e delle regalie ai collaboratori.

L’ultimo impegno, il più delicato, è la predisposizione di tutti i servizi previsti nel dispositivo, l’assegnazione ad ogni collaboratore dei suoi compiti, il controllo puntuale di ogni particolare; il giorno della gara, tutto deve essere in ordine; non parliamo poi dell’emergenza Covid attuale, che si spera finirà nel prossimo anno.

Finita la gara si deve fare l’inevitabile bilancio: numero dei partecipanti in linea con le previsioni, nessun incidente significativo, chiusura in pareggio, tutto è andato bene. Ma talvolta non è così e l’organizzatore si chiede il perché: è qui che bisogna intervenire.

Capire esattamente cosa chiede il podista non è facile, ogni persona ragiona in base alla propria educazione, alla propria cultura ed ha esigenze e scala di valori diverse dagli altri.

La Federazione deve, o dovrebbe, impostare un autentico rapporto di collaborazione con gli organizzatori fornendo assistenza prima, durante e dopo la manifestazione, soprattutto snellendo al massimo l’iter burocratico; e invece, dulcis in fundo, scatta la tassa di approvazione, a cui si è aggiunta negli ultimi anni quella “di partecipazione”, odiata come la tassa sul macinato (un’anticipazione dell’Iva lanciata dal governo italiano nel 1869, che provocò un forte aumento del prezzo del pane), che oggi procura alla Federazione un introito annuale complessivo di circa quattro milioni, che si aggiunge ai quasi otto delle affiliazioni e tesseramenti, per un totale pari alla metà dell’attivo federale (previsto in quasi 25 milioni di euro per il 2020).

La tassa, tecnicamente parlando, è un qualcosa che si versa come corrispettivo di una prestazione; in realtà è diventata un’imposta mascherata, cioè non viene pagato solo il servizio, ma anche una parte delle spese di funzionamento della Federazione; senza questo accorgimento il costo dell’affiliazione delle società sarebbe molto superiore ai 350 euro attualmente richiesti, con effetti contrari al risultato che si vuole ottenere.

Cinque anni fa, dopo oltre quarant’anni dall’affermazione del podismo come sport di massa, la FIDAL si pose l’obiettivo di dar vita ad una riforma delle competizioni non stadia e, principalmente, della corsa su strada, dando regole precise a cui uniformarsi, forte del mandato del CONI che le attribuisce il compito di “disciplinare e autorizzare le manifestazioni di atletica leggera in Italia”.

Fu inviato un questionario a tutti i Comitati Regionali con 13 argomenti essenziali su cui esprimere le proprie considerazioni e i suggerimenti opportuni.

Alla fine del 2015 i Comitati Regionali furono convocati a Roma per la presentazione del Run Project da realizzare in tre anni: 2016 anno zero, 2017 entrata in vigore delle nuove norme, 2018 messa a regime del sistema con eventuali aggiustamenti.

Il 2017 fu un anno felice con un incremento di 5.480 partecipanti nelle maratone e oltre 207.000 presenze nelle mezze maratone. Probabilmente gli organizzatori avevano creduto nella bontà del Progetto, ma i risultati, soprattutto dal punto di vista economico, furono deludenti, e il 2018 e il 2019 ne pagarono le spese; per non parlare di questo annus horribilis.

La FIDAL sconta il suo “peccato originale”, la mentalità da pista, che privilegia le regole e le prestazioni, cioè l’élite, la ragion stessa della sua esistenza.

Esistono poi anche dei pregiudizi nei confronti degli organizzatori delle gare su strada, legati alla scarsa conoscenza della realtà: basti pensare che la possibilità di una tassazione agevolata, con sconti dal 40 al 60 % è prevista per “Società per cui è plausibile pensare che le entrate derivanti da manifestazione di Running siano reinvestite in attività giovanile e su pista”. In pratica si parte dal presupposto che organizzare una manifestazione abbia come fine il lucro, un surplus che si possa reinvestire!

Partendo da questa premessa, è “logico” stabilire tasse di approvazione, che, per i tre gradi Gold, Silver e Bronze sono, per la maratona 4500, 3600 e 1500 euro, per le Mezze 3000, 2400 e 900; a cui poi aggiungere la tassa di un euro per ogni iscritto. Nelle intenzioni è scritto “riformulare la tassazione per l’approvazione delle manifestazioni affinché tutte le manifestazioni di running italiane possano stare sotto egida federale ed affinché il ruolo di servizio della Federazione sia evidente”.

Ma quale servizio ? Gli 11 parametri minimi per avere la qualifica Bronze, o i 10 su 13 per essere Silver,  o i 13 su 16 per essere Gold sono validi, ma sono a carico dell’organizzatore: la FIDAL si limita a fornire l’opera dei giudici, che, come si sa, sono volontari rimborsati solo delle spese vive, qualora le sostengano, In realtà la tassa di approvazione è percepita come una rendita feudale che i vassalli devono al Signore.

Il problema è “la stanza dei bottoni”: finché una legge elettorale ancorata ad uno Statuto obsoleto darà privilegi solo alla casta che svolge attività su pista, consentendo che la maggioranza dei voti sia in mano al dieci per cento delle società, nulla potrà cambiare.

(Vedi l'attuale distribuzione dei votihttp://podisti.net/index.php/classifiche/14778-elezioni-fidal-distribuzione-voti.html?date=2020-11-18-00-00 )

Invece, occorre tenere conto non solo delle graduatorie basate sulle prestazioni su pista, ma anche a quelle su strada, premiare gli organizzatori delle manifestazioni realizzate con cura e professionalità.

La nascita della nuova associazione degli organizzatori Italia Road Running è l’occasione giusta per promuovere finalmente la corsa su strada: l’unione fa la forza, speriamo che sia la volta buona.

 

BILANCIO preventivo FIDAL 2020
  ENTRATE   USCITE
AFFILIAZIONI 7.718.000   AREA TECNICA  4.956.000
ENTRATE  PROPRIE 3.908.000   ORGANIZZAZIONE 1.738.200
SPONSOR 2.650.000   FUNZIONAMENTO 4.140.760
SPORT & SALUTE 10.700.000   PERSONALE 4.430.000
    TERRITORIO 122.000
    GRANDI EVENTI 3.068.500
    INTERNAZIONALE 107.600
    MARKETING E COMUNICAZIONE 355.000
    CENTRO STUDI 128.000
    RUNCARD 285.000
    PRIVACY 28.000
    COMITATI REGIONALI 5.618.127
  24.976.000     24.977.187

 

 

 
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