Stampa questa pagina
Lug 12, 2022 Gerardo Settanni (Psicologo dello Sport) 1394volte

Allenarsi il giusto: non sempre la mente comanda il corpo

Dal Giro della Val di Fassa Dal Giro della Val di Fassa Foto Teida Seghedoni

Molto spesso negli ambienti dei podisti si sente dire che per diventare un buon maratoneta bisogna “allenare la mente a comandare il corpo”.​ Questo atteggiamento può indurre il runner a sottoporsi a duri allenamenti pur di migliorare se stesso e la propria prestazione; e ciò può implicare un pericoloso sovraccarico di sforzo sia psichico che muscolare, se non si fa attenzione a trovare il giusto equilibrio fra intensità degli allenamenti e riposo.
In una ricerca del Dipartimento di Psicologia dello Sport dell’Università di Barcellona (di Carla Alfonso et al. pubblicata su UAB), è stato scoperto che in atleti che avevano effettuato un allenamento troppo intenso, il giorno dopo i ricercatori hanno misurato una sensibile diminuzione dei livelli di umore; in pratica hanno notato dei segni di irritabilità e/o pensieri negativi e depressivi, rispetto ad atleti che hanno effettuato sedute di allenamento di media intensità e adeguate alla loro preparazione. Quindi, oltre alle problematiche muscoloscheletriche, la ricerca suggerisce di porre anche attenzione agli aspetti psicologici come l’umore, per calibrare il giusto allenamento e prevenire nell’atleta un eccessivo stress sia psichico che fisico.
In conclusione queste scoperte ci aiutano a capire che mente e corpo sono strettamente interconnessi e, al contrario di alcuni luoghi comuni, non sempre è “la mente che comanda il corpo”, ma è anche “il corpo che può comandare la mente”.