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Abbiamo corretto i dati. Ma se, al momento di licenziare l'articolo (domenica sera, poi lunedì) non si trova ancora un comunicato dell'organizzazione, né sul sito appaiono le classifiche, cosa dobbiamo fare? ci siamo basati sulle fotografie del tabellone.
Prendiamo atto dei 20 in più, nella 42 km, rispetto ai primi dati; ma siamo pur sempre a 20 in meno rispetto al 2017, e 36 in meno rispetto al 2016. Per dovere di cronaca aggiungiamo che quest'anno risultano anche 9 'classificati' fuori tempo massimo, comunque pur sempre sportivi che hanno dato fiducia alla gara (e, supponiamo, pagato la quota di iscrizione).
Gli organizzatori si consolano coi partecipanti alla gara 'corta'. Anche i tg nazionali, quando magnificano i successi di certe maratone urbane, nel conteggio finale aggiungono i tapascioni di tutti i generi, pur di raggiungere cifre mirabolanti.
Forse però (lo dico da partecipante, soddisfatto, a numerose edizioni del Ventasso, cominciando dalla prima) il progressivo accrescimento delle difficoltà del tracciato (sempre meno strade e più sentieri, e soprattutto la spiacevole salita alla cima), è in linea con le crescenti manie di grandezza degli organizzatori di trail, ma tiene lontani i podisti 'da asfalto', o perlomeno da stradicciole bianche, che si vorrebbero attirare e invece stanno a casa per l'eccesso di fatica preteso.
Bucci cita la maratona di Primiero: molti meno dei 1400 millantati, ma comunque una bella cifra. Che però ha trovato un percorso quasi tutto corribile anche dai più scarsi, e insomma non li respingeva come invece ha cominciato a fare il Ventasso. Il futuro delle corse in montagna deve per forza basarsi sui canyon, i burroni, i sentieri attrezzati, rifiutando le stradette, i prati, i pascoli? Chi vivrà vedrà.