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Apr 01, 2024 366volte

Modena, 36^ Camminata della Solidarietà: non sparate sulla Croce Blu!

Vincoli e sparpagliati Vincoli e sparpagliati Roberto Mandelli

1° aprile – Troppo facile dire che in questo giorno bisogna aspettarsi gli scherzi, e dunque alla Pasquetta sportiva dei modenesi non poteva filare tutto liscio. D’altronde, quando una corsa non si appoggia su una società sportiva, ma su una istituzione (ancorché benemerita) come i volontari della Pubblica Assistenza, è quasi normale che lo sbandieratore del km 5, a un bivio con due frecce che indicavano direzioni opposte, dicesse che non sapeva quale fosse il percorso lungo e il corto; e i vigili a quello che per me era diventato il km 7 dicessero di non avere la minima idea di dove dovessimo andare.

E’ successo che, dopo i primi 5 km nei quali siamo stati più o meno un gruppetto compatto (sì e no 200 eravamo alla partenza regolare, forse altrettanti erano partiti prima), attraverso i parchi Londrina e Ferrari alias “Modena Park”, pensando ad Alfredo che ci ha fatto sfuggire l’occasione con quella t* che è andata con il n*, da quel punto è stato tutto un incrociarsi tra podisti in direzioni opposte, ed era inutile domandare che giro stavano facendo perché non lo sapevano nemmeno loro.

Nei lontani ricordi di Paolino Malavasi e della signora Cecilia Gandolfi in Italo (vederli nella fotina di copertina, con Simona Malavasi e Margherita-cognata: tranne una, quel gruppetto ha in saccoccia almeno mille maratone) ci stava che si andava da lì a Cognento e ritorno, una specie di Corrida accorciata che veniva a fare appunto 12 km, mentre per i camminatori o i pigri c’erano i 3 e i 6 km; ma l’unico che ha ammesso di averne fatti 12 è stato Lord Colombini da Castelnuovo (partito prima). Il sottoscritto a un certo punto ci ha dato a mucchio (come si dice qui), e dopo il succitato colloquio coi vigili, avendo ritrovato delle frecce, le ha seguite finendo sul cavalcavia pedonale del Direzionale 70, dove svariati anni fa – sempre in questa camminata – ci fecero sbagliare strada mandandoci al Jolly Club tennis; ma stavolta i gruppetti si erano ricomposti e siamo finiti tutti nella sede della Protezione Civile, non lontani dal negozio (chiuso) di Lupo Sport, accolti dai volontari contro i quali era inutile prendersela: in fondo, per due infinitesimi euro, oltretutto devoluti a fini solidali, c’era un ristoro di tè, arance, limoni (cui le società aggiungevano scaglie di cioccolata - magari ricavate dall’uovo di Pasqua da 160 grammi ricevuto sabato a Modena Est - e fettone di colomba), e un pacco gara a base dei due prodotti più tipici del podismo modenese: pasta e aceto balsamico.

Ci aspettava Italo abbastanza imbacuccato, che ha ritratto me e Margherita al cospetto di Giorgio Reginato e Simona Neri che annotavano chissà cosa su un registro (che tempi, quando in questi traguardi c’era Rispoli che chiedeva i nomi dei primi arrivati e il giorno dopo pubblicava i “vincitori”; e se mancava Rispoli, lo suppliva Peppino Valentini): breve dibattito su quale sia la gara peggio organizzata dell’anno modenese (- ce n’è di peggio.. – quale, il miglio di Formigine…? – togliti il berretto che ti sputo in un occhio…), e simili amenità, mentre la pioggerellina ha smesso e sembra addirittura di vedere, sopra la cappa padana, un raggio di sole che tenta di trafiggerci.

Arriva di corsa (forse l’unica) Sonia Del Carlo, ma nemmeno lei sorride; arriva Paolino, separato in casa dopo il km 5, e confessa che ne ha fatti 8,5 cioè pochi metri più del sottoscritto: merita la foto grande, combinata dal grande Roberto Mandelli. Da domenica si comincia a fare sul serio: Russi, Tuscany, Curtatone, Chianti classico, Delicius Trail. Oggi,  non ci si lamenta e non si spara sulla Croce Blu: in questa giornata e con questi climi, per dirla con Mina, “È violento il respiro - Io non so se restare o rifarlo morire - L'importante è smaltire”.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Italo Spina - Fabio Marri