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Apr 19, 2025
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Modena, 34^ Camminata “Du pas a dre Panera”

Modena, 34^ Camminata “Du pas a dre Panera” Roberto Mandelli

19 aprile – Con un Sabato santo così povero di manifestazioni (in regione, ce n’era solo una a Budrio nel bolognese) c’era da aspettarsi che la rituale camminata del quartiere di Modena est, tra le poche a conservare  il titolo dialettale dei tempi antichi, e puntuale ogni anno a Natale (con altro nome ma identico allestimento e tracciato) e Pasqua, facesse il pieno: addirittura l’organizzazione ha esaurito i pettorali previsti a 3 euro (mille, dicono: cfr. foto 12), a un certo punto non ha più accettato iscrizioni, e agli ultimi arrivati ha proposto, anziché l’uovo pasquale di prammatica (vedere foto 10), la scelta tra pasta o vino (sarebbe stato meglio rifiutare l’uovo a certi camminatori che già mezz’ora prima della partenza si presentavano a riscuoterlo…). Presente anche una serie di premi gastronomici a sorteggio per le società (foto 9).

Abbastanza scontata la rinuncia a percorrere l’argine del Panaro, dichiarato impraticabile (foto 19) come succede almeno tre volte su quattro in questa camminata: si pensava fosse a causa delle recenti piogge, mentre si è appreso che dipendeva dalla manciata falciatura dell’erba. Su questo, come dice Pier Pardo, “segue dibattito”: un organizzatore di altra gara mi ha detto di aver chiesto di falciare al comune, sentendosi rispondere che spetta alla Provincia; rivoltosi alla Provincia, si è sentito dire che spetta all’autorità interregionale di vigilanza sul Po… allora, anziché tagliare l’erba tagliamo la testa al toro ripiegando sugli asfalti col ridurre il percorso più lungo a 10,300 km.

Niente argine (peraltro, io ci sono salito a curiosare e verso la Fossalta era perfettamente praticabile: foto 25-26); volendo, sostituzione possibile anche del paio di km su erba, prima della metà gara, colla strada parallela di là dal canale (foto 18: io sono rimasto sull’erba, ma non mi hanno seguito in tanti, forse temendo la spiura). Comunque, tutto sommato il percorso è gradevole e offre qualche spunto interessante: il passaggio dalla storica chiesa di Saliceto Panaro (foto 14, e in lontananza 17), qualche vecchia residenza colonica, dove oggi si farebbe fatica a persuadere le coppiette più bisognose a consumarci lì dentro i propri amori, ma è pomposamente in vendita come “Real Casa” (foto 22-23); qualche scritta contestatrice alla Vasco Rossi sui muri delle industrie locali; il passaggio dalla Fossalta (foto 27-28) storica sede di una battaglia tra modenesi e bolognesi citata nella “Secchia Rapita”, e più tardi sede di ritrovo gestito da Peppino Cavani, hockeysta compagno di squadra di Giuseppe Cuoghi (lui, immancabile nelle foto 4-6); infine, il quartiere d’arrivo sistemato decorosamente (foto 29-30) dove una trentina d’anni fa venivamo a giocare nel campo abbandonato della Sitam.

I ritmi non eccelsi consentono lo scambio di chiacchiere, con Cecilia Gandolfi (foto 13-14) che oggi compie gli anni, con Paolo Giaroli pronto al Cammino dei Borghi Silenti, con “Nube” e Lord Colombini attorniati da un nutrito gruppo di belle donne, con Alle-Simo e Aurora, quindici anni dopo che lei si faceva portare in baby-jogger; con Mac, Antonio Ragazzi e infine con Canèin da Rovereto, che non riesce però a convertire al podismo i suoi ex compagni di scuola e di squadra Schifio e Bucalètt.

Al traguardo, spicca l’allegria di Pietro Boniburini che oggi fa decisamente affari e consola Angelo Mastrolia in completo giallorosso che gli annuncia la tripletta incassata dal Lecce (foto 32-35); al suo stand riceve la visita un po’ di tutti, da Luigi Luca alle famiglie carpigiane Pavesi (foto 37) e Losi (11), da Paolino Maurito e Manuela Malavasi a chissà quanti altri, juventini e no.

Domani i podisti locali mangeranno le uova del premio di oggi; lunedì, stante la soppressione della corsa di Gualtieri nel reggiano, è presumibile che affolleranno l’appuntamento di Modena sud-ovest, non un granché ma offerto al prezzo di saldo di 2 euro. Poi, anche Nube ricomincerà a correre col cronometro, dai 42 ai 50 ai 100km e chissà se si ferma lì; ma intanto godiamoci questa serena e quasi celestiale resurrezione muscolare.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Fabio Marri