Stampa questa pagina
Giu 12, 2018 3062volte

Massafra (TA) - 2^ DreherRun

Primi metri nello stabilimento Primi metri nello stabilimento Foto Antonia Annoscia

Un festa all’insegna della corsa e della birra. Non trovo miglior sintesi per definire la seconda edizione della DreherRun, andata in scena domenica scorsa nello stabilimento (e dintorni) del noto marchio internazionale di birra, sulla Statale 100, in territorio di Massafra.

Ad organizzare la Marathon Massafra, con lo scontato patrocinio e collaborazione della simpaticissima e vitalissima direttrice dello stabilimento, Alina Taru, che ha corso, premiato ed è rimasta con i podisti – da perfetta padrona di casa – dal primo all’ultimo istante della manifestazione.

Sempre all’interno dello stabilimento, ma sul viale d’ingresso dalla statale 100, la logistica della manifestazione con partenza, arrivo, palco, zona consegna pettorali, chip, pacchi gara e, soprattutto, la zona ristoro per il dopo gara.

Parcheggiata comodamente l’auto all’interno dello stabilimento (per i primi arrivati anche sotto le tettoie, al fresco, fino ad esaurimento posti), si sbrigano in tutta rapidità e al riparo del sole le operazioni concernenti ritiro pettorali per i tesserati Fidal e iscrizioni per i cosiddetti liberi (che, al solito, invitiamo a tesserarsi per l’anno prossimo…)

6 euro il costo dell’iscrizione, per un buon pacco gara a cominciare dalla maglia tecnica celebrativa per finire alla… birra. 566 gli scritti della vigilia, con i liberi si arriva a circa 800 partecipanti, davvero un numero rilevante.

A disposizione dei maschietti due bagni chimici esterni, per le donne basta entrare nell’ingresso dello stabilimento per trovare bagni puliti, oltre ai distributori automatici dove prendere un caffè.

A presentare la manifestazione Michele Cuoco, reduce dalla 6 Ore della sera prima, stanco ma sempre attivo e 'sul pezzo', come si suole dire oramai.

Partenza anticipata alle 8.45 perché il percorso di questa manifestazione attraversa nel finale un passaggio a livello, a tutt’oggi funzionante: occorre sbrigarsi prima che le sbarre si abbassino con conseguente forzata sosta, come avvenne lo scorso anno.

Percorso veloce, rapido, con giro iniziale all’interno dello stabilimento, per poi uscire e percorrere le strade di campagna circostanti con lo sfondo del mare, fino a rientrare nella struttura, non appena superato il 7° km, e andare a chiudere i 9200 metri del tracciato giungendo sul lungo viale in senso opposto rispetto al via.

Operazioni di riscaldamento nel pre-gara facilitate dalla verve dell’istruttrice fitness Angela Azzone, al grido di “energia positiva”: una molla di dinamismo e di coordinazione, oltre che di simpatia e di vitalità, che non appena scesa dal palco prende parte alla gara, sempre più convinta podista.

Giornata calda ma sferzata da un piacevole venticello che rende ben più sopportabile il caldo; persino qualche goccia di pioggia, nel primo pre-gara, poi il sole a combattere con le nuvole, fino a rimanere solitario e splendente in cielo,

Frattanto, richiamati progressivamente gli atleti sul punto di via per anticipare le operazioni di partenza, si attende che giunga il via libera dal tracciato. Un minutino di ritardo e tutto è pronto, la pistola del Giudice lascia partire il colpo che comanda il rapido muoversi di tutti i protagonisti.

Già vincitore l’anno scorso, favorito d’obbligo è il massafrese Albanese; un nome solo anche al femminile, con la grottagliese Alò data vincente.

Il primo passaggio conferma le previsioni; distacchi e freschezza nel correre denotano il buon momento dei due solitari protagonisti; da elogiare il gruppo dei camminatori provenienti da Castellaneta.

Tracciato continuamente sorvegliato dagli addetti, con ristoro con acqua a metà distanza (anche se tutti pensano alla birra…), segnalazione curata dello scorrere dei chilometri, ma passati i primissimi, i primi quaranta all’incirca, il temuto passaggio a livello colpisce ancora con le sbarre che si abbassano.

Nonostante il tentativo di bloccare i podisti da parte del personale addetto, fino all’apparire del treno i corridori si piegano sotto le sbarre e attraversano i binari riprendendo la loro corsa; resta bloccato solo chi occupa le posizioni di retrovia senza farsi troppi problemi.

Proteste in loco non si sentono affatto, qualche foto sui social scatena un succinto dibattito, con la conclusione – logica – che per le prossime edizioni si dovrà giocoforza anticipare ancor più l’orario di partenza, o al limite posticiparlo, o cercare una variante nel tracciato, assicurando a tutti la maggior sicurezza possibile.

“Tutto è bene quel che finisce bene”, e la gara prosegue tranquillamente, tutti felici e soddisfatti all’arrivo, gradita l’acqua, la frutta, il gelatino, ma il pensiero predominante è la birra, offerta a tutti a fiumi, nella fattispecie la Radler analcolica al limone.

Ho riso quando un amico podista mi ha detto: “Vedi, ne ho bevute quattro e sono lucidissimo”, facile quando manca l’alcol!

Zona di arrivo ben blindata, senza la presenza sul tracciato di spettatori; da gestire meglio l’arrivo dei liberi, incanalandoli in un apposito corridoio: liberi che spesso hanno coperto e intralciato i competitivi allo sprint.  

Cronometro visibile, chip che producono un suono potente, ben lavora Cronogare, oggi addetto al rilevamento elettronico degli arrivi.

Arrivi aperti chiaramente da Mino Albanese (Atletica Crispiano), che dopo aver finito di lavorare all’una e trenta di notte, ha bissato il successo della prima edizione, migliorando anche il crono in 31:54. Mino, sempre lucido e sereno, ha confessato i raggiungere i 160 chilometri di allenamento settimanale, “niente viene dal niente” soprattutto in uno sport come il podismo e l’atletica in generale; complimenti Mino!

L’unico rimasto sui campi di gara di una grande dinastia di atleti, il gagliardo Giuseppe Mele (Dynamyk Fitnerss Palo del Colle) è secondo in 33:31, a precedere il “nostro” Giovanni Francavilla, ma tesserato con la SEF Stamura Ancora, ottimo terzo in 34:07.       

Non ancora ai suoi livelli, il riccioluto Giuseppe Dedonato (Atletica Sprint Barletta) è quarto in 34:24, a precedere il coriaceo Giuseppe Matarrese (Nuova Atletica Laterza), quinto in 34:30, e il deciso Pietro Torroni (Runners San Michele Salentino), sesto in 34:43. Sempre generoso, Marco Calò (Montedoro Noci) è ottavo in 35:06, davanti a due terribili ragazzini SM40, Vito Bongermino (Top Runners Laterza), nono in 35:07, e Giovanni Prisco (San Giovanni Bosco Palagianello), decimo in 35:11.

Secondo successo in sette giorni: Margherita Alò (Alteratletica Locorotondo) si afferma in 37:42, esprimendo finalmente le sue grandi qualità, tagliando il traguardo visibilmente soddisfatta. Seconda la compagna di squadra, Ilenia Colucci, sempre brava e… sofferente, in 39:42, a precedere l’eccellente Maria Rosaria Moretti (Athlos Matera), terza in 42:51, simpaticissima come tutto il suo gruppo.

Rilevante prestazione di Mariangela Di Lena (Nuova Atletica Laterza), che alle cattive condizioni del pre-gara risponde con un quarto posto in 43:17, seguita dalla sempre più brava Vincenza Falcetta (Gymnasium San Pancrazio Salentino), quinta in 43:27, e alla determinata Francesca Pastore (Gioia Running), sesta in 43:43. Dopo le maratone e alcuni problemi fisici, riappare in forma Fabiana Sonnante (Crispiano Marathon Club), settima in 43:59, a precedere la giovanissima Rosa Avvantaggiato (Atletica Magna Grecia), ottava in 45:46, la volitiva Maria Domenica Pavone (Club Runners 87 Castellaneta), nona in 45:49, e la carica Angela Azzone (Marathon Massafra), decima in 45:49.

527 i finisher Fidal, con arrivi chiusi in campo maschile da Francesco Secondo (Atletica Castellana) in 1:16:00 e, in campo femminile, da Maria Ciquera, la presidente della "Correre è salute" Mottola, in 1:23:09, sicuramente attardatasi per scambiare chiacchiere con qualche compagna “libera” di percorso.  

Da segnalare anche la presenza di doccette che permettono di rinfrescarsi, non andando via sudati.

Ma ecco il momento che tutti aspettavano: acqua, frutta, gelato, ma tutti chiedono solo e soltanto birra che va giù come acqua nel deserto. E non si lesina per niente, basta non portare via le bottiglie…

E, tra una bevuta e l’altra, le classifiche sono già affisse e, pertanto, si può iniziare la cerimonia di premiazione.

Il primo trofeo premia chi ci ospita, il direttore dello stabilimento, Alina Taru, alle quale vanno i miei complimenti non solo per l’ospitalità, per la gentilezza, per la cortesia, ma anche per l’amministrazione della struttura, con strade sane, verde curato, controlli continui… Per la signora Taru la consegna di un trofeo da conservare gelosamente.

A seguire, anzi a cominciare, si chiamano i due vincitori assoluti: Albanese e Alò, davvero bravi, che ritirano l’originale trofeo e una serie di regali, oltre ad una balla con 24 lattine di birra. I giusti applausi e i complimenti a loro!

Si passa alle categorie per fascia di età: i primi cinque fino alla SM50 e alla SF45, i primi tre di tutte le restanti: anche per loro la confezione di lattine di birra e altri gadgets.

Ultimo atto, la premiazione delle prime tre società per numero complessivo di arrivati: sportivamente autoesclusasi la società organizzatrice, vince la Taranto Sportiva su Podistica Grottaglie e "Correre è salute" Mottola.

Frattanto, mentre negli attigui calci di calcetto si svolgono dimostrazioni pratiche di spartan race, i saluti della sempre raffinata presidentessa della Marathon Massafra, Tundra Chiradia, e di speaker Michele concludono definitivamente la kermesse.

Manifestazione da… bere e gustare di un fiato, competitiva ma senza isterismi, su di un percorso che – passaggio a livello a parte - piace e conquista, in attesa della bevuta colossale da raccontare agli amici…