Stampa questa pagina
Ott 23, 2018 2893volte

Andria (BT) - 9° Trofeo Federiciano

Il podio maschile Il podio maschile Foto Roberto Annoscia

21 Ottobre - Dopo l’improvviso impedimento della scorsa stagione, mi aspettavo per il 2018 il ritorno al Palazzetto dello Sport, una location che ha sempre garantito la massima comodità e il largo attiguo viale di partenza. Ci siamo ritrovati, viceversa, per la nona edizione del Trofeo Federiciano, come per il 2017, al “Centro Risorse Aldo Moro”, certamente meno accogliente del suddetto Palazzetto e soprattutto con una sede stradale insufficiente per garantire la partenza sicura e ordinata: se, come improvvisata scelta, l’avevo promossa con riserva un anno fa, devo oggi dichiararla inadeguata.
Infatti, Via Moro, pur larga, è divisa in due dallo spartitraffico: si dovrebbe al limite, come avviene in alcune manifestazioni internazionali, sfruttarla interamente; limitandola su una sola metà si mette a repentaglio la sicurezza e l’incolumità di chi corre, tante sono state le spinte e gli involontari scontri tra i partecipanti; per fortuna non si sono verificati incidenti.   

Aggiungo che, contrariamente a quanto previsto dal regolamento del Campionato Corripuglia (di cui questa manifestazione costituiva la 19^ prova), non è stata neanche creata la zona pole riservata agli atleti più veloci preventivamente selezionati dalla commissione Master del Comitato Regionale Fidal: ciascun iscritto, anche quelli dal ritmo molto lento, si è sentito autorizzato a porsi nelle prime linee, generando un gran caos, con gli atleti schierati ben oltre la linea di via, il lento tentativo di mandarli indietro sul punto esatto di via, il cordone umano creato dai membri della società organizzatrice (che ha generato ulteriore confusione e rallentamenti, anche perché la maggior parte di essi era in gara), poi – verificata l’impossibilità di respingerli dietro la linea, mentre il soprano cantava l’Inno di Mameli – la quasi costrizione per il giudice capo De Lillo, per evitare ulteriori problemi, nel dover dare il via…
Fasi concitate nei primi metri, numerosi gli scontri, poi finalmente ciascuno riesce a prendere il proprio ritmo, le distanze si consolidano e si corre tranquilli…

Intanto, facciamo un passo indietro, per considerare che Andria ci accoglie con una giornata mite, meteorologicamente parlando: non fa eccessivamente caldo, le nuvole combattono col sole con alterne fortune, anche il vento spira in maniera molto leggera.

Vasti gli spazi per parcheggiare, all’interno del Centro Risorse si definiscono le procedure di iscrizione; in un locale distante circa 200 metri si ritirano i pacchi gara: 8 euro la tassa di iscrizione, gara nazionale, con un premio di partecipazione che regala alcuni prodotti alimentari più un paio di calzini da “libera uscita”.

Lodevole l’iniziativa da parte dei Maratoneti Andriesi, gli organizzatori, di devolvere parte del ricavato all’associazione “Giorgia Lomuscio, tutto per amore”, che combatte il cancro che colpisce i bambini, come capitò alla povera Giorgia, tredicenne scomparsa troppo presto per un fulminante tumore delle ossa.

A disposizione degli atleti i bagni presenti nel Centro Risorse, insufficienti per i 936 iscritti Fidal, ai quali si sommano almeno 200 liberi e i partecipanti alla gara dimostrativa per atleti diversamente abili; l’aggiunta di qualche bagno chimico avrebbe evitato scene poco civili ed edificanti alle quali abbiamo assistito…
Partenza saggiamente fissata alle ore 9.00, si corre prima e meglio, si libera in anticipo la città, si rientra prima a casa.

Frattanto i podisti, già indossati completi e scarpette, cominciano il riscaldamento muscolare: è sempre il momento più bello, dove si sommano ansie, aspettative, risate, selfie, brevi scatti, sfottò… 
Lavora alacremente al suo microfono lo speaker Paolo Liuzzi: la sua voce aggiunge sempre qualcosa alle manifestazioni, tra simpatiche battutine e citazioni competenti.

Il richiamo dei giudici, l’invito ad avvicinarsi e quel accade alla partenza l’abbiamo già descritto, non resta che sottolineare che sull’altra metà di Via Moro partono i diversamente abili; ampliando la sede di via ai competitivi, sarebbero partiti un attimo dopo, ottenendo anche più visibilità.

Il percorso è controllato e blindato al traffico, ottimo il lavoro degli attenti Vigili Urbani, con ristoro di bottigliette d’acqua a circa metà distanza; tracciato di circa 9500 metri, totalmente piatto se si esclude una salitella di oltre 400 metri all’incirca al 7° chilometro, vario e panoramico attraversando la città, compresa l’affascinante parte vecchia.

A presentarsi per primo sul traguardo è il brillante Giuliano Gaeta (Montedoro Noci), molto più disciplinato ultimamente, che chiude in 30:19, precedendo il sempreverde Rino Bonvino (Dynamik Fitness Palo del Colle), secondo in 31:05, e il determinato Luigi Catalano (Barile Flower Terlizzi), terzo in 31:32. Il 1992 è l’anno di nascita di Gaeta, 2000 quello di Catalano: non ha torto la signora Bonvino a dichiarare che il buon Rino (1973) si difende ancora bene tra i figlioli…

Da perfetto capitano della sua Dynamyk, sempre agguerrito, Mimmo Tedone è quarto in 31:35, davanti al sempre più rapido Michele La Vista (Free Runners Molfetta), quinto in 31:47, inseguito dall’irrefrenabile Pino Miglietti (Montedoro Noci), sesto in 32:35, e dal generoso Nicola Muciaccia (Atletica Tommaso Assi Trani), settimo in 32:40. In ottava posizione troviamo il deciso Riccardo Tragno (Pedone Riccardi Bisceglie), al traguardo in 32:48, seguito dal volitivo Giuseppe Mele (Dynamyk Palo), nono in 32:56, con il tenace Matteo Mimma (Montedoro Noci) che, in 33:04, completa la lista dei primi dieci uomini.

Non ancora al top della forma dopo il fastidioso infortunio, Francesca Labianca (Altertletica Locorotondo) vince la gara femminile in 35:58 staccando nettamente le altre concorrenti: sempre decisa, Francesca Riti (Montedoro Noci) è seconda in 38:00; l’indefessa Marie France Zaccheo (Atletica Amatori Corato) è terza in 38:07. Quarto posto per l’indomabile Marisa Russo (Marathon Massafra) in 38:59; 3 secondi ed ecco la brava mamma Rosalinda Pischetola (Nadir on the road Putignano), quinta in 39:02, seguita ad altri 3 secondi dall’irriducibile Milena Casaluce (Bitonto Sportiva), sesta in 39:05. “Solo” settima e ottava le ottime, forse stanche, Raffaella Filannino (Atletica Disfida di Barletta) e Mariantonietta Amatulli (Montedoro Noci), rispettivamente in 39:16 e 39:19; nono posto per la star locale Rosa Di Tacchio (Maratoneti Andriesi) in 39:22, davanti alla capace Marilena Brudaglio (Dynamyk Palo del Colle) in 39:51.

880 gli arrivati: chiudono le graduatorie Eligio Lomuscio (Barletta Sportiva) in 1:25:59 e Doriana Mongelli (Amici del Cammino Barletta) in 1:27:24, lodevolissimi per impegno e costanza.

Zona arrivi ben gestita con corridoio laterale per i liberi; da limitare meglio il lato sinistro con transenne per evitare la presenza di pubblico sul viale di arrivo.

Decisamente ricco il ristoro finale, con gelato, frutta, dolcetti, panna cotta, come da tradizione ad Andria.

Pieno riscatto odierno degli addetti al rilevamento chip che, con l’approvazione dei Giudici, consegnano prontamente le classifiche generali, di categoria e di società, senza suscitare alcuna protesta.

All’interno della Sala Congressi del Centro, un po’ ristretta e dagli spalti insufficienti per le tante presenze, comincia la cerimonia conclusiva, ben condotta dal buon Paolo: si comincia con il premiare le Associazioni di Volontariato che hanno permesso l’effettuazione delle gara dei diversamente abili. Una parola anche per Giuseppe Lomuscio, il papà della suddetta Giorgia, che dedica un pensiero a chi non può correre, chiedendo che lo facciano ogni giorno tutti i podisti.

A seguire, si recuperano le premiazioni della gara di Bitonto, quelle rimaste in sospeso, per poi passare alla vera e propria manifestazione odierna.

Contro la regola Fidal che vieta che sia stilata una classifica delle manifestazioni non competitive e che, quindi, si proceda alla premiazione dei non tesserati, si parte con la consegna dei premi ai primi/e cinque della gara “libera”: normale il mugugno in sala dei competitivi, pur mancando molto alle 11,30, orario previsto sul regolamento per l’inizio della cerimonia.

Finalmente il momento dei competitivi, dopo il saluto dell’Assessore allo sport di Andria, Antonio Lopetuso, che dichiara di aver recuperato e ripristinato la locale pista di atletica: nessun servizio accessorio, ma almeno utilizzabile. 

Con la speranza che tutto sia vero, sul podio salgono i primi tre uomini e le prime tre donne in graduatoria: per loro trofeo, bottiglie di vino, la bandana dell’ “Associazione Giorgia Lomuscio - tutto per amore” e un articolo tecnico (peccato che quest’ultimo sia di taglia eccessiva, come mi descrive il sempre schietto Bonvino…).

A seguire la premiazione dei meritevoli delle varie categorie: i primi cinque delle maschili, fino alla 55, i primi tre delle restanti e di tutte le femminili, con ovvio risentimento delle signore.

Al primo di ciascuna va una coppa, una bottiglia di vino e la suddetta bandana, per i restanti coppa e bottiglia di vino, con numerose lamentele.

La cerimonia si conclude con la consegna delle targhe e confezioni di bottiglie di vino alle prime cinque società per numero complessivo di arrivati: vince l’Atletica Tommaso Assi Trani con 91 finisher su Barletta Sportiva (64), Montedoro Noci (61), Free Runners Molfetta (38), Maratoneti Andriesi (35): i padroni di casa, sportivamente, si escludono e subentra la Pro Canosa (sempre 35).

E’ il momento dei saluti, il bravo Paolo chiude la manifestazione, gli organizzatori procedono alla foto di gruppo di rito, il sottoscritto già pensa che per le prossime edizioni si dovrà necessariamente rivedere la partenza: il Corripuglia, intanto, va in vacanza per una settimana, torna il 4 Novembre a Corato, per la 20^ tappa.