Il 33enne ultramaratoneta argentino Mariano Nieto ha deciso di correre, sabato 28 marzo, una 100 chilometri nel cortile interno della propria abitazione a Chacabuco (Buenos Aires), per “dare l’esempio a chi non rispetta la quarantena ed esce per allenarsi. Dopo aver visto il numero di persone che escono di casa senza rispettare la quarantena, mi sono ripromesso di dimostrare che a casa possiamo fare tutto, anche correre per 100 chilometri”.
Mariano è un ultramaratoneta amante delle gare lunghe di montagna, tanto che l’ultima sua impresa è stata la durissima Aconcagua Ultra Trail, di 100 chilometri (con un altimetria pazzesca!), chiusa in 14 ore e 51 minuti, e che aveva già in programma una 110k in Patagonia.
“Il tempo lo hai, lo si trova, se uno lo vuole davvero. Ho 33 anni e lavoro. Il mio tempo da dedicare agli allenamenti è uguale a quello di tanti altri, la differenza sta nel decidere di sfruttarlo”, le sue parole.
E così, individuato un percorso di oltre... 65 metri, Nieto, partito alle ore 8.00 ha effettuato più di 1500 giri, concludendo la sua 100km in 7h04:21, con una media di 4:15 al chilometro, favorito anche dal tracciato pianeggiante, senza vento, poco sole e il supporto della famiglia che ha provveduto a fornirgli bevande e gel energetici.
Correre per cento chilometri è massacrante, ma correre questa distanza al chiuso di un giardino, senza distrazioni e applausi, ripetendo di continuo il medesimo giro porta ad un notevole consumo di energie mentali, oltre che chiaramente fisiche.
E Nieto ribadisce: “Sapevo che avrei dovuto affrontare una sfida contro la mia mente e non contro il mio fisico… Se ti piace correre, puoi farlo ovunque. Ho visto persone che hanno corso cinque chilometri attorno al tavolo a casa. Quando corri su una montagna per 14 ore, la grande sfida è battere la testa. Ci sono molte tattiche per distrarsi. Nel mio caso ne ho due: invento storie e non guardo l’orologio”.
La sua impresa è stata trasmessa in diretta su Instagram con l’invito a tutti gli spettatori ad unirsi da casa per fare l'accompagnamento virtuale, come è stato fatto da tante persone che hanno contemporaneamente corso nei loro salotti, terrazze o nei soggiorni intorno al tavolo