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Apr 25, 2021 padre Pasquale Castrilli 2589volte

Il fantastico mese di aprile di don Vincenzo Puccio

In gara col n. 71 In gara col n. 71 P. Castrilli - R. Mandelli

Non finisce di stupire Vincenzo Puccio. Questo “giovane eterno” continua a macinare chilometri su chilometri e a segnare prestazioni che meritano di essere conosciute. Nel mese di aprile, un mese dopo il suo 47° compleanno, Vincenzo ha ottenuto tempi cronometrici che lo collocano nelle primissime posizioni delle graduatorie FIDAL nazionali in questi primi mesi dell’anno. Su distanze che vanno dai 1500 metri ai 10000 metri, il “parroco volante” è uno dei primi atleti in Italia nella sua categoria. E c'è da aspettarsi ottime prestazioni nei mesi a venire nelle gare su strada sulle distanze della mezza maratona e della maratona.

L’ultimo risultato in ordine di tempo dice 15’59’’ sui 5000 metri, il 24 aprile a Catania. Sulla stessa pista del CUS Catania, Vincenzo ha corso i 10000 metri in 33’09’’ il 10 aprile. A Siracusa, sulla pista del “Campo Scuola Pippo Di Natale”, ha corso due gare: i 1500 metri in 4’18’’ il 18 aprile e i 3000 metri in 9’18’’ il giorno precedente.

Tra vaccinazioni debilitanti e vicende familiari (ha perso il papà il 13 marzo in un tragico incidente), Vincenzo è stato capace di non smarrire concentrazione e impegno. “Le gare mi sono servite per riprendermi mentalmente. - dice - Ho gareggiato parecchio nelle ultime settimane anche con la voglia di recuperare”.

La pista di atletica dello stadio D’Alcontres-Barone a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) è diventata come una seconda casa per lui che, sostenuto dagli amici dell’ASD Duilia (tecnici e atleti), è stato capace di mantenere alta la motivazione e di migliorarsi.

I magnifici risultati del mese di aprile danno ancora più spessore alla testimonianza umana e cristiana di questo atleta, che ricordiamolo è un sacerdote, parroco a Santa Venera di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Sulla pista non mancano le richieste di una benedizione prima delle competizioni (è accaduto al 10000 del 10 aprile) come anche il tifo convito (”forza don!”) di tecnici e accompagnatori. Un esempio positivo per tanti giovani e persone che lo incontrano quotidianamente in parrocchia e in pista.