Rodolfo Lollini
Se paghi 100 euro puoi partire con i top runner
Il mondo cambia, compreso quello del running, anche se qualche vecchio nostalgico fa finta di non accorgersene o addirittura s’indigna per le novità. Questi “podisti dinosauri” credono ancora che le gare le organizzino solo le società sportive, con l’unico obiettivo di fare bella figura e non perderci troppi soldi. Invece no, sono entrati i mercanti nel tempio! Ovvero società che più che lecitamente vogliono guadagnare da questa attività. Mentre i summenzionati dinosauri, seguendo la tradizione evangelica, sarebbero pronti a cacciarli dal tempio della corsa a suon di sferzate.
Attenzione! Da questo punto in avanti, parlando di affari, utilizzeremo la sua lingua per antonomasia, ovvero l’inglese. L’idioma della perfida Albione, potrebbero tuonare i dinosauri.
In questa metamorfosi chi può guidare il trend, se non Milano, la city del business? Dove settimana scorsa, seguendo la passione, follow your passion, quasi 10000 atleti hanno corso una 10k ed una half marathon. Un numero molto alto, anche perché i prezzi non erano popolari. Se escludiamo le tariffe valide molti mesi prima, quando non so Voi, ma io non riesco a prevedere se sarò sano ed in forma, con le commissioni si pagavano circa cinquanta euro per la mezza ed una trentina per le prove più corte.
Ma il bello deve ancora venire, in quanto, sborsando 100 euro (sia per la 10 che per la 21) si diventava VIP customer, clienti veramente importanti. Questo upgrade che modifica lo status, Alberto Sordi nel Marchese del Grillo, lo descrive così: “io, sono io e Voi siete un mazzo” o razzo, o qualcosa del genere.
Scusate, sto divagando. D’altro canto i VIP avevano diritto a:
- Pass ricordo personalizzato e con foto
- Fast track, una scorciatoia, come per i check-in aeroportuali, onde evitare lunghe ed arzigogolate code per il ritiro del pettorale
- Spogliatoi e deposito borse dedicati
- Accesso all’Area Hospitality post-arrivo
- Prenotazione taglia t-shirt e servizio di personalizzazione
- Gadget esclusivo
- Servizi igienici riservati
- Servizio massaggi post-gara
Riassumendo, un trattamento da re e soprattutto la massima separazione dal restante popolino. Anche nell’espletamento dei bisogni fisiologici. Cosa che mi ricorda le vecchie fabbriche dove una volta c’erano i bagni impiegati e le latrine operai.
Ma non finiva qui, in quanto il distacco raggiungeva il suo acme con:
- Accesso dei VIP alla prima griglia, appena dopo gli élite.
Partendo davanti a circa 9000 avversari. Apriti cielo. La domanda ricorrente del dinosauro medio è stata: “Ma come? Mi toccherà slalomeggiare per superare gente che viaggia alla metà della mia velocità ed immeritatamente si troverà davanti a me? Sacrilegio!”.
Poveri dinosauri. Non hanno ancora capito che sono in via d’estinzione e che il running business ha in mente altre redditizie innovazioni. Magari una “VIP-Run Ten… Light", ovvero lunga appena 2000 metri. Si parte e poco dopo, grazie ad un fast track, si piomba sul traguardo, dove due bellissime miss tendono lo striscione d’arrivo, nella cornice di una folla di comparse festanti. Il tutto per soli 1000 euro, foto compresa. Per la videostory sui social servirà un supplemento.
A Milano Arena con le pezze e credibilità a pezzi
Il grido di allarme è arrivato pochi giorni fa dal neo presidente FIDAL Milano Tito Gilberti. La pista dell’Arena Civica “Gianni Brera” è ormai da rifare. Pezze, rattoppi di ogni forma, buchi, strappi sono sparsi un po’ ovunque sull’anello. Nella nostra disonorata carriera di pistard ne abbiamo visti di anelli vecchi e scalcagnati però tutti con danneggiamenti che seguivano una certa logica in termini d’invecchiamento e frequenza d’uso. All’Arena la localizzazione dei danni non sembra invece dettata da un progressivo consumo delle zone più soggette allo stesso e questo fa pensare.
Ma da quanto tempo la pista era stata rifatta? L’inaugurazione in pompa magna, presenti il sindaco Sala, Luminosa Bogliolo, Vittoria Fontana, Lorenzo Perini e Filippo Tortu è datata 15 ottobre 2020. Com’è possibile che già nel 2022, dopo solo un paio di anni la pista abbia avuto bisogno di diversi interventi? L’allora Assessore allo Sport, Roberta Guaineri, nel frattempo precocemente deceduta, pace all’anima sua, li aveva definiti “fisiologici”. Ma chi le aveva suggerito questa giustificazione? No, non era un fatto normale, come è ugualmente anomalo che dopo quattro anni sia già finita definitivamente KO.
Non avendo prove certe, non possiamo e non vogliamo accusare nessuno, ma soltanto affidarci a delle ipotesi. Ad esempio relative alla minore qualità dei materiali usati, a cui però, a dirla tutta, si dovrebbe aggiungere anche un mancato o deficitario controllo della messa in opera degli stessi. Speriamo proprio non sia così, anzi, ne siamo certi in quanto sarebbe molto grave. Di sicuro anche per Gilberti i lavori sono stati fatti male. Altra causa o concausa da ricordare è come l’impianto stesso abbia ospitato anche eventi extra sportivi, con pesanti attrezzature montate sull’anello. La pista è stata adeguatamente protetta e controllata in fase di montaggio e smontaggio? Mentre sulla prima congettura relativa a qualità e messa in opera della pista, lo ripetiamo, non abbiamo prove, qui almeno in un caso questa eventualità è stata acclarata, ma ci sembra insufficiente per giustificare l’attuale sfacelo.
Se qualcuno ha altre spiegazioni saremo ben lieti di ascoltarle. In primo luogo in qualità di contribuenti. Di certo, lo ripetiamo, che dopo un paio di anni la pista avesse già dei rattoppi non può essere associato al consumo. Un anello dura più di un quadriennio olimpico. E questo lo sanno tutti quelli che masticano un po’ di atletica, in primis Tito Gilberti che ha dichiarato anche questo sulle colonne del Corriere della Sera. E se si vuol tirare in ballo un uso massiccio della stessa, nemmeno questa causa regge come spiegazione. Se pensiamo agli utenti, non dimentichiamo che nessuno dei seppur tanti bambini che la usa indossa scarpe chiodate. Quelle che in sostanza provocano la maggiore usura. In ogni caso, un’analisi rigorosa delle cause credo sia indispensabile per non ricadere con le scelte future, negli errori passati.
Tirando un pietoso velo e guardando avanti, l’augurio è che si faccia alla svelta, ma anche bene. Premesso che chi scrive non prende provvigioni da nessuno, si potrebbe utilizzare il fornitore che è leader mondiale di anelli di atletica e pavimentazioni sportive. Quello che per intenderci ha realizzato anche la pista parigina dei record alle ultime olimpiadi. Guarda caso è italiano. Costa il doppio? Tutto è relativo. Dipende anche da quanto durano i suoi materiali, probabilmente il triplo degli attuali e senza costose “manutenzioni fisiologiche” a cadenza biennale.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
“4 Piazze - Piacenza”: una gara a misura di runner
Con la voglia di cambiare, oggi domenica 24 novembre ci siamo alzati di buon ora per attraversare il Po e raggiungere Piacenza (PC). Ci avevano parlato molto bene della “4 Piazze Running” e come San Tommaso siamo andati a verificare in occasione della seconda edizione. Su numeri e vincitori della mattinata agonistica, potete leggere il completo riassunto del comunicato stampa cliccando qui. A nostro avviso, tra le prestazioni più interessanti c’è stato l’esordio sul miglio di Alessandro Moser del Lagarina Crus Team. Uno fra gli Allievi più interessanti d’Italia ha dominato la gara, chiudendo in 4’35”. Questo è avvenuto in prima mattinata dove si è scelta la distanza anglosassone per le categorie giovanili, mentre il resto delle gare si è corso sui 5k. Sia chiaro, non che su questa distanza si sia andato piano, con Giuseppe Gravante che tra gli Elite ha vinto in 14’05” e ben dieci atleti sotto il muro dei 15 minuti. Sono andati fortissimo anche i master. Salvatore Gambino con 14’50” ha mancato di 1 secondo il primato italiano SM50. Per interesse più personale ho invece constatato come per vincere gli SM65 bisognava viaggiare a 4 al chilometro… Se invece cliccherete qui, potrete trovare tutti i risultati in dettaglio.
Tornando al nostro obiettivo odierno e facendo una checklist di quello che vuole un amatore quando si iscrive ad una gara, abbiamo constatato come alla “4 Piazze” non manchi nulla. Un costo ragionevole, un buon pacco gara gastronomico. Per capirci di quelli che quando arrivi a casa, tua moglie non storce il naso chiedendo: “cosa mi hai portato?”, ma anzi lo promuove. Deposito borse e spogliatoi con docce non lontani dalla partenza. Una simpatica medaglia finale in legno. Servizi igienici ben tenuti anche in Piazza Cavalli, cornice scenografica per partenze ed arrivi di un percorso nel centro storico che come ricorda il nome della manifestazione toccava le quattro piazze principali della città. Tracciato su tre giri da circa un miglio a cui andava aggiunto un mini giro iniziale che ha permesso agli spettatori di seguire gli sviluppi delle varie gare come il pubblico di Formula 1 grazie ai quattro passaggi sul traguardo. Cronometraggio con chip nell’ambito di una gara ufficiale FIDAL con distanza omologata che ovviamente consentirà a tutti i tesserati d’inserire la prestazione sul proprio database federale. Premi per tutte le categorie oltre ad un interessante montepremi per gli Elite. Insomma, buona la prima ed oggi anche la seconda edizione qui a Piacenza. Complimenti all’ASD Atletica Piacenza, al Comitato Organizzatore ed a tutti i volontari.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Van der Poel: una mezza in 1h22’ che non ci sorprende
Tra le tante gare in calendario domenica scorsa 10 Novembre, figurava anche una mezza maratona spagnola dalle parti della cittadina di Javea, non lontano da Benidorm, dove nel lontano 1992 il nostro Gianni Bugno si laureò Campione del Mondo di ciclismo su strada bissando il successo del 1991 a Stoccarda. Ma perché questa citazione? Anche in questo recente caso parliamo di un iridato sulle due ruote. Lui ha fatto addirittura collezione di titoli mondiali: strada, mountain bike, gravel e ciclocross. Scala reale di tutte le possibili discipline. Si tratta di Mathieu van der Poel, figlio d’arte e nipote di Raymond Poulidor. Figura indimenticabile per chi ha i capelli bianchi. L’olandese con origini francesi, ha chiuso la mezza maratona correndo con l’amico e collega ciclista Freddy Ovett in 1h 22 minuti. Ovett che peraltro è stato capace di andare almeno 10 minuti più forte su questa distanza e se il cognome vi ricorda qualcun altro… ebbene sì, è il figlio di Steve Ovett.
Tornando a Van der Poel complimenti a lui, ma nulla di particolare, in quanto di ciclisti più anziani ed anche dotati di un “motore” meno potente di quello di MVDP ce ne sono già stati moltissimi capaci di stare sotto il muro delle 3 ore sulla maratona. Jalabert e Cassani hanno un personale di circa 2h45’, idem Armstrong, anche se in questo caso preferiamo non indagare su eventuali aiutini ed aiutoni chimici. Venendo ai coetanei o quasi dell’asso olandese, citiamo Tom Dumoulin (32’38” sui 10k e 1h10’ sulla mezza) che si è ritirato da un paio d’anni. Remco Evenepoel (Nazionale U16 col Belgio, segnò una rete all’Italia) da minorenne improvvisò una mezza in 1h16’, dopo aver giocato una partita di calcio… ci fermiamo qui, ma la lista sarebbe ancora lunga.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Pensieri sparsi dalla 5 Mulini
E’ andata in archivio da poche ore, oggi domenica 17 Novembre, la 92^ Edizione della “5 Mulini”. Gara “Gold Level” valida per il World Cross Country Tour, privilegio che in Italia divide solo con i vicini di casa del Campaccio. Un’ottima occasione anche per i master per cantare nel “Teatro alla Scala del Cross” e poi godersi lo spettacolo in prima fila con i campioni di questo sport. Da non perdere. Qui trovate le classifiche. Sulle gare, vincitori e celebrazione dell’evento, vi lascio al Comunicato Stampa degli organizzatori. Da parte mia non posso che confermare come questo spostamento da gennaio a novembre della gara, che peraltro ci ha costretto ad un’attesa di oltre venti mesi, sembra averle fatto molto bene. A cominciare dal meteo. Settimana precedente senza piogge, giornata solatia che ha messo i runner nelle migliori condizioni possibili. Sarò stato sfortunato, ma a San Vittore Olona (MI) avevo beccato troppe volte gelo o fiumi di acqua. Va bene che fango e freddo, insieme a fatica sono le tre F del cross, ma qui avevano un poco esagerato.
Il percorso resta sempre un unicum che ogni volta rapisce con il passaggio per il Mulino Meraviglia. Il tutto nell’ambito di un tracciato tecnico con diversi saliscendi ed un paio di rampe come la salita di Giovanni dove si può fare la differenza. Senza dimenticare le Rogge. Una serie di “fossetti artificiali” da saltare che se non stai attento finiscono per farti imballare o perdere il ritmo. Da segnalare anche qualche curva secca a cui va aggiunto lo slalom nel mulino. Detto questo, pare che i protagonisti della gara elite non se ne siano accorti, viste le medie al giro. Al maschile bravo Pietro Arese ed altri mezzofondisti a mettersi coraggiosamente in gioco cercando di restare davanti, ma dopo un giro e mezzo sui cinque previsti a 2e50 al mille, i keniani hanno accelerato a 2e43. E non eravamo in pista, ma sul percorso appena descritto. Alla fine il migliore italiano è stato Neka Crippa a premiare una condotta più prudente ed in progressione. Giunto undicesimo, il fratello di Yeman è sicuramente abituato a macinare tanti chilometri e probabilmente è quello che da più tempo sta preparandosi in vista degli Europei in Turchia. Esattamente l’opposto di Nadia Battocletti che dopo una magica quanto estenuante estate sta ricaricando le pile, ma con il suo talento è stata comunque capace di fare lo stesso un’ottima gara. Ultimo pensiero dedicato alla prova finale ovvero il cross corto. Novità di questa edizione. Anche qui tanto agonismo e ritmi indiavolati considerato che si correva per soli 3 chilometri. Tra le donne Marta Zenoni ha giocato al gatto con i topi, mentre tra i maschi segnatevi il nome del vincitore, Sebastiano Parolini.
Esibizionisti a New York
Sulla maratona dei campioni di domenica scorsa a New York sapete già tutto, grazie alla completa copertura fornita dai colleghi della Redazione di Podisti.net. Quello che invece forse Vi siete persi, sono stati i tentativi di alcuni personaggi di balzare alla ribalta a tutti i costi. Eccone qui tre esempi, rigorosamente senza fornirne i nomi, in quanto non vogliamo contribuire anche noi a renderli “famosi”.
Il primo caso riguarda un tizio che ha corso fino al Central Park indossando scarpe speciali e non parliamo di qualche modernissimo modello con l’anima in carbonio, bensì di ciabatte di un marchio famoso. Si tratta delle Crocs. Per chi non le conoscesse, trovate una foto in copertina. Ci ha messo 2h51’. Leggo alcuni media che parlano di “record mondiale” con queste calzature. Io dico, ma record di cosa? Solo un pratico sistema per danneggiare muscoli e scheletro, quanto al cervello, ci sbaglieremo, ma ci sembra già lesionato. D’altro canto, se avesse corso con delle scarpe normali, avendo un personale sopra le 2h30, bel tempo, per carità, ma chi se lo sarebbe filato? Nessuno.
Altro “fenomeno” il ragazzo che si è presentato allo start sul Ponte di Verrazzano a torso nudo. E il pettorale? Come ha fatto ad attaccarlo? Semplice, come tutti i runner ha usato le spille da balia, solo che al posto di appuntarle alla maglia se le infilate sotto la pelle, come potete vedere sempre nella foto qui sopra. Andy Warhol diceva che “Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti” e lui impaziente di attendere il suo turno ha forzato i tempi. Non contento, ha corso la prima mezza in 1h11’, cercando di restare nel gruppo degli inseguitori, per ottenere qualche inquadratura televisiva, salvo poi miseramente scoppiare nella seconda metà, percorsa in 1h17’. Alla faccia del positive split. D’altro canto, con 2h38 arrivi al trecentesimo posto e resti nel cono d’ombra.
Chiudiamo con l’ultimo classificato, anche lui celebrato da diversi organi d’informazione, perché è da tanti anni che consecutivamente partecipa ai 42 chilometri della Grande Mela. Tempo finale? Oltre dieci ore, pari ad una media di circa 4 km all’ora. 14 minuti al mille. Insomma, una lunga ed anche lenta passeggiata, in quanto sapete bene che senza tirare in ballo i marciatori professionisti, si può viaggiare molto più velocemente, seppur camminando. Se fosse stato al posto di Filippide, sarebbe arrivato ad Atene dopo lo scoppio di un’altra guerra… Ma è corsa questa? No. E’ salutare? No. Ci hai messo tanto perchè ti eri infortunato? Ma allora, non era il caso di tornare in hotel visto che eri ben lontano dalla finish line? Ti perdevi il “?record?” Di certo gli addetti all’arrivo sarebbero stati contenti di sbaraccare prima.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Giovedì 24/10 al Giuriati si corre fino all’ultimo sopravvissuto!
ll circuito del Corrigiuriati che si disputa appunto al campo milanese Giuriati, in zona Politecnico, ha abituato i suoi concorrenti a gareggiare su tutte le classiche distanze in pista, ma anche a provare corse un po’ strane, come quella che si svolgerà domani giovedì 24 ottobre. Di cosa si tratti ce lo facciamo spiegare direttamente del patron del circuito, Gigi Baglioni: “La corsa denominata "L'Ultimo Sopravvissuto" è basata su delle ripetute. Concettualmente è diversa dalla "Corsa ad eliminazione", già sperimentata più volte al Corrigiuriati, poiché è basata sulla resistenza e non sulla velocità. Ecco il regolamento: Entro il tempo limite di un'ora, i partecipanti si misureranno sempre su un giro di pista per volta da percorrere al passo preferito, ma nel tempo massimo complessivo di 3 minuti per frazione, recupero compreso. Ogni tre minuti sarà dato il via dallo stesso punto di arrivo della frazione precedente. Sta ad ognuno scegliere, di volta in volta, il tempo personale di recupero, tassativamente compreso negli stessi tre minuti. Ad esempio : Corsa 1'50" = Recupero 1'10" / C : 2'10" = R : 50" / C : 2'30" = R : 30" e così via; al limite C : 3' = R : 0" , ossia corsa continua senza mai fermarsi. Chi non riparte entro i tre minuti prefissati è escluso dal proseguimento della prova. Quindi il numero dei ritiri ad ogni turno può essere molto variabile. La prova terminerà quando un solo sopravvissuto rimane in gioco; altrimenti sarà stilata una graduatoria con gli ultimi 6 / 8 ancora presenti entro il numero massimo di giri (ovvero 20 ripetute). Buon divertimento!”
Per maggiori informazioni su iscrizioni e sul Corrigiuriati in generale, cliccate qui.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
A Chicago anche Richard Whitehead frantuma un record mondiale
Domenica scorsa il mondo ha applaudito la keniana Ruth Chepngetich che vincendo la maratona di Chicago con il tempo di 2 ore, 9 minuti e 57 secondi ha stabilito un nuovo record mondiale. Applausi a lei, ma anche a Richard Whitehead, quarantottenne britannico che vanta due ori alle paraolimpiadi su 100 e 200 metri oltre a molti altri allori europei e mondiali su queste distanze, nelle categorie T42 e T61. Richard se la cava molto bene anche in maratona, di cui è stato il primatista mondiale dal 2010 al 2019. E a Chicago si è ripreso lo scettro, fermando i cronometri dopo 2 ore, 41 minuti e 36 secondi.
Last Sunday the world applauded Kenyan Ruth Chepngetich who, by winning the Chicago Marathon with a time of 2 hours, 9 minutes and 57 seconds, set a new world record. Applause to her, but also to Richard Whitehead, a forty-eight-year-old British athlete who boasts two gold medals at the Paralympics in the 100 and 200 meters as well as many other European and world laurels in these distances, in the T42 and T61 categories. Richard also does very well in the marathon, where he was the world record holder from 2010 to 2019. And in Chicago he took back the scepter, stopping the clocks after 2 hours, 41 minutes and 36 seconds.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Deejay Ten Milano: una evergreen che non conosce crisi
In colpevole ritardo, oggi vorremmo brevemente commentare la Deejay Ten Milano, la capostipite di queste manifestazioni organizzate dalla nota emittente radiofonica guidata da Linus, tramite la società Koass per la corsa meneghina. Per il tour del 2024, dopo le tappe primaverili a Torino, Bari e Treviso, domenica 13 Ottobre si è ritornati nel capoluogo lombardo.
Sono passati esattamente vent’anni da quel lontano 2005 in cui cominciò la storia di questa corsa. Il primo start fu dato in zona San Siro, dove si è tornati domenica scorsa. Non sappiamo se ci siano ragioni nostalgiche alla base di questa scelta. O se il centro città diventi sempre più impraticabile. Se invece si tratti di un discorso meramente economico o altre ragioni. Molto probabilmente tutto sarà stato più gestibile che in Piazza Duomo. Nella foto in copertina è illustrato il percorso della “Ten”, mentre i partecipanti alla “Five” percorrevano solo l’ovale di destra per tornare al traguardo.
Visto la confermata scelta di non proporre una corsa agonistica, decisione che nostalgicamente ci dispiace, ma che si è rivelata molto azzeccata a livello di business, non vi parleremo di vincitori, classifiche o tempi, bensì di numero di effettivi partecipanti transitati sotto il traguardo. I numeri basati sulle iscrizioni non ci interessano particolarmente.
Dopo il picco del passato con 32000 finisher ed il blocco nel 2021 dovuto alla pandemia, alla ripartenza nel 2022 si erano contati 11130 podisti. Numeri sempre molto significativi e che la maggior parte degli organizzatori si sognano, ma in netto calo. Ripreso forza il movimento podistico ed ai runner il coraggio di tornare alla loro passione, l’edizione 2023 era già risalita a quota 16734 e quest’anno il totale di arrivati al traguardo è stato pari a 13034 per la 10k e 6861 sui 5k, complessivamente 19895 unità.
Complimenti agli organizzatori che se non sbagliamo hanno mantenuto fermi i prezzi a massimo 20 euro (18 per la five). Cifra che in passato era giudicata piuttosto alta, ma che ormai è in linea con l’offerta di mercato.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Il 3° Miglio di Cristina chiude il Club 2024 e forse un'era
Sabato 12 Ottobre, in un pomeriggio asciutto e dalle temperature gradevoli, presso il Centro Sportivo Pertini di Cornaredo (MI) si è disputato il 3° Miglio dedicato alla memoria di Cristina Lena. Anche se sul volantino della manifestazione, in ben 3 pagine ricche d’informazioni, alcune ridondanti, altre sbagliate, come il fatto che la SAO Cornaredo fosse tra gli organizzatori, non si trova una sua foto, o due righe che la ricordino. Nemmeno il cognome. A chi potesse interessare, cliccando qui troverete delle immagini ed il mio ricordo, pubblicato l’anno scorso, in occasione del quattordicesimo anniversario della sua scomparsa. Ciò premesso, è giusto riconoscere che questa è stata l’unica “nota stonata” di un meeting bene organizzato dal GS Montestella, in linea con gli ottimi standard del circuito. A cui hanno dato assistenza i padroni di casa della SAO Cornaredo, pubblicando anche questo SERVIZIO FOTOGRAFICO che sarà on-line per circa un mese.
Tante le gare disputate che hanno coinvolto atleti di tutta la regione, ma non solo, compreso una delegazione elvetica del GAB Bellinzona. Insieme al classico programma del Club con 400 metri per gli Esordienti, 1000 per Ragazzi/Cadetti e Miglio per gli Assoluti, erano previste anche le gare dell’11^ prova del Trofeo Oxyburn (100, 400, Disco e Triplo) ed altre competizioni giovanili (60, 80 e Vortex). Come sempre, potete trovare tutti i risultati in questo link. Numerosi i ragazzi SAO in gara che hanno ottenuto ottimi piazzamenti, come Laetitia Gussoni, prima nei 100 metri.
Passando alla distanza regina, tra le donne netto successo di Licia Bombelli (Atletica Brescia 1950) in 5’30”90 davanti ad Anna Castelli (Nervianese 1919) e Camilla Grassi (Don Kenya Run). I riflettori non si spengono invece su Liliana Cagliani (Athletic Team), quinta assoluta e che per la terza tappa consecutiva abbassa il record italiano SF60, portato a 5’58” netti. Per il GS Montestella brillante settimo posto per Elena Manara che nella prossima settimana è attesa ad una “gara” molto più impegnativa: i nostri più affettuosi auguri 3 .
Sorpresa tra gli uomini, dove si attendeva un’altra vittoria di Elmostafa Kohli, fortissimo SM40 dell’Atletica Desio, cittadina dove gestisce il ristorante Food Albaraka. Se volete gustare le specialità del suo paese natale, il Marocco e parlare di corsa, andate a trovarlo. Come anticipavamo, Elmostafa è stato battuto da un tris di agguerriti Allievi, tutti piombati sul traguardo nello spazio di mezzo secondo. Qui trovate un bel video di questa ultima batteria. Vittoria per Riccardo Migliorini (Gavirate) in un tempo facile da ricordare: 4’44”44. Secondo Federico Terragni (PBM Bovisio) e Bronzo per Dario Ardoino, il giovane “Juantorena” della SAO Cornaredo. Atleta in forte crescita che deve il suo soprannome ed anche molte delle sue qualità alla mamma cubana Imirse. Senza nulla togliere a papà Giuliano, master che vanta nel suo palmares vittorie nei campionati regionali. Bene anche altri giovani di coach Antonio Di Fazio come Andrea Nessi e Roberto Lollini, oro e bronzo a livello Elite.
Con questa decima ed ultima prova, si chiude l’edizione 2024 del Club, che come già avvenuto l'anno passato, avrà il suo epilogo con le premiazioni presso la prestigiosa sede del CONI a Milano, in Via Piranesi, previste per domenica 10 Novembre. Nel frattempo, dopo le verifiche di rito, non mancheremo di pubblicare i risultati delle classifiche individuali ed a squadre per celebrare i vincitori. Oltre ad ufficializzare delle importanti novità relative alla gestione del Club che potrebbero sancire la fine di un’era... Insomma, restate sintonizzati su Podisti.net ed ascoltate la rubrica radiofonica “Spazio Miglio”, in onda ogni lunedì su Radio Active. Se la perdete potete riascoltarla sul podcast di https://www.clubdelmiglio.it
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net