Stampa questa pagina
Dic 18, 2020 4582volte

Ci ha lasciati Gaetano Amadio, il maratoneta più buono d’Italia

Nel sole di Sorbara 2016 Nel sole di Sorbara 2016 Roberto Mandelli

18 dicembre - Questo 2020 non vuole andarsene senza aver completato la sua strage, anche in campo sportivo: e il Covid non c’entra. Ieri a tarda sera, all’ospedale di Rivoli presso Torino, si è portato via Gaetano Amadio, che fra un mese avrebbe compiuto 73 anni.
Torinese di Grugliasco (compatriota e amico di Giampiero Gasperini, oggi allenatore dell’Atalanta), già operaio della Fiat, è morto in seguito a una rovinosa caduta in casa, dovuta a un improvviso malore. Sembrava quasi il suo destino: i suoi tanti amici podisti ricordano quando, nel 2005, cadde da un albero nel frutteto dell’amatissima mamma (scomparsa in età avanzata nel 2012) procurandosi varie fratture, che avevano inizialmente interrotto e, dopo la ripresa, fortemente limitato le sue prestazioni agonistiche. Eppure, sul finire di quel 2005 aveva ceduto alle insistenze dell’amico Paolo Manelli e preso il via nella maratona di Reggio, conclusa al piccolo trotto in compagnia di altri ‘lungodegenti’, però finita.

Era stato fra i primissimi aderenti del Club Supermarathon, e in questo gruppo di allegroni che si ritrovavano quasi a cadenza settimanale, o si sottoponevano a lunghi viaggi in pullman per raggiungere località tedesche, croate, francesi (ma Gaetano non è mai stato un fanatico), l’avevo conosciuto anch’io, già nei primi anni Novanta. Era diverso da noi tutti: socievole ma non chiassoso, competitivo ma non geloso dei successi degli altri, premuroso e attento al prossimo; ad ogni mio compleanno non mancava mai una sua telefonata, e sono certo che lo faceva con tanti altri amici. Fausto Dellapiana l’ha ricordato pochi giorni fa, per una maratona di Vigarano corsa insieme. In poche parole, era il più buono: con lui, nemmeno Govi riusciva a litigare.

Negli anni migliori correva sempre sotto le 3.30, sia pur dedicando tutto il tempo che ci voleva ai ristori: nel marzo del 1999 corremmo insieme la maratona di Bovolone (VR), il suo passo era migliore del mio ma ad ogni ristoro lo riprendevo e da lì ricominciavano due km di chiacchiere, fino al successivo distacco e all’ulteriore ricongiungimento, che durò fino al traguardo, tagliato insieme (e come d’obbligo, davanti a Govi, che pure era più giovane di noi).

Alla fine di quello stesso 1999 ci ritrovammo alla maratona di Assisi, dove era convenuto tutto il “circo” del PDL (Popolo Delle Lunghe, marchio brevettato da Paolo Gilardi che di Gaetano è stato tra gli amici più cari e infatti lo vediamo in una foto con la mano sulla sua spalla): l’abbiamo raccontato su queste colonne, rievocando vent’anni dopo:

http://podisti.net/index.php/commenti/item/5516-vent-anni-fa-un-millennium-tra-assisi-e-roma.html

Ma fu tra le 4.34 e le 4.50 che arrivarono i mostri sacri di quell’ambiente: Giuseppe Togni da Lumezzane, classe 1926, che prima dell’addio da questo mondo supererà ampiamente le 750 maratone corse (e, a differenza di oggi, si trattava di maratone vere, ufficiali, non di quelle autogestite ecc.), e allora finì in 4.34, un minuto meglio dell’ing. Antonino Morisi da Persiceto (alpino, pubblico amministratore, e colui che scoprì per gli italiani le bellezze di Davos e Interlaken), che se ne andrà ancor prima, letteralmente morendo sul campo.Tra loro due si inserì un altro torinese che abbiamo fortunatamente il piacere di rivedere ancora, ma non più di sfidare in gara, Gaetano Amadio; come vediamo e leggiamo ancora di Mario Ferri, pratese classe 1946, che allora arrivò a braccetto col “Vescovo”, Pietro Alberto Fusari da Treia, inconfondibile per il basco nero e i bragoni bianchi. A chiudere il plotone dei 780 maschi, un altro oggi consegnato all’eternità: Mario Ferracuti, classe 1926 come Togni, “il leone di Fermo”, che ci ha lasciato nel 2018 a 92 anni.

Alcuni di loro, subito dopo le premiazioni, partirono per Roma dove l’indomani mattina scattò la maratona del Giubileo. Cose che in questo maledetto 2020 rischiano di parere leggendarie.
Nel 2005, dopo una maratona di Brescia in cui la brigata si ricompose:

http://podisti.net/index.php/commenti/item/3537-brescia-marathon-2004-2005-come-eravamo.html

Ed e’ stata anche una possibilita’ di rivedere amici antichi, come Paolo Gilardi (inventore della locuzione, oggi abusata, di "popolo delle lunghe"), Gaetano Amadio (pensionato Fiat che adesso va molto piu’ forte di Schumi),

http://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/6776-gaetano-piu-che-amico-fratello.html

Capitò, come detto, l’incidente, poi la lenta ripresa che lo portò a correre ancora sotto le 4 ore nel 2007 (l’immancabile Reggio, e Vittorio Veneto; ci trovammo anche a Budapest, al seguito di uno di quei viaggi di gruppo a buon mercato che si svolgevano di notte per risparmiare l’albergo). Alla fine del 2010 le classifiche mondiali dei supermaratoneti lo accreditavano di 327 maratone concluse; da allora, Gaetano decise di non registrare ufficialmente altre sue gare, sia pure continuando a correrle: la documentazione fotografica a nostra disposizione lo mostra a Padova (in costume), alla Barchi-Fano che fu tra le sue ‘ripetute’ preferite, e a Treviso, Lucca, sul Garda e altrove).

Per ragioni nobilmente sentimentali, nell’ultimo quindicennio Gaetano gravitava spesso dalle nostre parti. Eravamo stati insieme, nel 2016, ad una non competitiva nei pressi di Sorbara: che l’amico avrebbe voluto camminare, ma che lo costrinsi a correre, col pettorale da un euro e 50 spillato alla boia d’un giuda, nel sole lieto di quel sabato pomeriggio, in una festa senza classifica e senza calcoli (tranne, inevitabile, quello del tempo al km).

L’ultimo incontro era accaduto, per caso, alla stazione di Modena poche settimane prima dell’inizio dei guai che stiamo vivendo tuttora: chi arrivava e chi partiva; restano due foto scattate in fretta nel sottopassaggio semibuio. Poi, le immancabili telefonate per i reciproci compleanni, e la promessa di rivederci appena la buriana fosse terminata.
Invece, in fondo a quel tunnel della stazione di Modena c’era, per Gaetano, un altro tunnel: dove tutti lo raggiungeremo, sebbene non a nostro piacimento.

Lascia tre fratelli e tanti nipoti. Sabato 19 alle 19 rosario nella chiesa di San Giacomo a Grugliasco. Lunedì 21 alle 14 la salma si muoverà dall’obitorio di Rivoli per raggiungere la stessa chiesa, dove alle 14,30 si terrà la cerimonia funebre, prima dell’approdo definitivo vicino alla mamma, nel cimitero di Grugliasco.

 

Gaetano Amadio

 

1 commento

  • Link al commento Mario Ferri Sabato, 19 Dicembre 2020 22:05 inviato da Mario Ferri

    Come mai se ne vanno via sempre i migliori! ? Ho sempre avuto un rapporto privilegiato con Gaetano , dai tempi che insieme pure con Alfio Balloni correvamo col “cappello col gelato". Questa goliardia ebbe un impatto importante per il club dei Supermaratoneti! Da lì vennero tutti i travestimenti, specialmente per la maratona di Padova, appuntamenti nei quali Gaetano era sempre presente ed attore! Non prendendo la maratona sul serio, dimostravamo che non c’era da aver paura, tutti potevano correrla! Questo era il nostro insegnamento e ci divertivamo tantissimo. Gaetano ed Alfio Balloni erano l’ esempio di maratoneti con capacità atletiche impressionanti, eppure cosa facevano?? Ve lo dico io : andavano un poco avanti un poco indietro, facendo due chiacchiere con quello o quell’altro, senza badare al tempo! Io , in quanto a “chiacchierare” in corsa ho imparato da loro! Sicuramente abbiamo corso fianco a fianco almeno 50 gare, e almeno trenta volte è stato mio ospite gradito a Prato! Abbiamo fatto “doppiette” (maratone in due giorni consecutivi) molte volte! Ricordo con emozione due in particolare: il sabato al Mugello e la domenica a Cortina; e l’ altra: il sabato al Mugello e la domenica alla prima maratona di Genova.! Lo chiamavo Gaetanuccio. Se avessi fede, sarei meno addolorato, sapendo che prima o poi lo avrei rivisto. Peccato , ma fine ad allora sarà sempre presente nei miei pensieri e fedele compagno ed amico che mi accompagnerà a superare gli acciacchi, distogliendo il pensiero della fatica con il ricordo dei nostri trascorsi a giro per l’ Italia e non solo. Ciao!

    Rapporto