Segnala il commento come inappropriato

Preciso che la citazione si riferisce alla definizione da vocabolario, attinta (è vero) da un volume uscito nel 1956, ma ampiamente ricopiato anche oggi. Quanto all'aggiornamento 'medico', che indubbiamente c'è stato, non pare sia stato tale da sconvolgere la definizione. Cito le prime righe di "Fame" dal sito attuale della Treccani (www.enciclopediaitaliana.it):
Fame: Sensazione viscerale stimolata dal bisogno del cibo; è avvertita a distanza varia dal pasto, dapprima nella forma lieve di appetito, poi in quella definita di f., caratterizzata dal desiderio imperioso di cibo, da dolori crampiformi all’epigastrio ( morsi della f.), da debolezza e malesseri generali che possono culminare nel deliquio.
1. Il meccanismo della fame
La regolazione del meccanismo della f. viene mediato principalmente da modificazioni del livello di zucchero nel sangue (a una glicemia bassa corrisponde f.) che vengono percepite a livello del sistema nervoso. Almeno due nuclei dell’ipotalamo sembrano implicati nel processo: il nucleo ventromediale, centro della sazietà, la cui asportazione bilaterale provoca iperfagia, e un gruppo di cellule laterali rispetto a questo, che costituiscono il centro della f.: lesioni in quest’area provocano anoressia, mentre una stimolazione elettrica determina iperfagia. La sensazione di f. può essere aumentata o inibita da numerosi fattori, quali livello d’attività, stati emotivi, sostanze chimiche. Deviazioni patologiche della sensazione normale di f. sono la bulimia, l’anoressia e la sitofobia.