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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

26 febbraio 2023. Eyob Faniel veniva da un anno complicato, potevano esserci dubbi su cosa aspettarsi dopo l’ultima maratona corsa oltre un anno fa, quando realizzò una bella prestazione alla maratona di New York (terzo in 2h09’52), ed invece non poteva esserci un rientro migliore: con 2h07’53 si avvicina molto al suo primato personale (2h07’19, Siviglia 2020) al termine di una gara ben condotta dall’inizio alla fine. Passaggio a metà gara in 1h03’19, addirittura in vantaggio sulla tabella di marcia per battere il suo primato, solo un leggero cedimento dopo il km 30 non ha reso possibile l’impresa. Comunque un tempo finale che lo soddisfa ampiamente, oltre a costituire, con ampio vantaggio, sia il crono minimo richiesto per i mondiali di Budapest in programma il prossimo 27 agosto (2h09’40), sia quello più severo per le Olimpiadi di Parigi 2024 (2h08’10). Questo risultato rappresenta inoltre il quarto crono italiano all time sotto 2 ore e 8 minuti (con Stefano Baldini, 2h07’22, e Giacomo Leone, 2h07’52) oltre al citato 2h07’19 di Faniel.

Gara maschile vinta praticamente in volata dall’etiope Hailemaryam Kiros, davanti all’ugandese Viktor Kiprangat, 2h06’01 contro 2h06’03. Terzo posto in 2h06’19 per il tanzaniano Alphonce Simbu.

Tra le donne torna a farsi vedere a buon livello negli scenari internazionali l’etiope Helen Bekele, che vince in 2h22’16, non lontana dal suo personale di 2h21’01, davanti alla connazionale Degefa (2h123’07). Terza la giapponese Momoko Watanabe (2h23’08).

SERVIZIO FOTOGRAFICO

Battuti i record della manifestazione, Ahmed Ouhda con 1h07’34 ed Emanuela Mazzei con 1h14’57

19 febbraio 2023. Risalgono i numeri di questa mezza maratona (700 iscritti, 642 partenti, 638 classificati) che nel tempo continua ad essere largamente apprezzata, in particolare dal mondo amatoriale. Una gara che presenta un percorso (omologato e certificato Fidal)  molto veloce, su un giro unico.

Gara maschile che ha visto la vittoria del forte atleta Ahmed Ouhda (Imperiali Atletica), più volte nazionale. Vittoria con record della manifestazione (precedente Massimo De Ponti 1h08’10, anno 2017). Secondo posto a Mattia Guglielmi (Urban Runners), suo il tempo di 1h09’36; atleta che si è migliorato molto nel 2022, nel corso del quale ha portato il suo personal best a 1h07’43. Terzo Loris Mandelli (Polisportiva Carugate-1h11’14), vincitore di due edizioni della Mezza del Castello, anni 2016 e 2018.

Gara femminile dominata dalla forte ed emergente Emanuela Mazzei (Urban Runners), che realizza un ottimo crono, 1h14’57, suo nuovo personale che polverizza il precedente di 1h17’07; è anche record della gara se consideriamo a parte la prestazione di Sara Dossena (1h13’26). Segue una forte master (SF45), Chiara Milanesi (Runners Bergamo-1h24’08), poi Eleonora Gardelli (Polisportiva Movig-1h24’59).

Percorso ormai super collaudato negli anni, nel paesaggio tipico della pianura padana. Più precisamente si corre nel parco agricolo sud di Milano, tra cascine, fontanili e risorgive; apprezzabile, dal punto di vista storico, il passaggio al km 11 davanti al Castello di Cusago, la cui costruzione risale al 1360.

Ad ulteriore pregio di questa bella mezza non ci sono gare e corse non competitive collaterali a fare numero, una scelta apprezzata dai “podisti agonisti”.

Direi molto bene la logistica e l’organizzazione, curata dall’Atletica Vittuone 99.

Gara maschile (9 chilometri) che si risolve dopo il terzo passaggio, il burundiano Ntakarutimana prende il volo e vince con buon distacco; bene Nekagenet Crippa, che nel finale vince il duello con Nzikwinkunda, Michele Fontana e Pietro Sonzogni.  Invece gara ( km 5,3) più combattuta tra le donne, anche qui vittoria per il Burundi, con Francine Niyomukunzi, prima italiana Rebecca Lonedo.

Dal comunicato stampa Fidal

13 febbraio 2023. Trionfano gli atleti del Burundi nella 45esima edizione del Cross Internazionale della Vallagarina. Un’altra nazione africana firma l’albo d’oro della classica campestre trentina, dopo Kenya ed Etiopia, con i successi di Egide Ntakarutimana tra gli uomini e di Francine Niyomukunzi al femminile nello stadio naturale di Villa Lagarina. Tra i protagonisti c’è Nekagenet Crippa (Esercito), argento a squadre agli Europei di cross, in seconda posizione accelerando negli ultimi trecento metri con il tempo finale di 27:47 a venti secondi dal leader che in maglia Atletica Casone Noceto attacca dopo tre degli otto giri sul circuito in mezzo ai vigneti e chiude in 27:27 al termine dei 9,070 chilometri. Sul terzo gradino del podio l’altro burundese Onesphore Nzikwinkunda (Sicilia Running Team, 27:53) seguito da Michele Fontana (Aeronautica), quarto in 28:01 a precedere Jean de Dieu Butoyi (Burundi, Milone Siracusa, 28:07), poi sesto Pietro Sonzogni (Atl. Valle Brembana, 28:15) e settimo l’azzurro della corsa in montagna Alberto Vender (Dinamo Team, 28:21) davanti a Nadir Cavagna (Fiamme Azzurre, 28:30) in una giornata dal clima primaverile, su un tracciato asciutto e quindi veloce.

Nella gara delle donne, con 5,340 km da percorrere, la vincitrice Niyomukunzi si prende il successo in 17:41 sulla giapponese Harumi Okamoto (17:57) che rimonta nei confronti dell’etiope Likina Amebaw (17:57), quarta la tedesca Elena Burkard (18:09). La migliore delle italiane, al quinto posto, è Rebecca Lonedo (Fiamme Oro) in 18:13 con tre secondi di vantaggio su Giovanna Selva (Carabinieri, 18:16), più staccate Valeria Roffino (Fiamme Azzurre) settima in 18:57 e Gaia Colli (Carabinieri, 18:58). Tra gli juniores è invece l’atleta di casa Francesco Ropelato (Us Quercia Trentingrana Rovereto), portacolori della società organizzatrice, a prevalere in 18:07 dopo 5,7 chilometri affiancato sul podio da Stefano Benzoni (Atl. Valle Brembana, 18:24) e Francesco Mazza (Atl. Saluzzo, 18:42).

 

Lunedì, 13 Febbraio 2023 16:29

Vicofertile (PR) - Athlete's run

Vincitore della gara è risultato Badr Jaafari (Casone Noceto), italianissimo a dispetto del nome. Suo il notevole tempo di 29:23, ma del resto questo atleta vanta un 28'41 nei 10 chilometri su strada e 13'32 nei 5.000 metri. Abissale il distacco del secondo classificato, Fabio Ciati (Ballotta Camp-33'12) e del terzo Emanuele Grenti (CUS Parma-33'42).

Tra le donne Wigfield Turner (Hallamshire Harriers Sheffield-36'05) prevale sulla modenese  F 40 Fiorenza Pierli (Atletica 85 Faenza-36'19) e sulla reggiana F 50 Rosa Alfieri (Circolo Minerva-39'23). 

Complessivamente sono stati 597 gli atleti regolarmente classificati, in questa prima prova sui 10 km che ha segnato l'inizio del Campionato Provinciale di Corsa su strada di Parma.

Queste le note del Forrest Group Minerva

Il Forrest Group Minerva si è presentato in buon numero con qualche risultato di rilievo. Terzo posto assoluto per Rosa Alfieri, primeggiano nelle rispettive categorie Catia Pattini e Mara Fagandini, ben posizionati Daniele Santini, Fabio Gervasi e Claudio Tanzi, oltre a tanti premiati nelle varie categorie Master.

Al loro esordio in gara su strada con la maglia piumata Teo Turchi, Ivan Tassoni, Alessio Ori, Luca Carraglia e Ilenia Pagani.

29 gennaio 2023. Italia sempre più forte nel mezzofondo, ieri era toccato a Sintanyehu Vissa superare la mitica Gabriella Dorio, dopo 40 anni, NE ABBIAMO RIFERITO QUI   oggi è stata la volta di Pietro Arese, che ha battuto un altro record particolarmente longevo, addirittura 50 anni, apparteneva a Gianni Del Buono (1973, 4’00.00). Il nuovo primato è ora 3’55.71. Pietro Arese (Fiamme Gialle), quarto ai campionati di Monaco e fresco campione nella staffetta europea di cross, ora guarda con ancora maggiore consapevolezza a quella che è ormai diventata la sua distanza, i 1500 metri.

Interessante un altro dato tecnico della gara che si è tenuta al pala indoor di Padova: dopo Arese anche Joao Bussotti (Esercito) e Mattia Padovani (Atletica Lecco) hanno chiuso sotto la barriera dei 4 minuti, rispettivamente 3’56.45 e 3’59.04, anche questi risultati danno tanta fiducia ad un settore che ci vede sempre più protagonisti.

Giovedì, 19 Gennaio 2023 15:53

In bilico la ColleMar-athon: forse si fa!

Aggiornamento alle ore 7 del 27 gennaio: vedi commento del vicepresidente Romani!

19 gennaio 2023. La notizia è di quelle che non fanno per nulla piacere, in particolare quando si tratta di gare con una lunga storia alle spalle come, appunto, ColleMar-athon. Più sotto si legge il comunicato che spiega la decisione.  Ma come mai ci sono ancora annullamenti? Ovvio che la motivazione non può più essere quella delle limitazioni imposte dal covid, semmai sono gli effetti a posteriori. Si è parlato molto di ripresa del settore, ma in realtà non bisogna confondere tra ripresa delle gare, che effettivamente c’è stata nel 2022, e ritorno dei podisti a gareggiare, questo è avvenuto molto meno. Al calendario già piuttosto intenso si sono aggiunte numerose new entry (spesso inserite in modo discutibile da parte di una federazione che doveva fare cassa), gare che hanno fatto l’esordio proprio nel 2022, con organizzatori desiderosi di approfittare della “ripresa”, ma è chiaro che se i numeri dei tesserati non sono aumentati (anzi, molti hanno saltato il tesseramento annuale) i podisti finiscono per dividersi, generando un calo partecipativo. Giusto un dato: il 90% delle mezze maratone lombarde ha avuto un calo medio del 20%, ma con punte ben peggiori. Ad esempio la mezza di Padenghe sul Garda (BS), anche complice uno strano cambio data, è passata da 633 a 380 classificati; la mezza del Brembo/Dalmine (BG) da 656 a 367; per arrivare al tonfo di Stramilano, con 3704 arrivati ha realizzato il minimo storico (6700 nel 2019).

Cosa accadrà nel 2023? E’ la domanda che immagino molti organizzatori si pongono, certo che se una manifestazione era già in fase di declino prima del covid, dal punto di vista partecipativo, tutto diventa più complicato. Purtroppo è il caso di tante manifestazioni, tra queste ColleMar-athon; dal 2013 al  2017 tra mezza e maratona registrava regolarmente 2.000 classificati (a questi numeri si aggiungeva mediamente un migliaio di partecipanti sulla 30 chilometri, poi scomparsa dal 2018), di cui metà sulla maratona. Poi 1409 (2018), 1280 (2019) per arrivare a 804 nel 2022. E’ evidente che di fronte a cali così importanti qualche domanda bisogna farsela prima di organizzare una gara.

Poi è chiaro che le motivazioni che vengono rese note possono essere le più disparate: questioni di natura “politica”, mancanza di contributi degli enti locali e degli sponsor, questi ultimi riducono gli investimenti quando una manifestazione perde molta partecipazione. Tuttavia bisogna anche ammettere la realtà delle cose, se viene meno gente non ci sto dentro coi costi. O sono capace ed ho le condizioni di ripensare il mio “prodotto”, cambiando periodo, distanze, formula, etc. oppure … meglio passare la mano in attesa di tempi migliori. Tempi che, però, temo non arriveranno da soli; prendiamo atto che molti podisti di oggi sono diversi da quelli di ieri, vincono la partita di attrarre partecipanti quelli più bravi nell’intercettare questo cambiamento.

Questo il comunicato degli organizzatori

La ColleMar-athon comunica che il proprio Consiglio Direttivo tenutosi in data 10/01/2023 e il Comitato Organizzatore riunitosi il 16/01/2023 hanno deciso di rinunciare all'organizzazione della 19^ edizione della ColleMar-athon da Barchi a Fano e della Half ColleMar-athon da Mondolfo a Fano che si sarebbero dovute tenere il giorno 7 maggio 2023.

La decisione, sofferta e dolorosa, è maturata a seguito di una attenta valutazione delle tante necessità organizzative, dei tempi amministrativi, tecnici ed economici (ad oggi la società è priva di alcuni contributi, che comunque verranno prima o poi elargiti dagli Enti per l'anno 2022) necessari per garantire il successo della manifestazione.

In questi venti anni, la ColleMar-athon è stata tra le più apprezzate e partecipate maratone a livello nazionale ed internazionale, non solo per l'interesse sportivo ma anche per i valori che è capace di trasmettere, promuovendo al contempo la conoscenza dei nostri borghi e della nostra terra.

Questi risultati sono stati possibili grazie all'appoggio incondizionato dei tanti instancabili volontari, associazioni, aziende sponsorizzatrici, Enti Comunali e Regione, a cui va la nostra gratitudine.

Tenuto conto inoltre dell’attuale contrapposizione dei Comuni riportate dalla stampa in questi giorni, il consiglio direttivo e il comitato organizzatore ritengono di non potere rinunciare alla propria autonomia.

Ci impegniamo da subito per programmare una entusiasmante ColleMar-athon per il 2024 ricca di tante novità.

 

SERVIZIO FOTOGRAFICO DI ROBERTO MANDELLI

Sono Beatrice Chebet e Gideon Rono Kipkertich a vincere la 91^ edizione del cross internazionale V Mulini. Secondo posto per Yeman Crippa.

15 gennaio 2023. Sembrava la volta buona per vedere ancora un italiano vincere alla V Mulini (l’ultimo è stato Alberto Cova, nel 1986), lo faceva pensare il buono stato di forma di Crippa, un cast complessivo di atleti di non altissimo livello, e invece ci si deve accontentare del secondo posto, a solo 5 secondi dal vincitore. Una sorpresa? Fino ad un certo punto per gli addetti ai lavori: Gideon Rono Kipkertich è atleta di nemmeno 20 anni (li compirà a febbraio), quindi categoria promesse, ma in netta crescita, vanta già 13’16 sui 5.000 metri e 27’11 sui 10.000. Crippa, dopo una partenza incerta che lo ha costretto a recuperare molte posizioni, ci ha provato fino in fondo; erano rimasti solo loro due a contendersi la vittoria, ma quando Rono ha “cambiato” non c’è stato nulla da fare. E adesso il pensiero è tutto per l’esordio in maratona, a Milano, il 2 aprile.

Terzo posto per il tunisino Jhinaoui Mohamed Amin.
Nei primi 10 anche Nekagenet Crippa, Michele Fontana e Luca Alfieri, rispettivamente in quinta, nona e decima posizione.

Gara femminile invece tutta keniana, con le atlete che prendono letteralmente il volo già nelle prime battute di gara; si staccano decisamente Lucy Mawia (Kenya) e Beatrice Chebet, con quest’ultima che a un giro dalla fine chiude la partita, andando a vincere con 15 secondi di vantaggio. Terzo posto per l’atleta del Burundi Celestine Nyomukunzi. Buon quinto posto per Giovanna Selva (C.S. Carabinieri).

Le altre italiane nelle prime dieci posizioni, in questo ordine: Elisa Palmero (C.S. Esercito), Gloria Giudici (Atl. Valle Brembana), Silvia Oggioni (Atl. Gavirate), Letizia Di Lisa (G.S. Virtus), Vivien Bonzi (Recastello Radici Group).

Il tempo è stato clemente, la pioggia che sembrava dovesse arrivare … non c’è stata. Crescono i numeri di partecipazione, con oltre mille classificati a cui è doveroso aggiungere le categorie degli esordienti; è sempre uno spettacolo vederli all’opera.

6 gennaio 2023. Si dice che il Campaccio sia il cross più bello e … è proprio così. In una giornata quasi perfetta per correre (no pioggia o neve, e temperatura 8-11 gradi) si sono viste gare belle e quasi tutte combattute fino all’ultimo per le prime posizioni.

Livello alto nella gara maschile (5 giri, poco meno di 10 chilometri), certamente per la presenza dei “soliti” africani, ma molto ben partecipata anche dagli atleti italiani. Restano in otto dopo i primi tre giri; quando sembra che l’ugandese Oscar Chelimo prenda in mano la gara succede che si scatena la bagarre ed è proprio Yeman Crippa a dare fuoco alle polveri: ovviamente l’entusiasmo del numeroso pubblico presente spinge Yeman a dare proprio tutto, ma questa sua azione all’ultimo mille ha scatenato la reazione tra Balew Birhanu (Barhain) e Rodrigue Kwizera (Burundi); vince quest’ultimo, al termine di una volata combattutissima e risoltasi sotto la finish line, infatti entrambi sono stati accreditati dello stesso tempo. Crippa chiude al terzo posto, ad una manciata di metri, che resiste al ritorno di Oscar Chelimo. Poco prima della partenza avevo stuzzicato Yeman–ma si può battere questo Chelimo?- la risposta è stata “te lo dico dopo … ma ci provo”. E ci è riuscito. E ora sotto con l’esordio in maratona, pare proprio che sarà a Milano, il prossimo 2 aprile.                                                             

Bene un po’ tutti gli italiani, in particolare Yohannes Chiappinelli, Iliass Aouani (al rientro alle gare, dopo il covid), Mattia Padovani e Luca Alfieri, classificatisi rispettivamente in 7^,8^, 10^ e 11^ posizione, tutti sotto i 30 minuti.

Si sa che i confronti nella corsa campestre, anche se si tratta della stessa gara, sono sempre difficili perché condizioni meteo, fondo e variazioni di percorso anche minime possono incidere, tuttavia nella gara maschile sono stati ben undici gli atleti che hanno chiuso sotto i 30 minuti, il miglior risultato da molti anni a questa parte.

Gara femminile (3 giri, poco meno di 6 chilometri) tirata sino agli ultimi metri, con Daniel Rahel che dopo una lunga volata batte per soli due secondi l’esperta keniana Margaret Kipkemboi, giunta terza alla recente Boclassic. Segue Miriam Chebet (Kenya). L’eritrea Rahel, 22 anni, aveva già buoni risultati su distanze gare simili o equivalenti (10.000 mt e 10 chilometri), tutti ottenuti nel 2022, incluso il secondo posto proprio al Campaccio. La vittoria di oggi testimonia ulteriormente la sua crescita.

La campionessa europea di corsa campestre in carica, Nadia Battocletti, ha combattuto sino all’ultimo con avversarie molto quotate, vincendo la volata per il quarto posto; migliora quindi il risultato del 2022, quando giunse sesta.  

Programma gare degli assoluti completato come segue, con i vincitori/vincitrici:

Allievi/e, Simone Vittore Borromini (Atl. Toscana Jolly), Giulia Bernini (Atl. Empoli Toscana);  Cross corto m/f, Jean de Dieu Butoyi (Burundi), Silvia Gradizzi (Cus Pro Patria); gara internazionale junior maschile, Andrea Ribatti (Imperiali Atletica).

Non potevano certo mancare i numerosi amatori, sempre più affezionati e presenti al Campaccio, ma a questo ci ha pensato il collega Rodolfo Lollini, LEGGERE QUI IL RELATIVO ARTICOLO.

Si, davvero un gran bel “prodotto” questo Campaccio, unico rammarico è stato quello di non poterlo correre, anche se da “spettatore attivo” (facevo parte del gruppo giudici gare) ho potuto vivere in buona parte le gare.

Mercoledì, 04 Gennaio 2023 23:51

Doping in Kenya: sarà un’altra Russia?

5 gennaio 2023. Ricorrono con sempre maggiore e preoccupante frequenza i casi di doping che coinvolgono atleti keniani, ma forse è l’intero continente africano a trovarsi nel mirino. Talvolta si tratta di “missed test”, ovvero di atleti più volte irreperibili in occasione dei controlli, che spesso avvengono fuori dalle gare; altre volte invece è stata proprio accertata la presenza di prodotti dopanti (testosterone, eritropoietina, etc.) quando i test sono avvenuti nel contesto di manifestazioni.

I nomi degli atleti keniani? Tanti, ne citiamo solo alcuni: Marius Kipserem, Philemon Kacheran, Justus Kimutai, Alex Korio. Questi in qualche modo fecero ancora più notizia perché si trattava delle “lepri” che aiutarono Kipchoge nell’impresa di correre la maratona sotto le due ore.  E poi Mark Kangogo, Lawrence Cherono. Anche in campo femminile, è notizia recente la squalifica di Diana Chemtai Kypiokei, Purity Cherotich Rionoripo (LEGGERE QUI) e Betty Wilson Kempus.

Stiamo parlando di atleti di alto livello, uomini che hanno corso la mezza maratona ben sotto i 60 minuti e/o la maratona sotto le 2h05’, vincitori delle più importanti gare a livello internazionale (Boston, Praga, Chicago, Parigi).

In totale, da inizio 2022, sono venti quelli sanzionati con lunghe squalifiche, fino a 6 anni. Un fenomeno che quindi non è più isolato ed ha attivato l’attenzione di World Athletics, la federazione mondiale di atletica leggera. Il presidente, Sebastian Coe, in una intervista avrebbe ricevuto rassicurazione dal governo keniano che per combattere la piaga investirà 25 milioni di dollari, per aumentare test e controlli. Speriamo davvero che ciò avvenga.

Siamo di fronte ad un potenziale caso Russia (bandita dalle manifestazioni per quattro anni, poi ridotti a due), quindi doping di stato che porterebbe all’esclusione del Kenya? Personalmente non lo credo, doping di stato in Kenya mi pare improbabile, non fosse altro per questioni organizzative. Di certo il problema è grosso, e il sospetto che i numeri potrebbero crescere ancora c’è tutto.

Ma come è possibile un numero così elevato di atleti importanti, quasi sempre assistiti da manager di alto livello? Per come la vedo io, sgombro subito il campo da possibili illazioni di connivenza, non fosse altro per questioni di interesse; gli atleti sono un patrimonio da accudire con molta attenzione, un atleta élite che si perde per strada (per doping ma non solo) costituisce un danno economico non indifferente. Se in fondo non è difficile trovare buoni atleti in Africa, molto più complicato è trovare e gestire i fuoriclasse, donne da 2h15/16 in maratona, o uomini che nella mezza corrono sotto i 58/59 minuti. Poi, è ovviamente una questione di immagine, un danno tutt’altro che irrilevante per la reputazione.

Il problema non è di facile soluzione, ci vorrebbe certamente un forte e sostanziale intervento di Athletics Kenya (attualmente è il paese che presenta più casi), condizioni contrattuali più decise da parte dei manager (ma queste mi risultano già esserci, in buona misura); purtroppo i controlli sono complicati in Kenya, non so nemmeno se esistono laboratori dedicati in Kenya, perché è chiaro che non si tratta di semplici esami del sangue e delle urine.

Poi c’è un altro fatto che complica notevolmente le cose, il cosiddetto  “whereabouts” (sostanzialmente la reperibilità che devono dare gli atleti). A parte le distanze (enormi in Kenya), c’è un problema culturale, la conoscenza della lingua è limitata e immagino sia complicato seguire le procedure, in particolare per gli atleti seguiti marginalmente dai manager, o non seguiti affatto. Certo che si può semplificare tutto sostenendo che se vuoi fare l’atleta devi metterti nelle condizioni di farlo, però … non è così semplice.

Infine, ma a mio avviso è la cosa che forse preoccupa di più in assoluto, è la facilità con cui in Kenya si trovano  prodotti specificamente dopanti, perché non si tratta di cortisone, per riuscire comunque a correre o sostenere allenamenti impegnativi: sono prodotti esclusivamente finalizzati al miglioramento delle prestazioni. Pare ci sia un vero e proprio business, un commercio anche su larga scala, e quando ci sono di mezzo i soldi, tanti soldi, le cose diventano molto più complicate.

P.S. la (mia) foto mostra la fase di una corsa ad Eldoret (Kenya), probabilmente la gara di corsa campestre più famosa in tutto il Kenya. La categoria è quella che corrisponde alla nostra ragazzi/allievi. Da notare che diversi di loro corrono a piedi scalzi. L'auspicio è che da "grandi" prendano la strada giusta. 

SERVIZIO FOTOGRAFICO

Luca Magri ed Eva Grisoni vincono con buon margine la terza edizione della mezza maratona di Lemine

18 dicembre. Mezza maratona ma anche una 10 chilometri corse oggi da 250 atleti, nel ricordo di un caro amico, Gigi Gritti, che se ne è andato a soli 57 anni.

Freddo, ma neanche troppo, sul percorso di 10 chilometri (circa) da ripetere per raggiungere i fatidici 21097 metri; infatti è bene ricordare che questa gara, è certificata e omologata Fidal. Un percorso che qualcuno ha definito “mosso”, altri impegnativo, ma altrettanto vario e, come si dice in gergo “allenante”. In totale sui due giri sono 200 metri di dislivello, certificati dall'esperto Dario Giombelli, misuratore e arbitro internazionale della Federazione di atletica leggera.

Certamente questo di allenarsi è stato il primo pensiero di Luca Magri, forte atleta della Recastello Radici Group, che ha lasciato la neve ed i meno 6 di Schilpario per correre questa mezza; alla fine non ha avuto avversari, tuttavia il suo tempo finale di 1h08’54 (anche considerando i 200 metri di dislivello) dimostra che … si è allenato sul serio. Secondo posto in 1h16’10 per Pietro Foppolo (Atl. Valle Brambana), che nel finale stacca di poco l’atleta Locale Luca Arrigoni (Pegarun), che ha chiuso in 1h16’20.

Gara femminile che ha visto prevalere in 1h25’11 Eva Grisoni (Lykos Triathlon Team), davanti ad Ilaria Bianchi (1h27’30-Le Castello Radici Group)  e Silvia Maria Pasquale (1h30’39-Ortica Team).

Gara di contorno è stata una 10 km, formalmente non competitiva, che ha visto Stefano Manzinali e Simona Corna risultare i più veloci.

Come si è detto, percorso piuttosto tecnico, con diverse ondulazioni che lo hanno reso più vario e persino divertente, a seconda di come lo si è corso e vissuto. Ottima la logistica presso il bocciodromo di Almenno San Salvatore, all’interno di un bel centro sportivo. Nessun problema di parcheggi o difficoltà di percorso, eccezion fatta per un breve tratto un pochino scivoloso all’interno dell’oasi del parco del Brembo.

Certamente un periodo anomalo per organizzare gare su strada in Lombardia, ma credo che il coraggio e la passione del presidente Giorgio Pesenti e del suo staff Pegarun siano stati ben premiati dalla partecipazione e dalla soddisfazione di chi ha voluto esserci.   

Un dato di cronaca viene dal controllo antidoping realizzato a cura del Ministero della Salute, per i primi/e quattro classificati/e (solo urine). Aumentano quindi i controlli in gare dove non si ritiene possano esserci, perché non si deve sempre e solo pensare alle gare top e alle super prestazioni,  dato che uno degli obiettivi primari nella difficile battaglia al doping è la tutela della salute.

 

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