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Lug 12, 2023 Comunicato stampa 1209volte

Chittolini, neo sposo tirrenico, “chiude” anche la sua Ultra K – 50 km di Salso

Chittolini, neo sposo tirrenico, “chiude” anche la sua Ultra K – 50 km di Salso Collage di Roberto Mandelli

Oggi 11 luglio, con la lettera di rinuncia ad organizzare la 16^ edizione della Ultra K Marathon programmata per il 12 novembre 2023, lettera inviata al Comitato Regionale Fidal Emilia- Romagna, è definitivamente calato il sipario sull’attività della A.s.d. Forti & Liberi Atletica che si era sciolta formalmente  il 27 Aprile scorso.

La società che prese vita già nel 1993 per iniziativa di Gian Paolo Chittolini gemello di Gian Carlo, oltre ad avviare tanti alla pratica dell'atletica leggera, aveva scovato giovani talenti quali Matteo Villani (il “Villo” poi medico ospedaliero e pioniere nella lotta al Covid) e Antonella Riva, che con il sodalizio fidentino hanno mosso I primi passi.

Poi dal 1996 con la disputa dei Campionati Italiani di società di  Cross effettuati a Salsomaggiore, aveva preso il via un' attività di promozione d' venti di corsa che ha tracciato il solco in provincia di Parma e non solo.

L'esperienza di G. Carlo Chittolini, già allenatore di giovani talenti parmigiani (Gabriele Bettati, Sergio Pagani, Massimo Ferrari, Stefano Monica ecc.) ha avuto la sua consacrazione con Alessandro Lambruschini, Campione Europeo e 3° ai mondiali ed alle Olimpiadi nei 3000 siepi.

Tornato però all'insegnamento nelle scuole, il prof di ginnastica (come amava definirsi) ha messo a frutto la sua esperienza in ambito organizzativo, prima con garette di staffetta dedicate agli alunni della sua scuola, la M. Zani di Fidenza, ed istituti limitrofi, poi impegnandosi nella Maratona dei Luoghi verdiani, poi chiamata delle Terre Verdiane e infine Verdimarathon.  Un evento che partendo da Salsomaggiore ha permesso ai podisti di scegliere tra un poker di gare: la Salso- Fidenza, la 1/2 di Fontanellato, la corsa del Principe con arrivo a Soragna e la maratona con traguardo nella piazza di Busseto dove Giuseppe Verdi, assiso sulla sua sedia, sembra attendere I corridori.

Un vero gioiello artigianale, come lo Spino (altro nomignolo di Gian Carlo) ama definire questa sua invenzione. Non pago però, anzi instancabile nel suo agire, prima dà nerbo e tono nazionale alla staffetta di S. Lucia, gara di staffetta a squadre inizialmente composta da 2 frazionisti per le 6 tratte di strada che da sempre descrivono il perimetro del Monte Canate. Poi le aggiunge anche la staffetta con un solo frazionata per ogni tratta, dedicata alla Gazzetta di Parma: appunto la Gazzetta di Parma Relay.

Non ancora soddisfatto, dietro suggerimento del presidente Iuta “don” Gregorio Zucchinali allunga il tragitto comprendendo anche il bellissimo borgo di Vigoleno e ottenendo così 50 km tondi, e lancia la gara da percorrere in solitario denominandola Ultra K Marathon.

L’evento è subito un successo tant'è che la Fidal, su 15 edizioni svolte, in ben 3 occasioni designa la gara di Salsomaggiore quale Campionato Italiano della 50 km. Lo Spino la definisce una gara che ha un'anima, la più bella ed intensa che abbia mai pensato e realizzato.

Sembrerebbe tutto semplice, facile da organizzare, ma il Covid dapprima, poi la nuova scelta di vita dello Spino di accasarsi a Tirrenia con la neo-moglie Jessica, e soprattutto, l’età che presenta il conto e l'oggettiva difficoltà di non poter più proseguire sia con l’attività di reclutamento di giovani leve o anche una attività master, sommata all’inevitabile distacco da una realtà di volontari sempre disponibili, vera spina dorsale di ogni evento, ha fatto giungere G. Carlo Chittolini  alla decisione molto sofferta di “mettersi in pensione”.

A dire il vero, lo Spino non sa star fermo.

Segue con la solita passione un gruppetto d' amatori, viaggia spesso in bici sulla ciclabile che da Tirrenia passa da Marina di Pisa e giunge sotto la torre.

È apprezzato D T.  del Team Promotech G.S. Lucchese, e spesso si vede qua e là alle gare dei suoi atleti:

è proprio vero che fino all’ultimo il suo motto è quello di bisogna correre, ancora correre, sempre correre...

 

Riproduciamo qui uno scritto di Andrea Del Bue (adattamento tecnico di R. Mandelli)

Scrivere una prefazione a una pubblicazione fotografica sulla Ultra K Marathon significa inevitabilmente parlare del suo patron, il professor Gian Carlo Chittolini. Perché lui diventa una cosa unica con le sue creature: le ama alla follia e in esse si specchia e si riconosce. D'altra parte, avere a che fare con Chittolini è come correre una maratona, anzi qualcosa in più: un'ultra maratona. Perché con lui non ti puoi nascondere, stare in difesa, pensare che fili tutto liscio a lungo. Chittolini è un uomo che ti travolge: con il suo entusiasmo, i mille argomenti, i sentimenti veri. Non manca mai un invito a cena: "Penso a tutto io, ho una bottiglia buona, tu vieni a mani vuote ma con la testa piena di idee". E l'invito a scrivere queste righe non poteva che arrivare a tavola.

Se dovessi definire l'amico Spino, lo definirei un "godereccio" e lo faccio con tutto il rispetto che ho per questa definizione. Il godereccio è una persona incline ai piaceri. Attenzione però: non solo quelli materiali, ma anche quelli dell'anima. Un tramonto mozzafiato, la telefonata improvvisa ad un amico semplicemente per sapere come sta, il giro in Vespa col vento in faccia, la bella compagnia, l'esultanza senza misura per il risultato di un proprio atleta. E poi: gentili formalismi, prego, accomodatevi da un'altra parte e lei, signora ipocrisia, se ne stia pure a casa. "Siamo di passaggio e pure per poco tempo": tutti lo pensiamo, quasi nessuno se lo ricorda quando conta.

Chittolini non lo dimentica mai. Lui sa essere nello stesso momento l’uomo col cronometro in mano e il vino rosso nelle vene, la persona che sa guardare ai centesimi ma anche al mare aperto, l'allenatore della Nazionale e il mattatore della festa, il giudizioso organizzatore di corse e quello che ti fa svoltare una giornata con un "salta su che qualcosa succede". Duplice, ma pienamente coerente. Basta conoscerlo e saperlo prendere. Chittolini, per farla breve, ama il bello. Per i fotografi ha sempre avuto una sorta di ossessione. Li cerca, li corteggia, li valorizza. Secondo me, quando si è inventato di far passare la Verdi

Marathon all'interno della Rocca Meli Lupi di Soragna è perché si immaginava già la foto: infatti, uno di quegli scatti, con un atleta che corre sul tappeto rosso del corridoio principesco, è diventato iconico di quella corsa.

Bellezza, ancora: la cura nel vestirsi, la buona tavola, l'amore per la scrittura,  l'interesse per l'arte, la passione per la musica. E tanto altro.

Gode del bello che c'è attorno e prova a metterne un po' anche lui. Per questo è semplice: l'Ultra K Marathon è stata una bellissima corsa. E tutti lo riconoscono. L'estetica di Chittolini, però, non è intima, distante, filosofica. La bellezza di Spino è una bellezza da fruire, da condividere, di cui discutere. Una bellezza godereccia, appunto.

C'è una cosa che non smetterà mai di fare il professor Chittolini: aiutare i talenti a scoprirsi. Badate bene, non si tratta di provare a scovare un talento. Facile dire a uno: tu hai talento. Molto più difficile è rendere l'atleta consapevole e portarlo al risultato. Con Alessandro Lambruschini ha fatto il capolavoro: bronzo olimpico, ad Atlanta '96. Anche oggi, però, alleva giovani e li porta al successo. Più da dietro le quinte, più in sordina. L'ultimo fiore a sbocciare è stato Eyob Faniel: nei suoi exploit e nelle sue vittorie nel fondo e nel mezzofondo di oggi ci sono gli insegnamenti di Chittolini, suo allenatore fino al 2016. Lo stretching a quei tempi? Alle Terme Berzieri di Salso, a proposito di bellezza.

Spino è uno che tanto ti chiede e tanto ti dà. Spino è uno che gode della bellezza e sa perfettamente che, per nutrirsene, quella bellezza dev'essere condivisa. Che senso ha se non puoi raccontare un'emozione? Ecco il perché di Gian Carlo Chittolini.

 

 

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