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Mag 08, 2018 Padre Pasquale Castrilli 2142volte

Etica della corsa: un argine che dà sicurezza e gioia

Quanti bicchieri per terra! Quanti bicchieri per terra! Roma Marathon - R. Mandelli

L’etica è anche il modo di sapersi comportare. Non è un concetto eminentemente religioso, ma è anzitutto una dimensione che rende umano e vero il nostro vivere comune. Alcune norme che regolano il vivere sociale sono necessarie. Non una prigione, ma un argine che rende belle e sicure le attività umane. Si può parlare di etica anche nel mondo delle corse a piedi? E perché no! Vediamo alcune situazioni:

  1. La visita di idoneità. Il podista italiano si sottopone ogni anno ad una visita di idoneità. Il protocollo prevede: spirometria, elettrocardiogramma, prova da sforzo, analisi delle urine. La visita dura mediamente 40/45 minuti. Su questo argomento si assiste ad una certa varietà di interpretazioni. Mi riferisco qui non tanto al podista quanto alla classe medica. La tutela della persona è fondamentale. Per praticare uno sport impegnativo come la corsa è necessario che tutto sia a posto e che il ‘motore’ funzioni bene. Il podista va educato a rispettare i propri limiti, il medico sportivo a rispettare quanto prevedono le norme.
  2. Prima della gara. Ogni gara, su strada, pista o montagna, ha un suo regolamento. Leggendolo con attenzione ci si fa un’idea precisa su percorso, orari, quota di partecipazione, ecc. E’ assolutamente fuori luogo scansionare il pettorale di un altro atleta, modificarlo e stamparlo per utilizzarlo in gara. Stessa cosa dicasi per chi ha l’idea di correre senza pettorale. Non è il caso: quella strada su cui si corre in gara, smette di essere ‘pubblica’ per alcune ore, e viene affidata alla responsabilità degli organizzatori per ciò che concerne la chiusura al traffico, l’assistenza medica dei partecipanti e altro. Nel ‘prima della gara’ un comportamento onesto consiste nell’allenarsi con dedizione e passione senza ricorrere all’aiuto di sostanze che possono favorire il rendimento, ma nuocere alla salute. Che ne dite delle morti premature nel mondo dell’atletica?
  3. Comportamento in gara. La prima cosa da trattare è lo smaltimento rifiuti. Soprattutto in zona ristori si vedono spesso scene che ricordano una discarica a cielo aperto: bicchieri di plastica (o bottigliette) dappertutto sul fondo stradale, asfalto bagnato, confezione di gel vuoti. Alcune gare hanno previsto cestini per i rifiuti. La cosa è da perfezionare, perché occorre mettere i cestini almeno 400mt dopo il ristoro (e non dopo 30 metri!), i cestini devono essere ampi in modo che il lancio effettuato a 9-15 km orari possa centrare l’obiettivo! Altro comportamento da tenere in gara è senz’altro il rispetto del percorso, che va seguito senza tagliare rendendolo più corto. In questi anni podisti.net ha documentato situazioni grottesche e davvero imbarazzanti. Un altro punto da rivedere (ed eliminare) è senz’altro l’assistenza in gara tramite accompagnatori soprattutto in bici, ma anche in moto e auto. O eventualmente da podisti senza pettorale.
  4. Il dopo gara. Molte corse, soprattutto quelle più lunghe, prevedono spogliatoi per cambiarsi, zona massaggi, ristoro finale. La stanchezza è molta, ci si scambiano battute e impressioni. Anche in questo caso il principale problema è lo smaltimento dei residui: tanta carta e plastica viene lasciata al suolo… In una gara che ho corso qualche anno fa e che terminava su una spiaggia, la scena era ancora più impressionante. E’ utile fare di tutto per sporcare il meno possibile, ricordando che siamo in centinaia (forse migliaia) a calpestare gli stessi (pochi) metri quadrati.

L’etica, in realtà, è un cammino di liberazione e di armonia. Ci sono sicuramente altri ambiti del nostro amato sport che hanno bisogno di un ordine migliore. Vi invito a farci conoscere il vostro pensiero su altre ‘situazioni podistiche’.

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