Una Quaresima da runner
La Quaresima 2020 inizia per i runner con grandi preoccupazioni. Soprattutto al Nord del Paese sono numerose le gare saltate in programma domenica 1 marzo, e altre stanno attendendo notizie “dall’alto” per capire cosa fare. La tanto attesa maratona di Bologna e quella di Tokyo, entrambe in programma domenica, sono le prime vittime della situazione. Il mondo podistico nostrano è in fibrillazione. Si consultano più volte al giorno i siti Internet delle gare o i profili Facebook, per avere notizie fresche e regolarsi di conseguenza.
Chi corre non improvvisa niente, tutto deve essere opportunamente studiato e programmato: percorsi gara, altimetria, distanza da casa, abbigliamento, rifornimenti alimentari, ecc.
La precarietà podistica di questi giorni ha una sorta di attinenza con la Quaresima che i cattolici iniziano oggi mercoledì 26 febbraio. La Quaresima è tempo di penitenza, un periodo di sobrietà. Si ricerca l’essenziale della vita per non smarrirsi. E cosa è essenziale per noi che calpestiamo ogni settimana chilometri su e giù nelle strade, nei parchi, sui lungomare o lungofiume delle città dove viviamo? Direi anzitutto la bellezza della corsa che è un gesto naturale appreso spontaneamente da bambini. Correre ci riporta alla dimensione del gioco, così importante in tutte le epoche della vita. Continuiamo a giocare, a competere, per esorcizzare i malanni della vita, coronavirus incluso.
Forse è essenziale per noi anche stare bene, in salute, fisica e psicologica, in pace con noi stessi e con il mondo attorno a noi. Tanti sperimentano la corsa come un ‘farmaco’ utile per non rinchiudersi, per continuare a vivere in una dimensione di apertura così difficile da realizzare quando siamo oberati da problemi e malanni. Correre inoltre ci purifica dalle tossine che possono avere i nomi più vari: delusioni lavorative o affettive, contrasti relazionali, perdita di persone care, contrattempi, ma anche sovrappeso e cattive abitudini che condizionano e affossano l’esistenza.
Un’ultima attinenza con la Quaresima è forse la dimensione della solidarietà che, come podisti, abbiamo occasione di esercitare in numerose circostanze. Attendere un compagno nel corso di una gara, interessarci a chi ha avuto un infortunio ed è fermo da qualche settimana (o mese), sostenere progetti solidali spesso correlati alle gare alle quali siamo iscritti. Fece il giro del mondo lo scorso agosto il video che riprendeva un runner in maglia rossa che, in zona World Trade Center a New York, si ferma accanto ad un clochard e gli lascia le scarpe da corsa, per continuare scalzo il suo percorso verso casa (ndr: ecco l'articolo del nostro Rodolfo Lollini che lo scorso agosto raccontava il fatto). Fa bene, a noi e al prossimo, l’essere solidali anche con il Creato, che proviamo a rispettare prima, durante e dopo gare ed allenamenti, non lasciando rifiuti in giro e rispettando il luogo che ci ha visti correre in libertà per qualche ora.
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