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Mar 29, 2020 7226volte

Roberto De Benedittis: un addetto ai lavori che dice 'basta al linciaggio'

Roberto De Benedittis guarda il cartello perplesso, preoccupato, arrabbiato Roberto De Benedittis guarda il cartello perplesso, preoccupato, arrabbiato

Romano, sposato, due figli, 56 anni compiuti da poco e alle spalle una vita spesa nello sport; e certamente così continuerà ad essere in futuro. Roberto è stato presidente di due società, ACSI Campidoglio (fino al 2013) e ACSI Italia; direttore generale di Vivicittà e della Roma-Ostia; ideatore e organizzatore dell’Appia Run, una gara di 14 chilometri che ogni anno ospita oltre 5.000 partecipanti, tra competitivi e no. Dal 2017 è coordinatore della Rome Half Marathon Via Pacis. Ha ideato, promosso e sostenuto numerosi progetti a favore dello sport, non solo in ambito di atletica leggera; tanti gli incarichi portati avanti come consulente, redattore, addetto stampa di riviste e manifestazioni. Ci sarebbe altro da aggiungere, ma credo che questo basti a identificarlo come un “addetto ai lavori”.
Da osservatore attento del nostro settore è letteralmente esploso nel vedere quanto sta accadendo nel nostro settore. E, nel suo stile aperto e diretto, ha espresso tutto il suo rammarico, e direi anche la rabbia, attraverso questa sua comunicazione. E’ un po’ lunga, ma vale la pena leggerla tutta, e con molta attenzione. 

Ma prima, gli ho chiesto un chiarimento: eccolo.

Roberto cosa ti ha spinto a scrivere questo post?

"Prima di tutto vorrei chiarire che il post fa riferimento diretto al cartellone che ho visto esposto nelle strade di Cagliari, ed è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo giorni che ascoltavo messaggi fuorvianti che indicavano come il problema numero uno quelli che correvano. E' ovvio che siamo in una situazione drammatica e dove la cosa migliore è stare a casa, ma sentire costantemente indicare coloro che fanno quel minimo di attività fisica consentita, come portatori di possibile contagio, mentre vedo metropolitane, autobus pieni, file al supermercato ed al tabaccaio, mancanza di mascherine, e negli ospedali di guanti, ventilatori ecc., mi è sembrato troppo. I podisti sono quelli che tengono alla propria salute, e quindi sono un esempio di ciò che si dovrebbe fare tutti i giorni "prima" dell'arrivo della pandemia. Come ha scritto qualcuno, il cartellone, in tempi di salute, dovrebbe essere "Da quando ho visto mia madre entrare in ospedale ho capito che dovevo cominciare a correre". Ma questa campagna non la vediamo mai nelle nostre città."

Questo il post:

ORA BASTA!

La campagna di odio contro chi tenta di svolgere quel minimo di attività motoria consentita dalle leggi vigenti è arrivata a dei livelli inaccettabili. Inaccettabili per l'ignoranza con cui si svolge, inaccettabili per la mancanza di razionalità con cui tutti i canali, televisivi, istituzionali, social e chi più ne ha più ne metta, la stanno diffondendo.

Ormai non c'è trasmissione televisiva dove allo "state a casa" non sia accompagnato un richiamo a "quelli che fanno la corsetta".

Partiamo da un presupposto, che tutti gli scienziati ci hanno spiegato in tutte le salse: Il contagio avviene attraverso la trasmissione diretta tra uomo e uomo del liquido che noi trasferiamo nell'aria quando parliamo, respiriamo ecc.

Se sei infetto (non hanno ancora ben chiaro se asintomatico o con pochi sintomi) e hai una goccina sulle mani, stringi la mano all'altra persona, gli trasferisci il virus, e poi l'altro si mette la mano sulla bocca, negli occhi o nel naso, la gocciolina può entrare nel suo corpo ed infettarlo.

Da questo, la precauzione di essere distanziati per evitare che chiunque, anche se inconsapevolmente infetto, trasferisca il virus ad altri.

Benissimo! Bisogna uscire da casa solo per le cose essenziali, lavoro, spesa alimentare, necessità, farmacia, salute.

Il Comitato Scientifico che ha dato i suggerimenti al Governo per l'emanazione dei Decreti di restrizione, ha intelligentemente inserito tra le varie necessità anche quella dell'attività motoria, seppur con delle restrizioni. Ad esempio si sono chiuse palestre e piscine, impianti sportivi, lasciando la possibilità agli atleti di livello nazionale e d'interesse olimpico di potersi continuare ad allenare negli impianti adeguati.

A quel punto decine, se non centinaia di migliaia di persone che fanno attività quotidiana in questi impianti, avevano due scelte: o fermarsi completamente e restare a casa H24 oppure continuare a tenere in forma il proprio fisico attenendosi alle normative, ossia fare attività da soli, possibilmente vicino a casa. Visto che tutti gli impianti sono chiusi, cosa si può fare per mantenersi in forma? Una bella corsetta! Ed ecco qui che ai runners "original" si sono affiancati migliaia di "runners di necessità".

Dove si va a correre preferibilmente? In un parco vicino casa. E allora i comuni cosa fanno? Chiudono i parchi! E allora dove si va? Per strada, con la gente che ti insulta dal balcone mentre si fuma la sigaretta comprata qualche ora prima facendo 30' di coda dal tabaccaio (rimasto rigorosamente aperto perché "essenziale"!).

Ed allora tutta questa "orda" di runners (ossia di gente che ha a cuore la propria salute), che probabilmente fa questo tutti i giorni o almeno 3/4 volte a settimana, viene additata come gli "untori" di manzoniana memoria.

A nulla servono i pareri di numerosi scienziati che continuano ancora oggi a dire che una moderata attività motoria, se fatta in situazione di isolamento, non aumenta il contagio e anzi, preserva chi lo fa dall'essere contagiato. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia, ove consentito, di fare attività dai 30 ai 45 minuti al giorno.

Niente da fare, Presentatori ignoranti, ospiti saccenti, politici autoritari, continuano questa "crociata", fino ad arrivare al Sindaco di Cagliari, che spende i soldi pubblici per la sua campagna indegna. Vedremo, finita questa tragedia, se spenderà un euro per una campagna contro il fumo (visto che questo virus attacca le vie respiratorie, sempre e comunque danneggiate sia dal fumo attivo che da quello passivo, oltre che dagli agenti inquinanti).

Siamo di fronte ad una tragedia che ha colpito il nostro paese più di altri, ed in alcune aree la situazione è al collasso. Abbiamo mille emergenze, dai guanti, alle mascherine, ai ventilatori, stiamo montando ospedali da campo, stiamo riconvertendo fabbriche, stiamo attrezzando spazi fieristici come ospedali; eppure il problema numero 1... sono quelli che corrono!

Altra motivazione: non bisogna correre per rispetto alle vittime! Come se si andasse a ballare in discoteca, o a fare qualsiasi attività ludica che non avesse un fine salutistico.

Bisogna tenersi in forma, proprio per rispetto ai tanti morti, che per età, situazioni patologiche in corso, non ce l'hanno fatta a superare la crisi. Per fare in modo, tenendosi in forma, di non essere contagiati. Ovviamente e rigorosamente mantenendo le distanze con altri cittadini.

In Campania, un anestesista è stato fermato dai Carabinieri mentre correva sotto casa in uno dei pochissimi spazi di riposo a lui concesso. Messo in quarantena per il decreto del Presidente della Regione Campania. Quindi abbiamo per 14 giorni un anestesista in meno in un'ospedale della Campania solo perché voleva tenersi in forma, magari solo per resistere due ore in più in ospedale.

Due farmaciste a Salerno mentre rientravano in bici dalla farmacia a casa, sono state prese a male parole e a secchiate d'acqua dal balcone.

Altri esempi si potrebbero fare, ma il post è già troppo lungo.

Da questa gravissima crisi abbiamo imparato alcune cose:

  1. Essere in salute non solo è una cosa importante per noi stessi, ma anche per gli altri. In questo caso essere in salute e non avere conseguenze anche se contagiati, significa non poter trasmettere il virus e creare quindi una sorta di "barriera" al virus stesso.
  2. C'è bisogno di una campagna fortissima contro l'ignoranza di chi non comprende come l'attività fisica non è solo un "passatempo", ma è un fortissimo presidio sanitario contro le malattie contagiose.
  3. Chi pratica sport non è immune dal contagio, ma ha molte meno possibilità di essere contagiato. Facendo questo, fa risparmiare alla sanità pubblica centinaia di milioni di euro, sempre, ma soprattutto in situazioni di questo tipo.

Quindi, al contrario, dopo che sarà terminata questa straordinaria epidemia, bisognerà guardare a chi corre come ad una persona da encomiare e non da insultare come si è fatto vergognosamente in queste settimane.

 

 
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