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Apr 04, 2020 Luigi Viganò 1330volte

Se il CONI fosse...

Se il CONI fosse... Foto:di Roberto Mandelli

Faccio mio l’invito di Lorenzini.  Non perché ritengo di fare parte degli addetti ai lavori, ma di essere un semplice Tesserato Fidal che porta (quelle poche volte che si presentano le occasioni) le sue esperienze ormai ventennali, appunto, in quanto tesserato.  Chi mi conosce da vecchia data si ricorda che io ritengo (da sempre) il CONI quell’entità governativa/fascista traghettata dopo la Liberazione nell’Italia Repubblicana con il più alto tasso di totalitarismo. Qualche benpensante penserà che esagero, e allora cercherò (tediandoVi il meno possibile) di darvi qualche elemento di riflessione tirando in ballo la pandemia.

Se il Coni fosse meno totalitario, avrebbe lasciato alla scuola lo sport scolastico e lei lo avrebbe gestito secondo i suoi canoni. Mi si dice che è uno dei mali dello sport italiano. Appunto, è sport scolastico ma gestito dal Coni.

Se il Coni fosse meno totalitario, avrebbe lasciato lo Sport Sociale agli EPS (Enti di Promozione Sportiva).

Se il Coni fosse meno totalitario, si sarebbe accontentato di fare quello che ora fa non alla perfezione, e cioè curare la Preparazione Olimpica degli atleti che lo meritano. Tra l’altro, per il CONI è un obbligo statutario.

Se il CONI fosse meno totalitario, lascerebbe alle Sue Federazioni un poco di libertà in più. Sono figlie sue, occorre vedere l’educazione (e lo sport è anche educazione) con gli occhi di un padre attento, non di un padre padrone.

Se mettiamo in fila tutti questi se, vedremmo che la falsa-farsa partita Sport vs/ Covid 19 non avrebbe mai avuto il fischio iniziale, perché lo stop allo sport scolastico sarebbe stato gestito dalla scuola stessa, cioè riprendono le lezioni, riprende anche lo sport. Lo scolaro sportivo faccia prima lo scolaro e poi lo sportivo.

Se lo sport sociale (altrimenti chiamato attività motoria) fosse gestito dagli EPS la farsa non sarebbe mai nemmeno partita, perché lo stop allo sport sociale sarebbe stato gestito dagli EPS con i loro canoni dell’attività amatoriale, cioè con quel tasso di agonismo che può coesistere con certe restrizioni.

Se il CONI avesse a cuore la sua funzione primaria, vale a dire salvaguardare l’olimpismo nazionale, avrebbe dato fiducia alle sue Federazioni, avrebbe loro richiesto l’elenco degli atleti olimpici o comunque di altissimo livello, ai quali, in caso di pandemia e relative restrizioni, sarebbero stati concessi quei privilegi(!?) e doveri che altre categorie di lavoratori hanno.

Mi rendo conto che questo affresco è puramente teorico, che la realtà è un’altra, ma, nella fattispecie, avrebbe ridotto la farsa Sport vs/ Covid   19 ad un semplice elenco di lavoratori-atleti da passare per il controllo ad altri lavoratori-vigilantes e tutti gli altri a casa! Compresi quei personaggi estensori di documenti coercitivi a raffica neppure degni di Totò, il quale nelle sue gags, lo sport lo trattava con più rispetto.

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