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Set 06, 2022 1134volte

Recensioni: Takeaway di Renzo Carbonera

Recensioni: Takeaway di Renzo Carbonera Immagini tratte dal film

Diffuso dalla RAI durante l’estate, ad un anno dalla prematura scomparsa di Libero De Rienzo, uno dei due protagonisti, il film racconta una storia di marcia e doping. E’ ambientato in un paese di montagna (riprese effettuate al Terminillo - RI), un tempo florida stazione alpina, ora in piena crisi ed inoltre siamo agli albori del crack finanziario mondiale del 2008. Film cupo, ricco di atmosfere nebbiose e di decadimento, scelte con il chiaro scopo di esaltare la tragicità della vicenda.

Maria (Carlotta Antonelli) è una giovane marciatrice che ha visto i suoi promettenti inizi bloccati da degli infortuni. Johnny, suo compagno ed allenatore (il bravissimo Libero De Rienzo) la spinge all’uso del doping che secondo il costosissimo fornitore non dovrebbe essere tracciato dai controlli WADA. Per lui si tratta di un dejavù, essendo già stato squalificato a vita per questo motivo.

Diciamo subito che malgrado l’impegno dei produttori, gli aspetti meno credibili della vicenda sono le ricostruzioni delle gare e degli allenamenti, aspetto peraltro comune in moltissimi film di ogni sport. Non si sente parlare una volta di un tempo, di una distanza, di un programma di allenamento. Si vedono tre atlete arrivare alla fine di una gara insieme sul traguardo senza provare uno sprint, quasi si trattasse di un allenamento. Giusto per citare solo le prime cose che ci vengono in mente. Forse è inutile anche soffermarsi a valutare le analogie con analoghe vicende della vita reale.

Molto interessanti sono invece gli aspetti psicologici della vicenda, ben raccontata nel lungometraggio del regista Renzo Carbonera. Come Johnny convince la riluttante e ben più giovane compagna a scegliere questa strada, in un misto di autorevolezza ed amore. Bravi anche gli altri personaggi, a partire dai genitori, interpretati da Paolo Calabresi ed Anna Ferruzzo, complici consapevoli di quanto accade. Ipocritamente obnubilati dall’idea di avere una figlia trionfatrice in qualche gara regionale e chissà, un domani proiettata verso allori internazionali. Poi c’è Tom (Primo Reggiani), un ex atleta di Johnny che si è “rovinato” la carriera dopo essere stato trovato positivo.

Visto che solitamente non ci piace essere vittime di uno spoileraggio ci fermiamo qui, ma consigliamo sicuramente la visione ed addirittura, come si faceva una volta ai cineforum, un dibattito finale tra amici, meglio se runner o marciatori. 

Rodolfo Lollini –Redazione Podisti.net

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