Rodolfo Lollini
Nadia Battocletti salva l’Italia agli Eurocross di Bruxelles
Un'immensa Nadia Battocletti tiene alto il tricolore ai ventinovesimi campionati europei di cross che si sono svolti oggi, domenica 10 Dicembre a Bruxelles. Dopo quattro titoli giovanili, l’atleta delle Fiamme Azzurre è la prima italiana a salire su un podio a livello assoluto e lo fa con una prestazione gagliarda, di rimonta, battuta solo dalla norvegese Karoline Bjerkeli Grovdal, al suo terzo titolo consecutivo. In una giornata uggiosa, all’ombra dell’Atomium, con un tracciato pieno di fango, una delle tre F del cross, insieme a freddo e fatica.
Un fango che probabilmente gli azzurri, alcuni per loro stessa ammissione, non sono stati capaci di affrontare nella maniera migliore. Ed infatti non troviamo nessun altro nostro atleta tra i top 10. E pure tra i primi venti ci sono solo l’under 20 Francesco Ropelato (12°) e Yeman Crippa, 13° tra gli assoluti, che in assenza dell’infortunato Ingebrigtsen incoronano il transalpino Yann Schrub.
Quarto posto della staffetta mista (Gaia Sabbatini, Mohad Abdikadar, Marta Zenoni e Pietro Arese) che però era campione uscente e lasciandoci andare ad una considerazione personale, queste gare con uomini e donne che gareggiano nella stessa frazione non ci piacciono per niente.
Anche a livello di classifiche a squadre poche soddisfazioni: arrivano quinte le donne, ottavi gli uomini. I team femminile e maschile under 23 si classificano rispettivamente al settimo e nono posto. Mentre negli Under 20 sono settimi i ragazzi e decime le ragazze.
Insomma, con il massimo rispetto per gli atleti, al netto della summenzionata “Santa Nadia”, giornata abbastanza anonima con un placing table che ci vede al nono posto, dietro Regno Unito, Francia, Belgio, Spagna, Norvegia, Irlanda, Germania ed Olanda.
Probabilmente alla RAI sapevano già come andava a finire e quindi hanno sacrificato la Battocletti e risparmiato sulla diretta, costringendoci ad improbabili zapping e faticose ricerche di streaming. Di certo molto meglio la valanga di medaglie che arrivano dagli europei di nuoto in vasca corta... Come abbonati senza possibilità di recesso, ringraziamo sentitamente.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Polemiche per le convocazioni agli Europei di Cross
Domenica 10 Dicembre avranno luogo a Bruxelles i ventinovesimi campionati europei di cross. Per il team italiano sarà una buona occasione per cercare di confermare il secondo posto nel medagliere ottenuto l’anno scorso in casa, grazie al trionfo di Nadia Battocletti nelle under 23, l’oro mozzafiato della staffetta mista con Arese, Del Buono, Bouhi e Sabbatini, e gli argenti delle squadre maschile e femminile under 23.
Le convocazioni hanno però provocato alcune polemiche, ma non è questo a fare notizia, in quanto in tutti gli sport il ruolo dei selezionatori della nazionale è da un lato piacevole, quanto ingrato e le discussioni quasi inevitabili. Il fatto è che questa volta, a nostro modestissimo avviso, le contestazioni hanno delle motivazioni che ci sembra valga la pena di descrivere.
A livello assoluti maschili, nella lista degli esclusi troviamo Sebastiano Parolini e Alessandro Lotta. Il problema sta nel fatto che negli ultimi due cross precampionato (il Cross della Carsolina e il Cross della Mandria) e che erano stati definiti anche da FIDAL e dagli organizzatori come “gare indicative”, “decisiva prova di qualificazione”, “tracciato simile ai prossimi campionati europei”, i due atleti del GAV Vertova, si sono classificati al secondo e terzo posto alla Carsolina ed al primo e al terzo alla Mandria…
Passando al femminile invece è successo quanto avevamo paventato lo scorso 2 Novembre quando avevamo titolato: “Carta Etica FIDAL con l’aiutino per i dopati?”. Descrivendo la deroga che era stata approvata in merito alle convocazioni in maglia azzurra. Puntualmente, alla prima occasione utile, è stata immediatamente “perdonata” dal Consiglio Federale un’atleta in passato squalificata per doping…
Insomma a Bruxelles andremo con una ex dopata, ma non con due atleti (peraltro di prospettiva, avendo 24 e 25 anni) che avevano messo in fila nelle prove indicative altri che invece saliranno regolarmente sull’aereo per la capitale belga.
Ciò premesso, può darsi che le nostre perplessità derivino da errate informazioni e quindi come sempre restiamo aperti ai commenti ed ai contributi dei nostri lettori e di tutte le parti interessate.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Ambrogino d’Oro a Giorgio Rondelli
Nella lunga storia dell’Ambrogino d’Oro, benemerenza istituita nel 1946 dal Comune di Milano per premiare personalità e uomini che hanno dato lustro alla metropoli meneghina, non sono mancate contestazioni per le scelte fatte ed anche qualche gran rifiuto.
Di certo non sarà il caso di Giorgio Rondelli che il prossimo 7 Dicembre, come da tradizione, si presenterà regolarmente alla premiazione e nessuno contesterà la scelta fatta.
Perché Rondelli ha speso la sua vita al freddo ed al caldo della montagnetta di San Siro, a seguire i suoi atleti. Ha fatto migliaia di chilometri per accompagnarli nei loro allenamenti. Chissà quanti giri avrà fatto intorno all’ippodromo. Ed ha portato all’Italia molte medaglie internazionali, tanti suoi atleti hanno vestito la maglia azzurra ed a livello di campionati nazionali vinti si parla di numeri a tre cifre. Che non provo nemmeno a fare perché di sicuro sarebbero sbagliati per difetto. Cova, Panetta, Goffi e tanti altri non possono che ringraziarlo. Anche quelli che ha “massacrato” di chilometri, senza successo, perché i chilometri, come dice lui, fanno male a chi non li fa…
Ed a 77 anni l’entusiasmo è invariato, anche eccessivo, secondo qualche giudice, in quanto in pista si spinge sempre ben oltre gli spazi riservati dal regolamento agli allenatori. Ma è Giorgio Rondelli e noi glielo perdoniamo. Adesso ha anche l’Ambrogino d’Oro, ma forse è meglio non chiedergli con quale altra medaglia lo baratterebbe ;-)...
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Tortu si racconta a “Formiamo i campioni di domani”
Chiusura in grande stile per il corso “Formiamo i Campioni di Domani” oggi sabato 4 novembre, presso l’Auditorium Testori nella sede di Regione Lombardia a Milano.
La lodevole iniziativa di FIDAL Lombardia, a supporto dei giovani talenti dell’atletica lombarda, si è articolata in diverse lezioni che hanno toccato, tra gli altri, temi come:
1) L’awareness: in un mondo in continua evoluzione, con un mercato che si allarga nelle alternative ma si restringe nelle potenzialità economiche, costruire un’immagine chiara e identificabile è fondamentale. Come fare per distinguersi? 2) Il posizionamento: come i brand anche gli atleti devono darsi un posizionamento che rispecchi i propri valori per costruire un’immagine credibile, coerente e duratura nel tempo 3) Come leggere un contratto: le domande da porre e i punti su cui focalizzare la propria attenzione.
Insomma si è cercato di dare un sostegno anche su temi non strettamente tecnici. Oltre a ciò verranno consegnate delle borse di studio da 1500 euro cadauna, grazie al sostegno di Regione Lombardia e di contributi privati, per cui è ancora aperta la raccolta.
I beneficiari sono giovani under 23 che abbiano vestito la maglia azzurra oppure si siano piazzati sul podio ai Campionati Italiani di categoria o ancora si siano inseriti nelle prime 10 posizioni delle graduatorie italiane di categoria 2022 o 2023: sono 33 i partecipanti, 30 invitati da FIDAL Lombardia e due “fuori quota” selezionati dal Politecnico come ex studenti dell’ateneo milanese. A frequentare il corso sono Arianna Algeri (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Alessandro Arrius (Osa Saronno Libertas), Stella Bersani (CUS Pro Patria Milano), Elena Carraro (Atletica Brescia 1950), Alessandro Carugati (Osa Saronno Libertas), Melissa Casiraghi (Team A Lombardia), Edoardo Corti (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Davide Delaini (Euroatletica 2002), Matteo Di Benedetto (Team A Lombardia), Beatrice Foresti (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Tommaso Franzè (Atletica PAR Canegrate), Gabriele Gamba (Atletica Riccardi Milano 1946), Daniele e Francesco Inzoli (Atletica Riccardi Milano 1946), Lucrezia Lombardo (CUS Pro Patria Milano), Edoardo Luraschi (Osa Saronno Libertas), Giorgia Marcomin (Osa Saronno Libertas), Eric Marek (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Stefano Marmonti (SOI Inveruno), Rocco Martinelli (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Chiara Minotti (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Alessandro Morotti (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Andrea Panassidi (CUS Pro Patria Milano), Jacopo Peron (Varese Atletica), Leonardo Pini (Cremona Sportiva Atl. Arvedi), Samuele Rignanese (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Jacopo Risi (Osa Saronno Libertas), Matteo Sioli (Euroatletica 2002), Matteo Togni (Bergamo Stars Atletica), Gabriele Tosti (Bergamo Stars Atletica), Valentina Vaccari (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Elisa Valensin (Atletica Bergamo 1959 Oriocenter), Aurora Volpi (Cremona Sportiva Atletica Arvedi) e Manuel Zanini (Atletica Gavirate).
Stamattina a parlare delle proprie esperienze sportive nell’ultima lezione sono stati il campione olimpico e vicecampione del mondo della staffetta 4x100 Filippo Tortu (affiancato dal padre e coach Salvino Tortu), la marciatrice Federica Curiazzi, quarta agli Europei 2022, e Sergio Borra, CEO di Dale Carnegie, uno dei più grandi formatori italiani, insieme a Lara Magoni, nella sua duplice veste di ex azzurra dello sci alpino e sottosegretario di Regione Lombardia con delega a Sport e Giovani. Il tutto sotto l’attenta regia del Presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri.
Tortu, che a sua volta è stato anche lui beneficiario di una borsa di studio del Progetto Talenti ad inizio carriera, ha aperto il proprio discorso rivolgendosi alla platea di giovani corsisti: «L’atletica giovanile serve per creare un metodo di lavoro, ma anche risultati prestigiosi come le medaglie internazionali giovanili sono solo un primo passo e non un punto di arrivo. Ho sempre pensato che vincere fosse la cosa più importante: quando nel 2021 non sono riuscito a entrare nella finale dei 100 metri dei Giochi di Tokyo mi sono reso conto di quanto sia importante il lavoro per arrivare fin lì, di come vincere o perdere fosse quasi la stessa cosa. In quei giorni ho ritrovato l’orgoglio di essere ai Giochi: l’ultima frazione della finale della 4x100 nasce in quel momento, perché ho sublimato la delusione trasformandola nell’energia che ho espresso nella frazione finale della staffetta. Anche quando non si raggiunge il proprio obiettivo, non si deve pensare che non ne sia valsa la pena. Nel 2024 vorrei far bene gli Europei in casa, in generale per la prossima stagione l’ambizione è vincere con la staffetta gli Europei e arrivare in finale individualmente alle Olimpiadi». Federica Curiazzi marcia 5000 km l’anno e nel frattempo insegna Lettere in un istituto superiore per geometri: «Ogni chilometro percorso genera una briciola di passione. Faccio mio un pensiero espresso da Salvino Tortu: “Quando pensi di aver dato tutto hai espresso solo il 40% del tuo potenziale”. Dopo gli Europei 2014 mi sono lasciata prendere dallo sconforto per non aver centrato l’obiettivo che mi ero prefissata: avrei ripreso quattro anni dopo in modo più consapevole, ritrovandomi dopo solo sei mesi sul podio degli Europei a squadre, anche grazie alla classe di Eleonora Giorgi». A proposito di Salvino Tortu, il coach e padre di Filippo è intervenuto nella lezione lodando la «lungimiranza del progetto FIDAL Lombardia» e spiegando come per crescere nell’atletica ad alto livello «non si debba avere fretta: la piantina non va mai innaffiata con troppa acqua».
Nelle interviste a margine del congresso, Filippo Tortu ha raccontato ai giornalisti che si sta allenando con profitto, anche se ovviamente è all’inizio della preparazione. In ogni caso il lavoro in Arena o anche al Campo Giuriati prosegue bene, così come gli allenamenti in palestra. Per gennaio prevede di effettuare una trasferta al caldo. Allo scopo di essere al top in estate, ha deciso di saltare la stagione indoor e in accordo con il coach, ha anche rinunciato al “tentativo” fatto l’anno scorso relativo alla tecnica di partenza “all’americana”. Resta comunque molto ottimista, visto i due mesi di distanza, di potere essere competitivo sia a giugno per gli europei in casa che ad agosto per i giochi olimpici e ritiene che mai come oggi la squadra di staffetta abbia almeno una dozzina di elementi di valore, in cui va certamente incluso anche Eric Marek uno dei “borsisti odierni”.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Carta Etica FIDAL con l’aiutino per i dopati?
Fa ancora molto discutere la decisione di fine settembre del Consiglio Federale FIDAL relativa ad una deroga alla Carta Etica di cui alleghiamo qui il testo integrale.
Riassumendo la questione, la deroga riguarda il penultimo capoverso di questo documento che recita così: “Chiunque incorra in squalifiche pari o superiori ai due anni, sulla base delle attuali normative anti-doping, perde, da quel momento, il diritto a vestire la Maglia Azzurra, simbolo sportivo dell’Italia”. Deroga che sarà possibile: “...nel caso in cui vi sia un voto all’unanimità e laddove ricorrano i seguenti requisiti, o almeno due su tre: a) condotta commessa entro il compimento del ventitreesimo anno di età; b) valutazione delle modalità di realizzazione della condotta come accertata dagli organi di giustizia competenti; c) assenza di ulteriori condanne disciplinari e/o di procedimenti in corso”.
Trovando la decisione incomprensibile, abbiamo provato a parlarne con Roberto De Benedittis, dal 2013 presidente dell'ACSI Italia Atletica, società femminile, vincitrice di 14 scudetti assoluti, Responsabile Nazionale Atletica Leggera ACSI e quel che più conta Coordinatore del gruppo di opposizione all’attuale presidenza FIDAL denominato L’atletica.
Buongiorno De Benedittis e grazie per la sua disponibilità. Leggendo la notizia in questione siamo restati molto stupiti per due aspetti. In Consiglio state facendo, giusta o sbagliata non sta a noi deciderlo, un’opposizione molto dura e poi votate all’unanimità questa deroga? Deroga che sembra un’istigazione a delinquere per i giovani in quanto se a) hai meno di 23 anni e c) è la prima volta, copri due punti su tre e potresti essere perdonato?!?
"Grazie a Voi per la possibilità di chiarire, partendo dal presupposto che io non sono un Consigliere Federale, ma coordino il gruppo di opposizione che avete menzionato dall’esterno. Cerco di spiegare come sono andate le cose. L’attuale maggioranza poteva tranquillamente cancellare quel divieto, appunto a colpi di maggioranza (Ndr: come ha fatto con tutte le altre decisioni che ha preso fino ad oggi ed è nel suo pieno diritto). Abbiamo fatto una opposizione molto dura ed alla fine siamo contenti che la Carta Etica (Ndr: promulgata nel 2013 da chi ora è all’opposizione) non è cambiata di una virgola. Ogni decisione dovrà passare per un voto all’unanimità, anche se è chiaro che in qualsiasi momento il Presidente Federale può anche promulgare un amnistia”.
Ringraziando il nostro interlocutore e passando alle nostre interpretazioni, è abbastanza chiaro che dietro queste discussioni astratte ci siano invece situazioni concrete. Almeno due. Preferiamo non fare nomi, ma solo allusioni al protagonista di un reality show in TV e ad un’atleta che va molto forte ma che è inciampata in un problema di droghe pesanti. Come il principe de Curtis in “Totò, Peppino e la malafemmina", anche noi siamo uomini di mondo, avendo fatto il militare in provincia di Cuneo e ci fermiamo qui. Ben lieti di dare la parola ad altre parti in causa, se ci contatteranno.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
GiroRoad 2023: vincono Lisa Corghi e Stefano Scala
Segnaliamo con simpatia l’iniziativa dei Road Runners Club di Milano, gruppo storico e con oltre 500 tesserati che visto i numeri non si accontenta di organizzare una gara sociale, ma un campionato con ben 11 prove distribuite nel corso dell’anno, toccando distanze e “specialità” diverse. Sono dieci prove di corsa, ma anche una ciclistica che di solito si svolge sul velodromo di Biringhello a Rho (MI). Altra caratteristica molto particolare della competizione è quella che fin dalla seconda tappa i leader provvisori della classifica hanno l’onore d’indossare la maglia rosa del GiroRoad. Benché manchi ancora una gara al termine, Lisa Corghi e Stefano Scala si sono già matematicamente aggiudicati il titolo e sono qui ritratti sorridenti, ovviamente in maglia rosa.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Dedicato a Cristina Lena ed a tutti i runner del paradiso
Il 29 Ottobre 2009, a causa del male del secolo, Cristina Lena moriva prematuramente a soli 42 anni. Nel giro di dodici mesi perse il lavoro e poi la vita, ma mai il sorriso che l’accompagnò anche una settimana prima della sua morte. Quando venne in visita agli indaffarati compagni del GS Montestella, in occasione dell’omonimo trofeo che dall’anno successivo gli è stato intitolato, così come il Miglio di Cristina. Quel giorno avrebbe avuto tutte le ragioni per lamentarsi, ma non è mai stata nella sua indole farlo. Si mise in un cantuccio e come sempre si mostrò genuinamente interessata agli altri. E quando stava bene ed andava come un razzo, non l’ho mai sentita parlare di se stessa se non per rispondere ai nostri complimenti. Sempre gentile, sempre sincera. L’unica bugia la raccontò al padre, dicendo che frequentava un corso per imparare a lavorare al computer, mentre invece faceva i cicli di chemioterapia. In occasione del compleanno la società mandava a tutti i soci un tradizionale biglietto di auguri con la posta ordinaria. Erano tutti vergati a mano da lei e quando li ricevevi, capivi subito che non si trattava di una prassi o di un atto dovuto, in quanto traspariva chiaramente tutto il suo personale affetto.
Aveva cominciato tardi, dopo aver corso in bicicletta, ma era un talento. Vinse diverse gare in Lombardia. Pista, cross, 10k e per superarla dovevano arrivare atlete assolute della nazionale. Da over quaranta, in mezza maratona era scesa sotto l’ora e venti e gli spazi di miglioramento erano ancora notevoli, malgrado l’età. Mi dispiace veramente di non averla mai convinta a partecipare a campionati nazionali o internazionali. Fosse stata ancora viva, qualche settimana fa l’avrei portata a forza fino a Pescara per vincere una medaglia agli europei. Ci avevo provato ai tempi, ma era troppo schiva e modesta.
Quando penso a Cristina mi vengono sempre in mente le parole che il Presidente Giampiero Boniperti dedicò a Gaetano Scirea. Un campione, ma un grande gentiluomo che era rispettato anche da chi non era un tifoso juventino. Sempre signorile, mai un’espulsione, malgrado giocasse in difesa. Una volta, durante un Fiorentina-Juventus, cominciò una zuffa tra viola e bianconeri. Scirea arrivò e disse a tutti: “Non vi vergognate? In tribuna ci sono i vostri familiari che vi guardano!” E tutti si calmarono immediatamente. Boniperti diceva di Scirea due cose che io faccio mie e ripeto per Cristina. La prima era che: “non c’è stato nessuno nel nostro mondo che dopo avergli parlato una volta, non sia diventato suo amico”. La seconda che: “l’uomo ha superato il calciatore”. E anche questo vale per Cristina e sarebbe valido anche se fosse diventata, come Gaetano, campionessa del mondo.
Che lei e tutti i runner del paradiso possano riposare in pace
Rodolfo Lollini
7 Campanili, centinaia di gradini e 109 anni di storia
Uno dei ricordi della mia fanciullezza, incollato alla TV per vedere il “Carosello” prima di andare a nanna, era legato al cartone animato pubblicitario di un’industria di stufe che si trovava a Cavaria con Premezzo (VA). Il ritornello cominciava con : “A Cavaria city c’è…” e mi è restato in testa ancora adesso (per i curiosi o i nostalgici, qui trovate il video). La maturità e l’approccio con il running, mi ha successivamente portato in questa cittadina per altri motivi, ovvero conoscere e correre una delle gare più longeve del panorama podistico italiano.
Sto parlando del Cross Country dei 7 Campanili, giunto oggi, domenica 22 Ottobre 2023, al compleanno numero 109, seppure con qualche battuta di arresto negli anni 70. Già questo basterebbe per un fragoroso applauso, ma di certo non si arriva fino a questo punto se l’evento non fosse più che valido sotto tutti i punti di vista, proponendo percorsi per tutte le età e le prestazioni. Dal giro da 1 km dedicato ai bambini per terminare con la prova principale, quindici chilometri abbondanti in quel gradevole per la vista ed impegnativo per le gambe, su e giù offerto dalla provincia di Varese. A fare da vigili, o silenti testimoni, o forse meglio principali pietre miliari del tracciato, ci sono sette chiese con relativi campanili che danno il nome alla manifestazione. Evento che balzò agli onori della cronaca, non soltanto sportiva, il 22 febbraio del 1925. Ai tempi gli editori del quotidiano Corriere della Sera facevano uscire una rivista settimanale chiamata appunto "Domenica del Corriere". Popolarissima anche perché internet e TV non esistevano ancora. La sua copertina non aveva fotografie, ma il dipinto del famoso disegnatore Achille Beltrame che già da solo assicurava una parte sostanziosa delle vendite. Quel giorno Beltrame raffigurò uno dei punti più suggestivi della corsa, ovvero la scalinata di Orago, mentre veniva affrontata dagli atleti seguiti da moltissimi spettatori. Uno strappo di 60 metri per 25 di dislivello al 32%. Ideale per staccare gli avversari. Questa asperità, insieme alla scalinata di Santo Stefano (140 metri, 30 di dislivello al 20%) che si trova nella prima parte della gara, sono il marchio di fabbrica della corsa. Indelebile.
Venendo ai giorni nostri, ecco i nomi dei protagonisti sui 15 km di questa gara che era la tredicesima ed ultima prova del “Piede d’Oro” 2023, storico circuito del varesino che premia anche le società presenti più numerose. Oggi il primo gruppo è stato quello dei Runners Valbossa. La gara principale, che nel passato ha anche ospitato il campionato italiano, ha visto come vincitori Lhoussaine Oukrid (trentanovenne ottocentista da 1’49”) in 53’17” e Barbara Bennati in 1h09’07”.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
Lanciato il “Progetto Talento” di FIDAL Lombardia
Germano Lanzoni, l’attore comico che da il volto al “Milanese Imbruttito”, insieme a Filippo Tortu e Federica Curiazzi, marciatrice quarta agli Europei 2022 nonché quindicesima e prima italiana ai Mondiali 2023 nella 35 km, sono i testimonial del “Progetto Talento” di FIDAL Lombardia. La duplice iniziativa che prevede una raccolta fondi e come capita ai nuovi giocatori della NBA, dei corsi di fondazione a favore delle giovani promesse e dei loro tecnici. Se volete divertirvi, ma anche capirne un pò di più, troverete qui il link col video che coinvolge i tre testimonial, insieme al Presidente Gianni Mauri. Per informazioni più dettagliate ecco invece un brano dell’articolo a firma Cesare Rizzi pubblicato dal sito https://www.fidal-lombardia.it/
Lo scorso 27 settembre è scattata la nuova edizione del “Progetto Talento”, non solo attraverso il corso di formazione “Formiamo i Campioni di Domani”, ma anche attraverso una campagna dal claim estremamente significativo: “Metti la tua firma sul futuro di un campione”.
A un anno dalla fortunata esperienza dell’autunno 2022 (che permise di erogare 26 borse di studio) torna di grande attualità, nel mondo dell’atletica lombarda, la parola “crowdfunding”, un termine che fa eccezionalmente rima con “firma”: le borse di studio FIDAL Lombardia sono uno strumento importantissimo per i giovani talenti per venire incontro alle spese che un’attività atletica giocoforza richiede, l'acquisto di scarpe o altre attrezzature alla fisioterapia e alle spese per viaggi e trasferte fondamentali per crescere sul piano agonistico e tecnico. Tutti coloro che nella passata campagna contribuirono alla raccolta di quasi 27.000 euro hanno messo idealmente una piccola firma sui risultati dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze nell’ultima estate: solo per citare qualche nome, gli atleti che hanno ricevuto una borsa di studio lo scorso 21 gennaio sono approdati a un argento europeo Under 23 (Alexandrina Mihai nella marcia 20 km), a una semifinale mondiale Assoluta conquistata (Mario Lambrughi nei 400m ostacoli) e una sfiorata all’esordio (Francesco Pernici negli 800m), a tre medaglie al Festival Olimpico della Gioventù Europea Under 18 (Erika Saraceni oro nel triplo, Valentina Vaccari argento e Matteo Togni bronzo nelle staffette 100+200+300+400) e altri cinque piazzamenti individuali in top 8 tra Europei Under 20 e Under 23, tutto questo in un solo spicchio di stagione internazionale!
Quest’anno la prima a mettere la firma sul domani dei futuri campioni dell’atletica leggera sarà Regione Lombardia, che supporterà l’iniziativa con una dote complessiva di 24.000 euro per 16 borse di studio da 1500 euro l’una, ma resta importante il supporto dell’atletica in tutte le proprie componenti, dalle società ai singoli (atleti, famiglie di atleti, tecnici, dirigenti, semplici appassionati). Un esempio virtuoso è portato dai Cremona Runners (fautori il prossimo 15 ottobre di una bellissima manifestazione come l’Half Marathon Cremona, che verrà presentata ufficialmente sabato 7 ottobre): il sodalizio cremonese per il secondo anno consecutivo ha donato una cifra importante a sostegno dei giovani della nostra atletica regionale.
L’obiettivo della campagna di crowdfunding è raccogliere almeno 16.000 euro (il LINK per donare: https://www.ideaginger.it/progetti/metti-la-tua-firma-sul-futuro-di-un-campione.html) entro sabato 11 novembre e consegnare almeno 32 borse di studio, tra contributi di Regione Lombardia, donazioni degli appassionati e quanto stanziato da FIDAL Lombardia, sempre affiancata da BCC Milano, la più grande banca cooperativa della Lombardia. Destinatari e destinatarie delle borse di studio saranno atleti tra i 15 e i 23 anni tesserati per società lombarde che siano, in alternativa, matricole azzurre o convocati in una rappresentanza nazionale nell’ultimo biennio oppure che abbiano raggiunto il podio nel Campionato Italiano di categoria quest’anno o ancora abbiano conseguito una delle migliori 10 prestazioni della propria categoria sempre nel 2023. La cerimonia di consegna delle borse di studio è prevista per sabato 2 dicembre alle ore 10:00 in Sala Biagi a Palazzo Lombardia.
“FORMIAMO I CAMPIONI DI DOMANI” – Come scritto in apertura è la denominazione del corso di formazione organizzato da FIDAL Lombardia e da EIS (agenzia di comunicazione e management): una proposta nata in collaborazione con il Master Internazionale in Sport Design and Management (Politecnico di Milano e GSOM-Master School of Management), lo studio legale LCA, Dale Carnegie (multinazionale americana di formazione aziendale e manageriale) e Regione Lombardia che ha preso il via il 27 settembre con tre lezioni nell’Aula Magna del Politecnico di Milano in Piazza Leonardo da Vinci. L’iniziativa si propone di formare atleti e atlete che si stiano affacciando a una dimensione sportiva nazionale e internazionale, coinvolgendoli in un percorso formativo per gestire efficacemente la propria carriera anche al di fuori degli aspetti più strettamente prestativi. L’obiettivo è quello di far prendere coscienza ai giovani talenti e ai loro allenatori di tutti gli aspetti che possono favorire o inficiare la loro carriera sportiva, indipendentemente dalle loro potenzialità tecnico-atletiche.
Nella mattinata di “kick off” si sono succedute tre lezioni: la prima, “Uno stile di vita da campione”, è stata condotta dal dottor Rodolfo Tavana, ortopedico e medico dello sport per anni figura di riferimento nello staff sanitario del Milan; la seconda ha visto l’intervento dell’avvocato Lorenzo Vittorio Caprara (studio legale LCA): il tema è stata la scelta di un manager e la gestione del primo colloquio e del rapporto con gli sponsor; terzo argomento trattato è stato il rapporto con i media: in una tavola rotonda condotta da Marco Marchei, sono intervenuti apprezzati giornalisti di media diversi, dalla carta stampata (Andrea Buongiovanni per La Gazzetta dello Sport) alla radio (Silvio Lorenzi per Radio 24) fino alla televisione (Sabrina Gandolfi per la Rai, Nicola Roggero e Federica Frola per Sky e Ida Barone per Mediaset), a raccontare come gestire al meglio le relazioni con gli operatori dell’informazione. Il corso prevede anche tre lezioni online nel mese di ottobre (nei prossimi giorni sarà prevista una news dedicata) e un evento finale, sabato 4 novembre, presso l’Auditorium Testori nella sede di Regione Lombardia.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
L’ex ciclista Dumoulin chiude la mezza di Amsterdam in 1h10’04” !
La storia è piena di ciclisti che scesi dalle due ruote si sono messi a correre con risultati più che discreti, come ad esempio Davide Cassani, corridore professionista, ex CT dell’Italbici e successivamente capace di chiudere una maratona in 2h53’. C’è stato anche chi ha fatto meglio di lui, ma sempre con dei tempi che si potevano considerare ottimi per i migliori amatori.
Quello che invece ha fatto domenica scorsa Tom Dumoulin, comincia ad essere un risultato da professionista del running, magari non da campione, ma ci siamo vicini. Olandese di Maastricht, l’ex vincitore del Giro d’Italia 2017 ha corso la mezza maratona di Amsterdam che ha chiuso al 21mo posto assoluto, in 1h10’04”. Performance all’insegna della regolarità, ma questa non è una sorpresa visto che parliamo di un Campione del mondo a Cronometro che in questa specialità vanta un bottino di sette medaglie tra giochi olimpici ed iridati. E che era sicuramente alla sua portata in quanto nel 2022 aveva già corso i 10 chilometri in 32’38”.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net