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Mar 18, 2023 Angelo Marchione- Ambasciatori sport Asti 1098volte

Maratona di Tokyo: quanta ansia per coronare il sogno

Foto di gruppo Foto di gruppo Foto Marchione

Numeri da record per la sedicesima edizione che ha visto al via 38000 concorrenti di cui 12000 stranieri. Dopo l’annullamento della edizione 2020 causa covid 19, l’attesa per il grande evento era notevole. Molti runners rincorrevano questa maratona da 4 anni e si sa che è difficile parteciparvi.
Le attese non sono state deluse anche se l’organizzazione non ha certo brillato per alcune decisioni prese all’ultimo momento. L’Expò ha visto la partecipazione nei tre giorni di apertura di oltre 66000 persone. Un poco caotico per la non perfetta distribuzione dei pettorali e disposizione dei padiglioni. Per ritirare il pettorale occorreva presentare una app ufficiale dell’0rganizzazione nella quale il runner doveva registrare, dal 26 febbraio al 5 marzo, giorno della gara, i propri dati riguardanti temperatura corporea e stato generale di salute. Al ritiro del pettorale venivano consegnate due confezioni per eseguire il test antigenico per il covid 19 in autodiagnosi. Il test non era correlabile col pettorale. Per partecipare  alla corsa occorreva dimostrare di avere completato le tre fasi di vaccinazione previste dai singoli paesi di provenienza. Norme di prevenzione da rispettare in quanto il Giappone fino a fine marzo 2023 risulta ancora soggetto alle restrizioni adottate per la pandemia.
L’organizzazione pochi giorni prima della corsa aveva modificato la norma per il deposito borse-cambio vestiti a fine gara. Solo i runners giapponesi avevano diritto al deposito borse. I runners arrivati in Giappone con organizzazioni e tour vari erano esclusi. Per loro era consentito portare uno zainetto al seguito con qualche indumento. Moltissimi runners hanno corso con il back pack.
Durante il ritiro dei pettorali all’Expò, come anche ai molti controlli prima della partenza, la app ufficiale non funzionava bene, per cui molti runners hanno corso il rischio di non potere partecipare all’evento. A pochi minuti dalla partenza l’organizzazione ha poi permesso a tutti di accedere ai corrals perché non era in grado di controllare nel poco tempo a disposizione un così grande numero di persone. Sempre in partenza l’organizzazione in un primo momento aveva vietato di disfarsi dell’indumento e/o 'plastichina' che generalmente serve al runner per ripararsi dal freddo all’inizio gara, poi la decisione è rientrata.
Finalmente si parte. Una marea di gente invade un percorso stradale molto paesaggistico con leggeri saliscendi che si intervallano a lunghi rettilinei. Ristori di acqua e sali minerali quasi ogni 3 km. Una marea di volontari che presidia ogni incrocio, supporto medico ai corridori sia in postazioni fisse che volanti con bicilette. Durante la gara i piccoli rifiuti che un runner solitamente produce, come le bustine di gel e simili, venivano consegnati ai volontari posizionati quasi ad ogni km. Risultava impossibile uscire fuori dal percorso di gara se non per usufruire dei WC che erano disposti in strade laterali distanti anche 500 mt.  Se uno aveva bisogno di andare al bagno il suo tragitto in maratona aumentava di molte centinaia di mt. 
Il tempo limite per concludere la gara era stato fissato a 7 ore dallo sparo della prima ondata. Le persone che si trovavano negli ultimi corrals erano penalizzate di 20-30 minuti. Una altra cosa non piacevole erano i cancelli di transito a tempo al quinto, decimo, ventesimo, trentatreesimo e trentottesimo km. L’orario di chiusura del checkpoint era stato stabilito per la gestione del traffico, per la sicurezza e per la competizione. In caso di notevole ritardo anche al di fuori del checkpoint, la competizione poteva anche essere annullata.
Oltre al tempo di gara ridotto, i runners meno abili sono stati soggetti ad una ulteriore penalizzazione: transitare ai cancelli nei tempi ritenuti idonei dalla organizzazione. Dopo il transito degli ultimi runners, squadre di volontari e operai rimuovevano le barriere e pulivano velocemente le strade rendendole subito agibili al traffico.

A Tokio ho coronato il mio sogno di concludere le six majors, ma non sono contento. Le difficoltà incontrate non mi hanno permesso ,di vivere la gara e i giorni precedenti come una festa e con quell’ entusiasmo che solo la maratona può darti. Alla maratona di Tokyo devi seguire delle regole ferree che mi hanno messo ansia. Forse il prossimo anno si risolveranno i contrattempi che hanno interessato questa edizione e si potrà correre una maratona normale.

Ma io sicuramente sarò a correre quella maratona che ho sempre amato che mi ha sempre dato un senso di libertà ineguagliabile; quella maratona che non mi ha mai costretto a correre in affanno perché l’Organizzazione ha l’impellente bisogno di rendere agibili le strade al traffico cittadino nel più breve tempo possibile.

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