Direttore: Fabio Marri

* Per accedere o registrarsi come nuovo utente vai in fondo alla pagina *

Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Eccoci a completare il team azzurro: dopo Laura Gotti, Fatna Maraoui e Sara Dossena, è la volta di Catherine Bertone. Ricordo che, purtroppo, la sfortunata Giovanna Epis non potrà essere della partita, come descritto in un altro pezzo

http://www.podisti.net/index.php/notizie/item/2133-maratona-berlino-2018-forfait-di-giovanna-epis.html

Se è un buon segno arrivare ad un impegno agonistico, ottimisti e convinti di aver fatto tutto bene, e di poter fare ancora meglio, la dottoressa Bertone ha già vinto la sua gara. Già, perché è un classico dichiarare problemi avuti e magari nemmeno risolti del tutto, una preparazione imperfetta e tutto quanto possa incidere negativamente sulla prestazione; talvolta è vero, in altri casi serve ad esorcizzare la paura. Catherine Bertone ha dichiarato senza se e senza ma di stare bene, di aver fatto tutto quello che doveva fare ed è fiduciosa di fare una buona maratona. 

Si presenta col miglior tempo di accredito, 2:28:34, ottenuto proprio qui alla maratona di Berlino (settembre 2017) e con l’età… della meno giovane, eppure ciò che riesce a fare dimostrerebbe proprio il contrario. Questo tempo rappresenta anche la miglior prestazione mondiale master, categoria W45. 

Nata nel 1972 in Turchia, da grande decide di fare il medico. Anche per questo la sua storia nell’atletica, e il suo salto di qualità, arriva molto tardi, dopo aver “sistemato” la famiglia; infatti, dopo la nascita della secondogenita Emilie, comincia ad andare sempre più forte, con diversi passaggi nella corsa in montagna. Nel 2011, proprio a Berlino (un segno del destino? la città del suo personal best nel 2017 ed ora della maratona europea) corre in 2:36:00; si migliora più volte negli anni successivi. Nel 2016, direi a furore di popolo, partecipa alla maratona olimpica di Rio, portandosi a casa un ottimo nono posto tra le europee. 

Supportata dal marito, Gabriele Beltrami, ex buon runner (un SM40 con mezze poco sopra i 70’), che però dichiara che tornerà alle corse, per Catherine gli anni passano davvero bene, perché continua a correre forte. 

Come alle altre atlete selezionate per la maratona europea, ho rivolto a Catherine alcune domande per sapere qualcosa di più su come ha vissuto e preparato l’avventura verso Berlino.

Dove si è svolta la preparazione verso Berlino?

Causa di  forza maggiore la preparazione l’ho svolta ad Aosta, quindi tra le strade di casa (n.d.r. la Bertone è medico ed ha sempre dovuto far coincidere i turni ospedalieri con la corsa, aggiungo che la collaborazione del suo datore di lavoro non è mai stata … fantastica, in questo senso). 

Lavori principali? Chilometraggio settimanale? Numero di sedute? 

In primavera ho fatto i lavori più brillanti, tutto è proceduto bene e senza intoppi; poi, da metà maggio, ho iniziato il periodo della canonica preparazione specifica. Le gare/test sono state una mezza, un 10.000 e un 5.000 metri in pista. Sono soddisfatta anche perché sono migliorata nei 10.000 su strada a giugno a Langueux (34:06) ed in pista sui 5.000 metri ad Aosta (16:16:59). Sono risultati che danno buone sensazioni, anche se poi in maratona sarà un’altra storia.
Mediamente sono 150 km/settimana; i principali lavori sono il medio in salita di 8/10 km e gli sprint i primi due mesi. Ripetute con recupero da ferma e medio progressivo, infine il mio immancabile "variatone" settimanale, con chilometri a salire. Ultimo lungo fatto il 2 agosto. 

Hai integrato la preparazione con altri sport?

No, la preparazione è basata sulla sola corsa.

Domanda scontata e banale, ma inevitabile: obiettivi, ambizioni, speranze...

Posso solo dire che farò del mio meglio per contribuire ad una medaglia a squadre…. Molto onestamente, davvero difficile fare pronostici, tra l’altro non ho ancora visto la start list delle avversarie. So di Clemence Dalvin, sulla quale i francesi puntano per difendere il titolo della Daunay; in effetti in pochi giorni ha corso i 10 k in 31:20 e la mezza di Olomouc in 1:09:52. Anche l’etiope naturalizzata spagnola, Gebre Trihas, viaggia su quei tempi. Poi la bielorussa Mazuronak, ha un personale di 2:23. Insomma, vedremo cosa succede.

Bene, si conclude qui il mio giro di interviste; ringrazio Laura, Fatna, Sara e Catherine per la loro disponibilità ed auguro loro tutto il meglio per l’avventura europea.

Probabilmente ha sempre avuto la corsa nel suo DNA, pur se “distratta” per un certo periodo da duathlon e triathlon, specialità quest’ultima dove peraltro ha ottenuto dei buoni risultati anche in campo internazionale.

Oggi è pronta a rappresentare l’Italia con tutte le carte in regola per fare bene. Arrivata all’atletica in tempi relativamente recenti, ha bruciato le tappe, in particolare negli ultimi 12 mesi. Ovvio che per questa ragazza originaria di Clusone (oggi vive a Gallarate), popolarità e notorietà siano arrivate soprattutto grazie alla maratona di New York, dove al suo esordio ha corso in 2:29:39 (sesta posizione) ma i riscontri tecnici che certificavano le sue qualità c’erano già tutti, anche ben prima. Ripetuti miglioramenti che l’hanno portata a correre i 10.000 metri in 33:13 (Roma 2017) e la mezza maratona in 1:10:39 (Stralugano 2017). 

In una carriera più volte interrotta dagli infortuni, oggi non è più una sorpresa e le aspettative ci sono tutte, così come maggiori sono le responsabilità verso i suoi tifosi e la nazionale. Ho avuto modo di vederla più volte negli ultimi tempi e di parlare con il suo allenatore, Maurizio Brassini; è carica e motivata, vive questa responsabilità in modo positivo, confidiamo che sarà capace di tradurre tutto questo in una grande gara.

Ho posto le stesse domande fatte alle altre atlete (manca l’intervista a Catherine Bertone, è in arrivo), per sapere come è stato il suo avvicinamento a quella che, personalmente, considero la gara più importante della sua vita agonistica, quantomeno per il prestigio. 

Dove si è svolta la preparazione verso Berlino?

A Livigno, sono scesa un paio di volte per delle gare test, 10 k a Peschiera Borromeo (n.d.r. gara test corsa in 33:09!) e alla vittoriosa mezza di Tarragona, in Spagna.

Lavori principali? Chilometraggio settimanale? Numero di sedute? 

Programma inizialmente modificato a causa di uno stop di due mesi in primavera, poi ho incrementato gradualmente il chilometraggio fino a totalizzare 160 km/settimana nel periodo di massimo carico. Le sedute erano mediamente 10, il lavoro più importante è stato 5 x 5000 metri, con un mille di recupero 

Hai integrato la preparazione con altri sport?

La mia storia agonistica dice triathlon, quindi ovviamente ho integrato con nuoto e bicicletta, che ho alternato tra loro quando non facevo la doppia seduta di running 

Domanda scontata e banale, ma inevitabile: obiettivi, ambizioni, speranze?

Ho fatto tutto quello che dovevo fare e penso anche bene, allora dico obiettivo personal best e provare ad entrare nelle prime 6

Qualche segnale negativo c'era, ma trascurato perché troppo più grande era la voglia di ritrovarsi sulla linea di partenza della maratona europea. Invece niente da fare, i problemi fisici degli ultimi tempi hanno avuto il sopravvento.

Ed è un gran peccato perché Giovanna veniva da un periodo dove tutto girava bene. Ha esordito in maratona a Firenze nel 2015, col tempo di 2:39:28; oggi il suo personal best è di 2:29:41 (Febbraio 2018 – Siviglia). Importante, ed era al tempo stesso bene augurante, che nelle successive cinque maratone corse si era sempre migliorata. Altro dato tecnico che ritengo significativo: nel primo semestre del 2018 ha abbassato i suoi personal best sui 3000 e 10.000 metri, 10 k e mezza maratona. Insomma, si potevano fare tutti gli scongiuri di questo mondo, ma i presupposti erano davvero buoni; dopo, come dice lei stessa “è una maratona, una gara ed una distanza da vivere e conquistare, metro dopo metro”: difficile non essere d’accordo. 

Veneziana di origine, un po’ lombarda di adozione, infatti vive a Legnano dal 2013.

 Ora dovrà smaltire la delusione, ma è giovane e forte, nella testa come nelle gambe, siamo certi che si prenderà e ci darà ancora tante soddisfazioni. 

Grazie ad uno scatto di Roberto Mandelli pubblichiamo questa sua bella foto, forse adesso non sarà così felice e sorridente, ma piace mostrarla così. Perché Giovanna Epis è proprio così.

 

Prosegue l’incontro con le atlete selezionate da Antonio La Torre per la maratona europea. Siamo con Fatna Maraoui, atleta di origine marocchina, paese nel quale ha vinto diversi titoli nel settore giovanile, è arrivata in Italia nel 1998.Una lunga storia con l’atletica italiana, nel mezzo un matrimonio che le ha dato la cittadinanza italiana e due figli. Correva l’anno 2002 quando iniziò con l’Unione Giovane Biella, un passaggio di qualche anno nella Cover-Mapei e poi dal 2007 sempre con l’Esercito.   

A 41 anni appena compiuti ha ancora l’entusiasmo di una ragazzina. Atleta solida e di grande esperienza, miglior risultato in maratona di 2:30:50; nel 2017 ha ancora corso i 10 km in 33:09, a dimostrazione della sua freschezza atletica, una situazione che probabilmente origina anche dai suoi trascorsi nella corsa campestre e dalle gare brevi. 

Dove si è svolta la tua preparazione verso Berlino?

In parte a casa mia a Biella ed in parte in centro Marocco, ad un’altitudine di 1500 metri. La preparazione specifica è iniziata a fine maggio 

Lavori principali? Chilometraggio settimanale? Numero di sedute? 

Seguo un po’ i canoni classici della preparazione per una maratona, alterno due settimane di carico col chilometraggio complessivo che arriva a 170-180 km, ed una di scarico dove faccio 140 km. Ad esempio, una settimana tipo di carico prevede un medio collinare di 20 km, che trasformo due giorni dopo con ripetute. Il totale delle uscite settimanali è di 11-12, badando bene di alternare le uscite tra impegnative e recupero. Il lungo più lungo è di 36 chilometri, a cui ci arrivo partendo inizialmente da 30. La preparazione è iniziata a fine maggio e finirà…il 12 agosto, a Berlino 

Hai integrato la preparazione con altri sport?

No. Solo corsa 

Domanda scontata e banale, ma inevitabile: obiettivi, ambizioni, speranze?

Senti, io sono strafelice di questa convocazione, arrivata a 41 anni, sino ad ora ero stata chiamata per tutte le altre distanze tranne che per la maratona e questa per me è una cosa bellissima. Ciò significa che sono onorata di indossare la maglia della nazionale e darò il massimo per me stessa e per la squadra. E poi…sarà quel che sarà

Ormai siamo prossimi agli europei di Berlino, in mezzo a tanta atletica la specialità della maratona esercita sempre un grande fascino. Ho avuto modo di parlare con le nostre maratonete, raccogliere notizie, impressioni ed anche emozioni; proverò a raccontarle attraverso questo ed altri successivi pezzi. 

Ricordo la lista delle azzurre selezionate: Catherine Bertone, Sara Dossena, Giovanna Epis, Fatna Maraoui, Laura Gotti. Purtroppo dalla lista manca l’atleta più forte degli ultimi anni, Valeria Straneo, costretta da motivi fisici a rinunciare alla partecipazione. Tuttavia, parlando con ognuna di loro ho colto parecchio entusiasmo e  voglia di fare bene. Partiranno tutte alla volta di Berlino l’8 agosto, tranne Sara Dossena, che arriverà il giorno successivo. 

Ho rivolto loro delle domande per sapere qualcosa di più su come hanno vissuto e preparato l’avventura verso Berlino; cominciamo proprio da Laura Gotti, “scoperta” pochi mesi orsono, tra l’altro la più giovane della squadra.

Dove si è svolta la preparazione verso Berlino?

In Franciacorta, io sono di Cortefranca (BS), ho corso sempre nel mio territorio, che peraltro trovo bellissimo, e non solo per allenarsi. Quindi Iseo, Paratico, Sarnico e dintorni.

Lavori principali? Chilometraggio settimanale? Numero di sedute?

Intanto va detto che correndo in Franciacorta non c’è un metro di piano, anche quando fai un lento stai mettendo dentro della qualità, senza rendertene conto. Poi certamente ripetute e lunghi, ma tutto è fatto in modo spontaneo e un po’ istintivo. Da tenere sempre presente che non sono una maratoneta, sia pure se ne ho corse diverse ma con tempi elevati; vengo dalle 100 km (7:47:18 nel 2017) e soprattutto dai trail. Come lungo la maggiore distanza corsa in allenamento è stata di 38 chilometri. In totale le uscite settimanali sono 12, tenendo presente che il sabato non corro per ragioni di lavoro (n.d.r. è parrucchiera), complessivamente sono circa 180 chilometri nel periodo di preparazione specifica.

Hai integrato la preparazione con altri sport?

No, anche se volessi non avrei proprio il tempo

Domanda scontata e banale, ma inevitabile: obiettivi, ambizioni, speranze?

No, davvero niente da dire su questo, vivo con gioia questa convocazione ma consapevole di un’esperienza in maratona molto limitata. Ne ho corse poche e con crono di livello modesto, anche se mi dà fiducia il risultato di Milano, in particolare per il modo con cui l’ho ottenuto. Ce la metterò tutta per contribuire ad un buon risultato di squadra, questo è sicuro.

Giovedì, 02 Agosto 2018 16:38

Boissano (SV) - Boissano Atletica Estate

Bella atletica su una pista invidiabile, per noi milanesi, in particolare con la prossima chiusura dell’Arena, il campo XXV Aprile sempre work in progress ed un Saini che grida vendetta.

Il 31 luglio si è gareggiato nella seconda ed ultima giornata, una manifestazione regionale “open” con quasi tutte le specialità classiche dell’atletica, quindi compresi i concorsi. Ammesse tutte le categorie Fidal, a partire da ragazzi/e fino ai master; 300 i partecipanti alla serata del 21 luglio, altrettanti in questa seconda giornata, a testimonianza del gradimento degli atleti e dei loro gruppi sportivi verso questa manifestazione, molti di questi provenienti da Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Toscana. Costo di partecipazione: 1 euro.

Un’edizione 2018 impreziosita dalla presenza di atleti che hanno fatto un bel pezzo di storia dell’atletica italiana: Ezio Madonia (velocità, 100 metri e staffetta), Emanuele Abate (110 ostacoli), Fabrizio Mori (400 metri ostacoli). Presente anche Marco Fregonese, un passato da maratoneta (2:29) ed un presente da presidente della Atletica Run Finale, impegnato con tanta passione a far crescere i giovani atleti.

Questo sito si occupa di corsa, pertanto riportiamo i dati principali sulle gare di mezzofondo, in ogni caso attraverso il link sotto indicato si possono vedere tutti i risultati nelle varie specialità.

Nei 2000 metri categoria cadette al femminile prevale Camilla Villanese (Atletica Pont Donnas) col tempo di 8:19:52. Tra i maschi è Alessio Trincheri (RunRivieraRun) a vincere la gara, chiusa in 6:19:63.

Nei 1500 donne vince con ampio margine Ilaria Piazzi (Atletica Libertas Livorno-4:43:92). Gara  maschile invece molto combattuta e vinta in volata da Andrea Di Molfetta su Riccardo Bado, col tempo di 4:07:83. Appartengono entrambi alla società Atletica Arcobaleno Savona e sono della categoria junior, lo dico per inquadrare correttamente dei tempi che fanno ben sperare, in prospettiva futura.

Si chiude quindi una bella edizione, con crono nella corsa probabilmente penalizzati dalle temperature molto elevate; se compatibile con le esigenze organizzative, sarebbe opportuno che in futuro le gare lunghe partissero un po’ più tardi.

Link a tutti i risultati

http://www.fidal.it/risultati/2018/REG17937/RESULTSBYEVENT1.htm

Pubblichiamo di seguito questo articolo apparso sul sito fidal.it.

Questo accordo, unitamente a quello appena siglato con Fastweb per gli europei (link in fondo all’articolo), porta un bel po’ di soldi nelle casse federali. Di certo sono ottime operazioni commerciali, quasi certamente fatte sull’onda di qualche buon risultato recentemente ottenuto, ma piace sperare che non sia solo per questo, che tutto questo non serva solo a vendere più RunCard, e che invece tutto il movimento dell’atletica ne possa trarre beneficio nel medio e lungo termine; le medaglie che speriamo di portare a casa possono infondere ottimismo, ma non dimentichiamoci di dove si trova oggi l’atletica nel suo complesso; un bel salto della Vallortigara o un possibile nuovo record di Tortu o una medaglia nella staffetta non possono farci ignorare la situazione generale ed i recenti fallimenti. Torneremo a scrivere di questo, speriamo con qualche medaglia al collo, ma sempre con gli occhi bene aperti sugli indispensabili investimenti da fare perché non si tratti solo di … momenti di gloria.

FIDAL E INFRONT INSIEME PER L'ATLETICA ITALIANA FIDAL e Infront hanno presentato oggi nel corso di una conferenza stampa i termini dell’accordo che le legherà, per 6 anni, dal 2019 al 2024. La collaborazione include la gestione, da parte di Infront, dei diritti marketing e commerciali collegati alla Federazione, come ad esempio la sponsorizzazione della maglia azzurra, e ai grandi eventi di élite, quali il “Golden Gala Pietro Mennea” e la “Rome Half Marathon Via Pacis”, il progetto Runcard e altri top event FIDAL, quali i Campionati Italiani Assoluti.

Infront, a seguito di una procedura competitiva, si è impegnata a garantire alla Federazione 12,9 milioni di euro come minimo garantito per i 6 anni dell’intero accordo, oltre a un revenue sharing al raggiungimento di determinati obiettivi legati al progetto Runcard, che oggi è considerata la best practice nell’ambito del tesseramento collegato ad attività di fidelizzazione e creazione di community. Lo sviluppo della Runcard rappresenta, infatti, uno degli ambiti più sfidanti per Infront, che arricchirà di contenuti e servizi la piattaforma, a favore di tutti i soci.

"E' un accordo storico, sorprendente e importante fatto di progettualità comuni - ha dichiarato il presidente del CONI, Giovanni Malagò -. L'atletica oggi si mette la medaglia sul petto e viene riconosciuta come una federazione che merita fiducia. Un accordo di 6 anni, non è una cosa comune. Io da qualche anno ci ho messo la faccia con l'atletica italiana. Mi ricordo le critiche, legittime, dopo certi risultati a Mondiali e Olimpiadi. L'atletica ora è in grande crescita e sono contento che questa semina stia portando i suoi frutti. Elena Vallortigara è il volto di una scommessa che è stata vinta, la conferma che bisogna saper rischiare e mettersi in gioco: è così che alla fine arrivano i risultati, nello sport come nella vita".

“E’ un giorno importante per l’atletica italiana – le parole del Presidente FIDAL Alfio Giomi – che da oggi ha ufficialmente al suo fianco un partner di altissimo profilo come Infront. Un accordo che per FIDAL si traduce in un grande valore aggiunto dal punto di vista della propria comunicazione e della percezione di un movimento sportivo che sta vivendo una «primavera» di risultati, che ci sta per portare all’appuntamento degli Europei di Berlino. Il nostro è un mondo fatto, non solo di agonismo, ma anche di una moltitudine di eventi su tutto il territorio, che coinvolgono migliaia di appassionati, che hanno trasferito i valori dell’atletica nel loro stile di vita”.

“Crediamo fortemente in questo progetto – ha dichiarato Luigi De Siervo, Presidente e Amministratore Delegato di Infront Italy – perché vogliamo entrare da protagonisti nel mondo dell’atletica, da sempre considerata la «regina di tutti gli sport». Dopo due anni di “corteggiamento” non potevamo scegliere momento migliore per investire nel movimento, che sta vivendo una grande rinascita, grazie al lavoro svolto dalla Federazione e agli ottimi risultati conseguiti dagli atleti azzurri”

“Il nostro obiettivo – ha continuato De Siervo – è far crescere la partnership con FIDAL, ampliare la base praticanti e dare più visibilità al movimento dell’atletica italiana per sviluppare sempre più la nostra strategia di crescita nell’ambito degli sport a partecipazione di massa, settore che stiamo facendo crescere sia a livello italiano, sia a livello internazionale”.

Infront metterà da subito a disposizione di FIDAL il proprio know-how ultradecennale nel settore dello sport business, la propria rete commerciale, capillare sia a livello nazionale, sia internazionale, le competenze del proprio Centro di Produzione e Post-Produzione, in grado di offrire una vasta gamma di servizi produttivi e digitali, e una propria struttura organizzativa dedicata al progetto. In particolare, sarà messo a punto un piano di comunicazione integrato al fine di sviluppare il progetto di crescita in visibilità e notorietà della FIDAL, a beneficio della Federazione stessa e dei suoi partner.

L’accordo prevede inoltre l’ideazione, valutazione e sviluppo di nuovi progetti o manifestazioni sportive volte allo sviluppo del movimento dell’atletica italiana.

In prima fila il capitano delle squadra azzurra, il bronzo olimpio di salto triplo Fabrizio Donato, pronto a guidare l'Italia Team nell'ennessimo Europeo di una carriera incredibile: "La mia carta d'identità dice che sono un po' più grandicello. In allenamento riesco a salvaguardarmi, in gara dovrò gestirmi perché non ho un'autonomia infinita di salti. Ho fatto poche gare, mi gioco tutto a Berlino. Sono appena rientrato dal raduno azzurro di Formia e posso dire di essere tornato a casa felice. Nella squadra per Berlino ci sono tanti giovani, meno male che ci penso io ad alzare la media! Se è vero che le staffette sono la cartina tornasole del movimento, l'atletica italiana può sorridere".

Link accordo Fidal e Fastweb

http://www.fidal.it/content/FIDAL-e-Fastweb-con-gli-Azzurri-agli-Europei/116009

 

 

 

Sabato, 28 Luglio 2018 10:19

Albenga (SV) - Trofeo del Michettin

Ti trovi in vacanza, o qualcosa che  assomiglia, quale migliore combinazione di mettere insieme una bella sagra (a chi apprezza il genere, come a me) e una gara podistica? Insomma, il dovere e il piacere, nell’ordine di preferenza che si vuole. Mi trovavo nel savonese, e ci sono ancora per qualche giorno, chiedo all’amica locale Giulia Rocca qualche suggerimento e lei mi risponde senza esitazioni: sagra e trofeo del Michettin.

Il michettin è un prodotto di questa zona, sostanzialmente è pane fritto, da mangiarsi così come si trova o in combinazione con salumi e formaggi saporiti, come il gorgonzola. Ascoltando la gente del posto apprendo che probabilmente ci sono diverse varianti (fugassin? con o senza patata?) ma, considerando l’animosità degli opinionisti in merito, non mi addentro ulteriormente. E’ il cibo base della sagra, dove comunque si può mangiare di tutto.

In mezzo ai tanti, tantissimi turisti e locali venuti solo per la sagra, c’erano un centinaio di podisti, compreso un buon numero di bambini e ragazzi, partecipazione gratuita fino a 10 anni. Gara giunta alla 31^ edizione.

Parto dall’inizio, anzi, dalla fine: ma chi ha detto che Albenga è in pianura? Probabilmente la famosa “piana di Albenga” si trova da un’altra parte. Infatti qui si sale: pronti, via e si procede in direzione delle colline, un giro corto più un giro lungo, si sale e si scende in continuo, di piatto c’è poco, anche se comunque si tratta di salite con pendenze modeste e generalmente costanti.

Sono 7,4 chilometri, così dicono la media dei GPS all’arrivo.

Alla fine vincerà l’aostano Alessandro Benati, Atletica Cogne, in 26:52; amico della grande Catherine Bertone, con la quale gli capita talvolta di condividere delle uscite. Piazza d'onore a Mirco Ferrando (Atletica Ceriale-28:32), terzo posto per Simone Delmonte ( RunRivieraRun-28:42).

Nella gara femminile vince, anzi, domina Silvia Dondero, Maratoneti Genovesi, in 29:43 (quarta assoluta); al secondo posto Clara Rivera (Atletica Cairo-32:27) e a seguire Elisa Mea Vitton (Atletica Cogne-33:03).

Simpatica l’iniziativa degli organizzatori che, appena passato il traguardo, hanno predisposto la consegna di un sacchetto contenente acqua minerale e….il famoso michettin.

Percorso ben indicato e presidiato, qualche macchina di troppo, almeno secondo quanto riferito da quelli che se la sono presa più comoda.

Complessivamente buona la logistica, tenendo conto che la gara si svolge attorno all’interno di una sagra che accoglie tanta gente: parcheggio controllato, spogliatoi e docce, elemento non comune in questa tipologia di manifestazioni in Liguria.

Un ultimo dettaglio che trovo curioso: organizzazione curata da Sabrina Barbieri e da uno staff di sole donne.

Infine, sotto con la sagra: si mangia, doveroso integrare lo sforzo, anche se il bilancio finale non sarà proporzionato alla fatica.

Lunedì, 23 Luglio 2018 12:59

Gozzano (NO): Orta10in10, ormai ci siamo

Tra meno di due settimane si torna a correre sulle rive del lago d’Orta, 10 maratone in 10 giorni, ma anche 10 mezze o 10 volte 10 chilometri o per i più forti addirittura 10 ultra da 56,7 km. Sarà troppo correre tutti i giorni, sarà troppo fare un tuffo nel lago dopo ogni corsa, sarà troppo stare con gli amici di sempre a chiacchierare con una birra e un piatto di pasta aspettando il tramonto, sarà troppo correre con i più forti, sarà troppo un medaglione da 4 kg, sarà troppo farsi una gita in pullman o in barca tutte le sere? Basta scegliere quante volte e quale distanza, e lasciarsi cullare sul lago dorato.

Insomma, una formula perfetta: decidi di correre in base alla preparazione, al tempo di cui disponi o semplicemente dalla voglia di faticare. Alla fine, qualunque sarà stata la scelta, un ristoro all’altezza della situazione ed un tuffo nel lago ti compenseranno in ogni caso. Un percorso prevalentemente asfaltato che lambisce il lago; diversi tratti sono ombreggiati, un tracciato che prevede attraversamenti caratteristici di piccoli paesi, boschi e sentieri sempre in prossimità dello specchio lacustre. Un’altitudine relativamente elevata e il posizionamento tra i monti che guardano la Valsesia ad ovest e il Mottarone ad est permetteranno di correre in condizioni climatiche accettabili, nonostante il periodo.

La sfida dell’anno lanciata dal Club Super Marathon Italia sta per cominciare. Sono più di sessanta ad oggi gli iscritti a tutte e dieci le Maratone sono destinati a salire ad 80 secondo le previsioni e i contatti in essere: l’anno scorso furono 51 i finishers. Altrettanti erano ogni giorno per chi sceglieva una distanza inferiore.
Orta 10in10 è ormai alla quinta edizione e sembra non spaventi più nessuno, anzi, i finishers degli anni passati non possono farne a meno, mentre sono in aumento i nuovi maratoneti che si vogliono cimentare in un divertimento così prolungato, complice il clima amichevole e il rilassante panorama a lato del quale si corre. Un’occasione unica in Italia e nel mondo per vivere una vacanza e mettersi alla prova.

Molti gli stranieri agguerriti che proveranno ad attaccare il Record del mondo di Adam Holland stabilito qui l’anno scorso con 27:38:36. Il fortissimo inglese sarà presente è proverà ad abbassare ulteriormente. Ci sarà Re Giorgio Calcaterra che proverà a contenerlo, e anche il divo locale Marco Rossi vincitore di 2 tappe della 4OrtaThon 2018, e anche il debuttante Luca Cagnani e Michele d’Errico vincitore assoluto delle 4OrtaThon 2018.. La leggenda continua.


La formula è sempre la solita si parte alle 8 col fresco e dopo due giri ci si tuffa nel lago. Chi vuol tirare tira, chi vuol mollare ha otto ore di tempo oppure alternare con mezze e 10 chilometri; chi farà tutte e dieci le maratone riceverà la medaglia dalle 10 fette, che quest’anno è rettangolare ed ha il profilo dell’Isola con il monastero e il campanile in rilievo. Al centro si completerà con una placca dorata come il Lago con scritto finisher 10 in 10 2018, peso totale 4 kg vedi foto sotto.
La partenza e l’arrivo come sempre al lido di Gozzano (NO) in via alla Colonia 6, sede di tutta la logistica, che offrirà anche molte occasioni di socialità, relax e divertimento. Raddoppiano i come l’anno scorso i ristori sul percorso con panini, pasta e birra a fiumi all’arrivo. La penultima sera ci sarà un party dalle 20 a mezzanotte dal costo di 20 euro. Saranno organizzate le gite serali in programma attorno ai laghi come tutti gli anni per stare insieme in posti unici. Sarà a disposizione tutti i giorni il servizio massaggi curato da Teresa de Fiumeni fisioterapista di Rimini. 

Ci sarà una speciale classifica per quelli che correranno solo tre maratone, anche a giorni alterni, con un piccolo riconoscimento il giorno finale durante le premiazioni. Ci sarà anche uno speciale riconoscimento ai fedelissimi che porteranno a termine la quinta edizione delle 10 in 10, concludendo qui la Cinquantesima Maratona sul Lago Dorato, nomi che da soli fanno la storia del Club: Ancora, Capecci, Gavazzeni e l’Austriaco Kroer.
Alla palestra gratuita c’è ancora posto, è quella grande della Scuola Comunale come l’anno scorso in via Monte Rosa 6, Gozzano. C’è ancora qualche camera all’albergo convenzionato Nuova Italia 0322 93774. Chi vuole le magliette di quest’anno molto eleganti e leggerissime in microforato tecnico, bianche oppure nere, le prenoti: costo 15 euro. Per i finishers delle 10 in 10 oltre alla targa dorata centrale che completa il medaglione  verrà offerta una maglietta.


Le preiscrizioni chiuderanno il 31/7/2018. Poi è inutile mandare mail o telefonare ci si potrà comodamente iscrivere sul posto la mattina con sovrapprezzo di 5 euro.
Supermaratoneti la leggenda vi aspetta
Info:www.orta10in10.it
+39 340 4525911
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Lunedì, 23 Luglio 2018 11:47

Stralivigno, bella anche se piove

La Stralivigno, una corsa a cui si ritorna volentieri, anche se in questa edizione il tempo è stato davvero inclemente. Quasi 1000 gli iscritti (inclusa la staffetta); non ho informazioni precise sui partenti e sui ritirati, comunque alla fine sono stati 692 i classificati sulla mezza e 92 i team sulla staffetta.

Ha vinto nuovamente Francesco Agostini, ma se nel 2017 il margine era stato di oltre due minuti, questa volta ha dovuto lottare e faticare tanto per avere ragione dello svizzero Lucien Epiney, battuto solo in volata dopo una gara avvincente; crono finale arrotondato di 1:17:34, solo 30 centesimi li dividevano sotto la finish line. Francesco è figlio ma anche nipote d’arte, papà Marco correva a buoni livelli, mentre lo zio Andrea è stato il primo vincitore della Stralivigno, correva l’anno 2000.

Al femminile è stato bello rivedere la valtellinese Marianna Longa, più volte vittoriosa in questa gara, alla fine è seconda dietro la forte svedese Malin Starfelt.

Il percorso: impegnativo ed emozionante al tempo stesso, a patto che piaccia correre in montagna, anche con i disagi del maltempo che certamente ha disturbato lo svolgimento della gara. I primi chilometri sono in leggera ma percettibile salita, si corrono sulla ciclabile del fondovalle, ideali per scaldarsi e predisporsi alle successive salite, a condizione di non farsi prendere dalla voglia di partire troppo forte. Dopo circa 7 chilometri ci si immette sul sentiero nel bosco e qui ci si resta fino al giro di boa a Tresenda (che corrispondeva anche al cambio della staffetta). Ancora un migliaio di metri di asfalto, pianeggianti, e poi …si comincia a fare sul serio: i dislivelli non sono mai eccessivi, però salite e discese si susseguono in continuazione ed il fondo scivoloso, che impone una certa attenzione, rende la fatica …più faticosa. Qui ti rendi conto di quanto sei stato giudizioso, o meno, nella prima parte di gara, in particolare nel tratto iniziale asfaltato. Al km 13 il muro: non sono più di 2-300 metri, ma impossibili da correre, credo anche per gli atleti più evoluti. Le nuvole basse non fanno godere il panorama tuttavia, anche in caso di bel tempo, è meglio tenere gli occhi ben indirizzati sul terreno, prevedendo i successivi appoggi. Percorso pericoloso? Sostanzialmente no, a condizione di avere un minimo di dimestichezza con la montagna e mantenere sempre un buon livello di attenzione. Chissà se era attento quel podista, piuttosto lento in salita, che correva con gli auricolari; di certo era difficile sorpassarlo per chi lo seguiva, un’operazione già di per sé un po’ complicata su un sentiero spesso stretto, ma lui era immerso in chissà quale play list e non poteva certo accorgersi degli altri.....

Ristori regolari con acqua e sali, ma la cosa più bella erano gli addetti, soprattutto bambini! La loro presenza alla Stralivigno ormai è diventata una costante e non si deve credere che, in quanto bambini, non siano preparati, diversi di loro sono ormai esperti. E poi, l’entusiasmo che ci mettono è pazzesco: avete mai visto un addetto corrervi dietro per darvi da bere? Beh, a me è successo, e non credo solo a me. Non avevo sete ma era impossibile non “premiare” questo bimbo che avrà avuto 6 o 7 anni.  Mi è corso dietro per un pezzo, svuotando quasi totalmente il bicchiere ma…..l’ho ringraziato di cuore e gli ho dato un bacio sulla fronte.

Dal km 12 al km 18 c’è il tratto più impegnativo di tutto il percorso, non è facile prendere il ritmo perché salite e discese si susseguono di continuo ed allora bisogna gestire bene la propria fatica, qualche volta vale anche la pena di fare qualche metro camminando, si recuperano le energie ed in fondo non si perde molto tempo. Al km 18 inizia la discesa verso l’arrivo, una vera e propria picchiata perché si perdono oltre 200 metri di dislivello in poco meno di 3 chilometri. Qui se hai salvato le gambe puoi anche “fare il tempo”, altrimenti sono guai.

All’arrivo ben fornito il ristoro, magari ci voleva qualche bevanda calda in più e l’anguria era gradita ma inevitabilmente piuttosto fredda. Per il resto ormai il centro dell’Aquagranda fornisce una logistica più che adeguata, addirittura le borse etichettate tipo imbarco in aereo. Dalle 19 tutti in piazza Placheda , per le premiazioni e un pasta party che più allargato non si può.

Stralivigno da promuovere? Direi proprio di sì, lo penso io ed anche tanti partecipanti con cui ho potuto parlare. Tra questi anche l'amica Marcella Gianna, che il giorno precedente aveva detto che si sarebbe attaccata a me perché "mi vedeva stare bene e correre anche meglio". Meno male che ho ascoltato l'amico Simone, mi ha detto che lei stava bene ed allora non ci ho neanche provato a correrle insieme. E' arrivata nona assoluta, 10 minuti prima di me. Soliti podisti, solite podiste. 

Ultimi commenti dei lettori

Vai a inizio pagina