È tra i podisti più anziani di attività, non solo per l’età anagrafica ma perché corre su strada dal 1972, cioè dalla prima gara pubblica della provincia di Modena. Dopo un quindicennio di podismo tapascionico, alternato all’attività di arbitro di calcio e di hockey, nel 1987 ha cominciato con le mezze maratone, nel 1990 con le maratone (343 concluse alla metà del 2025), nel 1999 con le ultramaratone e gli ultratrail (finora 60, compresi 5 UTMB e 5 Passatore). Continua a correre, beninteso ad andature più modeste ma conservando il vanto di non essersi mai ritirato nelle oltre 3200 gare (non competitive comprese) in cui si è spillato il pettorale.  

Cofondatore nel 1999 di Podisti.net, di cui è stato direttore fino al 2005 e dal 2016 al 2024. Nella vita lavorativa ha fatto il docente universitario, il presidente di un paio di associazioni culturali, il giornalista e l’autore di qualche centinaio tra libri e saggi scientifici (il volume più recente ha come oggetto il Covid e trae origine dai commenti scritti su Podisti.net ai tempi del proibizionismo governativo).

Il ruolo che svolge più volentieri è quello di nonno di cinque nipoti (due dei quali italo-americani), tra i 16 e gli zero anni. Ma non gli dispiace raccontare dal di dentro il podismo, con un suo stile alquanto personale gradito più ai lettori che a taluni organizzatori di gare alieni dall’autocritica.