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Mar 15, 2018 Ferdi Cesana 2778volte

Ultra Trail Terre di Siena: panorami ed emozioni

C'è gioia per tutti C'è gioia per tutti Repertorio - Robero Mandelli

Siamo nel cuore della Toscana, sicuramente una delle zone più belle d'Italia, che collega due borghi patrimonio dell'Unesco. La manifestazione è suddivisa in tre percorsi: la 50 km che parte da San Gimignano, la 32 km che parte da Colle Val d'Elsa e l'ultimo pezzo, il più duro, che parte da Monteriggioni, 18 km: tutte e tre arrivano nella fantastica piazza del Campo di Siena.

Ottima location per il ritiro pettorali che avviene all'interno del Palazzo Pubblico (o Comunale), simbolo della città di Siena: le operazioni di consegna pacchi gara sono molto veloci lasciando il tempo di visitare il centro storico.

La domenica mattina 25 febbraio, i bus messi a disposizione dell'organizzazione, in partenza dalla Rocca Medicea, portano i concorrenti ai tre luoghi di partenza; e come spesso accade in queste trasferte si inizia a scambiare quattro parole con chi hai seduto vicino, commentando le aspettative reciproche.

Il borgo medievale di San Gimignano ci accoglie con le sue torri simbolo di potere dei signori dell'epoca che facevano a gara per erigerne una più alta dell'altra, e mostrare loro potenza e ricchezza.

A differenza dello scorso anno, quando partimmo con un sole caldo e una giornata quasi primaverile, quest'anno il tempo non è clemente e ci accoglie nella splendida Piazza del Duomo di San Gimignano con un nevischio e temperatura di attorno ai 2 gradi.

È una gara particolare che si svolge su un tracciato molto mosso e quindi va gestita bene, soprattutto con la testa.

La partenza avviene dalla Piazza del Duomo e subito si scende percorrendo la via principale sul lastricato in mezzo alle case medioevali; oltrepassando la porta principale si esce continuando in discesa per diversi chilometri. Memore della scorsa edizione, parto adagio.

Subito si viene immersi dalla campagna toscana e dalle magnifiche colline senesi fatte di crinali, dolci pendii incorniciati da cipressi e da casolari sparsi qua e là a far da sentinella a questo magnifico paesaggio: insomma si corre in una delle zone più interessanti del Bel Paese, a destra e a manca ci osservano i tralci della famosa Vernaccia di San Gimignano.

Il percorso è un susseguirsi delle famose strade bianche, e di pezzi asfaltati; sempre ondulato, sicuramente mai noioso, che ti porta a correre voltando lo sguardo a destra e sinistra per cogliere le magnifiche viste panoramiche.

Un'aria gelida scivola addosso facendo sentire il famoso Burian tanto annunciato dai meteorologi: comunque si “corre bene”.

Lasciato San Gimignano ci si dirige verso Colle Val d'Elsa, prima tappa del percorso della 50 km; è anche questa una città medievale e l'accesso avviene tramite le porte della cittadella sul colle, per poi tramite una ripida discesa giungere in piazza, luogo di partenza della 32 km e primo ristoro.

Dando un'occhiata all'orologio vedo che il riscontro cronometrico è in media, verifico che sto andando abbastanza bene, meglio del previsto; mi ero imposto un ritmo molto blando non avendo nelle gambe i chilometri per poter affrontare con sicurezza questa corsa.

Durante il tragitto incontro i miei compagni di società ma anche altri runner che non conosco, e con tutti si scambia una parola: questo è lo “spirito trail” e anche il mio modo di correre: vivere la corsa anche come opportunità di incontro, scambio e di amicizia.

Ricordo abbastanza bene il percorso: subito dopo Colle inizia una lunga salita non impegnativa, essendo molto insicuro del risultato cerco di gestire ancora di più le mie forze.

La strada che ci porta verso Monteriggioni cambia, da qui si passa per in una campagna leggermente diversa ma sempre magnifica, l'alternarsi di strade bianche e pezzi di asfalto porta la mente a “viaggiare” con le tue gambe: sicuramente è una gara che ti emoziona.

Un lungo rettilineo di strada fangosa in mezzo ad una piana ci porta all'assalto del castello di Monteriggioni: sullo fondo si vedono le torri della fortezza ma per arrivarci bisogna aggirare un bosco molto scivoloso e sassoso; dopo aver attraversato il paesino, un ripido sentiero ci porta ad entrare nella magione tramite la porta secondaria,

C'è Il ristoro, nel luogo di partenza dalla 18 km.

Ora viene il bello, perché è la parte più dura di tutta la gara.

Uscendo da questa magnifica località si scende per almeno per almeno 4 chilometri, ma poi iniziano le vere asperità; non sono salite lunghe, tutti strappi che provano gambe e testa; il vento freddo che si è fatto ancor più pungente e il nevischio non agevolano di certo.

Il pensiero che mi corre nella testa è di voler ringraziare tutti i magnifici volontari che durante le gare si posizionano ad un bivio o sul percorso e rimangono lì anche per 8 ore, come quelli di oggi; ci sono anche persone di una certa età che sono sotto la tormenta con l'ombrello al freddo , e da organizzatore capisco molto bene la loro importanza e fondamentalità; sono appassionati come noi e forse anche più di noi.

Continuo il mio viaggio e sul percorso recupero altri concorrenti che conosco; formiamo un piccolo gruppetto, un paio di amici della mia società si aggiungono e corriamo insieme, quando sei in gruppo i chilometri scivolano via; qualcuno ci abbandona perché dopo i 40 la fatica si fa sentire. Tranquillamente arriviamo fin sotto la collina di Siena: memore della scorsa edizione mi ricordo di una lunga salita non impegnativa ma molto sofferta perché ormai si è alla fine.

Passi le mura ma non sei ancora arrivato, devi far ancora tutto il giro della città; è un'illusione che il traguardo sia lì, ma l'ultima estrema fatica merita tutto lo sforzo che ci metti perché poi con una discesa finale sul lastricato entri in Piazza del Campo.

Lì ti si apre la vista ed il cuore, sale la soddisfazione per l'orgoglio di averla finita ancora una volta, indipendentemente dal tempo segnalato dal cronometro, importante è essere felice e contento, soprattutto con te stesso, perché hai vinto la sfida interna.

Spesso ci diciamo: “bravo anche questa volta ce l'hai fatta, ci hai creduto e sei arrivato”; questo è lo spirito della corsa, questo è il vero sprone di chi come noi condivide questa passione. Mi capita anche di accompagnare gruppi durante le maratone, e cerco di motivare le persone interiormente, di convincerle che la corsa che stiamo facendo sia alla loro portata: dosando bene le forze e usando la testa si arriva al traguardo; quasi sempre accade che passando il traguardo ci si liberi con la gioia, la soddisfazione del successo: a volte con un pianto liberatorio.

La classifica per noi non conta, siamo la retroguardia, la passione e l'anima di queste magnifiche manifestazioni.

 

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