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Mag 30, 2023 882volte

Da Calcara alle Budrie, riparte la Bologna preserale e gastronomica

Da Calcara alle Budrie, riparte la Bologna preserale e gastronomica R. Mandelli da originali di T. Seghedoni

29 maggio – È quasi estate ma il clima è ancora gradevole, con l’ora legale le giornate sembrano non finire mai, dunque è tempo di ricominciare con le camminate delle 19/19,30, quando chi lavora ha tempo di smontare e indossare le scarpette, e chi non ha voglia di cucinare ma nemmeno di essere spennato al ristorante può approfittare degli stand gastronomici allestiti dopo la corsa.

Anche l’area bolognese, seppure con un programma ridimensionato rispetto ai tempi d’oro, e che le recenti vicende climatiche hanno messo in ulteriore sofferenza, offre i suoi prodotti, con partecipazioni certamente più modeste (anche il Covid e la cosiddetta dittatura sanitaria hanno fatto molti danni allo sport), ma con soddisfazione di chi, ostinatamente, ci va ancora. Riecco dunque i venerdì di corsa, come quello del 26 maggio a Calcara, paese di 2300 abitanti sul torrente Samoggia, cioè praticamente al confine tra Modena e Bologna, e assorbito nel comune “allargato” che dal 2014 si chiama Valsamoggia con sede a Bazzano e perfino un casello autostradale a beneficio dei fabbricanti di fumo. Anche il nome della camminata, ovvero del suo comitato organizzatore, è un po’ arzigogolato rispetto alla denominazione classica, che tutti usiamo nel parlato, di “Festival dell’Unità”. Già, ma l’Unità non c’è più, oppure ri-c’è da poche settimane, ma non si sa se rispecchia il Pensiero del Partito, e anche il glorioso Partito non c’è più e guai a rinfacciargli l’aggettivo che vigeva fino al 1990: insomma, adesso siamo (come documenta la foto numero 10 del servizio, come sempre “itinerante” e completo di Teida Seghedoni, ottimamente anticipato dal collage di Roberto Mandelli qui sopra) a “Calcara in festa de L’Unità del Partito Democratico”. https://podistinet.zenfolio.com/f877350836

La sede è sempre la stessa, un po’ nascosta ma si fa con quello che si ha; anche la camminata vorrebbe seguire il percorso tradizionale, dei più belli della stagione tra quelli non collinari, se non che i recenti allagamenti pare abbiano reso impraticabile una parte del greto del Samoggia (foto 21), costringendo ad allungare il giro e allontanarlo dal corso del torrente dopo l’attraversamento su uno dei due oscillanti ponticelli metallici (foto 39 o 68 e seguenti), portandolo a 9 km rispetto agli 8 di un tempo.
Qualcuno maligna sulla ragione reale, che sarebbe stata quella di allontanare certi podisti dalla tentazione di piluccare dai frutteti in produzione (foto 212-214), come faceva Broccoli (oggi non visto). C’è invece Assantun Fregni, quasi nonagenario Bertoldino di Persiceto, e c’è lo squadrone del Cittanova di Modena con la sua invitante tenda (foto 1-3) che accoglie, tra gli altri, l’immancabile Lucio (foto 168), Rambo (foto 209; e riesce pure a inciampare) e perfino Giangi, attratto non si sa se dal percorso o dalla magnazza. Chiedere se c'è Cuoghi è come chiedere se la terra è rotonda; oltretutto lui è di queste parti del "triangolo della morte". 

Del greto vero e proprio percorriamo, su un bel sentiero ombreggiato (foto 126-188), sì e no un km, fino a sbucare sul ponte stradale al centro di Calcara, dove il solito cartello dice “Arrivo”, in mancanza da lì in poi di segnalazioni su come raggiungere il ristoro, il premio (eccellente bottiglia di bianco locale) e le tende. Io sto quasi per finire nelle cucine, dove mi chiedono se voglio lavare i piatti (ah, non ci sono più i volontari di una volta… neanche Liccardi si fa vedere…), poi con indicazioni stile Google-Pd-Maps ritrovo sia le signore del tè (foto 189-193) sia la tenda del Cittanova. Cenare, anche no: c’è da vedere il Sassuolo che regalerà due gol a una squadra già retrocessa.

Ma lunedì 29 si torna da quelle parti (quasi di fronte a Calcara e di fianco all’altra località podistica di S. Maria in Strada, sempre in zona-Samoggia) per la 15^ Camminata delle spighe a Le Budrie, sperduto paesello, un tempo frazione San Bartolo in comune di Persiceto (comune che malgrado l’orientamento politico mette tutti i nomi dei luoghi in dialetto, al contrario di Sassuolo old-style) reso famoso dalla sua santa Clelia Barbieri, davvero una santa, morta di tubercolosi a 23 anni dopo un’esistenza spesa in una carità eroica, protrattasi anche dopo la morte: la sua voce fu udita distintamente, anche da increduli e atei, anni dopo il decesso. Qui santa Clelia ha il suo raccolto e riposante santuario: non poteva mancare Teida, che lo ritrae nelle foto del suo servizio da 280 alla fine. https://podistinet.zenfolio.com/p995774109

A differenza di Calcara, l’accoglienza degli ospiti è gestita meglio, con un ampio prato regolamentato a disposizione per le auto da parcheggiare; la via del ritrovo (appunto dedicata alla Santa) e del successivo tendone per la cena è chiusa al traffico, che per la verità è costituito più dai cenanti che dai corridori. Non c’è nemmeno il Cittanova, eppure Lucio (foto 194) e Giangi sono venuti ugualmente (Giangi addirittura per bissare la cena della sera prima, 70 km a/r per risparmiare qualcosa rispetto a una cena da Bottura); discreto il gruppo giallo del Finale di Ottavio e Antonella, come quello del Pontelungo dell’immortale Righi, anche lui più 90 che 80 (a destra nella foto 279).
Temperatura gradevole tendente al caldo, e non manca la signorina in due pezzi nero (foto 60), lungo un percorso esattamente quotato 8,2 km, che ci porta tra fattorie biologiche e belle chiesette storiche giustamente ritratte (50, 59, 86, di sbieco in 116), con un paio di pezzi erbosi e approdo davanti al ristorante: già affollatissimo ma il cui efficiente servizio d’ordine permette a tutti di trovare posto, mentre gli aerei diretti a Bologna volteggiano su noi e lo stupendo tramonto delle foto 290 e 291 suona al pio colono augurio di più sereno dì.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Teida Seghedoni

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