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Giu 11, 2023 893volte

Freto (MO) – 32^ Camminata della Sagra con 32 gradi

Il parroco guida in allegria belle giovani e bruttini stagionati Il parroco guida in allegria belle giovani e bruttini stagionati R.Mandelli da originali di Italo Spina

11 giugno – L’estate è esplosa davvero (salvo contrordini temporaleschi annunciati), e ancora alle 18 quando è partita la gara il termometro stava sui 32. Questa è forse l’unica gara pomeridiana di domenica nel calendario modenese, grazie a un antico privilegio che le consentiva la concorrenza, a distanza di qualche ora, con la corsa del mattino (che nel caso modenese oggi era peraltro reggiana, a Castellarano con sezione competitiva). Ma a sfruttare l’occasione siamo stati meno di 250, incluso il plotone di sbandieratori e addetti vari, intruppati nella società organizzatrice Madonnina che ha vinto la classifica dei gruppi con 83, spodestando una tantum il Cittanova che si è fermato a 50.

La Madonnina, col suo presidente Gianni Vaccari di venerata memoria, a principio degli anni Novanta ideò questa gara, in combutta (che coincidenza) con un altro Gianni Vaccari, figlio del sagrestano di Freto, su un percorso che sfrutta gli oltre 4 km dell’argine del Secchia che vengono buoni anche per altre gare di questo quartiere Madonnina, in una zona storicamente abitata da modenesi illustri (basta vedere le lapidi nella chiesetta), oggi spezzata in due o tre dalla linea dell’Alta velocità e dalla tangenziale nord, ma con stradette che si prestano anche a dei buoni allenamenti podistici: come capì il leggendario Luciano Gigliotti che qui preparò l’oro olimpico di Baldini (in linea d’aria siamo a 5-6 km anche da Rubiera, e ancor meno dagli impianti d’atletica della Fratellanza).

Gara ufficialmente non competitiva, col pettorale venduto alla quota minima dei 2 euro, ma che ha visto premiati i primi arrivati tra gli adulti, sugli 8.3 km (di cui metà abbondante ghiaiata, come si diceva sul tortuoso argine modenese del Secchia), e presso che tutti i bambini che hanno corso su un tracciato ridotto. Il caldo ha fatto esibire qualche duepezzi tra le atlete, col contraltare (è il caso di chiamarlo così) di alcune suore che invece hanno camminato in completo saio d’ordinanza, incluso il velo sulla testa, e i sandali ai piedi. Via dato dal parroco, e premiazioni finali officiate da lui, dall’attuale assessora allo sport e dal di lei predecessore nonché ex presidente del CSI modenese.

Ha alternato corsa e cammino Paolo Giaroli, reduce dalla conclusione dell’intera via Vandelli in una settimana (oltre 100 km di trail scavalcando l’Appennino da Sassuolo a Massa); ha soltanto camminato l’ex donnaiolo mirandolese Ori, presente a tutte le ultime tre (Magreta, San Damaso e Freto), sempre in compagnia di rappresentanti femminili; non potevano mancare Maurito e Paolino Malavasi, reduci dalla cena al festival dell’Unità di San Damaso, con una cattiva impressione lasciata dalla frittura di pesce surgelata (“sembrava che l’avessero messa sotto una pressa”): qui invece il gnocco fritto costava 90 cent e i pezzi erano abbastanza grandicelli; dopo il discreto ristoro/rinfresco finale, era anche possibile restare a cena all’aperto.

Ci fu un tempo nel quale chi si era cimentato nel percorso lungo di Freto, facendo cioè tutto l’argine, era premiato con un voluminoso prosciutto cotto; ma occorreva esibire il contrassegno ricevuto salendo a principio dell’argine. Chi non l’aveva, perché aveva fatto solo il giro del campanile, fece cagnara, col risultato che il premio finale adesso è diventato un democratico mezzo kg di pasta, indipendentemente dal chilometraggio, e solo i più bravi sono tornati a casa con alimenti più sostanziosi. Giusto così: il gps dichiara che facendo 8600 passi a 155 battiti medi ho speso 730 calorie, dunque – per quanto riguarda me, i due Paolo Malavasi e Giaroli, la non-parente Simona Malavasi, e gli altri come noi - lo scopo fondamentale è stato raggiunto.

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