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Lug 03, 2023 1757volte

Asolo (TV), 1-2 luglio – Fatiche e gioie alla 100 km- e la medaglia arriverà!

Asolo (TV), 1-2 luglio – Fatiche e gioie alla 100 km- e la medaglia arriverà! Roberto Mandelli

Dire che sia “la più bella del mondo”, come appare sul sito degli organizzatori, ha la stessa attendibilità di chi dichiara il medesimo per la Costituzione italiana (bisognerebbe vedere tutte le altre…): prima della partenza, un amico mi raccontava di essere reduce dalla 100 di Biel-Bienne, e non poteva che collocarla su un piedistallo, sopra tutte le altre Cento sedicenti più belle del mondo.

Sta di fatto che questa decima edizione della corsa del Monte Grappa ha segnato un record di iscrizioni così imponente da… lasciare senza medaglia parecchie decine di arrivati: la promessa è di spedirle a casa, e per ora ci fidiamo, **  anche perché ce ne convince la grande Natalina, che di queste dieci edizioni ne ha corse undici (cioè ha fatto per conto suo anche la gara annullata per Covid), ed è stata la principale responsabile della mia folle scelta, a quattro anni dall’ultima Cento e a due anni dall’ultima ultramaratona. Se no i xe mati no i  ge volemo.

Ma al lettore interessa anzitutto sapere i fatti, cioè chi ha vinto: le opinioni possono venire dopo e si ha diritto di sospendere la lettura a quel punto. Ha stravinto Massimo Giacopuzzi (Dolomitica Asd) con il tempo pazzesco di 7:49:22, media 4:42 a km. Vabbè, magari un tantino più alta dato che i Gps sentenziano una distanza reale di 96,5 km dovuta alla sostituzione forzata della strada per salire sul Grappa con circa 3 km di sentiero EE, presumibilmente più corto sebbene da percorrere con cautela, causa certi strapiombi che a volte suggerivano l’uso delle mani (oltre tutto, pioveva e dunque c’erano anche tratti scivolosi).

In ogni caso, il campione (che già al rilevamento di metà gara aveva 19 minuti di vantaggio) ha inferto 37 minuti al secondo, Marco Visintini dell’Aldo Moro di Paluzza (benemerita società che durante il lockdown ha saputo allestire squisite gare di montagna), che col suo 8.26 ha staccato di cinque minuti scarsi un altro specialista di queste gare, l’altoatesino di Laives Christian Hofer. Le premiazioni sono nelle ultime foto del servizio messo insieme come sempre da Roberto Mandelli (con cui mi collegavo ogni tanto via whatsapp, insieme ad Angelo Giaroli: sebbene i due mi garantiscano che non riescono proprio a immaginare imprese del genere. E chissà se le immaginano i miei nipotini, Davide il grande e Alex il tennesseano, nel farmi gli auguri telematici).

Si scende dalle alte cime col nome della vincitrice, Annarita Azzolini (Marathon Club Imperia, 10.29:15), appena quattro minuti meglio di Monica Affaticati (Up & Down) che a metà gara la precedeva di 23”. Non molto lontana la terza, l’altoatesina Julia Fatton (Rheinau, 10.43:43): le prime tre donne stanno tra il 15° e il 20° posto della classifica assoluta. Che, su 320 iscritti e 307 partiti, vede al traguardo 260 atleti (di cui 46 donne), più altri 10 che si sono fermati ai 50 km; è probabile che anche il primo cancello (inserito ex novo… contro il parere di Natalina, a Possagno dopo 33 km) abbia fatto una discreta scrematura.

D’altronde, la 100 di Asolo non è il Passatore dove riescono quasi tutti, compresi quelli che salgono in auto quando sono stanchi: qui le macchine degli accompagnatori (fortunatamente pochi: ho spesso incrociato la Golf che seguiva due cremonesi, ma rimasti molto indietro dal “Sàoto dea Cavra”, quando il gioco si è fatto duro) erano “schedate”, e a un certo punto impossibilitate a salire (“Mi dite dove c** devo andare per arrivare al Grappa senza prendere questa strada di m*?”, è sbottata coi vigili una pingue gentildonna, evidentemente ignara degli avvertimenti plurimi degli organizzatori). E nella meravigliosa discesa dal Grappa, praticamente in assenza di auto, il traffico si è fatto un po’ più intenso da mezzanotte in poi, solo per “merito” dei giovinastri che scorrazzavano schiamazzando a finestrini aperti e strombazzando: poi la domenica sera faremo la conta della consueta strage impunita ma continueremo a permettere lo sballo.

E torniamo al mezzogiorno di sabato 1, orario di partenza non troppo adatto per una corsa a luglio che per i primi 35 km si svolge tra i 100 e i 360 metri: per fortuna, la vigilia è piovuto e la temperatura non supererà i 27 gradi, ma con un tasso di umidità pazzesco, e i vapori che si sollevano dalla terra umida (ti sembra di essere nel bagnoturco).

Ottima collocazione logistica del ritrovo, l’impianto sportivo a un paio di km dal centro cittadino, con un servizio continuo di navette (magari, se mettevano qualche freccia per arrivarci in auto evitavo quel paio di inversioni a U causa strade a fondo cieco); buona disponibilità di parcheggi, perfetta la distribuzione pettorali e la ripartizione delle sacche di ricambio che ognuno di noi può lasciare ai tre punti chiave dei km 45, 55, 80.

Mi viene in mente che pure il 1° luglio di 55 anni fa faceva caldo, mentre cominciavo gli esami di maturità con la prima delle quattro prove scritte (ultimo anno che la maturità fu un esame tosto, con tutte le materie del triennio; adesso è una buffonata che crea soltanto illusioni e pretese in “maturati” senza qualità, quelli che poi scorrazzano giù dal Grappa o a Casal Palocco). Ai nostri tempi studiavamo che Bembo ha ambientato ad Asolo i suoi dialoghi sull’amore, e che quattro secoli dopo D’Annunzio ci ha vissuto (e raccontato nel "Fuoco") una storia intensa d’amore con la Divina, che qui è sepolta. E il mio povero padre aggiungeva i suoi ricordi della guerra, in questo scenario che sembrava tener lontani i pensieri cupi. Appena presi la patente, volle che lo accompagnassi qui, alla sua vecchia caserma dove dopo l’8 settembre gli uccisero il capitano, e i soldatini sbandati fuggirono verso casa: mio padre, in bicicletta, con un coetaneo modenese, che si chiamava Franco Anderlini, e più tardi vinse tutto come allenatore di pallavolo, e volle mio padre come testimone di nozze.

Asolo, borgo bellissimo (mi ricorda Gemona), e degnamente percorso dall’”Urban Trail” di 10 km che parte alle 19, quanto al podismo non lascia spazio per trucchi da sboroni della tacca: i quattro cancelli ammoniscono a badare subito al sodo, anche nei primi 10 km che saranno i più antipatici, ai bordi di una strada dal traffico intenso (quando si può, si usano i marciapiedi o le corsie ciclabili a lato; un vigile mi esorterà a rispettare il codice vedendomi tagliare una curva a destra).

Prima del via non può mancare una visita al duomo, di fianco alla piazza della partenza: una collega podista in arancione, Veronica della Franciacorta (foto 65 e 68), è assorta in raccoglimento. Uscendo le dico della mia preghiera nell’imminenza del via al primo UTMB: Signore, so che di queste cose non ti deve importare, ma se mi permetterai di arrivare qui tra due giorni, verrò a ringraziarti. Veronica mi fa venire un groppo alla gola rispondendo: “Tranquillo, Lui c’è sempre, anche qui”. Finirà in 12 ore e mezzo, al decimo posto: il Signore sia sempre con te.

Prima salitina verso quota 150 appunto attorno al 10: se non altro si va in stradetta senza traffico e con un po’ d’ombra. Nella discesa mi prende la Natalina, e dopo qualche km di elastico mi molla e non la rivedrò più se non in classifica, dove sta avanti un’ora, e nella foto del premio che riceve (“pesa più di me!”) in omaggio alle sue 10+1 partecipazioni.

Non faccio in tempo a riavermi del sorpasso (e comincio a chiedermi: ma io qua ci arrivo in fondo? - e rispondermi: Soldatino, non farti ammazzar!) quando una voce amica alle spalle mi dice: “Io parto piano, ma poi…”): è l’altra veneta Daniela Lazzaro, prof di matematica e fresca campione italiana di categoria sulle 12 ore. Il suo destino sarà di superare la stessa Natalina finendo in 14.47 (sono accomunate nella foto 66): ah già, ma è la più giovane del terzetto, non ne ha ancora 70…

Una zona industriale non troppo attraente ci porta a Possagno (ricordo un arbitro molto rigorista degli anni Sessanta), proprio davanti al museo di Antonio Canova (siccome sono in vantaggio sul tmax, due minuti per una visitina me li prendo) e poi su fino al tempietto-sacrario. Salita duretta, ma ne vale la pena: poi giù al primo cancello (“Dio vi benedica”, sussurro ai due rilevatori), e adesso si fa moolto seriamente, come Maestra Natalina mi aveva anticipato: in 10 km vai su di quasi 1000 metri, per una carraia in parte cementata o coperta di grossi lastroni. Profumo di Grappa (inteso come monte), fresco di bosco, panorami, ristori frequentissimi: si alternano ogni 3 km punti acqua e rifornimenti completi, dove troviamo fette tostate con marmellata, torte, biscotti, panini al salame o prosciutto, uova sode, patatine, angurie, mele, limoni, tè caldo e freddo, caffè forte, coca, acqua liscia e gassata, birra, prosecco. Tranne quest’ultimo, prenderò di tutto, e la varietà mi salverà dalle nausee incombenti.

Secondo cancello al km 43/45 (ci sarà sempre differenza tra i cartelli ufficiali e i nostri Gps), ristoro e recupero degli abiti di ricambio, l’avvocato Reali se ne va, la bella segretaria supermaratoneta Carla Ciscato arriva: il cielo si è fatto cupo, raccomandano di metterci della roba addosso perché sul Grappa piove. Magari!, mi dico, così ci rinfreschiamo un po’, e continuo con la maglietta a maniche corte sulla nuda pelle: per i tre o quattro sguazzarotti di un quarto d’ora l’uno basterà il cappellino. E siccome deve piovere, la borraccia non serve più: la lascio nello zaino che ridiscenderà poi per i fatti suoi.

E si va sul monte sacro alla Patria, una quindicina di km dalla bellezza assoluta, prati, scampanare di vacche al pascolo, fattorie, qualche discesina ristoratrice ogni tanto, fortini distrutti che emergono tra le nuvole, trincee, le grandi croci sul crinale (coglionazzo chi le vuol togliere), poi lo sbarramento sulla strada degli alpini, il sentiero da fare in fila indiana dalla Val Vecia. Dietro a me una coppia apparentemente di Latina: Barbara fa l’andatura e suggerisce a Luigi dove appoggiare il piede. Insieme, facendoci anche qualche foto, percorreremo tra le nubi il monumentale sacrario fino al doppio controllo del km 54 (due ore abbondanti di margine sul tmax!) e al ricambio, prima dei 25 km di discesona (25 km? - mi chiedo -. Ma riesco a concepire una distanza del genere?).

Sono le 9 di sera e pioviggina: ancora l’avv. Reali si stupisce che resti in maniche corte, solo aggiungendo una canotta sotto la maglietta. Ma io penso all’afa appena sotto, che si ripresenterà puntuale già al cartello altimetrico dei 1000 metri. La prima parte della discesa la faccio con una bella ragazza di Mestre, ma originaria di Boion (ostrega, cognostu el Boldrin?): Angela è alla sua prima Cento, dopo non aver mai superato i 25 km, però pensa già alla UTMB e alla IUTA. Pagherà un po’ lo scotto nel finale, concludendo comunque in 17.20 che non è male per una esordiente così giovane. Mentre la scafata Daniela Lazzaro mi manderà le sue impressioni matematiche:

Che dire? E’ stata dura, ma in fondo il tempo ha tenuto, molto meglio delle previsioni. Certo che se la visibilità dall’ossario fosse stata diversa, …, ma non è così facile sul Monte Grappa, già dal pomeriggio. E ci siamo consolati con la traversata nella verdissima, ancora di più con le nuvole basse, Val delle Mure.

E poi durante la discesa, con la visione da alcuni tornanti della luna piena in alto e le mille luci di Romano D’Ezzelino, anche se mancavano ancora più di 20 km all’arrivo.

La strada invita a correre, che per quelli del mio calibro significa i 6 a km; ma cuore e polmoni, il ”cavallo” inguinale che brucia dai primi km, e forse anche la testa dicono di camminare ogni tanto. Ma se cammini, le vesciche che si stanno gonfiando fanno ancora più male, e allora ci si barcamena.

I ristori adesso sono regolarissimi ogni 5 km, e per fortuna ci stanno anche sedie e tavoli, dove ci servono di maccheroni o riso all’olio; e se la coca scarseggia, birra e prosecco non mancano mai.

Le luci della pianura verso Bassano ti incantano e distraggono (un paio di volte, nel guardare giù, finisco contro il guardrail: e meno male che c’è!): ed ecco Romano, km 80, che mi illudo essere l’inizio della spianata finale. Macché: ricomincia la salita, vigliacca, titolata “via del Grappa”, verso Borso; ristoro degli 85 davanti alla chiesa, condiviso con amici vecchi e nuovi tra cui Luca Spaggiari, parmense di Torrile che sarà con me (si capisce, facendo l’elastico) fino al ristoro dei 95 alla macelleria di Castelcucco, e alla salita finale su Asolo: un po’ corsa e molto camminata, perlomeno da me che a forza di voltarmi indietro per capire se sono sul tracciato giusto (le frecce bicolori sull’asfalto, fedeli compagne di ogni incrocio, a volte latitano, e di cartelli “verticali” non se ne vedono quasi più) mi faccio superare quasi allo sprint da uno di Pordenone. Eppure, le classifiche sanciranno che nella seconda metà (9 ore per salire al Grappa, 7.20 per scenderne) ho recuperato 14 posizioni: faccio pietà – ne convengo – ma non sono ancora pronto per l’ospizio.

Arrivo nel cuore della notte, foto di rito, solo bottigliette d’acqua con la promessa che al campo-base ci sarà di tutto (dimenticano di dire che le bevande saranno a pagamento); spola di navette, spogliatoi, saluto con Daniela Lazzaro, recupero bagagli nello spogliatoio femminile (me ne scuso con le occupanti raccontando quella volta negli spogliatoi di Buhlertal…: mentre arriva anche Angela la mestrina di Boion); ricarica del cellulare morto al 95°, docce caldissime e shampoo offerto da un Bergamo Runner fedele di don Gregorio; maccheroni (questi, gratis) al sugo di carne, saluti ai colleghi e “arrivederci alla prossima”.

Per me, al momento, una prossima non è prevista: ma questa ne vale… cento.

** Aggiornamento alle 9,25 del 4 luglio sul problema-medaglie. Email ricevuto dai partecipanti:

abbiamo avuto dei problemi di produzione con il nostro fornitore di medaglie e non siamo riusciti a ricevere il quantitativo necessario di medaglie entro i tempi previsti.

Ci scusiamo profondamente per questo inconveniente e siamo molto dispiaciuti  di non essere in grado di consegnarti la medaglia all'arrivo come da tradizione.
Vogliamo però rassicurarti che stiamo facendo tutto il possibile per risolvere il problema e consegnarti la tua medaglia al più presto.

Per poter organizzare la spedizione della medaglia, ti chiediamo gentilmente di compilare il seguente modulo con i dati di spedizione:

RACCOLTA INFO MEDAGLIE 2023

Una volta ricevute le tue risposte, organizzeremo la spedizione della medaglia il prima possibile. Faremo tutto il possibile per fartela avere nelle prossime settimane. 

 

 

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: F. Marri, D. Gianaroli, R. Mandelli
Fonte Classifica: 100km Asolo

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