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Ago 09, 2023 Natalina Masiero 527volte

Misurina-Auronzo: mai saltare la Camignada!

Misurina-Auronzo: mai saltare la Camignada! Collage di Roberto Mandelli

6 agosto - La Camignada per i sei Rifugi, Misurina - Auronzo, compie 50 anni ma non li dimostra. Personalmente ho partecipato a 49 edizioni, e confermo che assieme alla Delicius Trail rimane una delle manifestazioni più belle.

Era il 1973 e Cesco Vettorazzo, razza Grappa (non il liquore ma Monte Grappa), ci comunicò che veniva organizzato un giro che avrebbe toccato i più bei rifugi delle Dolomiti. In poche ore il pullman si riempì. Pullman che aveva il bagagliaio pieno non di zaini ma di due damigiane, sacchi di pane fresco, soppresse , salami ecc.
Da quella "spedizione" tornarono, escluso l’autista e la sottoscritta in quanto astemia, quasi tutti in "baea" (in balla, ubriachi). Fu un’avventura unica. Ritornai tutti gli anni escluso uno, e non mi stancherò mai di ammirare queste montagne con le Tre Cime che sovrastano le Dolomiti.

Quest'anno sono stati ammessi soltanto 500 partecipanti per problemi logistici, e io mi sono iscritta alla non competitiva. Uguale in tutto e per tutto alla competitiva ma senza essere inserita in classifica. Mi va benissimo. Oramai sono lenta e non voglio creare disagio agli organizzatori.

Devo confessare che la parte più bella è stata sabato con la corsa per i ragazzi. Nonostante il maltempo, erano tutti felici. La più giovane partecipante? Una bimba di 40 giorni con regolare pettorale portata dalla mamma!

Domenica mattina, partenza dal Lago di Misurina con temperatura da favola rispetto i 30 gradi e più che penavo a Padova. Da alcuni anni il percorso iniziale è stato modificato. Non si sale più al Rifugio Auronzo "dritto per dritto", ma si fa il giro per la Malga Rin Bianco, più lungo ma più spettacolare. Arrivo all'Auronzo, e da quella vecchia che oramai sono, mi metto a piangere.
Ecco le Tre Cime. Uno spettacolo che non ha per me paragone con nient'altro.

Solita foto di rito e giù in forcella. Chiesetta del Lavaredo, dove soffia un bel venticello e subito arrivo al secondo rifugio. I volontari mettono il timbro e ci offrono un ristoro più che abbondante.
E qua apro la mia solita parentesi perché non mi chiamerei Natalina e non sarei la rompi* che sono. A coloro che non si sono iscritti e che non hanno pagato adducendo le scuse più classiche, dico: non è corretto. In queste manifestazioni non ci sono soltanto i ristori, ci sono una miriade di altri servizi offerti e i volontari, iniziando da quelli che mettono le balise, meritano rispetto. Chiusa parentesi.

Lascio il Rifugio Lavaredo e mi avvio verso il Locatelli. Bene, 3 Rifugi sono andati. E qua inizia la parte più impegnativa. Per arrivare al Pian di Cengia impiego un eternità però il panorama è talmente bello che la fatica si sente meno.- Vedo in lontananza quelli che sono davanti a me impegnati su un salitone che porta al Comici. Conosco ogni metro di questo percorso ma penso alla fatica che mi aspetta e ho paura di non farcela. Pianto a terra i bastoncini e a piccoli passi arrivo anche al Comici. Timbro, ristoro super e inizia il saliscendi verso il Rifugio Carducci. Nel gruppo dei volontari ritrovo tanti amici che mi fanno festa e mi incoraggiano. Pochi minuti di sosta e via verso la parte che odio di più in questa gara. È tutta discesa, dicono i volontari, dai che manca poco!

Impiegherò più di due ore per scendere la Val Giralba. È un vero peccato, il terreno è infido e procedo piano perché ho paura di fare l'ennesimo capitombolo. Purtroppo la frana di alcuni anni fa costringe il Cai a farci fare un giro ampio che non finisce mai. Inizio ad imprecare all'indirizzo degli organizzatori, medito di rompere in testa i bastoncini a Brogioni dimenticando che il malcapitato sta facendo la scopa con gli ultimi. E anche la discesa della Giralba termina. Mancano sei chilometri all'arrivo e sono tutti sulla ciclabile. Alcuni mi sorpassano e dicono che è noiosa, personalmente mi piace. Ricordo che una quarantina di anni fa gli ultimi sei chilometri erano tutti sulla strada dove si correva continuamente il rischio che qualche automobilista ci limasse il sedere. Cavoli! Ora è una goduria.
Giro del Lago di Auronzo e finalmente il traguardo.
Applausi a non finire. Credo di essere ancora una volta la più vecchia partecipante donna. A conferma che questo gruppo è splendido, mi viene offerto un mazzolino di fiori. Grazie. 
Pasta party per tutti e festa fino a sera.

E per finire: a Elisa, Massimo Casagrande, Sergio e a tutti i volontari, un abbraccio grande. Ho impiegato una marea di tempo per arrivare ma ne valeva la pena.
Precisazione doverosa: è il primo anno che non faccio neppure un capitombolo.

https://podisti.net/index.php/in-evidenza/item/10606-auronzo-di-cadore-bl-50-camignada-poi-sie-refuge-la-firma-di-del-longo-e-costa.html

 

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