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Nov 03, 2024 304volte

Bomporto & Solignano: il ponte podistico dei modenesi senza pretese

Bomporto & Solignano: il ponte podistico dei modenesi senza pretese Roberto Mandelli

1-3 novembre – Sicuro, quelli buoni vanno a Venezia, poi New York o Lago Maggiore, e domenica prossima a Ravenna. Quelli invece che non hanno urgenze del genere e vogliono spendere poco possono accontentarsi di muovere le gambe in un raggio di 15 km da Modena, approfittando della tregua del maltempo e di temperature decisamente insolite per la stagione.

Eccoci dunque venerdì 1° novembre a Bomporto, località più celebrata grazie alla sua frazione Sorbara, e che offre al modico prezzo di 2 euro la 46^ edizione della “Camminata del lambrusco”, ridotta a 8,2 km di un doppio senso sull’argine sinistro del Naviglio (l’antica via navigabile che univa il porto fluviale di Modena, dietro il Palazzo ducale, al Panaro raggiunto appunto al “buon porto” attraverso un sistema di chiuse, e da lì al Po e all’Adriatico).

Oggi ci si contenta di risalire il Naviglio fino a Bastiglia, dove ci si ristora (acqua e tè centellinato) e si fa dietrofront per riportarsi alla partenza presso un quartiere nuovissimo su cui troneggia lo stadio dedicato ai quattro fratelli Sentimenti, calciatori di serie A dagli anni Trenta ai Cinquanta (ma la foto-simbolo affissa all’ingresso è un falso).

Sentimenti IV, della Juventus, fu il portiere delle prime 5 partite della Nazionale dopo la guerra, dal 1945 al 47, unico, insieme allo stopper Parola, a non appartenere al Grande Torino; e dopo la sciagura di Superga, fu mandato ai mondiali brasiliani del 1950, in nave, con tutti i palloni finiti in acqua, e insieme a Parola e Boniperti fu eliminato dalla Svezia di Jeppson, Nordhal e Skoglund. Finì la sua carriera in Nazionale con un’altra debacle storica, all’inaugurazione dello stadio olimpico di Roma nel 1953, lo 0-3 preso dall’Ungheria di Puskas e Kocsis poi finalista al mondiale.

Solicello gradevole, discreta partecipazione compreso Mastrolia con bizzarro copricapo e Morena Baldini appena rientrata dal Giappone, pacco-gara con wafer o pasta e berrettino (il lambrusco è solo nel titolo della corsa), e magri affari per la coppia di scarpivendoli Lupo & Boniburini. Mi raccomandano di elogiare i cassonetti della zona, liberamente apribili senza bisogno di tessere; non altrettanto farò dei parcheggi, lasciati alla nostra libera esplorazione.

Ci si ritrova domenica 3 a Solignano, alle pendici delle prime colline sotto il castello di Levizzano e il santuario di Puianello, per la 40^ edizione della “Camminata della val Nizzola”, riproposizione su tracciato ridotto e con altri organizzatori di quella che fu una delle più belle maratonine della provincia modenese, non a caso adottata da tanti raduni di gruppo (tra cui memorabili quelli organizzati dal compianto Vaccari della Madonnina alla vigilia di Natale o di Pasqua).

Il percorso di oggi (segnato nei cartelli addirittura con QR: m’immagino il podista medio ad almanaccarci sopra) taglia il giro classico, accontentandosi dei 14 km che dal paese portano alla trattoria della Bolognina, poi in salita per la via Medusia fino al Castello di Levizzano. Qui nei tempi d’oro si andava a destra e poi subito a sinistra per i Buricchi fino a Puianello; adesso si devia invece a sinistra attraversando il paese verso est per imboccare la via Tiberia, con qualche falsopiano tra cui la risalita alla stupenda chiesetta romanica di S. Michele, attraversamento della provinciale e dolce ascesa verso la Cavaliera, Solignano vecchio (altra chiesina dove si raccomanda di entrare pudicamente vestiti) e infine di nuovo alla partenza, per 13,7 km con 280 metri di dislivello (il percorso medio tagliava anche Levizzano limitandosi a 8 km).

La leggera foschia iniziale cede il passo a un tenue bagliore solare e ci possiamo accontentare: traffico assente, ristori a base di abbondante frutta (ce lo scordiamo il bianco del ristoro della Cavaliera al 10° km, ma in compenso c’è una squisita crostata, e chissà se tanto è bastato a Giangi per non chiedere il rimborso dei 3 euro di iscrizione); un mezzo kg di pasta come pacco-gara previa restituzione di un pettorale grande come un francobollo. Complice l’annullamento della loro gara istituzionale, presenti anche alcuni reggiani, in primis i cugini Giaroli e Claudio Iotti, e bis di Lupo come venditore di (poche) scarpe; come sempre ospitale la tenda di Peppino Valentini del Cittanova, che incredibilmente dicono faccia 82 anni dunque… qualcuno più di Giuseppe Cuoghi, presente pure oggi insieme a tanto bel mondo del podismo che fu, e al rosa-shocking di Anna Cavallo che fu, è e sarà.

Si rientra nel sole, pronti ad assaporare la libidine televisiva della partita del Napoli e, a seguire, la solita noiosa cronaca Rai da New York, che chiude dopo l’arrivo dei primi 5 o 6. Sopravviveremo.

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