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Giu 28, 2025
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La Beer Run di San Donnino mette tutti d’accordo

La Beer Run di San Donnino mette tutti d’accordo Roberto Mandelli

Modena sud, 27 giugno – Disertata dalle società ufficiali (nessuna tenda in loco, nemmeno quella del Cittanova perché Peppino è al mare) siccome “non è del coordinamento”, snobbata dai fotografi locali evidentemente stanchi del giorno prima a Correggio, eppure questa prima edizione del “Beer run”, organizzata in concomitanza con la tre giorni di Festa della Birra nel parchetto di San Donnino, ha goduto di un discreto successo di partecipazione.

Sicuramente, alla partenza nell’ora giusta delle 19,30, eravamo un paio di centinaia, sia reduci dal mesto Correggio del giorno prima (Rambo Benassi, Simona Malavasi, “Nube” Montecchi peraltro in veste di sbandieratore), sia “nuovi”, dai coniugi Vecchiè a Lucio Casali alla famiglia Malavasi al completo ecc.

Va detto che il contorno della festa (inclusiva anche una féra di zavaj che spaziava dalle musicassette al telefono col cerchio girevole dei numeri, dai giradischi al contenitore dell’acqua calda nelle vecchie stufe Zoppas), i vari stand di birre artigianali e soprattutto la monumentale Paella che il monumentale chef Giancarlo Gorrasi esibiva, hanno invogliato ulteriormente.

Si aggiunga il percorso collaudatissimo della San Donnino Ten (https://podisti.net/index.php/cronache/item/12417-modena-11-san-donnino-ten-largo-ai-ventenni.html), che per un terzo era anche all’ombra, l’organizzazione perfetta prestata dai Modena Runners e amici (e qui, dopo i castelnovesi di Nube, Daniela Cavalieri, Dinamite Ray ecc.,  cito Giuseppe Castiello, campione di Novi, venuto qua con tutta la famiglia non per raccogliere una facile vittoria ma per fare servizio, incluse le figlie che gestivano la custodia bagagli), la chiusura al traffico garantita anche da due vigili, perfino uno speaker di lusso come Giorgio Reginato, per non tacere della lattina di birra data come “pacco gara” (di fronte ai canonici 3 euro di iscrizione) e dello squisito tè freddo e acqua freddissima offerti al ristoro intermedio e finale dalla famiglia cioccolataia Bandieri da Formigine.

Insomma, è stata la perfetta gara non competitiva d’estate, utile per scambiarsi pareri su certi tronfi vincitori di categoria (lelò l’à fat sol vintun chilometer e i l’àn premiè listàss) e su certi alberghetti lungofiume che si prestano a incontri semiufficiali, e a concertare presenze in corse imminenti (èt vést che a Ràz a ghe sol des iscrétt? quesi quesi a m’iscrévv anca mè e a vag a premi) o più a lunga gittata, fino a uno stupefacente matrimonio ferragostano, non a Venezia ma sul lago d’Orta dove nessun invidioso verrà a rompere i cosiddetti, anche perché il gretino sarebbe costretto a correre una 50 km.

La serata si è conclusa, per podisti o semplici appassionati, con una cena all’aperto accompagnata da dj. L’unica obiezione possibile è che il gnocco fritto, molto morbido e buono, però costava una cifra folle, quasi da matrimonio veneziano: ma, come fece Rambo di fronte a uno scarparo che voleva solo pagamenti in contanti, si può sempre dire “grazie tanto, tienti pure la tua merce”.

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